Introduzione al Romanticismo. PDF

Title Introduzione al Romanticismo.
Author Sara Posati
Course Letteratura inglese ii lcmc 1° e 2° lingua / lti 1° lingua
Institution Università degli Studi Roma Tre
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Summary

Introduzione al saggio Il Romanticismo a causa di Marcello Pagnini. Studio dei due sistemi culturali di Romanticismo e Illuminismo a confronto sulla base delle due diverse concezioni cosmologiche; uniformismo/diversificazione; concetto di primitività; visione storica delle forze sociali; concezione...


Description

Illuminismo VS Romanticismo. Alla base di ogni cambiamento storico e culturale c’è il concetto di rivoluzione, la quale vede l’opposizione tra ciò che è considerato vecchio e inadatto e ciò che è in via di innovazione. In ogni cultura si possono riconoscere tre tipi di sistemi culturali:  Stabili  In via di dissoluzione  In via di formazione e affermazione. Il Settecento inglese si caratterizza per l’opposizione tra illuminismo e romanticismo, i quali si contrapposero ideologicamente fino a che non apparve naturale il passaggio dall’uno all’altro. a) Concezioni cosmologiche statiche e dinamiche: Nella prima metà del settecento vigeva ancora come dominante il concetto di “Scala degli Esseri”: la creazione veniva concepita come un atto unico, concluso e compiuto in cui tutte le possibilità dell’esistenza erano gerarchicamente ordinate a partire da Dio all’apice fino ai livelli inferiori. Ogni elemento creato occupava un posto preciso nella scala e non era ammessa alcuna forma di cambiamento o progresso. Questa visione era sostanzialmente statica e meccanica e infatti non a caso l’universo veniva identificato attraverso la metafora di un orologio. Dalla seconda metà del secolo in poi il mondo iniziò ad essere concepito come manifestazione dinamica continua e mai conclusa, ancora in fase di creazione, in cui la natura produce sempre nuove specie e assume nuovi aspetti. Dio non è più al vertice e non trascende la realtà, bensì viene identificato con la stessa forza creativa dell’universo che pervade la natura (natura naturante). Tale concezione può essere definita anche vitalistica ed organicistica, e veniva racchiusa nella metafora di universo come pianta per indicare la sua continua autorigenerazione. Il concetto di “scala degli esseri” era sopravvissuto nel settecento poiché dava sostegni alla razionalità illuministica del mondo e attraverso la sua visione gerarchica contribuiva a rafforzare le concezioni monarchiche e assolutistiche degli Stati europei. Tuttavia tale visione risultava in qualche modo anacronistica perché in primo luogo la gerarchia degli esseri si opponeva alla concezione illuminista di uguaglianza tra tutti gli uomini; inoltre entrava in conflitto con la teoria di Newton che vedeva il cosmo come uno spazio infinito e composto da particelle interrelate dalla forza gravitazionale. Le nuove teorie dinamiche alla base del pensiero romantico avevano basi scientifiche, ma in un primo momento vennero ricollegate anche alla concezione cosmologica esposta da Milton in Paradise Lost. Nell’opera egli distingueva tre fasi nella creazione:  Nella prima l’uomo si trovava nel Paradiso e viveva in pace con sé stesso, con i suoi simili e con Dio che per lui aveva creato il migliore dei mondi possibili; passione e ragione coesistevano in lui in armonia;  Nella seconda fase quest’ordine perfetto si spezza: la ragione entra in conflitto con le passioni e la Natura gli diviene ostile. Tuttavia questo fatto innesta in lui un principio dinamico che lo spinge alla riconquista del Paradiso Perduto.  La terza fase è la fase della riconquista: poiché l’uomo ha perso questa dimensione perfetta, deve tendere a ripristinarla attraverso la ragione, la propria autocoscienza, l’ingegno e l’attuazione di riforme sociali.→ concetto che si ricollega al Secondo Discorso sull’origine dell’ineguaglianza di Rousseau, il quale vedeva la perdita del Paradiso come causata dall’alienazione che l’uomo ha sviluppato nei confronti

