Dalla poesia lirica al romanticismo PDF

Title Dalla poesia lirica al romanticismo
Course Letteratura italiana
Institution Università degli Studi di Trento
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Appunti riguardanti le lezioni iniziali del corso di letteratura italiana. Comprendono la parte generale del corso, dunque spiegazione della poesia partendo da quella lirica fino alla poesia romantica....


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LIRICA Lirica  Genere letterario che comprende i componimenti in cui si esprime in prevalenza la soggettività del poeta. In senso più concreto indica il componimento poetico in cui si esprime tale soggettività, attraverso sentimenti, opinioni, stati d'animo, fantasie. Oggi si fanno rientrare nel grande genere della lirica alcuni generi che gli antichi greci tenevano distinti. I greci chiamavano lirica la poesia cantata "con accompagnamento della lira" (secondo l'etimologia) o di altro strumento a corde (pratica derivata dal mondo orientale). I filologi dell'età alessandrina, che fissarono il canone dei più significativi rappresentanti di tale genere, distinsero tra i componimenti intonati sulla lira da una sola persona (lirica monodica) e i componimenti cantati da un gruppo guidato da un corifeo (lirica corale). Per la prima forma (dedicata all'amore, all'amicizia, alle passioni politiche) essi decretarono il primato di Alceo, Saffo e Anacreonte; per la seconda (riservata alla celebrazione di vittorie sportive, all'esaltazione di divinità o di ideali patriottici) indicarono l'eccellenza di Alcmane, Stesicoro, Ibico, Simonide di Ceo, Bacchilide e Pindaro. Con l'espressione "lirici greci" si allude in senso lato ai poeti del VII e VI secolo distinti dagli scrittori di testi epici e di tragedie. Dopo il V secolo la lirica mutò sostanzialmente: da allora la poesia fu destinata a gruppi d'élite che la leggevano. Dai lirici greci e dagli alessandrini derivarono i loro modelli i romani (Catullo, Orazio, Tibullo, Properzio, Ovidio). POESIA LIRICA ITALIANA DAL MEDIOEVO AL SEICENTO La moderna lirica occidentale nacque in Provenza, dove nel XII secolo. Il modello provenzale venne riproposto in Italia con la scuola siciliana e rielaborato in seguito fino alla grande lirica del Dolce stil novo e di Petrarca. Il codice di quest’ultimo avrebbe poi dominato incontrastato fino a tutto il Cinquecento, producendo il fenomeno del petrarchismo. Gli imitatori quattrocenteschi di Petrarca diffusero la tematica e gli artifici stilistici petrarcheschi in Europa, e su questo linguaggio lavorarono i petrarchisti inglesi e quelli francesi. Il petrarchismo cinquecentesco, che fa capo a Pietro Bembo, fu continuato non solo dagli italiani ma anche dagli spagnoli, dai poeti francesi della Pléiade e dai poeti inglesi che dettero vita al sonetto elisabettiano Philip Sidney fino a William Shakespeare. POESIA LIRICA: DEFINIZIONE Definizione: la poesia lirica è ogni testo scritto in versi che non sia chiaramente qualcos’altro. Chi ha usato per la prima volta questo termine? I Greci usarono il termine “lirica” per indicare la poesia che si accompagnava al suono della lira. Cosa successe poi? Con il passare dei secoli le cose cambiarono: si continuavano a scrivere, prima in latino, poi in volgare a partire dell’XI-XII sec. testi che noi definiamo “lirici” e che in quei tempi venivano indicati in base alla struttura delle strofe e dei versi.

