Itaca per sempre - Riassunto sintetico del libro di Luigi Malerba. Utile per ripasso PDF

Title Itaca per sempre - Riassunto sintetico del libro di Luigi Malerba. Utile per ripasso
Course Storia della Letteratura Giovanile
Institution Università degli Studi di Parma
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Riassunto sintetico del libro di Luigi Malerba. Utile per ripasso...


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“Itaca per sempre” di Luigi Malerba

Ulisse Ulisse sbarca su un'isola accompagnato da una nave fornitagli dai Feaci, ma non riconosce Itaca per le pietre rosse che non ricorda fossero presenti il giorno della sua partenza vent'anni prima. Non sa come reagirà Penelope, né cosa penserà suo figlio Telemaco che ha lasciato nella culla, quindi decide di essere guardingo e presentarsi alla reggia vestito come un mendicante. Adesso che è sbarcato sulla sua terra è preso da tanti dubbi che non aveva a Troia o sul mare tempestoso e non sa se Penelope gli sia rimasta fedele. In cielo vede volare dei corvi neri, il che significa che le messi sono incolte e le serpi si sono moltiplicate. Per avere più informazioni decide di recarsi dal porcaro Eumeo. Questi vive con Galatea, la figlia adolescente, che lo aiuta a governare gli animali. Eumeo accoglie il mendicante in casa e Ulisse entra nella casa dove, da re, non era mai entrato perché era sconveniente che un sovrano entrasse nella casa di un mandriano. Eumeo gli offre del cibo e gli chiede chi sia. Ulisse risponde di essere figlio di un principe di Creta, partito per la guerra di Troia e compagno di Ulisse. Sbarcato in Egitto per commerciare, è stato catturato e venduto come schiavo e ora è riuscito a fuggire da una nave che lo portava in Siria, ferma nel porto di questa terra per fare rifornimento d'acqua. Eumeo lo informa che questa terra è Itaca, la patria di Ulisse dove regna la regina Penelope. Ulisse cerca di sapere se Penelope si sia mai sposata e il porcaro lo informa dei Proci che gozzovigliano nella reggia in attesa che Penelope scelga il successore di Ulisse. Il loro capo è Antinoo, il più forte e coraggioso, ma Penelope è rimasta fedele solo a Ulisse e cerca ora di difendere Telemaco, suo figlio. Ulisse viene così a sapere che Telemaco è partito in cerca del padre e si è fermato da Nestore, a Pilo, in Tessaglia e poi si è rivolto a Menelao re di Sparta, dove ha incontrato Elena, ritornata con il marito alla fine della guerra. Alla reggia Eumeo è riuscito a scoprire che i Proci stanno tramando un'imboscata per impedire il ritorno in patria di Telemaco, che costituisce per loro un pericolo perché successore legittimo sul trono di Itaca. Il giorno dopo Eumeo esce con i porci per farli pascolare in un bosco di querce. Sulle loro teste passa uno stormo di anatre selvatiche e Ulisse, preso l'arco del porcaro, lancia una freccia e colpisce un'anatra, che cade ai loro piedi. Eumeo rimane stupito, perché solo Ulisse sa colpire un'anatra in volo. Ulisse si accorge di assere stato sul punto di essere scoperto e decide di essere più prudente. Si giustifica solo dicendo di avere usato l'arco fin da quando era bambino e di aver imparato il suo uso proprio in guerra, a fianco del suo padrone. Vuole conoscere anche la sua storia ed Eumeo risponde di essere figlio di un principe di Schiro, venduto come schiavo a Laerte, padre di Ulisse, che gli ha assegnato il compito che svolge da anni con fedeltà a Itaca, ormai diventata la sua seconda patria. Tutti a Itaca avrebbero bisogno di Ulisse per allontanare i Proci che sono circa una cinquantina. Ulisse capisce

