Impressionismo: Le Opere più importanti di Manet, Monet, Renoir e Degas PDF

Title Impressionismo: Le Opere più importanti di Manet, Monet, Renoir e Degas
Author lucilla oddi
Course Arte - 5 anno
Institution Liceo (Italia)
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Summary

nel documento si potrà trovare un riassunto dell'impressionismo come corrente artistica. Scorrendo si potranno trovare descrizioni dettagliate di alcune delle opere più importanti di quelli che sono i maggiori esponenti della corrente ovvero: Manet, con la sua colazione sull'erba, Monet con i suoi p...


Description

L’IMPRESSIONISMO L’Impressionismo è una corrente artistica nata a Parigi nella seconda metà dell’Ottocento, precisamente tra il 1860 e il 1870, e durata fino ai primi anni del Novecento. Nasce in contrapposizione all’arte accademica dell’epoca sfidando la critica con opere apparentemente incomplete, spesso realizzate in poche ore. Punto cardine dell’arte impressionista è la pittura “en plein air” (all’aria aperta). Gli artisti impressionisti abbandonano il chiuso degli atelier per dipingere la realtà “dal vivo” e cogliere così l’infinita varietà della sfumature che compongono i colori. Questo nuovo approccio alla pittura è reso possibile anche grazie all’invenzione del “cavalletto da campagna” (portatile) e dei colori in tubetto, più pratici da usare negli spostamenti e più immediati, visto che non costringono l’artista a mescolare i pigmenti per formare i colori. Le opere degli impressionisti non rappresentano la realtà così com’è ma in base a come viene percepita dall’occhio dell’artista nel momento in cui la dipinge. I colori non sono più mescolati sulla tela ma vengono semplicemente accostati, dando vita a spettacolari contrapposizioni cromatiche (es. I papaveri di Monet) e a immagini non chiaramente definite, quasi sfocate. Prediligono ritrarre paesaggi urbani.

MANET COLAZIONE SULL’ERBA 1863 Nel 1863, vista l’ingente quantità di materiale artistico prodotto, all’esposizione del Salon furono rifiutate moltissime opere, che ovviamente sollevarono il mal contento dei pittori. Napoleone III ordinò di esporre questi quadri d una seconda mostra, chiamata apposta ‘salon des refusés’, ovvero salone dei rifiutati. Questa esposizione fece scalpore e fu invasa da visitatori curiosi di vedere la nuova pittura, ma purtroppo non la compresero. Infatti proprio quest’opera fu presa di mira, ed ebbe l’effetto di un vero e proprio terremoto sia sul pubblico che sulla critica, venne addirittura giudicato osceno. Proprio per questa fama, divenne l’attrazione principale dell’esposizione. Nel dipinto sono rappresentati 4 soggetti: 2 donne e 2 uomini. Si nota subito la donna nuda seduta affiancata da due uomini completamente vestiti, dietro di loro possiamo vedere l’altra donna, questa volta in sottana che sembra si stia per fare il bagno. La scena è ambientata in un bosco non troppo lontano da Parigi, dove scorre il Senna. La donna nuda che guarda verso il pubblico era Victorine Meurent, un’operaia diciannovenne che divenne la modella preferita da manet, infatti posò anche per la donna sullo sfondo. Comunque la donna in primo piano è rappresentata con il volto rivolto verso gli spettatori e con uno sguardo sfrontato, inoltre è anche seduta sui suoi vestiti ammucchiati per terra. Gli uomini in primo piano sono vestiti in maniera elegante secondo la moda del momento ed essi sono il fratello di Manet e il cognato. In basso a sinistra possiamo notare il cestino di frutta e pane che sarebbe appunto la colazione. Questo dipinto ridusse in modo significativo le forme e i particolari dello sfondo ed anche il chiaroscuro, spesso abolendolo. Le figure infatti sono definite semplicemente per opposizione di toni. Osservando l’opera si nota come la profondità non è resa grazie alla prospettiva tradizionale ma dall’accostamento di macchie di colore diverso. La novità importante dopo la tecnica, è sicuramente il nudo della donna poiché non traspariva niente di pudico, nemmeno lo sguardo. Anche se in realtà ha riferimenti culturali raffinati e complessi, quest’opera sfociò nella provocazione, per questo la donna fece pensare ad una prostituta come nelle ‘signorine sulla riva della senna’ di coubert. (si era ispirato al concerto campestre di Tiziano e a delle stampe cinquecentesche di Raimondi, che erano tratte a loro volta dal giudizio di paride di Raffaello) IL BEVITORE DI ASSENZIO 1859 Rifiutato dal Salone nel 1859. È raffigurato un uomo che conduce una vita sregolata, in una strada di Parigi inebriato dall’abuso di assenzio. È accasciato contro il muro, con il cappello ammaccato e a terra una bottiglia che rotola via. IL soggetto è perciò un uomo alcolizzato che si è abbandonato al degrado fisico e morale, una persona spregiudicata. L’immagine è predominata da colori scuri (neri grigi e marroni) ed è realizzata con pennellate spesse e poco precise, senza attenzione ai dettagli. Questo è un dipinto simbolo del distaccamento di Manet dalla base accademica, infatti il suo maestro Couture si indignò e ruppe con lui i

