La vita e le opere di Svevo PDF

Title La vita e le opere di Svevo
Course italiano
Institution Liceo Classico e Liceo Linguistico Giosuè Carducci
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Summary

ITALO SVEVOLA PERSONALITÀ, LO PSEUDONIMONel 1861 nasce a Trieste. Il vero nome di Italo Svevo è Ettore Schmitz. La necessità di adottare uno pseudonimo nacque probabilmente dalle contraddizioni e dalle peculiarità del carattere e della vita dello scrittore. Svevo non si riconobbe mai perfettamente i...


Description

ITALO SVEVO LA PERSONALITÀ, LO PSEUDONIMO Nel 1861 nasce a Trieste. Il vero nome di Italo Svevo è Ettore Schmitz. La necessità di adottare uno pseudonimo nacque probabilmente dalle contraddizioni e dalle peculiarità del carattere e della vita dello scrittore. Svevo non si riconobbe mai perfettamente in nulla. Lo pseudonimo, Italo Svevo, rimanda direttamente alla sua origine geografica controversa: Italo come italiano, Svevo come germanico. Svevo era infatti per metà italiano e per metà tedesco, aveva origini ebraiche e viveva a Trieste, una città prevalentemente abitata da italiani ma sotto il dominio dell’Impero asburgico. A questo bisogna aggiungere il contrasto tra lo scrittore e l’uomo d’affari, dedito al commercio e alla vita borghese.""# L’esperienza letteraria di Italo Svevo nasce a Trieste ancora sotto l’Impero austriaco, città priva di una tradizione culturale propria ma vivacizzata da un’attivissima borghesia e da un intreccio di popoli, lingue e culture diverse. Trieste partecipava a pieno alla cultura mitteleuropea, cosmopolita e problematica, che fiorì nell’ultima fase dell’Impero asburgico. A questo ambiente si lega la lettura di Schopenhauer, fondamentale per la sua formazione e il pensiero di Svevo."""# Altra peculiarità di Italo Svevo è la sua origine ebraica, anche se la fede non dovette essere molto forte in lui visto che abiurò nel momento in cui sposò una cristiana. La sua famiglia era tedesca da parte del nonno materno, che si era stabilito a Trieste come impiegato dello Stato austriaco, e italiana da parte della madre. In casa si parlava soprattutto il dialetto triestino."""# FORMAZIONE TECNICA E’ un intellettuale diviso tra la passione per la letteratura e una normale vita borghese, che lo portò a lavorate come industriale e uomo d’affari per la maggior parte della sua esistenza."# Per questo egli fu estraneo al protagonismo politico degli intellettuali italiani di inizio 900 e per questo la sua letteratura si concentrò sulle contraddizioni della vita individuale e della borghesia.# LETTERATURA ANTIFORMALISTICA # Svevo vede nella scrittura uno strumento di conoscenza della realtà e rifiuto l’estetismo letterario e la ricerca della perfezione linguistica, in favore di una maggiore adesione ai dati della realtà esteriore del mondo e a quella interiore dell’uomo.""""""# I modelli di Italo Svevo furono autori come Balzac, Stendhal e Flaubert, dai quali riprese la capacità di indagare i comportamenti umani, andando oltre la superficie delle cose e scavando in profondità. Nell’accostarsi alla letteratura egli cercò di rappresentare le vicende umane sullo sfondo di una concreta realtà sociale, che si identifica con quella triestina che egli stesso viveva.""# UNA VITA Il primo romanzo di Italo Svevo, il cui titolo originario era Un inetto, viene pubblicato nel 1892 a spese dell’autore. Si tratta della narrazione in terza persona del fallimento dell’intellettuale Alfonso Nitti che, venuto dalla campagna a Trieste, giunge al suicidio dopo molti tentativi falliti di superare la propria condizione e affermarsi nel mondo."""""# Il confronto con il mondo borghese svuota di ogni valore il personaggio intellettuale e lo porta alla disperazione. Alfonso non si pone come modello positivo, perché reagisce con passività. I suoi propositi non sono mai perseguiti fino in fondo ed egli non riesce a comunicare con il prossimo. Questo antieroe moderno è immerso in una grigia realtà quotidiana. Dal punto di vista stilistico la lingua è priva di preziosismi e si adegua alla realtà tetra che descrive, fino all’asprezza e alla scorrettezza grammaticale: riprende molte strutture dalla lingua tedesca, molto usata a Trieste, e spesso si dimostra incerto ad esempio sull’accordo dei verbi o sulle grafie di alcune parole. In realtà tutto questo rientra nello stile di Svevo ed è una caratteristica oltre che della sua scrittura, anche dei suoi personaggi.# SENILITÀ Apparve a puntate sull’«Indipendente», nel 1898. Si narrano in terza persona le vicende di un personaggio inetto, la cui condizione è complicata da un precoce senso di senilità, di sentirsi vecchio. Emilio Brentani, intellettuale fallito di 35 anni, che conduce una vita da impiegato, vive un rapporto con l’esuberante popolana Angiolina. Emilio è sempre in attesa di occasioni che non si presentano e in ritardo sul presente. Si costruisce dei modelli ideali, non sa vivere il presente ed ha sempre paura di sbagliare."""#