che da solo non riuscirebbe mai a sconfiggerli tutti. Intanto giunge da Eumeo suo figlio Telemaco. E' un giovane che assomiglia più alla madre che al padre e Ulisse gli si rivela subito, quando Eumeo è assente. Gli spiega che è vestito da mendicante perché vuole entrare alla reggia senza che nessuno sospetti di lui in modo da valutare la situazione e decidere il da farsi. Non vuole che Eumeo lo riconosca, pur essendogli fedele, perché teme che andando alla reggia a portare dei maiali come cibo per i Proci, possa farsi sfuggire qualcosa con Penelope, che deve rimanere all'oscuro di tutto. Anche Telemaco è d'accordo. Il giorno successivo Eumeo e Telemaco raggiungono la reggia in compagnia di Ulisse irriconoscibile, piegato su un bastone. Lungo la strada incontrano Melanzio il capraio che deride il mendicante e gli dà un calcio. Ulisse si frena per non farsi scoprire e mandare a monte il piano organizzato con il figlio. Giunto davanti alla reggia rivede ormai vecchio il suo cane Argo. Questo lo riconosce e per la commozione muore dopo aver guaito per salutare il ritorno del padrone. Dentro la sala della reggia i Proci stanno banchettando e Antinoo lo prende in giro ignaro del suo destino. Ulisse dentro di sé pensa che sarà il primo a morire.

Penelope Penelope aspetta con ansia il ritorno di Ulisse e non ha accettato si sposare nessuno dei Proci che si sono insediati nella reggia in attesa di una sua decisione. Finora li ha ingannati con la storia della tela, tessuta di giorno e disfatta di notte, ma non sa quanto ancora potrà resistere. Inoltre, anche se sposasse uno di loro, sarebbe comunque rovinoso per Itaca, perché ne deriverebbe una guerra tra i Proci stessi. Non ha mai accettato la partenza del marito per una guerra inutile, causata da Elena di Sparta, moglie di Menelao, fuggita con il troiano Paride e avrebbe voluto trattenere il marito, ma Ulisse non poteva non seguire l'esempio di tutti gli altri principi achei. Ora si sente sola e infelice. Ha sognato di essere vestita con una pesante corazza di bronzo e di tenere in mano una spada. Così nel sogno si presentava ai Proci, che fuggivano e la lasciavano libera. Non sa come interpretare il sogno e spera sempre nel ritorno del suo amato sposo. Pensa anche a Telemaco che è partito di nascosto in cerca di notizie del padre senza dirle nulla, come ha fatto Ulisse in partenza per Troia, convinto da Agamennone e Menelao a partire per una guerra che sarebbe durata al massimo un anno. Invece sono trascorsi vent'anni e Ulisse ancora non è tornato, mentre sono tornati già da molto tempo tanti eroi greci. Penelope teme che la fama e la gloria che hanno coperto il marito possano tenerlo lontano da un'isola piccola come Itaca e che lo spingano verso altre imprese eroiche, dimentico della moglie e del figlio. Quando giunge Eumeo alla reggia con due porci per il banchetto dei Proci, la informa che Telemaco è arrivato e che arriverà presto a casa. Penelope si sente in ansia per la sorte del figlio, consapevole che costituisce un pericolo per i pretendenti, anche se la rassicura il fatto che se qualcuno facesse del male a suo figlio, si alienerebbe la sua benevolenza.

Ulisse Ulisse entra nella grande sala e incontra un altro mendicante che gode dei favori dei Proci, Iro. Questi lo insulta perché vuole cacciarlo via e lo sfida a una lotta, inconsapevole di avere davanti a sé proprio Ulisse. I Proci ridono divertiti per lo spettacolo e vedono il mendicante togliersi il mantello e scoprire membra vigorose più di quanto si aspettassero. Iro colpisce Ulisse alla spalla, ma quest'ultimo lo atterra con un pugno sotto la mascella che gli fa sanguinare la bocca e lo caccia fuori a fare la guardia perché non entrino i cani. Con Telemaco si mette d'accordo per incontrare Penelope. Decide di incontrarla nella grande sala quando i Proci si sono allontanati e di avere una scarsa illuminazione, per paura che lei lo riconosca. Quando vede la regina davanti a sé rimane colpito dalla sua bellezza ed eleganza e si chiede chi le abbia regalato il papavero di lino rosso che porta appuntato sulla tunica di lino candida. Si aspettava una donna più segnata dalla sofferenza, mentre Penelope appare splendente nella sua bellezza e questo un po' lo fa ingelosire. Penelope chiede notizie sulla sua vita e lui racconta le stesse cose che ha inventato a Eumeo d'accordo con Telemaco, di essere un principe di Creta, fatto schiavo in Egitto e fuggito da una nave di pirati fenici e poi gli chiede come fosse vestito Ulisse al suo arrivo a Troia. Ulisse finge di concentrarsi su ricordi lontani e descrive la tunica rossa fermata da una fibbia d'oro che rappresenta un cane che tiene tra le zampe un cerbiatto. Si accorge che la regina è commossa, anche se non vuol darlo a intendere.

