introduzione alla fisiologia umana, concetto di omeostasi e sguardo ai vari apparati PDF

Title introduzione alla fisiologia umana, concetto di omeostasi e sguardo ai vari apparati
Course Fisiologia
Institution Università degli Studi del Molise
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es fibra di Purkinje, diventi eccessivamente eccitabile e si depolarizzi più rapidamente del nodo SA ed inizia un pda prematuro che si propaga in tutto il cuore prima che il nodo seno atriale possa effettuare il proprio lavoro. Questo potrebbe creare la cosiddetta fibrillazione: quella ventricolare è molto grave perché causa rapidamente la morte dato che il cuore non è capace di eiettare il sangue nelle arterie. Possiamo provare a risolvere con l’uso di un defibrillatore in modo tale che si vada a depolarizzare tutte le parti simultaneamente tra cui il nodo sa che riprende la sua attività di pacemaker. Ciclo Cardiaco: gli eventi meccanici del ciclo cardiaco ossia la contrazione ed il rilasciamento sono determinati dalle variazioni ritmiche dell’attività elettrica del cuore il quale alterna la contrazione per svuotarsi e il rilasciamento per riempirsi. Il ciclo cardiaco dunque è fatto da un alternarsi di sistole ( contrazione e svuotamento) e diastole ( rilasciamento e riempimento ).Fondamentale è la presenza delle valvole tra cui le valvole atrioventricolari che devono aprirsi quando l’atrio presenta una pressione maggiore rispetto a quella del ventricolo e si devono chiudere quando la pressione del ventricolo supera quella dell’atrio, e le valvole semilunari che devono aprirsi quando la pressione del ventricolo è superiore di quella dell’arteria e chiudersi quando la pressione diventa maggiore nell’arteria. Tutti questi processi sono passivi, non richiedono l’uso di energia. Il sangue passa dagli atri ai ventricoli per il 70/80% grazie al gradiente di pressione e per un 20% per contrazione atriale ( poco fa la gravità).Durante la maggior parte della diastole ventricolare, l’atrio è ancora nella fase di diastole ed a causa del continuo afflusso di sangue dal sistema venoso all’atrio, la pressione atriale è lievemente maggiore della pressione ventricolare anche se entrambe le camere sono rilasciate; a causa di ciò la valvola AV è aperta ed il sangue fluisce direttamente dall’atrio al ventricolo ed in conseguenza di ciò il volume ventricolare aumenta lentamente. Nella fase finale della diastole ventricolare il nodo SA raggiunge il potenziale e scarica inducendo la contrazione atriale eiettando più sangue nel ventricolo e facendo aumentare la pressione atriale. Durante tutta la contrazione dell’atrio la pressione atriale è ancora lievemente maggiore di quella ventricolare per cui la valvola resta aperta. Quando il ventricolo si contrae, termina la diastole ventricolare e quindi il volume di sangue presente nel ventricolo al termine è detto volume telediastolico pari a 135 ml. Dopo l’eccitazione dell’atrio, l’impulso si propaga attraverso il nodo AV per eccitare il ventricolo. Quando questi si contraggono la pressione ventricolare supera quella atriale e ciò causa la chiusura della valvola AV. Ora si deve aprire la valvola semilunare quindi la pressione ventricolare deve aumentare fino a quando non ha superato la pressione aortica dunque c’è un breve intervallo di tempo in cui, dopo la chiusura della valvola AV e prima dell’apertura della valvola semilunare ,il ventricolo rimane chiuso e quindi né entra né esce sangue. Qui accade la contrazione ventricolare che causa una maggiore pressione nel ventricolo rispetto all’aorta ed dunque la valvola aortica si apre e comincia l’eiezione del sangue. La quantità di sangue eiettata da ogni ventricolo è detta gittata sistolica. Durante l’eiezione ventricolare non c’è lo svuotamento completo infatti solo una metà viene eiettata e ciò che resta si chiama volume telesistolico, pari a 65 ml. A tal punto la pressione diminuisce e la valvola si chiude ma non si apre la valvola atrioventricolare perché la pressione del ventricolo supera ancora quella dell’atrio. Quando però la pressione ventricolare scende sotto quella atriale perché ormai il ventricolo si è rilassato, la valvola AV si apre e si riempie di nuovo il ventricolo. Quando un soggetto è a riposo