Attraverso la figura di Emilio, Svevo critica l’impossibilità dell’intellettuale decadente di vedere la contraddizione tra l’io e la realtà. Ma la contraddizione riguarda in generale l’uomo moderno perso dietro desideri illusori e modelli astratti. # Altri personaggi del romanzo sono lo scultore Stefano Balli, sicuro e spregiudicato, modello di salute e intraprendenza, e la sorella Amalia, triste ragazza condannata al rispetto delle convenzioni, riservata e rinunciataria, che viene sconvolta fino alla follia e alla morte dall’amore segreto per Balli. Angiolina, donna del popolo, rappresenta la vitalità libera e aperta, la salute e l’energia. Emilio vorrebbe godere della sua vitalità, ma riesce a vivere il rapporto con lei solo attraverso intermediari. Più la donna è estranea e distante, più Emilio è preso dall’amore per lei. Nel finale Emilio incontra per l’ultima volta Angiolina, quasi contemporaneamente alla morte di Amalia, e l’immagine della donna sembra trasfigurarsi in una lontananza simbolica, come l’immagine della giovinezza vista da un vecchio.""# LA COSCIENZA DI ZENO (1923)# Iniziato subito dopo la fine della Prima Guerra Mondiale. # Si tratta di una narrazione in prima persona, in forma di autobiografia, di Zeno Cosini, un ricco triestino che per liberarsi da una nevrosi che gli impedisce di smettere di fumare si sottopone a una cura psicanalitica. Il medico gli impone di mettere per iscritto la sua vita.""# Negli otto capitoli del libro Zeno racconta allora vari episodi della sua vita: il tentativo di smettere di fumare, la morte del padre, il matrimonio, la storia con l’amante Carla e l’impresa aperta in società con il cognato. Alla fine, che coincide col presente e lo scoppio della guerra, Zeno decide di abbandonare la cura e il romanzo si conclude."" Nel primo episodio, Il fumo, troviamo il protagonista alle prese con vari tentativi di liberarsi del vizio: tutti puntualmente vanno a vuoto fino a che non decide di farsi rinchiudere in una clinica. Una notte, però, riesce a fuggire e, senza alcun tipo di rimorso, torna a casa dove trova il riso di sua moglie Augusta. # Il secondo capitolo, la morte del padre. Viene messa in risalto la difficoltà dei rapporti col padre. Egli è l'opposto del figlio e ne ha una scarsa opinione. In punto di morte il padre di Zeno gli da uno schiaffo: questo gesto colpisce molto profondamente il figlio che lo vede come una sorta di "punizione" nei suoi confronti. # L'attenzione del lettore viene poi proiettata su un altro momento della vita di Zeno: lo si trova infatti a fare la corte ad Ada, la bella figlia di un ricco uomo d'affari, padre di quattro fanciulle (Ada, Augusta, Alberta e Anna),"che gli viene però sottratta da un giovane aitante e ricco virtuoso del violino, Guido Speier. Egli prima dirotta il proprio affetto verso Alberta, senza nemmeno rendersene conto e quasi automaticamente, scarta Anna perché troppo giovane e ripiega verso Augusta, certamente meno bella di Ada ma che si rivelerà una moglie perfetta e dotata di quella "salute" di cui Zeno soffre la mancanza (La storia del mio matrimonio) .# Nel quarto capitolo (La moglie e l' amante) Zeno, marito felice, ripercorre le tappe del rapporto clandestino, segreto e tortuoso che lo lega a Carla, una ragazza molto povera di origine popolare, che aspira a divenire una cantante. Egli vive questo rapporto con senso di colpa e nel continuo desiderio di troncarlo. Verrà, però, lasciato dall'amante e riuscirà a farla franca non solo con la famiglia, ma anche con se stesso, scaricando sulla giovane donna la responsabilità dell'adulterio. Guido, inadatto agli affari, manda in malora una sua impresa commerciale, di cui ha eletto Zeno a consigliere: fallisce in Borsa e, in un simulato suicidio, finisce col morire davvero. Il protagonista afferma di sentirsi profondamente addolorato della morte del parente, ma si reca in ritardo al rito funebre, sbagliando addirittura funerale! In realtà egli celebra così la propria vittoria sul rivale di un tempo che quasi odiava.# L’INETTO La figura più famosa dei romanzi di Italo Svevo è quella dell’inetto. Questo tipo di personaggio, protagonista delle storie dello scrittore, è un antieroe moderno. Un uomo che vive una grigia vita ordinaria, che aspira a qualcosa di più ma non riesce mai a raggiungerlo a causa dei propri limiti, delle proprie paure e della propria inadeguatezza a stare al mondo."""""# In questi personaggi Svevo dipinge le contraddizioni dell’uomo moderno e costruisce un modello opposto a quello eroico proposto da D’Annunzio.#