Penelope La regina accoglie alla reggia il mendicante portato da Telemaco e sinceramente si stupisce che il figlio, sempre così attento abbia portato alla reggia il primo vagabondo trovato per strada. Telemaco racconta alla madre che il mendicante è figlio di principi ed ha combattuto a Troia a fianco di suo padre. Le consiglia quindi di incontrarlo da sola nella sala della reggia dopo il tramonto. Penelope si veste come conviene a una regina e si appunta sull'abito bianco un papavero di lino rosso comperato da un mercante egizio, perché non vuole che il mendicante, allontanandosi da Itaca, sparga la voce che la regina non si presenta agli ospiti come conviene secondo il principio dell'ospitalità. Chiede quindi notizie al mendicante e gli chiede come fosse vestito il marito all'arrivo di Troia. Quando il mendicante descrive la tunica rossa che lei stessa ha tessuto e fermato con una fibbia d'oro, trattiene a stento le lacrime. Ormai è stanca dell'attesa e anche lo stratagemma della tela è stato scoperto dalla peggiore delle ancelle, Melanto, che ogni notte entra nel letto di Antinoo e gli confida tutto ciò che ha carpito della regina. E' quindi certa che presto dovrà decidere cosa fare con i pretendenti. Ulisse però, ance se vestito di stracci, non ha cambiato la voce e Penelope lo ha riconosciuto. Non capisce per quale motivo non le abbia confessato di essere tornato e non vuole far fallire un suo piano, conoscendo l'astuzia del marito, ma anche lei è una donna abile pronta a fingere di non

sapere chi abbia davanti. Ulisse Ulisse è certo che la moglie non l'abbia riconosciuto e accetta volentieri i panni puliti e il giaciglio che la regina gli offre. E' contento anche che a lavargli i piedi in segno di ospitalità sia proprio Euriclea, la sua nutrice e Ulisse deve fingere di essere onorato di farsi lavare i piedi dalla persona che li ha lavati al re di Itaca. Quando la nutrice raggiunge il polpaccio però si accorge di una cicatrice che Ulisse ha vicino al ginocchio, lasciata da un cinghiale quando da giovinetto ha partecipato ad una caccia al cinghiale nei boschi del nonno Autolico. Ulisse le mette subito la mano sulla bocca e con gli occhi le fa cenno di tacere e la nutrice conferma con un segno del capo che è ferma di testa e di cuore e rispetterà la volontà del suo re. Ulisse continua il dialogo con la regina che non chiede mai le ultime notizie del marito, ma solo i ricordi più lontani riferiti alla guerra a Troia. Ulisse si chiede per quale motivo a Penelope non importi sapere se sia ancora vivo e non sa trovare una spiegazione. Poi si ritira nel suo giaciglio di pelle di capre coperto da una coperta di lana e ascolta inorridito le grida di piacere delle ancelle infedeli che si incontrano di notte con i Proci alle spalle della regina. Penelope Penelope è adirata con il marito perché non le ha rivelato di essere tornato, come se non si fidasse di lei, come se le disavventure accorsegli nel viaggio di ritorno lo avessero reso prudente anche con la moglie. Non sa se ascoltare le parole del marito che, per metterla alla prova, le ha confessato di aver sentito dire dalle ancelle che Antinoo, il più forte dei Proci, la notte salga nelle stanze superiori ed entri nel letto della regina. La regina

difende il proprio onore, ma fa correre voce che sta

preparando una gara per scegliere il suo sposo. Ulisse Ulisse ha fatto nascondere dal figlio Telemaco tutte le armi dei Proci con la scusa di lucidarle e si accorge che anche Penelope ha notato questa decisione del figlio, come se sospettasse qualcosa. Per questo racconta al marito il sogno di un'aquila che è entrata nella sala del palazzo dove stavano mangiando dodici oche dalle piume candide e le ha uccise tutte. Poi la stessa aquila è volata davanti alla regina spiegandole che le oche altri non sono che i Proci che saranno uccisi da Ulisse al suo ritorno. Anche l'idea della gara con l'arco lo incuriosisce perché non riesce a capirne il significato. Forse Penelope sta veramente pensando di sposarsi con uno dei pretendenti, sicuramente Antinoo che è il più forte di tutti e che sembra il suo favorito oppure è sicura che nessuno riuscirà a vincere la gara e il matrimonio sarà rimandato? La gara consiste infatti nel far passare una freccia attraverso gli anelli di dodici scuri allineate tendendo l'arco di Ulisse e solo lui tra i principi delle isole vicine riusciva nell'impresa. Ulisse si sente pieno di dubbi e insicuro più che in ogni altra occasione. Ha sconfitto con l'astuzia i mostri che ha incontrato, ma non riesce a capire Penelope.