rapporti a causa di questo dipinto. Non tanto per la tecnica ma il soggetto, che era parte di una realtà contemporanea delle strade di Parigi ma che veniva nascosta dalla borghesia e le classi alte. L’OLYMPIA 1863 L’opera venne accettata nel Salone contro ogni aspettativa ma comunque fu estremamente criticata da pubblico, critici e giornalisti e considerata scandalosa e provocatoria. Olympia presenta una donna completamente nuda, Victorine Meurent, la stessa modella della colazione sull’erba. La donna è sdraiata e indossa solamente un bracciale d’oro, un collarino di velluto con una perla a goccia un fiore nei capelli e una ciabattina sul piede sinistro. Il suo sguardo è rivolto verso l’osservatore e ha una mano sul pube, che indica sfrontatezza proprio come il suo sguardo. Si deduce quindi che la donna sia una prostituta e che difronte a lei ci sia un suo cliente. Anche il nome Olympia era molto diffuso tra le prostitute. Un altro soggetto presente è la domestica nera che le porge un bouquet, anche questo elemento rimanda all’idea che la donna sia una prostituta dato che all’epoca le prostitute non avevano quasi mai domestiche bianche. Ai piedi del letto è presente un gatto nero sulle zampe e con il pelo rizzato, probabilmente spaventato dal cliente fronte stante. Per quanto riguarda la tecnica l’opera è realizzata con pennellate rapide, con un chiaroscuro molto semplificato, il contrasto tra scuro e chiaro è netto e la prospettiva quasi inesistente. Contro le critiche Manet dice che l’opera è un’interpretazione in chiave moderna della Venere di Urbino di Tiziano ma questa dichiarazione crea soltanto più scalpore. La posizion e è la stessa ma l’opera di tiziano rappresenta una dea e paragonarla alla rappresentazione di quella che è evidentemente una prostituta era solo considerato un oltraggio IL BAR DELLE FOLLIE BERGERS 1881-82 L’opera mostra ancora l’interesse dell’artista per la gente comune incontrata a Parigi. Rappresenta una barista con un’espressione assente che si trova dietro il bancone con uno specchio alle sue spalle nel quale si vede una tipica scena da caffè. In alto a sinistra si intravede un trapezista del quale i clienti sembrano non far caso. La prospettiva è falsa, lo specchio permette di vedere la donna e l’uomo con cui sta per parlare. Fu un altro esperimento di Manet sul rapporto fra spettatore e immagine, sembra che la donna sia difronte a noi e che volga a noi lo sguardo. Infine in primo piano delle bottiglie mostrano la maestria di Manet nel rappresentare anche nature morte. MONET IMPRESSIONE, LEVAR DEL SOLE 1872 Questa tela fu esposta alla prima edizione della mostra degli impressionisti e fu proprio lei a dare il nome della corrente artistica: infatti la parola impressionismo fu coniata in senso dispregiativo dal giornalista Leroy, che lo giudicò incolto e troppo essenziale. Il dipinto di Monet mostra un paesaggio marino, ovvero il porto di Le Havre immerso nella nebbia dell’alba. In primo piano vediamo due barchette con dei pescatori che emergono dalla luce soffusa come ombre scure e con un disegno molto semplice. Sullo sfondo troviamo la banchina del porto, un veliero, le gru e le ciminiere che fumano che sono dipinte in maniera molto approssimativa, proprio appena accennate con poche pennellate grigiastre. Il sole è presentato come un cerchio di colore pieno, di un arancio molto intenso, che diffonde luce su tutto il quadro, riuscendo ad unire acqua e cielo rendendo il paesaggio difficile da decifrare. I riflessi, che siano del sole o delle barche sono creati con dei tratti rettangolari netti e marcati. Il soggetto del dipinto in realtà non è l’alba in se stessa, ma l’impressione che da a chi la guarda. LO STAGNO DELLE NINFEE 1899 In quest’opera le pennellate sono irregolari e creano macchie di colore che danno vita ad un paesaggio rilassante ed in questo caso il verde predomina in tutte le sue sfumature. Le tonalità di verde si notano in ogni parte del quadro, ma il vero protagonista è lo stagno con le nifee, contornato da piante di ogni genere: salici e tante altre specie che si notano grazie alle “macchie” gialle, azzurre e rosse. L’artista, negli ultimi periodi della sua vita, si ritira quasi tutti i giorni nel suo giardino in stile giapponese di Giverny, dove egli coltivava diverse piante che decoravano il ponticello di legno, ritraendone lo stesso angolo e variandone di poco il punto di vista o le ore della luce. Il quadro quindi raffigura una zona del terreno stagnante che lo stesso pittore francese realizzò, nel 1890, di fronte al suo giardino a Giverny.