Quando si cominciò a usare il termine “lirica” per indicare un genere letterario particolare o uno specifico modo di fare poesia? Quest’uso cominciò nel 1500, quando la letteratura rinascimentale occidentale aveva già prodotto alcuni dei grandi capolavori della lirica (“Poesie d’amore” dei Provenzali, il dolce stilnovo, il “Canzoniere” di Petrarca). Gli studiosi del Rinascimento individuarono nella lirica un genere letterario al quale erano collegati alcuni tipi di versi e certe organizzazioni di strofe che davano origine a composizioni quali il sonetto, la canzone, la ballata, il madrigale. Comporre liriche, fare poesia rimanda a un modo di scrittura “ispirato” che dipende direttamente dai sentimenti, dalle emozioni, dagli stati d’animo dell’autore. Questo cambiamento si ebbe con il Romanticismo: l’attenzione principale si spostò dagli elementi formali dell’opera d’arte al significato emotivo e sentimentale, alla capacità di un testo di esprimere e comunicare significati e sensazioni. Da allora si considerò la lirica come espressione dell’Io che si fa poeta e rappresenta sé stesso attraverso la musicalità del verso. Per noi la lirica è più un linguaggio particolare dei sentimenti che un genere letterario. In cosa consistono la libertà e la sincerità del poeta? Per Leopardi il genere lirico è “il più nobile e puro d’ogni altro; vera e pura poesia in tutta la sua estensione...espressione libera e schietta di qualunque affetto vivo e ben sentito dell’uomo”. La poesia deve allora sgorgare direttamente del cuore? Leopardi afferma che nel momento in cui il poeta prova il sentimento che lo ispira “non è in grado di scrivere” perchè l’emozione, troppo violenta, forma un groviglio di sensazioni che non sanno trasformarsi in parole. La scrittura è quindi frutto del ripensamento e del ricordo. La libertà e la sincerità del poeta stanno nella sua capacità di creare un testo in cui tutto concorre all’espressione artistica dell’idea che lo ispira. Quando un poeta vuole esprimere un proprio sentimento e sceglie di compiere una canzone non intende per niente rinunciare alla sua libertà: egli decide di usare quel tipo di verso e di strofe perchè nella sua sensibilità quella particolare forma corrisponde perfettemante al suo ideale di espressione artistica e poetica. Versi, strofe, rime...non sono una gabbia entro cui il poeta si sforza di comprimere il suo sentire, ma l’unica possibilità che in quel momento gli sembra di avere per fare poesia. La prova si ha nella storia della lirica: quando dall’800 le forme tradizionali non furono più sentite come indispensabili o adeguate, i poeti le cambiarono e le trasformarono.

Elementi costitutivi della poesia lirica e linguaggio poetico: Gli elementi che costituiscono la poesia lirica si possono dividere essenzialmente in tre gruppi: Gli aspetti strutturali, che comprendono il verso, la rima, la strofa, il ritmo e lo schema metrico; gli aspetti lessicali e sintattici, che comprendono la scelta delle parole e il loro ordine, e le figure retoriche, come la similitudine, la metafora, l'allitterazione, l'onomatopea, la sinestesia e la metonimia. Dal ‘900 in poi, la poesia moderna, così come tutte le forme d'arte, tende a infrangere tutte le regole e a non seguire il modello classico.

Perciò ogni poeta sceglie il proprio ritmo a seconda delle sue esigenze espressive. Gli aspetti sintattici nella poesia, così come in tutti gli altri tipi di testo, riguardano la costruzione della frase. Gli spetti lessicali, invece, riguardano la scelta delle parole nella frase. Per quanto riguarda gli aspetti sintattici, nell'Ottocento il poeta tendeva a costruire frasi complesse, in quanto la comunicazione era riservata solo alle persone culturalmente superiori: raramente si utilizzava la costruzione sintattica del linguaggio comune. Nel Novecento, invece, il poeta semplifica il suo linguaggio, ma non per necessità di semplicità, ma perché vengono infrante molte regole della punteggiatura, della sintassi e della collocazione delle parole nella frase. La poesia lirica è la poesia dove l’io prende parola e ci dice qualcosa. STORIA DELLA TEORIA DELLA POESIA LIRICA: Ha 3 fasi: 1. Lirica di società: l’io è una persona collettiva generica, dunque una poesia nella quale tutti si possono riconoscere, non venivano raccontati fatti della propria biografia individuale (alcuni fatti possono anche essere veri ma non è detto). Era il LETTORE ad imporre ciò, la poesia non era un modello/esempio da imitare. 2. Lirica autobiografica trascendentale: da Dante/Petrarca in poi ---- vi è un io emblematico/allegorico nel quale ci si riconosce ---- la poesia diventa modello sociale/etico da imitare. Petrarca cerca sempre di evitare che il riferimento a circostanze precise leda il valore universale del discorso, ad esempio riassorbendo le rime d’occasione nella compagine allegorica della raccolta, in modo da nascondere, nei limiti del possibile, la loro origine effimera. Nella logica del Canzoniere le vicende troppo circostanziate o troppo individuate rischiano sempre di dimostrarsi caduche, la vita personale potendo ambire all’esemplarità solo quando riscatta la propria contingenza [...]. Il Canzoniere racconta dunque una fabula allegorica; l’io smussa i tratti troppo personali della propria storia per farsi emblema; la struttura delle poesie non si lascia turbare dalla contingenza dell’occasione; la mimesi del mondo esterno e interno tende all’indeterminato, al generico, all’universale 3. Lirica autobiografica empirica (700-800) ---- il focus si sposta sulla potenzialità dell’IO e non più le forme. Questo tipo di poesia è caratterizzata da una libertà confessatoria non viene più raccontata un’esperienza che possa diventare comune. ---- Leopardi, Bodleiare  IO racconta di se senza che diventi emblema di qualcosa. Vi è una tendenza all’individualismo/narcisismo. L’IO diventa uno tra i tanti, comincia la visione EMPIRICA. Il poeta può, attraverso un linguaggio privato, mettere in forma frammenti di autobiografia che non ambiscono né a rappresentare l’intero della biografia stessa né a presentare la propria privata esperienza come figura dell’esperienza comune: a partire da una soglia che varia da letteratura a letteratura, ma che sostanzialmente coincide con l’età romantica, i poeti possono raccontare i dettagli effimeri delle proprie vite effimere con una libertà confessoria, un pathos esistenziale, una serietà narcisistica inediti Nessun altro genere raffigura con tanta forza ed eloquenza lo stadio estremo dell’individualismo occidentale