Arriva alla reggia il turpe Melanzio con quattro capre da uccidere per il banchetto dei Proci e poi giungono anche Eumeo con due porci e Filezio, l'allevatore di buoi, anche lui fedele al suo re, con una mucca da sacrificare. Gli animali vengono uccisi, le carni arrostite e Telemaco offre vino e cibo al padre, facendolo sedere al suo fianco. Questo scatena le risate dei Proci, che ancora non hanno riconosciuto che sia veramente il mendicante. Uno di loro, Teoclimeno ubriaco inveisce contro gli altri Proci, chiamandoli stolti perché non sanno che presto il loro sangue scorrerà per mano di Ulisse. Tutti si mettono a ridere per le sue parole insensate. Ulisse è sempre più confuso, perché non sa dare una spiegazione al comportamento enigmatico della moglie. Non vuole cedere alle provocazioni di una giovane ancella e si chiede come mai Penelope abbia accettato di tenere ancora al suo servizio le ancelle più licenziose. Penelope La regina è inquieta perché gli eventi stanno precipitando. Ha apprezzato il coraggio del figlio di far fronte ai Proci e sa in cuor suo che le parole di Teoclimeno sono veritiere, perché Ulisse è lì tra loro e li sta osservando, così decide di essere lei a indire la gara con l'arco per calmare gli animi. Indossa una clamide di lino e un manto azzurro ornata della collana di lapislazzuli che Ctesippo, uno dei Proci, le ha donato come parziale pagamento degli animali che tutti i giorni sono uccisi per i pretendenti, senza contare il vino delle grotte e l'olio dei frantoi. Euriclea si stupisce che Penelope curi così tanto la sua persona, ma la regina le risponde che indice la gara per porre fine allo sperpero del patrimonio dell'isola. Presenta ai Proci in cosa consista la gara, offrendo se stessa come premio per il vincitore. Il primo a tirare la freccia sarà però Telemaco, perché è il legittimo erede e se riuscirà a uguagliare il padre tutti i pretendenti se ne andranno e Telemaco regnerà come unico sovrano, visto che la speranza di rivedere Ulisse si sta spegnendo giorno dopo giorno. Telemaco per tre volte tenta di tendere l'arco e al quarto tentativo rinuncia alla gara, incolpando la sua giovane età. Ulisse Penelope ha parlato ai Proci dicendo che Ulisse può essere morto in mare oppure non desidera tornare. Questo gli fa capire che sono passati troppi anni e anche le sue forze potrebbero non essere più all'altezza della prova. Anche lui potrebbe non essere più in grado di tendere l'arco e se fosse così si rimetterebbe in viaggio e lascerebbe Itaca senza farsi riconoscere. Il primo dei pretendenti a tendere l'arco è Leonde, ma non riesce. Antinoo li dispone secondo l'ordine in cui devono gareggiare, ma nessuno riesce. Dopo che i primi dieci Proci hanno fallito, Ulisse esce dalla sala e incontra il porcaro Eumeo con Filezio. A loro chiede se sarebbero disposti ad aiutare Ulisse nella sua vendetta se lui tornasse. I due uomini fedeli rispondono che sarebbe per loro un onore fare questo per il loro padrone. Allora Ulisse si rivela e chiede il loro aiuto. Una volta rientrati nella sala devono chiudere con i chiavistelli tutte le uscite, in modo che nessuno dei Proci si possa salvare. Poi devono far uscire le ancelle, perché lo spettacolo della strage non è adatto ai loro occhi. Intanto la

