Introduzione al Gradit PDF

Title Introduzione al Gradit
Author Silvia Santoro
Course Linguistica Applicata
Institution Università degli Studi di Catania
Pages 23
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Riassunto...


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GRADIT OBIETTIVO DI DE MAURO Nell’Introduzione al De Mauro vi è la dichiarazione dei metodi e delle intenzioni. Questa è un’esplicitazione che la tradizione lessicografica italiana ha sempre avuto fino a quando nel ‘900 i dizionari cominciano a perdere quest’abitudine. De Mauro quando scrive il Gradit vuole riprendere quest’abitudine e dare conto delle fonti utilizzate e dei criteri di selezione e di trattamento dei materiali lessicali prescelti. Ma De mauro vuole anche ‘rendere conto degli usi scritti e parlati’. Per cui tra le sue fonti, oltre ai vari dizionari utilizzati e le fonti letterarie, prende in considerazione anche testi che prima sono stati parlati (interviste, conferenze, comizi) e poi scritti. Questi testi sono stati informatizzati. Quando De Mauro decide di iniziare la sua opera constatò che non esisteva un dizionario rappresentativo dell’uso, i parlanti non avevano ancora usi standardizzati e codificati. E ancora oggi è così, perché è mancata l’esistenza di una lingua comune per tutti gli italiani. Questo spiega anche l’esistenza dei geosinonimi. La nostra lingua ha la caratteristica di essere giovanissima come lingua parlata. Negli anni ’60 il livello di alfabetizzazione era ancora bassissimo. Nel ’63 De Mauro pubblica uno studio in cui tira un po’ le somme. Egli constatava che si faceva molta fatica ad insegnare l’italiano, che era parlato da pochissimi. C’era una scarsa consapevolezza del fatto che l’italiano era la lingua nazionale. Negli anni ’60 (dal 1952) l’Italia comincia ad innalzare il livello dell’età scolare. Questo fenomeno, che coincide con la massificazione della scuola, fu un fenomeno che lo stato non riuscì a gestire. In primo luogo, il corpo docente non era in grado di insegnare ai figli di contadini, perché finora avevano insegnato a persone che un po’ l’italiano lo conoscevano. Malgrado siano passati tanti anni la scuola non è riuscita a trovare la strada giusta per insegnare l’italiano.

LA COSTITUZIONE DEL LEMMARIO - FONTI Sappiamo che i lessicografi per scrivere i dizionari si servono di liste di parole già esistenti di altri vocabolari, le integrano grazie alle ricerche di sistemi informatici (su testi del ‘900 ad esempio) e quindi tramite un processo di lemmatizzazione si stabilisce l’ordine definitivi dei lemmi. Rispetto al passato i lessicografici sono in grado di fornirci molte più informazioni : l’etimologia, la data di prima attestazione, ecc. Nel Gradit sono state incluse tutte le parole attestate, a partire dal 1200, in testi complessivamente italiani, a patto che tali parole abbiano avuto nel Novecento una sopravvivenza nell’uso di natura non esclusivamente erudita o filologica. Per quanto riguarda le fonti, ne sono state utilizzate diverse, tra cui ricordiamo : -

Il BATTAGLIA (che costituisce la base principale) IL TOMMASEO Il DEVOTO - OLI Repertori lessicografici pubblicati fino al 1989 Dizionari monovolume pubblicati in edizioni scolastiche (il Palazzi, il Garzanti, il DISC) Dizionari settoriali Dizionari di neologismi e gergalismi

-

i cosiddetti Lessici di frequenza pubblicati nel corso del tempo e basati su corpora bilanciati

È stato necessario servirsi di molte ricerche di vari linguisti (tra i quali De Mauro ricorda Edoardo Sanguineti) che hanno collezionato schede. Quindi di molte opere antiche inedite (pag 27) si ha la data di prima attestazione.

LA LEMMATIZZAZIONE Il Gradit è un’opera in 8 volumi. Include 360.000 lemmi e sottolemmi ripartiti in 2 grandi categorie: - Entrate principali : circa 260.000 - Sottolemmi polirematici : circa 130.000 I lemmi sono indicati con iniziale maiuscola, tranne nei casi in cui è richiesto dall’ortografia normale.