POESIA LIRICA: (fino al ‘500 non vi è una definizione formale di poesia lirica) I tratti distintivi diacronici (che rimangono costanti nel genere nel tempo): 1. Performatività vs forma libro raccolta di libri, tipo i Cant di Leopardi/ Canzoniere Petrarca. Non necessariamente una raccolta di testi in ordine metrico e formale sono necessariamente libri di poesia. Libri di poesia raccolta di versi che raccontano una storia più o meno vaga, più o meno definita, che racconta qualcosa del se (io lirico) secondo criteri autoriali. (non segue i criteri estetici imposti ma i criteri che l’autore decide per costruire i testibasta libri tematici (rime amorose) e libri rematici). Quindi i testi fuoriescono dai criteri stilistici, metrici e tematici. RIVOLUZIONE della forma libro che porta leopardi. Forma libro la raccolta di testi diventa una libro di poesia nella misura in cui l’autore inizia a dare forma ad una storia privata e personale che segue criteri di ordine esistenziale. Petrarca segue determinate forme stilistiche e tematiche, non fuoriesce dai criteri imposti dall’estetica. 2. Brevità 3. Linguaggio (poetico) ---- linguaggio poetico è lirico (parla di sé, autoreferenziale) 4. Metro e scrittura in versi 5. Io lirico vs io empirico possono coincidere o meno/vi possono essere entrambi C’è sempre un soggetto di enunciazione che può coincidere con l’autore. Come vengono mediate queste esperienze, quindi metro e stile, elementi formali che rendono il testo poetico rispetto per esempio alla lista della spesa. 6. Soggettività  racconto storia privata/uso deittici 7. Auto-referenzialità (si riferisce a se) 8. Epideissi (via apostrofe) la poesia si dice tendenzialmente apostrofica (apostrofe figura retorica per la quale io mi rivolgo a qualcuno (es. voi che ascoltate), si rivolge al lettore, a qualcuno) nel caso della poesia lirica l’apostrofe è ciò che si rivolge a qualcuno. Petrarca  nel primo sonetto si rivolge al lettore, la poesia non rimane chiusa in se stessa ma si rivolge al lettore in questo caso in modo diretto ma potrebbe essere in modo indiretto attraverso l’io lirico. La poesia ha una funzione epideittica  intenzione del poeta è quella di convincere con il proprio discorso il lettore riguardo la propria posizione. Domanda, ma la poesia dice la verità/parla di fatti reali? Il poeta ci vuole dire realtà sul mondo dalla sua posizione. Nel romanzo invece vi sono molti personaggi/spazi/luoghi/narrazione che non si rivolge direttamente al lettore. Nella poesia c’è quindi un’intenzione comunicativa. La poesia è apostrofica e può avere una funzione epideittica. Questo tratto può essere considerato sincronico o diacronico. Sincronico perché nella poesia antica è epideittica (vuole comunicare messaggi reali sul mondo). L’epideissi può essere sia sincronica che diacronica. (in alcuni momenti diventa fortemente sincronica). 9. Mimesi, narrazione, rappresentazione

