introduzione alla fisiologia umana, concetto di omeostasi e sguardo ai vari apparati PDF

Title introduzione alla fisiologia umana, concetto di omeostasi e sguardo ai vari apparati
Course Fisiologia
Institution Università degli Studi del Molise
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-Fase piastrinica, caratterizzata dall’azione delle piastrine le quali, normalmente, non aderiscono alla superficie dei vasi in quanto un vaso integro presenta sulla sua superficie un film proteico che lo rende molto liscio e di difficile ancoraggio per le piastrine, ma se il vaso subisce un danno perde tale film e il collagene sottostante, viene a contatto con il sangue. Le cariche negative del collagene esposto e l’adp liberato dalle cellule stimolano l’aggregazione piastrinica e la loro adesione sulla superficie di lesione. Un altro fattore che facilita questo fenomeno è il flusso del sangue che, a livello della lesione vasale, da laminare diventa turboleto avvicinando le piastrine alle pareti del vaso. Dunque le piastrine, attivate, liberano le sostanze contenute al loro interno tra le quali anche una certa quantità di adp e trombossani che stimolano ancor di più la formazione dell’aggregato piastrinico che inizialmente è detto trombo bianco il quale, se il vaso è piccolo, può essere sufficiente per fermare l’emorragia altrimenti si dovrà formare un coagulo. Dunque la -coagulazione è il processo in cui il sangue forma un coagulo gelatinoso ed è un processo fatto da una serie di reazioni a cascata che precede la formazione dell’attivatore della protrombina, la quale si trasforma in trombina, la quale attiva il fibrinogeno in fibrina che diventerà un polimero. Dopo circa un ora dalla formazione del coagulo, monomeri di actina e miosina formano dei filamenti spessi e sottili che provocano la contrazione del coagulo riducendo la lesione. Quando il vaso viene riparato, le cellule endoteliali rilasciano dei fattori attivatori del plasminogeno e lo convertono in plasmin a, i lisosomi andranno a -lisare il coagulo. Esistono poi degli anticoagulanti che possono essere fisiologici come ad esempio l’antitromboplastina, antitrombina, eparina e quest’ultima è molto importante soprattutto perché innesca le prime due, e poi terapeutici come edta e citrato di sodio.

Ora analizziamo i globuli bianchi per terminare il sangue. Essi fanno parte del complesso difensivo dell’organismo che prende il nome di immunità infatti gli esseri viventi sono continuamente esposti a tutta una serie di microrganismi che ne minacciano la salute e per difendersi essi possiedono una serie di cellule specializzate dette appunto globuli bianchi o leucociti i quali attaccano i microrganismi patogeni in 2 modi: attaccando e distruggendo direttamente oppure formano anticorpi e linfociti specializ zati che attaccano in moto specifico ma molto efficace. Sono relativamente pochi, infatti nell’uomo sono 5000-7000 per ogni mm3 di sangue ma tale numero può aumentare in seguito a diversi fattori, come ad esempio la presenza di un processo infettivo ma può anche diminuire nelle fasi iniziali di alcune malattie virali es intossicazione. Complessivamente però il corpo possiede più globuli bianchi che rossi perché mentre questi ultimi sono presenti solo nel sangue, la maggior parte dei globuli bianchi sta nei tessuti dove formano una rete di protezione per difendere l’organismo. Siamo soliti dividerli in due classi: granulociti e non granulociti. I granulociti contengono grossi granuli e si dividono in neutrofili, i quali sono quelli più abbondanti (50-60%) e nella loro vita inglobano ed uccidono da 5 a 20 batteri, vivono circa 48h e rilasciano i pirogeni responsabili della febbre; basofili che sono rari in circolo e i loro granuli contengono eparina coinvolte nella risposta allergica, eosinofili (1-5%) vivono per circa 10-12 h. Tra i non granulociti abbiamo i linfociti che mediano la risposta immunitaria acquisita dell’organismo, rappresentano il 20-30% di tutti i globuli bianchi, sono per lo più presenti nei tessuti linfatici; i monociti sono i precursori dei macrofagi tissutali, non molto comuni e restano in circolo solo 8h circa fino alla loro definitiva collocazione nei tessuti, quando escono dal circolo quindi diventano macrofagi e riescono a spostarsi tra i vari tessuti; sono gli spazzini del nostro corpo in quanto riescono ad inglobare anche 100 batteri ,presentano l’antigene e svolgono un ruolo importante nell’immunità acquisita. Quasi tutti i globuli bianchi si originano dalle cellule staminali nel midollo osseo e successivamente vengono rilasciati nel sangue, ma fanno eccezione i linfociti che si originano in parte da colonie localizzate nei tessuti linfoidi come i linfonodi, milza, timo, tonsille i quali sono collocati strategicamente per intercettare i microrganismi invasori prima che essi abbiano la possibilità di disperdersi nell’organismo (es i linfociti presenti nelle tonsille sono localizzati in posizione vantaggiosa per reagire ai microrganismi inalati). I potenziali patogeni che riescono ad accedere alla linfa vengono filtrati attraverso i linfonodi dove sono esposti ai linfociti e ai macrofagi.