STRUTTURA DEI

LEMMI

Ogni lemma, scritto in neretto, è così strutturato: TRASCRIZIONE FONEMATICA SILLABAZIONE CATEGORIZZAZIONE DEL LEMMA QUALIFICA GRAMMATICALE MARCA D’USO DATA DI PRIMA ATTESTAZIONE ETIMOLOGIA DEFINIZIONE SEZIONE DERIVATI E COMPOSTI SEZIONE SINONIMI E CONTRARI QUADRO GRAMMATICALE SEZIONE GRAMMATICALE SEZIONE VARIANTI POLIREMATICHE

TRASCRIZIONE FONEMATICA (presente solo nel Gradit in più volumi) Questa è posta tra barre oblique subito dopo il lemma. La trascrizione è omessa per : - le abbreviazioni - per i sostantivi femminili con rinvio al maschile quando questi differiscono solo per la vocale finale. Il Dizionario non può dare trascrizioni fonetiche ma fonematiche, in quanto deve dare la pronuncia convenzionalmente accettata. Per la trascrizione fonematica dei lemmi, nel Gradit, è stato usato il sistema dell’Associazione Fonetica Internazionale (AFI).

La pronuncia di riferimento è quella toscana e romana colta. Si è inoltre tenuto conto di doppie pronunce e accentazione, così per esempio per la parola edile. Nella trascrizione la presenza dell’asterisco indica che la parola può dare origine al raddoppiamento fonosintattico (vedi città, scena, gnocco, gli). Viene sempre indicata l’apertura o chiusura delle vocali e ed o in posizione tonica e la pronuncia sorda o sonora della s e della z. Nel caso dei lemmi verbali, sempre per indicare l’apertura o chiusura delle vocali e ed o in posizione tonica, viene data, dopo la qualifica grammaticale, anche la trascrizione della prima persona singolare dell’indicativo presente. L’accento è stato indicato, tramite un apice preposto alla sillaba accentata, nelle trascrizioni di tutti i lemmi, comprese le parole piane ad eccezione dei monosillabi e delle parole giapponesi (non adattate) in quanto il giapponese ha un accento completamente libero che può cambiare a seconda dei contesti. Un’innovazione, rispetto alla tradizione lessicografica italiana, è data dall’inserimento dell’accento secondario, tramite un apice basso, nelle parole composte sia comuni, sia del linguaggio tecnico – scientifico.

SILLABAZIONE Dopo la trascrizione fonematica troviamo le sillabazione tra parentesi tonde. Le sillabe sono divise da un puntino posto a media altezza. Essa è assente in : MONOSILLABI; ABBREVIAZIONI; SIGLE; SIMBOLI; FEMMINILI CON RINVIO MASCHILE quando questi differiscono solo per la vocale finale.

La sillabazione degli esotismi segue generalmente quella dei termini italiani; QUALIFICA GRAMMATICALE Nell’intestazione del lemma la qualifica grammaticale è unica se questa vale per tutte le eventuali diverse accezioni. Ma può anche essere più di una nel caso in cui le accezioni abbiano qualifiche grammaticali diverse. In questo caso le varie qualifiche compaiono tutte ad intestazione di lemma e in seguito vengono riportate analiticamente accezione per accezione. Se al termine dell’accezione viene data l’indicazione “anche s.m”, “anche agg.”, questa qualifica non compare ad intestazione di lemma in quanto non è stata considerata sufficientemente significativa per tutti gli usi della parola in quell’accezione. Per i VERBI viene riportata tra parentesi tonde la Ia PERS. dell’indicativo presente (e la sua trascrizione fonematica nel caso di debba segnalare il grado di apertura della vocale tonica). Nel caso di verbi intransitivi, sempre tra parentesi, viene indicato l’ausiliare.

MARCA D’USO La rappresentazione degli usi è avvenuta tramite le marche d’uso. Sia nel Gradit in 6 volumi, che in quello monovolume tutte le parole sono dotate di etichette, che fanno riferimento al vocabolario di base, che comprende le parole di alto uso, di alta disponibilità, del lessico fondamentale.