Saffo (VII-VI secolo a.C.) fr. 31 Voigt scritto in versi, soggetto è la prima persona singolare, io soggettivo, il quale si impone nel testo tramite la deissi (riferimento ad un'altra parte del testo già esplicitata). L’io si manifesta in tutta la sua debolezza. Io “trascendentale” che parla nei suoi testi dall’io “empirico” che li ha scritti. la poesia veniva letta enunciata davanti ad altre persone  spesso i poeti indossavano una “maschera”, in quanto non dicevano ciò che loro stessi pensavano veramente.

Catullo (84 a.C.-54 a.C.) Egli raccoglie versi all’interno di una raccolta (innovazione) per dare un senso narrativo alla propria poesia, ma le poesie sono divise per metri e generi, vi è la separazione degli stili. (ez. Non si può scrivere un certo argomento con un metro, es. bisogna utilizzare sonetto per versi amorosi, l’endecasillabo per le tragedie…).  Con Leopardi non vi sarà più questa distinzione tra generi e stili.

Petrarca (1304-1374) Scrive il Canzoniere il quale è una storia lirica (io) amorosa. L’io si rivolge a qualcuno, in questo caso al lettore. L’innovazione sta nel fatto che scrive diversi in stili.

William Shakespeare (1554-1616) La poesia ha dei soggetti fisici ai quali rivolgersi. Quando leggo la poesia divento l’io lirico, mi immedesimo, siamo dentro nel testo, siamo l’io. Egli utilizza il soggetto plurale (we). Ci sarà poi chi dirà je suis un autre. sono un altro, non mi riconosco in quell’io.

Differenza tra poesia e romanzonella poesia ci si immedesima nell’io che è presente in quella poesia, nel romanzo ci si immedesima in un personaggio, che può essere qualsiasi personaggio scelto nella storia. Ancora non si è d’accordo su quando vi sia la nascita del romanzo moderno, c’è chi sostiene che sia con Don Chisciotte, in Italia il primo romanzo sarà i promessi sposi di Manzoni nel 1800. Nell ‘800 il centro del romanzo era l’Europa mentre la periferia era il sud America, al giorno d’oggi invece il centro si è spostano in sud/nord America e la periferia potrebbe essere la Germania. I poli (centro/periferia) cambiano. Giacomo Leopardi (1800) Scrive I cant e questo cambia tutto, già a partire dal nome I cant in quanto le poesie cominciano ad avere dei nomi che coincidono con i temi (i fiori del male, leaves of grass…) Walt Whitman (1819-1892) - Americano Scrive Song of myselfdove parla dell’io, l’io viene esaltato.

Gozzano (1883-1916), I colloqui Con lui comincia a non esserci più un riconoscimento nell’io

Tripartizione dei generi letterari:

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Epos (epica)  racconta vicende oggettive altrui L’epos esprime quello che la Cosa è; l’oggetto come oggetto, l’estensione delle circostanze; a essere è l’intero oggetto nella sua esistenza» Lirica  opposto dell’epica, perché è soggettiva «il lato opposto rispetto alla poesia epica è costituito dalla lirica. Il suo contenuto è il soggettivo, il mondo interno, l’animo che riflette, che sente, e che, invece di procedere ad azioni, si arresta al contrario presso di sé come interiorità e può quindi prendere come unica forma e meta ultima l’esprimersi del soggetto» Tragedia  via di mezzo tra oggettività e soggettività «Il terzo è l’unione dei primi due, in modo tale che quel dispiegamento dell’oggettività appartiene al soggetto»

Generi letterari sono dei fenomeni di lunga durata: 3 differenti idee: -

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Essenze ante rem  precedono l’esistenza empirica dei testi, strutture trascendentali. Le forme letterarie precedano l’esistenza stessa dei testi. Post rem  Grigie tassonomiche dei lettori? Applicazione pragmatica La definizione viene fatta successivamente (vengono decisi successivamente se una cosa è un romanzo, poesia lirica ecc…) Universali in re  Universali che attraversano la continuità storica? Strutture oggettive La letteratura esiste in quanto tale, essa risiede già in sé stessa non ha bisogno di essere definita. (la poesia esiste, il romanzo esiste, senza bisogno di essere definiti). Gli universali in re sono una via di mezzo tra ante rem e post rem.