Sistema immunitario: è il sistema responsabile della difesa dell’organismo contro sostanze estranee e della rimozione di materiali non più utili all’organismo. La risposta immunitaria può essere aspecifica se non è rivolta contro un bersaglio specifico, è presente fin dalla nascita ed ha inizio nel giro di pochi minuti, come ad esempio l’infiammazione; specifica o adattativa è quella diretta verso bersagli specifici e può richiedere anche alcuni giorni. Esiste poi una immunità definita innata costituita dalle barriere chimico fisiche, interferone, sistema del complemento, processo infiammatorio. Le barriere chimico fisiche sono costituite da quelle componenti dell’organismo come lo strato cheratinoso della cute, le lacrime, secrezioni urinarie che con una azione fisica o chimica impediscono agli agenti patogeni di penetrare dentro; sulla cute sono sempre presenti i batteri, non patogeni, che hanno il compito di proteggerla entrando in competizione

con quei batteri che potrebbero rivelarsi patogeni ed è per questo che va mantenuto il pH della cute leggermente acido, lavaggi troppo frequenti o sbagliati possono causare dei danni causando l’ingresso di batteri patogeni; l’interferone è un insieme di proteine antivirali in grado di rendere resistenti le cellule ai virus, in un certo senso le preparano alla difesa. Esempio: una cellula attaccata da un virus produce interferone il quale va ad informare le cellule vicine della presenza del virus, permettendo loro di produrre enzimi in grado di distruggere l’Rna messagero virale. In tal modo il virus, pur potendo entrare nelle cellule, non può più modificare la sintesi proteica cellulare a suo favore; il sistema del complemento è costituito da circa 20 proteine diverse presenti nel sangue che si attivano a cascata possono causare la perforazione delle pareti dei microrganismi da cui entrano ioni ed acqua che distruggono l’aggressore; l’istamina fa parte anche della risposta innata in quanto ha azione vasoattiva, richiama altri leucociti e attiva la risposta infiammatoria; il processo infiammatorio è una serie di eventi innati che hanno il compito di rispondere all’invasione dell’organismo da parte di sostanze estranee ed ha come scopo la distruzione dell’invasore, rimozione detriti, preparare la riparazione del tessuto, come avviene? I batteri appena entrati incontrano macrofagi stazionari i quali non sono in numero elevato utile ad eliminarli tutti, ma se necessario diventano mobili e si portano nel luogo dove è richiesta la loro azione; si ha liberazione di istamina che provoca vasodilatazione con conseguente aumento del flusso sanguigno nel punto in cui è localizzata l’infezione e aumento della permeabilità capillare ( questi meccanismi sono utili a far arrivare i granulociti sul luogo, infatti l’aumento della permeabilità fa uscire alcune proteine dal plasma, tra cui anticorpi).L’aumento della pressione sanguigna nel capillare insieme alla fuoriuscita di proteine causa una modificazione negli spazi extra cellulari causando un edema, aumenta poi la temperatura e si ha un arrossamento della parte. La risposta immunitaria acquisita o specifica è la principale forma d’immunità dell’organismo e non si sviluppa fino a che il soggetto non viene aggredito una prima volta da un agente patogeno. Tale risposta è distinta in una reazione immunitaria specifica cellulare detta anche cellulo mediata ed una anticorpale. I meccanismi immunitari che presiedono a questo sistema difensivo sono molto efficaci ma anche molto complessi, infatti si attivano solo se stimolati da un agente NON SELF. Tale risposta può essere divisa in attiva se l’organismo genera anticorpi come risposta all’esposizione ad agenti patogeni e passiva quando si acquisiscono anticorpi prodotti da un altro organismo es placenta. E’ bene fare chiarezza sugli antigeni in quanto essi sono delle molecole complesse che stimolano la reazione del sistema immunitario; diversi sono gli apteni che sono sostanze organiche a basso peso molecolare che diventano antigeni se legati a varie proteine. La risposta immunitaria è mediata dai linfociti, di cui distinguiamo tre classi. I linfociti T che a loro volta si dividono in helper, i quali stimolano l’attività dei linfociti B e quindi la produzione di anticorpi, in inducer che attivano i linfociti T killer e T suppressor che sono essenziali per la risposta cellulo mediata (es l’HIV distrugge questo tipo di cellule causando un immuno deficienza) dove i killer attaccano e distruggono i microorganismi o le cellule che presentano delle strutture antigeniche liberando delle molecole dette perforine che hanno una azione simile a quelle del sistema del complemento e che perforano le pareti dei batteri, i suppressor invece sopprimono la reazione linfocitaria in modo che essa non si propaghi al di là delle zone in cui il loro intervento è necessario. A produrre gli anticorpi sono i linfociti B i quali, attivati da un antigene o da un linfocita T inducer, si differenziano in plasma cellule e producono fino a 2000 anticorpi al secondo, dunque l’attività è molto intensa. Tali anticorpi sono proteine ed hanno una struttura composta da 4 catene polipeptidiche di cui due lunghe e due corte che formano una Y; le due braccia della Y sono i siti specifici che si legano all’antigene, unici per ciascun anticorpo e possono reagire solo con quel determinato antigene così come un lucchetto può essere aperto da un’unica chiave. Distinguiamo vari tipi di anticorpi -IgM (10/20%), sono i primi ad essere prodotti ma hanno una azione meno intensa e la loro durata è breve -IgC (60/70%), più numerosi, presenti quindi in grandi quantità dopo che l’organismo è stato esposto in precedenza allo stesso antigene -IgA (20%), presenti nelle secrezioni del tratto digerente, respiratorio, liquido lacrimale -IgE -IgD i quali funzionano come recettori per l’antigene....


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