un ciclo cardiaco completo dura 800 ms ma è ovvio che se la frequenza cardiaca aumenta fino a 180 battiti al minuto la durata diminuirà. Alla chiusura delle valvole sono associati dei suoni cardiaci, il primo ed il secondo tono. Il primo tono è una vibrazione causato dalla chiusura quasi contemporanea della valvola tricuspide e mitral ica mentre il secondo è causato dalla chiusura della valvola aortica e polmonare. Il primo suono è generalmente debole come un LUB mentre il secondo è più forte, più acuto ed è come un DUB. In realtà con uno strumento più appropriato possiamo sentire altri due toni cioè il terzo tono che è causato dal brusco riempimento ventricolare ed il quarto tono generato dalla sistole atriale. Ci possono essere poi dei suoni cardiaci anomali detti anche soffi che non sempre sono associati ad una patologia, detti in questo caso innocenti. La corrente sanguigna è normalmente laminare e scorre in modo regolare senza creare altri suoni ma se scorre in modo turbolento si può udire un suono anormale e la causa più comune è il malfunzionamento di una valvola insufficiente. A questo punto vediamo un po' come viene effettuata la regolazione della gittata e di altre caratteristiche legate al sistema cardiovascolare. Sappiamo che la gittata è il volume di sangue pompato in un minuto da ogni ventricolo. Ammettendo che venga eiettata una quantità di 70 ml per battito, moltiplicata per circa 70 battiti al minuto avremo circa 5 L. Ad influenzare la gittata è la stimolazione simpatica oppure adrenalina e noradrenalina che aumentano la frequenza invece a ridurre la frequenza è il parasimpatico. Anche l’età, gravidanza, febbre, processi digestivi, allenamento possono aumentare la frequenza e quindi la gittata. LA LEGGE DI STARLING AFFERMA CHE L’ENERGIA DI CONTRAZIONE DEL MIOCARDIO DIPENDE DALLA LUNGHEZZA DELLE FIBRE.SE AUMENTA LA LUNGHEZZA, AUMENTA L’ENERGIA SVILUPPATA DALLA CONTRAZIONE. In posizione supina la gittata cardiaca e frequenza sono più stabili, invece in posizione eretta il ritorno venoso tende ad essere minore e quindi minore la gittata pulsatoria.

SISTEMA DIGERENTE Il sistema digerente contribuisce all’omeostasi, essenziale per la sopravvivenza della cellula. L’omeostasi è la condizione di stabilità interna degli organismi che deve mantenersi anche al variare delle condizioni esterne attraverso meccanismi autoregolatori. Tale sistema è fonte energetica per generare ATP. Tuttavia l’ingestione di cibo non è però sufficiente a rendere le molecole organiche in esso contenute automaticamente disponibili per l’utilizzazione in quanto il cibo deve essere prima digerito, quindi degradato biochimicamente in molecole più semplici che possano essere assorbite e immesse nel torrente circolatorio. Vediamo quindi che fine fa un pezzo di pizza, un modo simpatico per spiegare questo difficile concetto. I processi fondamentali del sistema digerente sono la motilità, la secrezione, la digestione e l’assorbimento. La muscolatura liscia del canale alimentare possiede un livello di contrazione basso e costante detto tono muscolare in grado di mantenere una pressione costante sul contenuto alimentare oltre ad impedire alle pareti di rimanere distese; a tale attività si sovrappongono due tipi di movimento fondamentali ossia i movimenti propulsivi e di mescolamento. I propulsivi fanno avanzare il contenuto della pizza es lungo tutto il canale , mentre quelli di mescolamento promuovono la digestione del cibo mescolandolo con i succhi digestivi e facilitano l’assorbimento mescolando il contenuto. La Secrezione invece è quel processo che avviene grazie ad alcune ghiandole che si trovano lungo il percorso le quali secernono numerosi succhi digestivi fatti da acqua, elettroliti ed enzimi specifici → tutto questo processo richiede abbastanza energia. Tali secrezioni, svolto il loro compito, vengono riassorbite. La Digestione di carboidrati, lipidi, proteine avviene degradando le sostanze con dei meccanismi biochimici in unità che possono essere assorbite dalle cellule e ciò avviene grazie a degli enzimi prodotti nel sistema digerente. L’Assorbimento è invece quel processo tramite il quale le piccole unità che derivano dalla digestione, insieme ad acqua, vitamine ed elettroliti, vengono