L\' Orlando Furioso, parafrasi e commento canti 1,19, 23,29,30,33,34 PDF

Title L\' Orlando Furioso, parafrasi e commento canti 1,19, 23,29,30,33,34
Author Verdiana Delle Vedove
Course Letteratura italiana I 
Institution Università degli Studi di Udine
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Summary

parafrasi e commento canti trattati a lezione dal prof. Del Ben...


Description

L’ ORLANDO FURIOSO CANTO

PARAFRASI

COMMENTO

1 CHIASMO: struttura a x Io vi racconterò delle donne, dei cavalieri, delle battaglie, degli amori e dei gesti di magnaminità, che successero al tempo in cui i Mori dell’Africa attraversarono il mare, e provocarono tanti mali in Francia, seguendo l’ira e i furori giovanili del loro re Agramante, che voleva vendicare la morte di suo padre Troiano contro il re Carlo, imperatore romano.

1 C e una dedica sotto il titolo. Parola donno= dominus= signore, come marca di nobiltà. Ariosto si sminuisce e si chiama messere. Messere per gente comune, signor per gli aristocratici. Inizio proemiale, dice già la materia del raccontoguerra di vendetta, non di religione Invenzione di Boiardo nel secondo libro dell’orlando innamorato.

CANTO1 1 Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori, le cortesie, l'audaci imprese io canto, che furo al tempo che passaro i Mori d'Africa il mare, e in Francia nocquer tanto, seguendo l'ire e i giovenil furori d'Agramante lor re, che si diè vanto di vendicar la morte di Troiano sopra re Carlo imperator romano.

Cortesie: parole importanti perché sono descrittive di un tempo, non solo sinonimi. Cortesia era alta nobiltà d animo! Le cortesie sono i gesti di altezza d animo, di magnanimità. Inizio ricorda Virgilio e Dante nel purgatorio versi 109-110. 2 Dirò d'Orlando in un medesmo tratto cosa non detta in prosa mai, né in rima: che per amor venne in furore e matto, d'uom che sì saggio era stimato prima; se da colei che tal quasi m'ha fatto, che 'l poco ingegno ad or ad or mi lima, me ne sarà però tanto concesso, che mi basti a finir quanto ho promesso.

3 Piacciavi, generosa Erculea prole, ornamento e splendor del secol nostro, Ippolito, aggradir questo che vuole e darvi sol può l'umil servo vostro. Quel ch'io vi debbo, posso di parole pagare in parte e d'opera d'inchiostro; né che poco io vi dia da imputar sono, che quanto io posso dar, tutto vi dono.

2 Vi racconterò contemporaneamente insieme agli amori le armi di quando i mori hanno portato la guerra, di qualcosa che non è mai stato scritto prima. Per colpa dell’amore Orlando è diventato un matto furioso. Da uomo che era considerato prima tanto savio. (metamorfosi sconvolgente, un personaggio è del tutto cambiato.) Se quello che mi ha fatto diventare matto mi lascia un po' di cervello allora riuscirò a finire l’opera che mi cingo a scrivere e che ho appena presentato.

2 In furore e matto: no sinonimi. Significa un matto non calmo ma esagitato, perché è furente. Divisa in due nuclei tematici. Follia di Orlando e apertura di una finestra (ricorda in maniera non esplicita Alessandra Benucci) Furore e matto non sono sinonimi fu preso dal furore e diventò matto

3 Spero che sarete contento, Ippolito discendente di Ercole, ornamento e luce del nostro secolo. Io spero che vi piaccia gradire questo che voglio e

3 Atteggiamento di saluto verso Ippolito e captatio benevolentiae= cattura delle benevolenze. Il cenno verso Ippolito è un cenno

4 Voi sentirete fra i più degni eroi, che nominar con laude m'apparecchio, ricordar quel Ruggier, che fu di voi e de' vostri avi illustri il ceppo vecchio. L'alto valore e' chiari gesti suoi vi farò udir, se voi mi date orecchio, e vostri alti pensieri cedino un poco, sì che tra lor miei versi abbiano loco.

5 Orlando, che gran tempo innamorato fu de la bella Angelica, e per lei in India, in Media, in Tartaria lasciato avea infiniti ed immortal trofei, in Ponente con essa era tornato, dove sotto i gran monti Pirenei con la gente di Francia e de Lamagna re Carlo era attendato alla campagna,

6 per far al re Marsilio e al re Agramante battersi ancor del folle ardir la guancia, d'aver condotto, l'un, d'Africa quante genti erano atte a portar spada e lancia; l'altro, d'aver spinta la Spagna inante a destruzion del bel regno di Francia. E così Orlando arrivò quivi a punto: ma tosto si pentì d'esservi giunto:

7 Che vi fu tolta la sua donna poi: ecco il giudicio uman come spesso erra! Quella che dagli esperi ai liti eoi avea difesa con sì lunga guerra, or tolta gli è fra tanti amici suoi, senza spada adoprar, ne la sua terra. Il savio imperator, ch'estinguer volse un grave incendio, fu che gli la tolse.