In questo paradiso, si trovano infatti salici, canne, nasturzi, gladioli, e sull’acqua si intravedono delle splendide ninfee. Inoltre, Monet incanalò le acque per realizzare un laghetto, e successivamente vi costruì sopra un ponticello giapponese. Nel quadro, ammiriamo quasi esclusivamente la superficie stagnante di un acquitrino in cui si riflettono le frasche ed i fiori circostanti, mentre sulla superficie di questo specchio dai mille colori, possiamo intravedere isole di ninfee le cui corolle predominano sulle verdi foglie galleggianti. Si può ammirare il ponticello che attraversa il lago e la superficie delle acque scandita dallo scalarsi delle foglie di ninfee. Le scene sono caratterizzate ciascuna dalle tonalità dominanti tra cui: rosse, gialle, verdi o azzurre. Monet, ancora una volta, ci regala piccole e irregolari pennellate utilizzando macchie di colore e dipingendo uno scorcio della natura che risulta, agli occhi di chi l’ammira, impareggiabile. Le tonalità usate maggiormente dall’artista sono sicuramente quelle del verde, che si fondono tra loro creando una suggestiva ed unica sinfonia di colori. In sintesi, il dipinto regala agli occhi di chi lo vede, un senso di quiete e di riposante contemplazione. PAPAVERI 1873 Claude Monet negli anni tra il 1861 e il 1865 soggiornò ad Argenteuil. Sulle rive della Senna, a poca distanza da Parigi. Lì Monet ebbe l’occasione di trarre ispirazione dai paesaggi di campagna e dagli specchi d’acqua. Campo di papaveri fu realizzato en plein air studiando le atmosfere luminose della Regione. Durante la prima esposizione del gruppo di artisti, in seguito definiti impressionisti, nel 1874 Campo di papaveri venne esposto insieme a Impressione, sole nascente. Nel quadro troviamo Un campo di papaveri a sinistra e un prato a destra. In mezzo una donna passa nell’erba alta riparandosi con un parasole. La segue un bambino, vestito secondo la moda dell’epoca, che si vede appena tra l’erba alta. Più in alto, sulla sinistra, un’altra signora accompagnata anche lei da un bambino, guarda in basso. All’orizzonte, nella parte alta del pendio, alberi e cespugli incorniciano il verde del prato. In mezzo, poi, si intravede una abitazione di campagna. Il cielo è ampio e denso di nuvole che sembrano essere spinte dal vento. Attraverso i contrasti di saturazione Monet ha dato maggior rilevanza alla parte sinistra di Campo di papaveri. In questa zona vi sono colori più saturi mentre nella parte in alto a destra i colori sono più spenti e sbiaditi. La profondità nel dipinto viene immediatamente indicata dalle progressive dimensioni delle figure. Infatti si legge molto chiaramente la distanza che si interpone tra la donna in basso e quella in alto. Stesso meccanismo aiuta lo sguardo a percepire le distanze nel Campo di papaveri. Qui sono le dimensioni dei fiori a diminuire in profondità. Nonostante la tecnica en plein air imponesse tempi di realizzazione brevi, la composizione del dipinto è precisa e progettata in modo attento. Una diagonale guida la distesa di papaveri in basso a sinistra e la passeggiata delle figure. LA CATTEDRALE DI ROUEN 1894 Nel 1892 Monet si trasferì a Rouen dove dipinse La cattedrale di Rouen in pieno sole. Nella città dell’Alta Normandia il maestro realizzò in due anni 48 dipinti dedicati alla facciata della cattedrale. Nel dipinto Monet raffigura la facciata dell’edificio religioso. In basso si apre l’ampio portale centrale affiancato da due minori. In alto è visibile il grande rosone. Si notano quindi gli alti pilastri e le guglie sovrastanti. Le torri laterali che sono volutamente tagliate, sono comunque intuibili oltre il bordo della tela. Il dipinto come gli altri della serie è costruito attraverso larghe pennellate materiche. I contorni degli elementi architettonici come i pilastri, le guglie, le decorazioni, spariscono e l’intera costruzione emerge attraverso il contrasto tra luce ed ombra. L’illuminazione come descritto nel titolo è quella del pieno sole nel quale la luce diventa estremamente luminosa. La luce solare colpisce direttamente la facciata creando delle profonde ombre nel rosone e nei portali. Le luci poi sono rappresentate con colori che vanno dall’ocra all’arancio mentre invece le ombre sono azzurrine e brune. Il cielo, in alto crea un contrasto che mostra le architetture e le guglie quasi bianche. Il punto di vista con il quale Monet rappresenta la facciata della cattedrale di Rouen è molto vicino all’osservatore. Infatti all’interno del piano pittorico è rappresentata solamente la zona del portale mentre le torri vengono tagliate superiormente e lateralmente. L’inquadratura scelta da Monet per la sua cattedrale è obliqua. L’artista Infatti evita accuratamente la ripresa centrale fotografica che potrebbe bloccare la composizione riducendone la dinamicità. RENOIR

