Inferno - Canto XV - Parafrasi + commento + figure retoriche PDF

Title Inferno - Canto XV - Parafrasi + commento + figure retoriche
Author Kevin Miolli
Course Lettere moderne
Institution Università degli Studi di Bari Aldo Moro
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Summary

Parafrasi + commento + figure retoriche...


Description

DANTE: LA “DIVINA COMMEDIA” INFERNO (CANTO XV) Analisi e commento Dante nel suo viaggio ultramondano incontra anche uno dei suoi modelli (soprattutto per quanto riguarda le implicazioni morali della vita politica):!Brunetto Latini!(1220-1294) compare infatti nel terzo girone del!VII cerchio!dell’Inferno!" (siamo nel quindicesimo canto della!Commedia), nel luogo in cui vengono puniti!i violenti contro Dio, la Natura e l’Arte. Brunetto Latini fu un uomo politico e un letterato della Firenze del XIII secolo; venne mandato per una ambasceria presso il re di Castiglia per chiedere aiuto per l’imminente scontro tra i guelfi e i ghibellini alleati a Manfredi (1232-1266), poi ricordato nel!terzo canto del!Purgatorio, ma sulla strada del ritorno venne a sapere della!sconfitta guelfa nella celebre battaglia di Montaperti!e della sua!proscrizione da Firenze!in seguito alla presa del potere da parte dei Ghibellini. Brunetto si fermò così in Francia, continuando ad esercitare la sua attività di notaio, fino al 1266, quando dopo la!battaglia di Benevento!poté tornare nella città natia, di nuovo in mano guelfa. Dopo il suo rientro in patria continuò la sua attività di uomo politico ricoprendo!incarichi di notevole prestigio, come nel 1280, quando divenne mallevadore per i guelfi o quando in seguito entrerà nel!Consiglio del Podestà." Il testo si può dividere in 4 momenti: " 1) Incontro con una schiera di sodomiti (vv.1-21)." 2) Colloquio con Brunetto Latini (vv. 22-54)." 3) Profezia dell’esilio di Dante (vv. 55-99)." 4) Brunetto Latini indica altri sodomiti e si allontana (vv.100-124)." Nell’Inferno!Dante, dopo aver lasciato la selva dei suicidi del!XIII canto (di ispirazione autobiografica), costeggia il Flegetonte e giunge in un grande deserto infuocato dove vengono puniti i violenti, i bestemmiatori, i sodomiti e gli usurai; Brunetto si trova tra i sodomiti,!anime che sono costrette a camminare senza sosta nella sabbia infuocata!e che sono costantemente investite da una pioggia di fuoco (castigo che assegnò Dio a Sodoma), secondo la legge dell’analogia, dalla quale cercano disperatamente di proteggersi con le mani, ma inutilmente " (vv. 37). I peccatori sono divisi in diverse schiere che non possono mai mescolarsi, e chi si dovesse fermare anche solo per un istante sarebbe ulteriormente condannato a dover rimanere sulla sabbia bollente senza potersi neanche riparare dalla pioggia infuocata; come spiega Brunetto (vv. 37-42). Sono i peccatori più numerosi del girone." L'’incontro con il suo maestro e modello culturale è uno dei punti più importanti della!Commedia!sia per il!colloquio con Brunetto!stesso sia per la!polemica