trasferiti al sangue o alla linfa. Vediamo ora come è fatto l’apparato digerente che inizia con la bocca e termina con l’ano. E’ lungo circa 4,5 m e comprende bocca, faringe, esofago, stomaco, intestino tenue, crasso ed ano. La Bocca è il luogo in cui introduciamo il cibo, dove questo viene triturato e rimescolato grazie all’aiuto della saliva, dove assaporiamo e iniziamo la deglutizione. Essa è costituita da labbra, denti, palato, lingua e faringe. La masticazione è un movimento ritmico della mandibola, lingua e labbra ed è un movimento volontario ma per lo più è un riflesso indotto dall’attivazione dei muscoli scheletrici delle mascelle, labbra, guance in risposta della pressione del cibo contro i tessuti orali. Nella bocca inizia la digestione che riguarda principalmente i carboidrati, in particolare i polisaccaridi vengono divisi in disaccaridi grazie all’amilasi salivare. In tale sede non avviene alcun assorbimento, tranne per qualche farmaco. Durante la masticazione quindi il cibo viene impregnato di saliva che è un liquido secreto dalle ghiandole salivari presenti nella cavità orale ( ci sono le ghiandole parotidi, sottomandibolari e sottolinguali) ed è fatta per il 99.5% da acqua e per lo 0.5% da elettroliti e proteine. Tale composto viene prodotto quando entra il cibo nella cavità orale e dei recettori trasmettono informazioni al centro della salivazione nel midollo allungato il quale trasmette impulsi alle ghiandole salivari → questo si chiama riflesso salivare semplice. C’è poi un riflesso salivare condizionato o acquistato ed è quello che fa insorgere la salivazione senza la presenza di cibo infatti è sufficiente pensare, vedere o annusare un alimento. Produciamo circa 1500 ml di saliva che è maggiore durante il giorno e minore durante il sonno.La secrezione salivare può differenziarsi in primaria, quella secreta a livello dell’acino ghiandolare e secondaria se si forma lungo i dotti ghiandolari. All’interno della saliva troviamo varie proteine tra cui le alfa-amilasi che rompe i legami alfa 1-4 glicosidico e forma oligosaccaridi, la mucina che ha azione lubrificante. La saliva ha poi un ruolo fondamentale in quanto va ad igienizzare il cavo orale, rimuove i residui presenti nei denti ed attacca anche i batteri. Off-Topic: definiamo xerostomia la diminuzione della secrezione salivare che può compromettere la qualità della vita di una persona ed è spesso presente negli anziani. Può essere occasionale ad esempio quando abbiamo febbre o diarrea, può essere accompagnata da patologie più serie o ad alcuni farmaci. Nella bocca inizia quindi la deglutizione che consiste in una sequenza di contrazioni muscolari che trasportano il cibo fino allo stomaco infatti inizialmente si forma il bolo che, pieno di saliva, viene spinto volontariamente verso la faringe attivando i muscoli che favoriscono l ’andamento del bolo stesso. La deglutizione è un atto molto complesso ed avviene dalle 800 alle 1800 volte al giorno con un ritmo di una o due al minuto. Quando il bolo è nella faringe lo sfintere esofageo si rilascia mentre l’epiglottide si abbassa per impedire al materiale di entrare nelle vie aeree, poi il cibo si muove verso il basso tramite le onde peristaltiche. Siamo arrivati nell’Esofago dove troviamo due sfinteri: il faringo esofageo senza il quale l’aria entrerebbe nell’esofago allo stesso modo in cui entra nella trachea, il cadias che riducie la possibilità di reflusso gastrico. L’esofago è lungo circa 25-30 cm e secerne un muco che lubrifica la via di transito del bolo, protegge la parete dall’acido e dagli enzimi presenti nel succo gastrico in caso di reflusso.Il cibo transita in faringe ed esofago per circa 16/19 s. Dopo la deglutizione quindi ci sono delle onde peristaltiche della muscolatura liscia dell’esofago che spingono il bolo avanti, poi una seconda onda peristaltica meno forte serve a ripulire l’esofago da eventuali residui. Parliamo di aclasia quando c’è una ridotta capacità dell’esofago nel trasportare cibo ,in modo particolare non si ha il rilasciamento dello sfintere esofageo inferiore per lasciare entrare il cibo nello stomaco. Le cause sono svariate come ad esempio il danneggiamento dei nervi esofagei,...


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