VDB = 7000 lessemi De Mauro è riuscito a mettere insieme queste 137 etichette grazie a dei software. Dal rapporto tra la frequenza e la dispersione abbiamo la marca d’uso. Una parola che ha un’alta dispersione nei testi potrà essere una parola appartenete al lessico comune. Le etichette non sono assegnate alle parole in quanto lemmi, ma alle unità lessicali : una parola può essere polisemica. Quindi non è detto che un lessema abbia solo una marca d’uso. La tradizione lessicografica è stata sempre attenta a restituire gli ambiti d’uso delle parole e dei loro significati. Questo perché l’utente si rende conto che la lingua è varia, che ci sono parole note a tutti e parole legate a dei settori specifici. La differenza rispetto al Gradit è che non ha fornito le marche d’uso, che sono il frutto di un calcolo. In questo senso, fondamentale oggi è l’esistenza del calcolatore elettronico. In precedenza venivano utilizzati solo gli indicatori, ovvero le marche diasistematiche, per restituire l’uso ed erano affidati alla sensibilità del lessicografo, e quindi erano soggettivi.: volg -> volgare colloq -> colloquiale pop -> popolare => Le marche diasistematiche, insieme ad altri strumenti, vengono utilizzate da tutti i dizionari odierni che cercano di dare informazioni sull’uso. Ad esempio il Sabatini – Coletti ha introdotto un fondino, distinguendo così circa 10.000 parole ‘ad alta disponibilità’ e troviamo marche dia sistematiche come : antica, antiquata, regionale, dialettale, letteraria. Lo Zingarelli utilizza un piccolo rombo (che precede le parole) per individuare 4.500 parole che considera ‘fondamentali’ in base alla frequenza d’uso (stabilita grazie al ‘lessici di frequenza’). Inoltre abbiamo : arcaico, burocratico, comune, familiare, gergale, ironico, letterario, moderno, popolare, regionale, volgare, ecc.. (oltre al simbolo della croce che indica le parole o i significati giudicati estinti). A queste vanno aggiunte le marche che si riferiscono ai linguaggi settoriali, ovvero : abbigliamento, automobilismo, aeronautica, architettura, archeologia, biologia. Il Devoto – Oli usa il colore azzurro per contrassegnare 10.000 parole che considera fondamentali. In questi dizionari non tutte le parole sono contrassegnate da una marca. Laddove essa manca la parola e i suoi significati sono considerati normali. Cosa che non avviene nel Gradit, dove tutte le parole lemmatizzate presentano la pronuncia, la divisione in sillabe e la marca d’uso. Quest’ultima, poi, viene assegnata anche alla totalità delle polirematiche e in alcuni casi anche ai significati. Nel momento in cui nel dizionario troviamo anche il riferimento ai sinonimi e contrari, le polirematiche, i lessemi derivati, le parole composte, ci si rende conto che la parola viene tolta dall’isolamento e viene restituita alle interrelazioni con altre parole del lessico. Le relazioni possono essere in absentia o in presentia. Nel caso delle relazioni iperonimiche sono relazioni paradigmatiche.

In generale tutte le marche, anche quelle d’uso, andrebbero sempre riviste. Il che è possibile attraverso l’uso di strumenti informatici. Può accadere infatti che una parola che viene considerata ‘scherzosa’, successivamente non sia più sentita tale.

Nel Gradit le marche d’uso compaiono dopo la qualifica grammaticale. Le principali sono tre : Fondamentali (FO) circa 2000 parole conosciute e usate da coloro che hanno almeno un’istruzione elementare. EX: guerra;

Alto uso (AU)  circa 3000 parole conosciute e usate da coloro che hanno almeno un’istruzione media (licenza media inf.). EX: zucchero;

Alta Disponibilità (AD)  circa 2000 parole. Il termine disponibilità potrebbe apparire ambiguo perché tutte le parole che conosciamo sono in realtà disponibili. Tuttavia secondo DM esiste una fetta del lessico che i parlanti non usano concretamente tutti i giorni,ma solo all’occorrenza. Sono parole altamente latenti, presenti all’uso. Ne sono ex: dogana,batuffolo,carrozzeria; A queste marche d’uso ne sono state aggiunte, poi, altre 8 : Comune (CO)  circa 47.000 parole usate e comprese indipendentemente dalla professione e dalla collocazione geografica del parlante. Sono quelle parole conosciute da coloro che hanno almeno un livello di istruzione medio superiore. EX: guercio; Letter (LE)  circa 5.000 parole usate che pur scarsamente o non presenti ne’uso, sono attestati negli autori e nei testi canonici della tradizione letteraria italiana dal Trecento al primo Novecento e sono conosciute da chi ha dimestichezza con esse (o da chi debba averla, nel caso degli studenti di scuole superiori).