contro la corruzione della città natìa!dei due letterati: si fondono così in un unico episodio due delle linee di lettura principali (quella del!confronto con i propri modelli!e quella del!diretto intervento “politico”!da parte di Dante) dell’intera opera.!Il rapporto di amicizia e affetto si nota sin dal primo incontro dei due, come si vede dall’espressione di sorpresa!di Brunetto (v. 24: “Qual maraviglia”), mentre tira il vecchio amico per la veste (vv. 23-24: “Fui conosciuto da un, che mi prese | per lo lembo”), e dalla!reazione di!pietas!e di familiarità!del protagonista (vv. 27-30). A ciò s’aggiungono gli altri stilemi che costellano il dialogo (es: v. 31: “O figliuol mio”) sono similitudini, motti e proverbi che rimandano ad un’atmosfera di domesticità e quotidianità. Lo stesso Virgilio sembra quasi scomparire dalla scena." Ma di grande rilievo è anche!l’invettiva contro i costumi ormai degradati della città!a cui Brunetto fa riferimento durante il breve colloquio con Dante. Brunetto parlando e condannando Firenze e i suoi abitanti mette in luce la spiccata presenza di alcuni caratteri che hanno portato alla distruzione morale e sociale della comunità, come!l’avarizia, la superbia e l’invidia (vv. 61-69)." Il tono con cui Brunetto parla dei suoi concittadini assume!tinte più aspre e violente man mano che il colloquio prosegue!proprio per enfatizzare la condanna morale della situazione a Firenze. L’espressione topica e sentenziosa “ti si farà, per tuo ben far, nimico” (v. 64), con cui!Brunetto profetizza il futuro esilio di Dante, presenta anche una “spia” linguistica che sottolinea ulteriormente la dimensione “politica” del testo dantesco. Le parole di Brunetto tendono a!sottolineare che la condanna all’esilio è stata ingiusta, dato che Dante ha sempre agito onestamente e per il bene di Firenze. Ed il congedo da Brunetto e dal XV canto dell’Inferno!è funzionale ad una sorta di!ultimo saluto amichevole al dannato.!Tuttavia tale esilio, come afferma il poeta garantirà futura gloria letteraria al protagonista, divenendo fonte di immortalità e di sicura invidia da parte dei suoi nemici (vv. 70-72). Quindi la profezia ha una doppia valenza (negativa e positiva)." Dopo aver indicato alcuni personaggi famosi nelle schiere dei sodomiti, Dante, con!una bella similitudine “sportiva” con il palio di Verona, paragona Brunetto al vincitore in un gruppo di corridori, mettendo ancora una volta in evidenza la superiorità intellettuale del suo maestro, nonostante egli non faccia parte delle anime beate (vv. 121-124)."

Figure retoriche vv. 4-12: similitudine (“come i Fiamminghi fra Wissant…”)." v. 16: anastrofe (“d’anime una schiera” sta per una schiera d’anime)." vv. 17-19: similitudine (“ognuna di esse ci guardava come…”)." vv. 20-21: similitudine (“strizzavano gli occhi verso di noi come…”)." vv. 23-24: enjambements." vv. 32-33: enjambements." vv. 37-38: enjambements." vv. 44-45: enjambements." vv. 43-45: similitudine (“tenevo il capo chino, come…”)." v. 54: apocope (“a ca” sta per a casa)." v. 65: iperbato (sta ad indicare “diventerà tuo nemico per le tue buone azioni”)." vv. 80-81: enjambements." v. 81: anastrofe (“umana natura” sta per natura umana o vita umana)." v. 95: anastrofe (“Giri Fortuna la sua ruota” sta per la fortuna giri la sua ruota)." vv. 101-102: enjambements." v. 108: anastrofe (“d’un peccato… lerci” sta per lercia dello stesso peccato)." v. 112: perifrasi (indica Bonifacio VIII)." vv. 121-124: similitudine (“poi si voltò e sembrò come…”)."

Parafrasi Ora uno degli argini di pietra (duri) ci porta lontano di lì;" e il vapore che proviene dal ruscello genera una cortina (aduggia)," così da riparare (salva) l’acqua e gli argini dalle fiamme.$ $ $

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Come i Fiamminghi tra le città di Wissant (Guizzante) e di Bruges (Bruggia)," per il timore della marea (fiotto) che si scaglia contro di loro,$ $ $ $ $ erigono difese (fanno lo schermo) perché le acque del mare vengano ostacolate (si fuggia),$

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e come i Padovani lungo il corso del fiume Brenta," per difendere le loro case e i borghi," prima che (anzi che) si faccia sentire il caldo nella Carinzia (Carentana):$ $

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in tal modo (imagine) erano costruiti quegli argini,$ $ $ anche se (tutto che) l’artefice (lo maestro), chiunque sia stato," non li ha costruiti (felli) né così alti né così robusti.$ $ $