della Natura, risolvibile attraverso la costruzione di un ambiente democratico e l’instaurazione di un rapporto intimo e privato con la natura. Anche l’idealismo Kantiano si fondava su una concezione dinamica della natura. Kant affermava che il mondo si compie continuamente e che l’uomo non osserva la natura da spettatore esterno e la conosce mediante la propria razionalità, ma attraverso una sintesi tra soggetto e oggetto. In questo modo l’esperienza si fonda sulle facoltà conoscitive dell’uomo e sull’organizzazione che ne struttura l’intelletto. In sostanza tutto ciò che l’uomo può conoscere è la sua impressione soggettiva di una realtà oggettiva, la quale innesta in lui i processi conoscitivi. La diffusione di queste teorie ebbe ripercussioni anche sull’aspetto teologico: si passò dalla concezione di primo settecento di un Dio trascendente, perfetto e conoscibile solo attraverso la razionalità e le astrazioni filosofiche ad un Dio immanente e percepibile in tutte le sue varie manifestazioni attraverso i sensi o l’immaginazione. Questo portò alla nascita di attività neomistiche e ad una crisi del clero e di tutte le istituzioni ecclesiastiche; l’aspetto sacrale della chiesa venne trasferito nell’intimo dell’uomo e nelle sue virtù intuitive (PERSONALIZZAZIONE DELLA FEDE, PASSAGGIO DALLA CONOSCENZA RAZIONALE A QUELLA SENSIBILE.) b) Uniformismo illuministico/ Diversificazione romantica (individualismo, soggettivismo): Il pensiero illuminista aveva identificato la ragione come ciò che rende uguale tutti gli uomini, pertanto lo scopo del riformatore religioso, morale o sociale doveva essere quello di standardizzare gli uomini e le loro attività. Poiché la verità si identifica in ciò che è universalmente condiviso ed immutabile, di conseguenza tutto ciò che si conforma alla natura è considerato razionale. Tale principio fu applicato anche alle religioni, dove i punti fermi della fede erano quelli condivisi da tutte le religioni (eliminazione delle discordanze e conservazione delle costanti). Inoltre la professione di uguaglianza tra gli uomini si tradusse nel cosmopolitismo. Il Romanticismo invece, identificava i valori autentici in tutto ciò che fosse singolo soggettivo e unico. Questo portò all’esaltazione e del culto della personalità, soprattutto di quelle “geniali”, nel rispetto delle loro originali e naturali tendenze. Un tale culto del singolo sfociò poi in una forma di vero e proprio nazionalismo. c) Concetto di “primitivo”: in entrambi i movimenti culturali e filosofici l’accezione di tale termine fu sostanzialmente positiva. L’illuminismo esaltava quella base di razionalità posta da Dio in tutti gli uomini al momento della creazione, la quale si mostrava più evidente negli uomini primitivi e antichi in quanto non influenzati dalla cultura. Nel romanticismo invece, il privilegio del primitivo risiedeva nella sua spontaneità, nell’intuitività e nella capacità di immaginazione. Questi è considerato piè vicino alla forza originaria della creazione in quanto la sua innocenza non è corrotta dalla razionalità. d) Visione storica delle forze sociali: Il Romanticismo, pur non condividendo il concetto di uguaglianza tra gli uomini, vedeva la Rivoluzione come necessità e come espressione della forza dinamica della Natura (teologia della storia). Questa era uno strumento di libertà e di conquista dei diritti dell’uomo contro ogni forma di costrizione culturale. La visione della storica era poi dinamica e progressista: secondi i romantici lo storico doveva calarsi nelle peculiarità e le singolarità di ogni differente cultura per poterle comprendere,.