Sono quasi 3.000 le parole comuni o di base che hanno accezioni marcate LE. Questo Perché il 60% del lessico fondamentale italiano odierno è già presente quando Dante Inizia la D. Commedia e Dante e il Trecento lo completano al 90%. Possiamo dire che la Commedia ha avuto una fortuna diastratica (perché ha attraversato gli strati sociali, fino ai più popolari), diatopica, diafasica e diamesica, grazie ai mass media e agli attori e scrittori che nel tempo se ne sono occupati. Infatti la Commedia ha attraversato il tempo. Obsolete (OB)  circa 13.000 parole desuete e del tutto scomparse ma tuttavia ancora presenti in alcuni dizionari importanti e molto diffusi; Basso Uso (BU)  circa 22.000 parole rare ma tuttavia ancora frequenti in testi e discorsi novecenteschi. Regionalismi (RE)  circa 5.000 parole che hanno una provenienza dialettale e sono usati in una delle varietà regionali italiane;

Dialettismi (DI) circa 338 parole avvertite come dialettali ma tuttavia presenti in testi e discorsi italiani; Il Gradit ha accolto migliaia di vocaboli provenienti da dialetti e aree regionali, marcandoli DI o RE con ulteriore specificazione della provenienza. Sono state considerate tutte le aree dialettali e regionali. Sono state anche incluse la sarda e la friulana per : - l’esistenza di varietà regionali dell’italiano nelle due aree; - la relativa prossimità all’italiano almeno di alcune varietà e varianti di sardo e friulano; - la tradizionale convinzione di molti parlanti delle due aree che il loro sia un dialetto analogo agli altri dialetti italo romanzi e non (come invece sono) parlate geneticamente diverse dal ramo delle parlate italo romanze. Esotismi (ES)  circa 7000 parole avvertite come prestiti non adattati. Per De Mauro l’esotismo è

un prestito non adattato. Tecn.-Spec. (TS )  circa 107.000 parole usate e note in relazione a determinate attività,tecnologie, scienze. La marca TS è seguita dalla specificazione dell’ambito specialistico al quale si riferisce (TS med. / TS arte ecc..). Si tratta di circa 200 linguaggi speciali, anche se sono 11 tra questi quelli più ricorrenti (si va dalla medicina, chimica, in ordine decrescente, fino al diritto e la tecnologia). Inoltre quando si vuole indicare che quel termine specialistico ha una certa diffusione nel linguaggio comune, si aggiunge anche l’abbreviazione “com.” (TS bot. com). Invece se il termine del linguaggio tecnico-specialistico ha una scarsa diffusione anche all’interno del suo stesso settore, viene usata la dicitura: “non-com.”. Per circa 11.000 parole la marca TS si accompagna alle marche FO, AU, CO, OB (capitale, ambiente, acido, alluminio ecc..). La grande presenza dei linguaggi speciali non dipende da una scelta propria del Gradit, ma riflette un fatto linguistico oggettivo. Se nel Tommaseo, infatti, solo meno del 20% dei vocaboli comprende delle accezioni tecnico – naturalistiche, nei primi volumi del Battaglia (radicati nella lingua e cultura di metà Novecento) questo dato sale al 30%. Questo fenomeno si spiega col fatto che già alla fine dell’800, e poi in maniera più marcata nella seconda metà del ‘900, vi è un’effettiva adozione nel lessico italiano di estesi blocchi di terminologie specialistiche e scientifiche. Non esiste una sola marca d’uso per ogni lemma, ma ciascun lemma può avere più marche d’uso. La marca d’uso che compare ad intestazione di lemma è quella ritenuta più importante e caratterizzante per la voce. Se tutte le accezioni hanno la stessa marca, questa viene indicata solo una volta ad intestazione di lemma. Regionalismi e dialettalismi hanno una differenza minima. Di questi De Mauro ci da l’indicazione diatopica (milanese, ligure ecc..)