gara prosegue e arrivano gli ultimi due contendenti, Eurimaco e Antinoo, ma nemmeno loro riescono. Antinoo propone ai principi di ritentare tutti il giorno successivo, quando i fumi del vino saranno spariti dalle loro membra. A questo punto Ulisse chiede alla regina di voler provare lui a tirare con l'arco. I Proci ridono, ma Penelope accetta la proposta, motivando la sua scelta con il fatto di offrire al mendicante, nato da nobile famiglia, la possibilità di riscattare la sua condizione. Se dovesse superare la prova avrà come premio vesti nuove, delle armi in bronzo e dei calzari in cuoio, perché quando una persona viaggia per molti anni poi non riesce più ad adattarsi ad una vita a casa e dimentica anche gli affetti più cari pur di continuare le sue peregrinazioni e i calzari di cuoio sono molto utili. Ulisse viene assalito dal dubbio che la regina pensi questo anche del marito, che non è tornato dopo tanti anni. Si sente insicuro come non lo è mai stato. Penelope Penelope si sente in colpa per quello che ha detto, facendo riferimento al vagabondare che allontana il pensiero degli uomini dalla loro patria e si sente sempre più ferita perché Ulisse non ha avuto fiducia in lei. Decide di assistere alla gara spiando dietro la tenda dall'alto della sala. Ulisse Ulisse prende tra le mani l'arco, lo tende lo pizzica come una cetra e poi aggiusta il tiro. Posiziona la freccia e la scocca. La freccia passa attraverso i dodici anelli e poi colpisce la colonna dalla parte opposta. I Proci rimangono senza parole. Ulisse, in piedi, dice loro che avranno ancora poto tempo per mangiare e bere nella sua reggia e corteggiare la moglie, e così dicendo uccide per primo Antinoo, trapassandogli la gola. I Proci si rendono conto di chi sia il mendicante e chiedono pietà, dichiarandosi disposti ad abbandonare la reggia e ripagarlo di ciò che hanno consumato, ma l'ira di Ulisse è atroce e a uno a uno colpisce tutti i pretendenti, con l'aiuto di Telemaco e dei due mandriani, Eumeo e Filezio. Melanzio cerca di procurare delle armi ai Proci superstiti, ma viene fermato da Eumeo e Filezio che lo appendono con mani e piedi legati a una trave. Ulisse ordina poi di chiamare le ancelle infedeli perché ripuliscano la sala dai cadaveri e la disinfettino con lo zolfo e si siede ad aspettare Penelope. Telemaco ordina invece che le dodici ancelle infedeli siano impiccate nel cortile con una corda per vendicarsi di tutti i torti subiti. Penelope Mentre Ulisse e telemaco stanno uccidendo i Proci, Penelope inorridisce alla vista di tanto sangue. Euriclea la raggiunge e la prepara all'incontro con Ulisse, dicendole che il marito è tornato e sta vendicando il suo onore e il posto di re di Itaca. La regina impassibile risponde ad Euriclea che lo sconosciuto non può essere Ulisse, perché l'avrebbe riconosciuto anche coperto di stracci. La nutrice le confessa di aver visto la cicatrice sul ginocchio procurata ad Ulisse da un cinghiale, ma Penelope ribatte che molti cacciatori sono feriti al ginocchio da un cinghiale, perché è il punto che l'animale raggiunge per primo. Promette di consegnare allo sconosciuto vesti nuove, un mantello e

dei calzari di cuoio perché possa continuare il proprio pellegrinaggio dopo aver lasciato Itaca. Euriclea è sconcertata e non sa come convincere la sua regina che lo straniero è veramente Ulisse. Allora, come ultimo argomento, Penelope le risponde che Ulisse si sarebbe rivelato subito a lei perché di lei si fidava, mentre questo sconosciuto di lei non si è fidato e per questo, pur essendo forte e abile con l'arco, non può essere il re di Itaca e non può sperare di diventarlo. Il vero Ulisse non si sarebbe mai comportato in modo così offensivo con lei. Indossa quindi la sua tunica più bella con un manto a frange dorate e indossa la collana di lapislazzuli di Ctesippo, nonostante la nutrice le abbia consigliato di non indossarla, non essendo un dono del marito. Ulisse Ulisse aspetta la moglie e quando Penelope gli compare davanti bella come sempre le confessa di averla ricordata in tutti questi anni, sia durante la guerra di Troia che durante i suoi viaggi. Poi scoppia in lacrime, che cadono copiose sa quando è sbarcato a Itaca. Penelope rimane impassibile e quando vede il marito piangere risponde che Ulisse non avrebbe mai pianto e che quindi lui è un impostore, che ha conosciuto sicuramente il vero Ulisse e gli ha carpito i segreti, parlando la notte sotto le mura di Troia assediata, ma lei non crede che lui sia il re di Itaca. Ulisse chiede allora le vesti e i calzari di cuoio, ma non sono ancora stati confeziona...


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