Isocrate - greco PDF

Title Isocrate - greco
Course Storia greca
Institution Università degli Studi di Catania
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greco...


Description

Maestro di retorica è colui che deve condurre i propri allievi ad elaborare una doxa corretta tra le tante possibili a seconda del kairos. Isocrate polemizza con i socratici, con i megarici (Euclide, per cui il bene è l’essere parmenideo), i cireneri (per cui il bene è il piacere) e i cinici (Diogene di Sinope, hanno scelto una vita da cani. Per loro il bene è la virtù.) Per Platone il bene è επιστημη, scienza che si contrappone alla δοξα. Doxa da δοκεω, sembrare, ciò che sembra. Platone è contro ciò che sembra (mito della caverna), il Sole è il sommo bene, l’ αλεθεια. Isocrate non ha mai perso l’occasione per polemizzare contro i socratici. Polemica costante: da retore ha preteso di far passare il proprio insegnamento come filosofia, filosofia come cultura, etica. Formula ciceroniana “vir bonus dicendi peritus”, l’uomo onesto esperto nel parlare. Formula isocratea, Isocrate ha voluto sintetizzare con 2 parole che da questa scuola uscirono autentici capi, principi. Ανθροποσ ευπεπαιδευμενοσ, uomini ben educati. Hanno sostanza etica (sono αγατοι). Il maestro produce, per istruire i μαθεται, i discepoli, delle orazioni scritte. Le orazioni di Isocrate sono fittizie (non le ha mai pronunciate salendo su una tribuna). Isocrate muore a 98 anni, dopo Cheronea. Ha visto un secolo di storia di Atene. Nell’ultima opera, il Panatenaico, ringrazia la sorte di avergli dato ricchezza, fama, salute. Non ha avuto 2 cose:  la voce, che aveva flebile e non gli permise di affrontare la carriera di oratore politico. Inoltre, da piccolo era balbuziente, ma superò questo problema  il coraggio (τυμοσ) di affrontare le assemblee ateniesi, in cui c’era molto rumore. Preferì la via della scuola, scrisse pezzi affinché le orazioni fossero per i suoi alunni modelli. Isocrate intende l’oratoria non militare (da spendere in un contesto vivo), ma da scrivere per insegnare, per fare imparare gli studenti. Timeo di Taormina lo prendeva in giro dicendo che aveva impiegato più tempo, scrivendo una breve orazione, di quanto Alessandro ne impiegava per conquistare. Lo stile di Isocrate si definisce γραφικη λεξισ, è “destinato alla scrittura”, è complesso. Lo stile di Demostene è vivaca perché composto per parlare, in esso si sentono i rumori εκκλεσια, non è scritto in uno studio. Il maestro di Isocrate è stato Gorgia, la cui prosa è una prosa d’arte (λεχισ κατεστραμμενη: stile caratterizzato da periodi lunghi, costruiti con tante figure retoriche ma anche ordinato, con parallelismi). Κωλον: membro: preposizione. Quando i membri sono costruiti in modo simmetrico e speculare, c’è isokωλον. Molti criticano il suo stile, piaceva di più Demostene. Se si prova a intersecare eventi storici e orazioni di Isocrate, troviamo che c’è καιροσ. Periodo dalla Pace d’Antalcida a Cheronea. 390 a.C: Isocrate scrive la sua prima orazione: il Panegirico. Nel 390 fondò la sua scuola. Prima del 390 Isocrate fece il logografo (discorsi giudiziari): quando il reo si presentava dal giudice, recitava l’arringa fattagli da un logografo. Questa professione era considerata degradante. Lui inoltre era ricco, perché Teodoro, il padre, fabbricava flauti. Isocrate infatti ebbe una buona educazione. Poi ci fu la guerra del Peloponneso che rovinò le famiglie borghesi. Isocrate fece il logografo dopo la guerra, poi aprì la scuola e si arricchì. Megacleide lo denuncia nel 350: i ricchi ad Atene erano considerati vacche di cui spremere le mammelle. Il ricco è ricco solo per sé, ma se è ricco deve contribuire spontaneamente al volere della comunità, armando una triremi (τριταρκια), pagando per allestire i cori che servivano per le rappresentazioni tragiche e comiche. Megacleide fu individuato come cittadino ricco che pagasse una τριταρκια. Lui indicò come cittadino più ricco di lui Isocrate. Se Isocrate si fosse

rifiutato ci sarebbe stato lo scambio dei beni. Isocrate scrive quindi l’αντιδωσισ (scambio di beni), la sua orazione più lunga in cui si difende dall’accusa. 380: Panegirico 377: nascita della 2 lega navale, scrive il Plataico (discorso in cui un cittadino di Platea chiede ad Atene la ricostruzione della città 371: Battaglia di Leuttra, scrive l’Archidamo (Figlio di Agesilao si presenta di fronte agli spartani e chiede di non fare pace con i Tebani) 357-355: guerra sociale, scrive l’Aeropagitico 346: pace di Filocrate, scrive il Filippo Gli eventi storici sono stimoli per scrivere. Il καιροσ implica l’attenzione dell’oratore verso l’attualità, a seguito di ciò si chiude nella scuola e scrive. I discorsi di Isocrate sono retorici, hanno impostazione letteraria. Le argomentazioni di Isocrate prescindono spesso dal considerare le reali forze economiche e militari che caratterizzano la realtà. È vero che osserva la realtà e scrive, però l’impostazione dei discorsi è d’apparato. Esempio: contrasto tra il Filippo storico, ciò che veramente era, e il Filippo di Isocrate, l’immaginazione del principe. Realtà: Filippo è un monarca dotato di un potente esercito e di istituzioni molto solide. Il suo fine è di strangolare Atene e annullare la sua egemonia in Grecia e intraprendere una spedizione contro i Persiani. Finzione: re di Macedonia, di cui mette in evidenza la grecità, lo assimila alla cultura greca. A Filippo interessava solo vincere. Isocrate lo trasforma in un crociato che deve abbracciare la bandiera del panellenismo (amore per la cultura greca). Isocrate lo assimila ad Eracle. Il suo Filippo deve mettere d’accordo tutte le poleis che facevano guerre, è molto lontano dalla realtà. Isocrate si basa sull’ εντιμεμε, il sillogismo inventato da Aristotele. Parte da premesse verosimili, non certe ma probabili, e poi sviluppa un discorso. Tucidide era attento alle dinamiche reali. A Isocrate manca la capacità di leggere la verità, ha invece la capacità del retore chiaccherone. Isocrate ricorre all’esempio di tipo storico....


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