introduzione alla fisiologia umana, concetto di omeostasi e sguardo ai vari apparati PDF

Title introduzione alla fisiologia umana, concetto di omeostasi e sguardo ai vari apparati
Course Fisiologia
Institution Università degli Studi del Molise
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compliance infatti anche qui questo termine è usato perché una ventilazione adeguata dipende dalla capacità dei polmoni di espandersi normalmente;in tal caso la compliance è una misura della variazione del volume polmonare e diremo che un polmone è altamente compliante quando si distende molto di più di uno meno compliante infatti minore è la compliance maggiore è il lavoro.Essa può essere diminuita in caso di fibrosi polmonare ad esempio.Per ritorno elastico invece indichiamo la facilità con cui i polmoni ritornano al loro stato di riposo dopo essere stati distesi ( si ritorna al volume pre-inspiratorio).La compliance va separata dall’elastanza infatti il fatto che un polmone si espanda facilmente non significa che riassuma il proprio volume di riposo quando la forza che tende a dilatarlo venga meno.Il comportamento elastico del polmone dipende dall’elasticità del tessuto connettivo polmonare e dalla tensione superficiale alveolare.Come abbiamo detto in precedenza,la fase espiratoria è passiva e ciò è dovuto proprio all’elasticità polmonare che si divide in una elasticità intrinseca che è dovuta all’elastina,estrinseca dovuta alla pellicola liquida che tappezza ogni alveolo.Sempre in precedenza abbiamo parlato del surfactant che è un agente fisiologico lipoproteico costituito dal 30% di proteine,70% di lipidi,prodotto dai pneumociti di tipo II,riveste internamente l’alveolo polmonare;è una sostanza che durante la fase inspiratoria forma un film monomolecolare su tutta la superficie impedendo la lacerazione dell’alveolo e favorisce poi il ritorno alla posizione iniziale impendendo che possa collassare su se stesso.La fase espiratoria è dovuta dunque in gran parte al surfactant che contribuisce ad abbassare il volume polmonare,alveolare e toracico.Se noi paragonassimo gli alveoli a bolle sferiche possiamo affermare che la P all’interno di una bolla fatta da una lamina di liquido dipende dalla temperatura del liquido e raggio della bolla,in modo particolare è inversamente proporzionale al raggio e direttamente proporzionale alla temperatura. La sindrome da distress del neonato: i polmoni del feto in via di sviluppo sono normalmente incapaci di sintetizzare il surfactant polmonare fino a una fase avanzata della gravidanza dunque nel neonato prematuro il surfactant potrebbe non essere sufficiente per ridurre la tensione superficiale alveolare e ne consegue tale sindrome in quanto il neonato deve compiere sforzi respiratori molto energici per sopraffare l’elevata tensione superficiale nel tentativo di espandere i polmoni scarsamente complianti,quindi il lavoro respiratorio aumenta di tanto perché senza molto surfactant gli alveoli tendono a collassare. Ogni alveolo è circondato da altri ed è connesso con altri ancora grazie al tessuto connettivo.Se uno collassa,gli altri si dilatano perché vengono tirati nella direzione dell’alveolo collassante ma,grazie ad un ritorno elastico,resistono e cercano di aiutare l’alveolo collassante a restare integro: questo lavoro di cooperazione prende il nome di interdipendenza alveolare. Definiamo ventilazione polmonare la quantità d’aria che passa nell’albero respiratorio in un minuto e se ad ogni atto passano 500 ml d’aria,moltiplicato per 16,avremo 8000 ml/ min.Durante l’attività fisica la quantità di energia necessaria per alimentare la ventilazione polmonare può aumentare fino a 25 volte.Tuttavia non tutta l’aria inspirata arriva alla sede degli scambi gassosi negli alveoli infatti una parte rimane nelle vie aeree di conduzione e questo volume è detto spazio morto anatomico perché l’aria non serve per gli scambi gassosi→ indichiamo cavità nasali,bocca,coane,faringe,trachea,bronchi e si