LE MOULIN DE LA GALETTE 1876 È uno dei dipinti più famosi di Renoir, fu dipinto nel 1876 ed esposto l’anno successivo nella terza esposizione impressionista. Questo dipinto ha sicuramente un tono spensierato e la sua atmosfera gioiosa e bonaria e rappresenta essenzialmente il piacere del divertimento, offrendo una visione fiduciosa della vita parigina dell’ottocento. L’opera ha come soggetto una scena di ballo ambientata nel giardino del Moulin de la Galette che è un locale di Montmartre, ricavato dalla ristrutturazione di due vecchi mulini a vento. È un luogo di ritrovo per intere famiglie nelle giornate di bel tempo: si radunavano attorno ai tavoli a bere succo di melograno, vino o birra e alscoltavano musica dal vivo mentre i ragazzi e le ragazze ballavano. In primo piano al centro ci sono due giovani donne che parlano con un ragazzo di rappresentato di spalle. A destra invece vediamo un uomo con un cilindro con affianco un ragazzo molto giovane, essi sono seduti ad un tavolo e hanno ordinato da bere. Nell’angolo a sinistra si vede una bambina bionda, con i capelli raccolti in un fiocco blu, che guarda una giovane donna che le sorride. Al centro della pista vediamo delle coppie che ballano spensierate con alle loro spalle una folla colorata di uomini e donne. La composizione non è così disordinata come crediamo, ma al contrario è molto ben organizzata: infatti le persone disposte in primo piano sono sistemate lungo la diagonale del quadro. Non c’è una vera e propria profondità, infatti è percepita soprattutto per l’alternarsi di zone di luce e ombra. Le figure sovrapposte rendono proprio l’impressione della gente che è accalcata nella piazza: infatti i gruppi di persone partono dal primo piano fino ad arrivare allo sfondo, dove diventano macchie indistinte. I personaggi tagliati all’estremità del quadro danno l’impressione di continuità oltre i limiti della cornice. Questo è chiamato taglio fotografico, perché da appunto l’impressione di essere una fotografia scattata in maniera estemporanea. L’opera è quasi interamente dipinta senza alcun supporto di disegno. Inoltre Renoir, non utilizza ombre ma solo colori. Gli abiti delle signore spiccano su quelli maschili e sono resi con pennellate veloci e filamentose. I personaggi in generale ma in particolar modo negli uomini, troviamo dei cerchietti di luce sui volti e sui vestiti scuri, che danno l’impressione dei raggi del sole attraverso i rami degli alberi. Il terreno è di colore rosa e azzurro e anche questo dona l’idea di movimento LA BAGNANTE SEDUTA 1883 Dopo il viaggio in Italia, Pierre Auguste Renoir si ispira, più o meno esplicitamente, all’arte greca e romana, al Rinascimento italiano e al Settecento francese. Questi riferimenti caratterizzeranno la sua produzione successiva. Ha così inizio il periodo definito “ingresco” (1883-90). La sua pittura si fa sempre più liscia, minuziosa ed esatta, con una chiara predilezione per i toni freddi, per il disegno e la linea che definisce le forme. Nel 1883 riprende il tema delle bagnanti, che ritorna regolarmente nei decenni successivi. I modelli per i nudi di Renoir sono i pittori francesi del Settecento ma interpretati in chiave naturalistica, senza la loro malizia. Nelle bagnanti di Renoir non c’è erotismo né passione, ma la pura e semplice gioia di vivere a stretto contatto con la natura. In questo dipinto rappresenta una bagnante in carne. Lo sfondo è tipicamente impressionista fatto di contrasti tra i colori, mentre il soggetto è disegnato con una colorazione uniforme. DEGAS LA LEZIONE DI BALLO 1873-75 è uno dei quadri più famosi di Degas. Quest’opera fu preceduta da decine di schizzi, realizzati sul posto e poi completata in studio. La scena è rappresentata in una grande sala, con il pavimento coperto da parquet di legno e le pareti decorate da eleganti lesene di marmo. A sinistra vediamo una grande porta aperta che lascia intravedere un secondo ambiente e una finestra dalla quale si scorge una parte non definita di parigi. Il momento rappresentato è quello delle prove: il fulcro della scena è infatti la bambina che sta provando sotto l’occhio del maestro, che è stato riconosciuto come Jules Perrot. L’insegnante è appoggiato ad un bastone con il quale fornisce il tempo e corregge linee e posture delle allieve. Le altre ragazze poste in semicerchio stanno osservando la compagna, oppure parlano, si aggiustano o come la ragazza quasi in primo piano che si sta grattando la schiena. Ogni loro gesto, che apparentemente risulta marginale è invece ciò che compone il quadro in quanto il pittore fu molto più affascinato ai temi della quotidianità: in particolare ammira le ballerine perché appaiono leggere ed eleganti quando si esibiscono, ma dietro a