DATA DI PRIMA ATTESTAZIONE ED ETIMOLOGIA (espresse insieme tra parentesi quadre)

La DATA DI PRIMA ATTESTAZIONE dei lemmi viene sempre riportata, tranne in alcuni casi (circa 50.000 lemmi) : -

VARIANTI  la cui data viene indicata sotto la voce principale; LEMMI E LOCUZIONI LATINE, tranne nel caso in cui la data è significativa; VERBI PRONOMINALI; PREFISSI,SUFFISSI,CONFISSI NOMI PROPRI LOCUZ. POLIREMATICHE A LEMMA AUTONOMO

- ABBREVIAIZONI, ACCORCIAMENTI, ACRONIMI, SIGLE E SIMBOLI (largamente riconducibili al XIX e soprattutto XX secolo) - PARTICIPI PRESENTI e PASSATI (con o senza sovrappiù semantico), PASSATI REMOTI e alcuni VERBI PRONOMINALI (che rinviano a un verbo non pronominale); - SOSTANTIVI e AGGETTIVI FEMMINILI con solo rinvio al maschile; - ALTERATI se a lemma

La data :  Può essere la data di un preciso anno. Ad es.1308. Ciò significa che la parola è attestata a partire dal 1308. Tale formula può essere preceduta da alcune specificazioni: “ca” che sta per circa (che indica che ci si avvicina ma sulla data si ha qualche perplessità) e “av” che sta per avanti (e indica la data precisa).  può essere indicata da una doppia cifra, che indica un periodo di tempo, solitamente non superiore ai 5 anni (Es 1313-1319) nei casi in cui sia sicuro il periodo di composizione;  può essere indicata con l’indicazione di un secolo con l’abbreviazione di “sec” seguito da un numero romano che appunto indica il secolo.  Un caso a parte è rappresentato dai lemmi che recano la data “sec XX”. Si tratta di parole che derivano da fonti scritte e parlate, talmente radicate nell’uso, che anche se il lessicografo non ha trovato nessuna attestazione precedente il XX secolo, è possibile che la parola abbia una storia più antica e la data va spostata con certezza a ritroso. Per la datazione dei lemmi del Gradit sono state utilizzate diverse fonti, tra le quali le più importanti sono sicuramente il Battaglia e il Tommaseo (1861 – 1879). A queste importanti fonti vanno aggiunti diversi contributi lessicografici, spogli di diverse riviste, quotidiani, verbali e i contributi di Sanguineti. Nei casi in cui si verifica una retrodatazione rispetto alle opere principali di riferimento, la data è seguita dall’indicazione dell’autore e del testo in cui la parola compare per la prima volta. Questa indicazione ovviamente risulta ancor più necessaria nel caso di parole che sono state acquisite per la prima volta. Per cui : -

Se si tratta di una rivista, testata giornalistica o sim., la data è seguita dalla dicitura “in” e dal titolo indicato tra doppi apici ; Se si tratta dello scritto di un autore, se ne indica il nome seguito dal titolo dell’opera o da “in” e dal titolo della rivista

Nota : date differenti attribuite alla stessa opera di un autore sono dovute al riscontro di edizioni diverse (il Pasticciaccio di Gadda utiilzzato nella redazione del 1946 e in quella del 1957).

I lemmi monorematici del Gradit presentano l’ETIMOLOGIA e solo in pochi casi questa viene espressa in maniera implicita. Questo avviene per quelle categorie di lemmi che

rimandano all’etimologia data esplicitamente nel lemma principale, ovvero nel caso di : SOSTANTIVI FEMMINILI ANIMATI senza un loro ulteriore sovrappiù semantico ; VARIANTI; PARTICIPI PASS, PRESENTI E PASSATI REMOTI E ALCUNI VERBI PRONOMINALI ALTERATI.

Nella determinazione delle etimologia sono state tenute presenti opere come il DEI, il LEI e il DELI. ETIMOLOGIE DAL LATINO, GRECO

 nelle etimologie latine le parole latine vengono indicate all’accusativo con la consonante m tra parentesi. Si è fatta eccezione per gli etimi di quelle parole che derivano sicuramente dal nominativo e per gli etimi degli etimi. ES: aculeo,dal lat acule(m),der. di acus “ago” Se l’etimo non è documentato e quindi l’etimologia è incerta, ma è stato costruito attraverso il confronto con le altre forme simili di lingue neolatine, allora la parola latina è preceduta da un asterisco che, appunto, indica l’etimologia incerta (di circa 1600 lemmi il Gradit, per vari motivi, non da un’etimologia certa. nel caso di etimo latino di tradizione ininterrotta la parola latina viene introdotta da “lat” nel caso di etimo latino di parole di derivazione dotta, la parola latina è preceduta da “dal lat.” Nelle voci latine attestate da IV al VI sec. d. c .l’ etimologia è preceduta dall’indicazione: “dal lat. Tardo” Se la voce è posteriore al VI sec. d. c. l’ et...


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