parla del 30% circa del volume totale.Cosa succede? Succede che quando inspiriamo prendiamo 500 ml di aria di cui una parte sarà costituita da questo spazio morto anatomico quindi entra aria vecchia ed aria nuova nei polmoni.C’è poi anche uno spazio morto fisiologico che è il volume d’aria inspirata che non partecipa agli scambi respiratori ed è rappresentato da alveoli poco perfusi.Lo scopo ultimo della respirazione è fornire un apporto continuo di ossigeno che il sangue possa assumere e di rimuovere la CO2 scaricata dal sangue,il quale funge da sistema di trasporto tra polmoni e tessuti.Lo scambio di O2 e CO2 avviene con diffusione passiva,secondo gradiente di pressione ossia si passa da una zona in cui c’è di più ad una in cui c’è di meno.Quando il sangue arriva in prossimità dei polmoni capta O2 e cede CO2 per semplice diffusione secondo i gradienti di pp che esistono tra sangue ed alveoli.La ventilazione riprisina continuamente l’O2 alveolare e rimuove la CO2 mantenendo così gli appropriati gradienti di pressione tra sangue e alveoli.Il sangue che entra nei polmoni è venoso e viene poi pompato nelle arterie polmonari,povero di O2 con una pp di 40 mmHg e molto carico di CO2.Tale sangue viene esposto all’aria alveolare e poiché la PO2 alveolare è maggiore della PO2 del sangue , l’O2 entra nei polmoni diffondendosi secondo gradiente dagli alveoli al sangue fino a che il gradiente non si è annullato.Quando il sangue esce dai capillari polmonari ha una pp O2 uguale a 100 mmHg.Tale ossigeno viene ceduto alle cellule ma nel sangue ne resta sempre un po' come riserva se mai le cellule ne avessero bisogno,sanno dove attingere.Lo stesso processo,ossia la diffusione passiva,avviene anche tra il sangue e le cellule in quanto il sangue arterioso che raggiunge i capillari è essenzialmente lo stesso che è uscito dai polmoni.Durante l’attività fisica l’area della superficie disponibile per gli scambi può essere aumentata fisiologicamente per aumentare la velocità di trasferimento di gas,come?In condizioni di riposo alcuni capillari polmonari sono tipicamente chiusi perché la pressione normalmente bassa della circolazione polmonare è inadeguata per mantenere aperti tutti i capillari.Durante l’attività fisica quando la pressione viene aumentata dall’aumento della gittata cardiaca,molti dei capillari polmonari precedentemente chiusi sono costretti ad aprirsi ed in questo modo aumenta l’area della superficie del sangue disponibile per gli scambi.Tutto ciò accelera gli scambi durante l’attività fisica. In condizioni di riposo le cellule consumano 250 ml d O2/min e può aumentare di 25 volte durante l’attività fisica pesante, ma stando a questi calcoli per fornire l’O2 richiesto anche a riposo, la gittata cardiaca dovrebbe essere pari a

83,3 L/min se l’O2 potesse viaggiare solo nella forma disciolta, ci deve essere quindi anche un meccanismo aggiuntivo per trasportare O2 ai tessuti. Tale meccanismo è rappresentato dal legame con l’emoglobina. Il 98 % di O2 viene trasportato legato all’emoglobina, il resto è in forma disciolta. Essa è una proteina contenuta nei globuli rossi, deputata al trasporto di ossigeno, il quale è poco solubile in ac qua, pertanto la quantità presente nel sangue è poca rispetto alla reale richiesta del nostro corpo. La differenza tra emoglobina e mio globina è che la prima si lega in maniera labile all’ossigeno mentre la seconda in maniera forte, stabile quindi lascia l’ossigeno solo se c’è una elevata concentrazione di anidride carbonica. L’emoglobina è perfetta per trasportare i gas perché cambia la sua affinità ogni volta in base alla pressione dell’uno e dell’altro; se c’è molto ossigeno si lega all’ossigeno, se c’è anidride carbonica si lega ad essa. La mioglobina invece è avida. Dunque l’emoglobina riesce a legarsi con facilità dove la pressione aumenta (distretti polmonari),dove essa è bassa cede volentieri l’ossigeno ( nei distretti periferici)....


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