questo c’è stanchezza e sudore. È proprio in questo che si differenzia degas dagli altri impressionisti, poiché lui non voleva limitarsi a guardare ma bensì anche a capire. Il punto di vista usato per dipingere il quadro è a destra leggermente in basso. Come vediamo ricorrere in moltissimi artisti impressionisti, anche qui troviamo un inquadratura che recide i margini della scena, infatti notiamo anche delle figure tagliate al bordo della tela, chiamato il taglio fotografico. La profondità è data dalle linee oblique delle tavole del parquet, che creano l’illusione di uno spazio molto profondo. I colori, secondo la tecnica impressionista, sono accostati l’un l’altro con l’intento di ottenere un effetto di massima luminosità. A differenza degli altri artisti della corrente Degas non abbandona l’uso della prospettiva e la ricerca della profondità, riservando grande attenzione ai semplici dettagli, come per esempio l’annaffiatoio e il cagnolino raffigurati in basso a sinistra. In apparenza quindi la sua arte appare semplice mentre invece è costruita con fatica, un po’ come la danza. L’ASSENZIO 1875-76 Avendo una diretta e penetrante osservazione del mondo, Degas amava dipingere i caffè frequentati da operai, prostitute, artisti e scrittori. Infatti in questo quadro, affronta il problema dell’alcolismo da assenzio, che era un superalcolico a basso prezzo ma fortemente tossico. La protagonista del quadro è una giovane donna, che abbiamo ragione di credere sia una prostituta, è stordita dall’alcol e con lo sguardo perso nel vuoto. Ha i lineamenti sfatti ed molto pallida, ma un pallore malsano. Certi particolari del suo abbigliamento appaiono quasi grotteschi: come per esempio i fiocchi bianchi sulle scarpe ad ostentare un lusso che non possiede, il volant di tessuto increspato sul corsetto e an...


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