LA PSICANALISI E LA MALATTIA Italo Svevo studiò a fondo la psicanalisi di Freud e da essa derivano molti spunti per i suoi romanzi. I personaggi sveviani si autoanalizzano, analizzano il proprio rapporto con il mondo e i propri problemi con esso, la propria inadeguatezza e i propri traumi.""# Dalla psicanalisi deriva anche l’attenzione quasi ossessiva nei personaggi al contrasto tra salute e malattia, alla medicina e al rapporto tra paziente e medico, come si evince nella struttura stessa de La coscienza di Zeno, che si configura come un diario intimo ordinato a Zeno dal suo medico e in cui è presente sempre sullo sfondo la malattia.# L’IRONIA Nei testi di Svevo è sempre presente, al di là della serietà degli argomenti, un velo di ironia che agisce prima di tutto verso l'autore stesso e i suoi discorsi, oltre che sui personaggi delle sue storie. Questo deriva probabilmente dall’attenzione che Svevo ebbe sempre per la letteratura umoristica, in particolare tedesca e inglese. "# LA VECCHIAIA Altro tema centrale in Svevo è quello della vecchiaia. Esso è presente già in Senilità, fin dal titolo del romanzo e torna ne La coscienza di Zeno e poi nelle Confessioni di un vegliardo, ma anche in molti racconti. La vecchiaia è analizzata nel suo difficile rapporto con la giovinezza, con i ricordi e con il presente, in un continua indagine di sé. Nella vecchiaia si concentrano le contraddizioni che compongono la vita e le opere di Svevo. # Della morte del padre e dello scorrere della vita scrisse nel quarto capitolo de La coscienza di Zeno.# LA PROFEZIA DI UN’APOCALISSE COSMICA Campo semantico dell’organismo:# Malattia, crisi, lisi, cure, buchi che abbiamo nel corpo, soffoco, salute, organismo, tutto il suo corpo si confermò al suo bisogno, s’ingrandì, il muscolo che muove le sue ali, prolungazioni del braccio, e trasformò il suo piede, malati e ammalati, parassiti e malattie.# A questo campo si contrappone quello militare della guerra. I termini che ci riportano ad esso sono: catastrofe inaudita, inventa gli ordigni, gas velenosi, esplosivo enorme, esplosivo incomparabile.# Il finale con il quale Svevo sceglie di terminare l’opera contiene temi già esposti nell’intero brano, ma questi vengono enfatizzati nella conclusione, dove l’autore esprime palesemente la sua concezione pessimistica del mondo. Questi temi sono la malattia, la natura dell’uomo, lo sviluppo e la conseguente dissoluzione. Egli fa inoltre una sorta di profezia sulla possibile guarigione degli inetti.# Tra il brano di Svevo e l’esperienza della Prima Guerra Mondiale s’instaura una forte relazione.# Si percepisce, infatti, la drammaticità di un momento molto duro, dove la fine del mondo è ricondotta mediante l’immaginazione a una bomba “superforte”.# Inoltre, nell’ultima parte del passo appaiono molti riferimenti a guerra e distruzione. Secondo l’autore le cause di tutto ciò vanno ricondotte al peggiore dei mali, la disumanità....


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