Diametralmente opposta era la concezione dell’illuminismo: la storia era concepita come un qualcosa di statico o che al più si ripete secondo una serie di cicli continui che dimostrano l’immutabilità delle cose. Attraverso l’individuazione di una serie di costanti si poteva individuare un paradigma storico. e) Concezione dell’arte: allegoria/simbolismo: Nell’Illuminismo l’arte era anch’essa portavoce della ragione, in quanto era imitazione della natura in ciò che è immutabile ed eterno. Secondo il principio di conformità promosso dagli illuministi, il criterio di valutazione dell’arte si identificava con il consenso generale. Per quanto riguarda il discorso poetico, questo consisteva in un linguaggio prosastico abbellito da metrica e figure retoriche. Sostanzialmente l’arte illuminista si fondava su codici ermeneutici socialmente riconosciuti e ricollegabili ad una cultura condivisa (allegoria). Nel Romanticismo l’arte è pur sempre imitazione della natura, ma non nei suoi elementi immutabili quanto delle sue manifestazioni particolari e in tutto ciò che esprima il senso di “crescita” e “sviluppo”. L’arte doveva rappresentare il flusso creativo sottinteso al mondo non attraverso l’imitazione passiva, ma mediata dai sensi attraverso la simbiosi di soggetto e oggetto. Il poeta non si fa portavoce di verità universali, ma assume un ruolo profetico per comunicare ciò che non è accessibile a tutti gli uomini. Il discorso poetico non si attiene a norme prestabilite, alle quali invece si ribella, e ricorre a figure retoriche come strumenti conoscitivi; la poesia si fonda su associazioni private ed esterne ai comuni sistemi referenziali (simboli). f) Scienze: fisiologia/biologia: La scienza che era stata prediletta dall’Illuminismo era la fisiologia, in quanto studio delle funzioni del corpo umano, e la meccanica newtoniana come spiegazione fisico-matematica del mondo nel quale veniva completamente ignorato l’aspetto evolutivo della realtà. L’attenzione del Romanticismo per la sfera umana individuale si tradusse in un nuovo interesse per la biologia, ovvero la descrizione e spiegazione della struttura delle creature dotate di vita, dei loro processi vitali e della loro riproduzione (impostazione diacronica della scienza: esamina le creature viventi nel corso della loro evoluzione e non nei vari stadi in modo separato→ si riflette anche sulla spiegazione storica dei fenomeni intesi come un susseguirsi causale di eventi) Una simile opposizione di dottrine scientifiche originò il dibattito su cosa fosse effettivamente la Vita, al quale vennero date due interpretazioni:  Vitalismo panteistico: la forza della vita è identificata con il divino e la natura e tutti gli elementi che la compongono sono orientati verso un particolare destino. C’è inoltre un’analogia tra l’atto creativo dell’artista e la creazione perpetua del mondo, le quali sono infinite, perennemente incompiute e consapevolmente incapaci di giungere ad una conclusione.  Materialismo: il mondo viene interpretato in chiave meccanicistica come dominato puramente da cause occasionali.

Sulla base di queste opposizioni è possibile stipulare una modellizzazione coerente ed astratta del fenomeno culturale che fu il Romanticismo, attraverso l’individualizzazione di una serie di omologie che conducano ad un unico paradigma. Il paradigma centrale intorno al quale ruota il romanticismo è quello del divenire, che è a sua volta connesso con quello di rivoluzione. Divenire:  la natura, così come l’uomo, non sono creati ma si creano costantemente;  la biologia spiega gli organismi nella loro evoluzione;  la natura è animata da una forza interna creatrice che si identifica con il divino;  la storia individuale è un progressivo procedere verso una presa di coscienza e quella collettiva è un costante divenire guidato dallo Spirito;  il linguaggio è anch’esso un divenire in costante evoluzione;  l’opera d’arte è concepita come crescita o sviluppo ed è espressione della forza dello spirito;  il “simbolo” è un’energia semantica e quindi un “divenire” di senso;  l’anima è costantemente incompiuta e insoddisfatta e pertanto aspira all’infinito; Rivoluzione:  Rivoluzioni politico/sociali in America, Francia e appoggiate in Inghilterra almeno fino al Terrore;  Rivoluzione ideologica: rifiuto di tutte le forme prestabilite della cultura che limitano la libertà dell’uomo (si traduce in anarchismo, radicalismo, prime forme di femminismo, amore libero); ribellione al processo di proletarizzazione dopo la rivoluzione industriale;  Rivoluzione contro il normativismo e il dogmatismo della Chiesa per una visione teologica più secolarizzata e sentimentale;  Rivoluzione artistica contro le regole neoclassiche e a favore di una libera espressione dei sentimenti; Naturalmente bisogna tenere a mente che una simile paradigmatizzazione offre una visione globale non sempre accurata ed ignora sia gli individualismi sia tutti i sistemi culturali subalterni a quello egemone dell’elite intellettuale, come ad esempio il mondo contadino e il proletariato urbano in via di formazione....


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