Le poesia vengono divise in famiglie le quali hanno somiglianze di carattere formale strutturale e stilistico. Si parte dalla tripartizione della poesia, drammatica, epica, lirica che possono a loro volta avere dei rami. Si formano dunque delle mappature policentriche, la mappa diventa sempre più grande, per la grande varietà di poesie che si possono trovare all’interno di un determinato genere letterario. Tali rami si formano in base: -

Oggettività dei testi: elementi strutturali, linguistici e stilistici Aspettative del lettore, orizzonte d’attesa, pregiudizi

Per la critica entrano in gioco tre elementi: -

Testo Lettore Autore

Vi è chi crede esclusivamente al testo (si parlava infatti di morte dell’autore negli anni ’60), oppure nel contesto (storici della letteratura, la storia ha sempre ragione), e c’è chi crede esclusivamente al lettore (si occupano dell’estetica della recezione, i testi esistono solo quando vengono letti). Giorgio Carponi, Preghiera, il seme del piangere, 1959 Viene ripresa la preghiera in termini sincronici, riprende il tipo di poesia medievale (diacronica). “Anima mia”  tipica espressione della poesia medievale che viene ripresa.

La sincronia e diacronia sono un “gioco” con la tradizione. Diacronico: ciò che si sviluppa nel tempo/durata costante nel tempo (es. scrittura in versi) COSTANTE Sincronico: in quell’istante (es. poesia in prosa)  VARIANTI Visione rematica (come parla) o tematica (di cosa parla) Con Leopardi non vi è più la sovrapposizione fra tema e rema (non importa più l’estetica, la poesia può essere scritta in qualsiasi forma per veicolare qualsiasi tema). Paul Celan (1920-70), Rebleute Graben Scrive poesie incomprensibili, sempre più inscrutabili ma nonostante ciò si può comprendere che è angosciante attraverso il ritmo/musicalità che ne veicolano il significato ---- poesia molto differente da Dante, dove si capiva cosa volesse veicolare/dire.

LEGGI ESTETICHE DEL MONDO ANTICO: PLATONE (428-348 a.C) La repubblica (390-260 a.C) in X libri, tratto di politica (Stato ideale) e non di estetica. Norme Si interroga sulle modalità di rappresentazione del mondo. Nel III libro riporta la tripartizione ideale dei testi di poeti o mitografi (divisione in base al testo e modo in cui il testo viene raccontato/esposto attraverso una voce): 1. Narrazione/racconto diagetico (autore) narrazione semplice/poeta parla in prima persona; 2. Narrazione/racconto mimetico (personaggi)  dramma (tragedia o commedia); il poeta ricrea la parola dei personaggi, i quali parlano senza la mediazione di un narratore. 3. Narrazione/racconto mista (autore e personaggi)  epica; il poeta/narratore alterna la propria parola a quella dei personaggi non c’è posto per la lirica, è negativo per lo stato. Se parla in prima persona parla di qualcosa di falso, si lascia andare ai sentimenti, al pathos. Se manca dunque un’idea di lirica fino al 500/600 è colpa della normatività Platone e normatività aristotelica. Rapporto tra logos (racconto: struttura del testo) e lexis (modo in cui viene raccontato il racconto, come il testo viene esposto attraverso una voce). Si interroga sulle modalità di rappresentazione del mondo. Platone distingue due tipi di imitazione o immedesimazione. Piacere dell’imitazione può portare a 2 questioni: rappresentazione ideale della realtà, l’altra quella dell’immedesimazione. Il primo tipo di immedesimazione è caratteristico di ogni rappresentazione poetica che, in quanto tale, è pensata per essere coinvolgente. Il secondo tipo di immedesimazione si origina solo nel caso di rappresentazioni che operano la mimesis senza lasciare trasparire alcuno scarto fra il modello e l’immagine. L’immedesimazione del pubblico con la scena di...


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