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C’eravamo già allontanati (rimossi) dalla selva dei suicidi" tanto che io non l’avrei più vista," per quanto (perch’io) mi fossi rivolto indietro,$ $ $

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quando incontrammo una schiera d’anime" che camminava lungo l’argine, e ciascuna" ci osservava attentamente (ci riguardava) come di sera$

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Mentre ero osservato (adocchiato) da questo gruppo (famiglia) di anime," fui riconosciuto da uno, che mi prese" per il lembo del vestito e gridò: «Che meraviglia!».$ $ $ $ $

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uno è solito (suol) guardare un altro durante il novilunio (nuova luna);" e aguzzavano gli occhi (le ciglia) verso di noi,$ $ $ $ come fa il vecchio sarto verso la cruna dell’ago.$ $ $ $

E io, quando distese il braccio verso di me,$ $ $ $ $ $ guardai attentamente (ficcaï li occhi) quel volto bruciato (cotto aspetto)," tanto che l’aspetto deformato dalle fiamme (abbrusciato) non impedì (difese)$ al mio intelletto il suo riconoscimento (conoscenza);" e abbassando la mano verso il suo viso," risposi: «Siete qui, ser Brunetto?».$ $ $ $

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E quegli: «O figlio mio, non ti dispiaccia che" Brunetto Latini ritorni indietro un poco con te" e si discosti dalla sua schiera (traccia)».$ $

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Io gli risposi: «Fin quando mi è possibile, ve ne prego (ven preco);" e se desiderate che mi fermi (m’asseggia) con voi,$ $ $ $ lo farò (faròl), se lo concede costui con il quale vado (vo seco)».$ $

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«O figlio», disse, «chiunque (qual) di questa schiera (greggia)" si arresta un sol momento (punto), per cent’anni giace senza potersi" difendere (arrostarsi) quando il fuoco lo colpisce (feggia).$ $ $

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Perciò procedi: io ti verrò dietro (a’ panni);$ $ raggiungerò poi la mia schiera (masnada)" che va piangendo le sue eterne pene (danni)».$

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Io non osavo scendere dall’argine (strada)" per procedere accanto a lui (par di lui); ma tenevo il capo chino" nell’atteggiamento di chi cammina riverente.$ $ $

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Egli cominciò: «Qual fortuna o destino prima" della morte (l’ultimo dì) ti conduce qui?" e chi è costui che ti mostra la via?».$ $ $

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«Lassù nel mondo (di sopra), nella vita rasserenata dalla luce (serena)»," risposi a lui, «mi sono smarrito in una valle,$ $ $ $ $ $ prima di raggiungere la piena maturità.$ $ $ $ $ $

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Soltanto (Pur) ieri mattina le volsi le spalle:" costui (Virgilio) mi apparve, mentre io tornavo verso quella," e mi conduce per questo cammino verso casa (a ca)».$ $

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Ed egli a me: «Se tu segui la tua stella,$ $ $ $ $ Non potrai mancare (fallire) di giungere al porto della gloria (glorïoso)," se ho visto bene (m’accorsi) durante la vita terrena (bella);$ $ $

e se io non fossi morto così anzi tempo (per tempo),$ $ $ $ vedendo (veggendo) il cielo favorevole a te," ti avrei prestato aiuto (conforto) nella tua opera.$ $ $ $ $ $ $ $ $ $ $ $ " Ma quell’ingrato popolo malvagio (maligno)" che ebbe le sue antiche origini (ab antico) da Fiesole (cioè i Fiorentini),$ " e ha ancora abitudini di selvatichezza (del monte) e di rozzezza (del macigno),$ a causa del tuo retto operare, ti diventerà nemico;" ed è giusto (è ragion), poiché tra gli agri (lazzi) sorbi$$ non conviene fruttifichi il dolce fico.$ $ $ $

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Un vecchio proverbio (fama) nel mondo li chiama orbi;" è gente avara, invidiosa e superba:" fai in modo di essere estraneo (forbi) ai loro costumi.$

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La tua fortuna ti riserva tanto onore,$$ $ $ $ $ $ $ $ " che l’una e l’altra parte (sia i Bianchi e sia i Neri) vorranno divorarti (avranno fame, invidia di te);" ma l’erba sarà (fia) lontana dal caprone (becco).$ $ $ $ $ $ $ 72" Le bestie fiesolane (cioè i Fiorentini) si divorino (Faccian ... strame)" tra loro, ma non tocchino," se mai cresce ancora nel loro letame,$ $ $ $ $

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la pianta, in cui rivive il santo seme (la sementa santa)" di quei Romani che vi si stanziarono" dopo che fu fondato (fatto) il nido di tanta malizia».$$

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«Se il mio desiderio (dimando) fosse stato del tutto esaudito (pieno)»," risposi a lui, «non sareste ancora$ $ $ $ $ $ bandito (posto in bando) dalla vita umana (cioè sareste ancora vivo);$

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perché è impressa (fitta) nella mia memoria (mente)," e adesso mi commuove, l’amata e dolce vostra immagine paterna" quando durante la vita (nel mondo) di tanto in tanto (ad ora ad ora)$

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mi insegnavate come l’uomo si merita l’eternità (s’etterna);$$ $ e quanto io l’abbia in considerazione (in grado), finché (mentr’) io vivo" si vedrà di sicuro nelle mie parole (ne la mia lingua).$ $ $

Ciò che dite (narrate) della mia vita (del mio corso) io annoto," e lo conservo (serbolo) perché mi sia spiegato con altra profezia (testo)" da donna (Beatrice) che sarà in grado, se riesco a giungere a lei.$ $ $

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Soltanto questo (Tanto) voglio vi sia noto (manifesto)," purché non mi rimproveri (non mi garra) la mia coscienza," ché alla Fortuna, e al suo voler (come vuol), sono preparato.$

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Non è nuova ai miei orecchi tale predizione (arra):$ " perciò giri la Fortuna la sua ruota$ $ $ $ a piacimento, e il villano la sua zappa (marra)».$ $

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Il mio maestro allora si volse indietro verso" destra (in su la gota destra) e mi guardò attentamente (riguardommi);" poi disse: «Ascolta proficuamente (bene) chi poi mette in pratica (la nota)».$ Nondimeno (Né per tanto di men) proseguo (vommi) parlando" con ser Brunetto, e gli chiedo chi sono$ $ $ $ $ $ i suoi compagni più noti e famosi (sommi).$ $ $ $ $ $ $ " Ed egli a me: «È bene (buono) informarti di alcuni di costoro;" degli altri è meglio (fia laudabile) tacere," poiché il tempo sarebbe troppo scarso per un così lungo elenco (suono).$$ Sappi in breve (In somma) che furono tutti o ecclesiastici (cherci)$ $ o letterati grandi e di notevole fama," tutti macchiati (lerci) di uno stesso peccato in terra.$$ $ $

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avresti potuto (potei) vedere colui che dal papa (servo de’ servi)" fu trasferito da Firenze (d’Arno) a Vicenza (Bacchiglione)," dove abbandonò le membra (nervi) protese al male.$ $ $

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Aggiungerei altre cose: ma l’accompagnarti (venire) e il parlare (sermone)" non possono più protrarsi oltre, poiché vedo$ $ $ $ $ là levarsi dal sabbione nuovo fumo.$ $ $ $ $ $ $

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Se ne vanno con quella malvagia (grama) turba Prisciano" e Francesco d’Accorso; e se tu avessi avuto desiderio (brama)" di conoscere (vedervi) un tal lurido individuo (tigna),$$ $

Sta arrivando una schiera (Gente) di cui non devo (deggio) far parte." Ti raccomando il mio Tesoro," grazie al quale io continuo a vivere ancora, e altro non ti chiedo (cheggio)».$ Poi si volse, e parve come quelli$ $ $ $ $ $ che corrono a Verona nella campagna per il palio (drappo) verde;" e tra questi figurò come colui$$ $ $ $ $ $ che vince e non come colui che perde.$ $ $ $

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