8 Nata pochi dì inanzi era una gara tra il conte Orlando e il suo cugin Rinaldo, che entrambi avean per la bellezza rara

posso darti, io tuo umile servo. Quello che io vi devo posso pagare in parte solo con le parole e la scrittura. (Molto modesto) sono da essere accusato di darvi poco, perché tutto quello che ho ve lo dono.

di grande rispetto e amore, con formule molto comuni.

4 voi sentirete tra tutti gli eroi di maggior valore che mi appresto a nominare con apprezzamento, sentirete ricordare quel Ruggero che fu di voi e dei vostri celebri antenati il capo stipite. L alto valore e i suoi gesti celebri vi farò ascoltare, se potete ascoltarmi e le vostre importanti responsabilità si rilassino un poco così che i miei versi fra loro trovino spazio.

4 Parte più proemiale. Ruggero tradizionalmente è discendente da astianatte (figlio di Ettore), antenato della stirpe degli estensi sposando Bradamante.

5 Orlando per grande tempo era rimasto innamorato della bella Angelica, e per lei in India in media e in Tartaria aveva vinto infiniti combattimenti e aveva guadagnato una fama immortale e con lei era tornato in occidente, sotto i grandi monti Pirenei con gli eserciti dei popoli di Francia e Germania e li re Carlo era accampato.

5 59 riassunto delle vicende dell’orlando INDIA: sud continente indiano, Silon, Malesia MEDIA: Persia, area a sud del mar Caspio TARTARIA: Ubekistan, regno di Agricane grande rivale di Orlando. LAMAGNA: alemagna, cioè Germania

6 Con lo scopo di far pentire ancora una volta (battersi la guancia= in segno di pentimento) il re Marsilio e il re Agramante l’uno di aver condotto dall’Africa chi era in grado di combattere e l’altro di aver spinto la Spagna contro la Francia. E qui arrivò Orlando: ma subito si pentì di esservi andato

6 Riconoscimento delle caratteristiche geografiche e storiche del poema o fantasie politiche all’interno del poema. Per dare le informazioni usa la geografia antica, che però era lacunosa (tra quando nasce e muore Ariosto i portoghesi passano il capo di buona speranza è Pizarro conquista il Perù.. occidentali pensavano che il mondo fosse più piccolo).

7 perché qui gli fu tolta la sua donna: ecco come il giudizio umano spesso sbaglia. colei che dalle coste occidentali a

7 Giudizio umano erra: DISILLUSIONE DI ARIOSTO (come Petrarca) IRONIA: inizia una serie di rovesciamenti della situazione

d'amoroso disio l'animo caldo. Carlo, che non avea tal lite cara, che gli rendea l'aiuto lor men saldo, questa donzella, che la causa n'era, tolse, e diè in mano al duca di Bavera;

9 in premio promettendola a quel d'essi, ch'in quel conflitto, in quella gran giornata, degl'infideli più copia uccidessi, e di sua man prestasse opra più grata. Contrari ai voti poi furo i successi; ch'in fuga andò la gente battezzata, e con molti altri fu 'l duca prigione, e restò abbandonato il padiglione.

10 Dove, poi che rimase la donzella ch'esser dovea del vincitor mercede, inanzi al caso era salita in sella, e quando bisognò le spalle diede, presaga che quel giorno esser rubella dovea Fortuna alla cristiana fede: entrò in un bosco, e ne la stretta via rincontrò un cavallier ch'a piè venìa.

11 Indosso la corazza, l'elmo in testa, la spada al fianco, e in braccio avea lo scudo; e più leggier correa per la foresta, ch'al pallio rosso il villan mezzo ignudo. Timida pastorella mai sì presta non volse piede inanzi a serpe crudo, come Angelica tosto il freno torse, che del guerrier, ch'a piè venìa, s'accorse.

12 Era costui quel paladin gagliardo, figliuol d'Amon, signor di Montalbano, a cui pur dianzi il suo destrier Baiardo per strano caso uscito era di mano. Come alla donna egli drizzò lo sguardo, riconobbe, quantunque di lontano,

quelle orientali aveva difeso con tanta lotta, ora gli è portata via fra tanti amici, a casa sua (tornato vicino al suo re), senza dover combattere. Il savio imperatore che voleva spegnere l incendio ( la contesa tra Orlando e Rinaldo) fu colui che gliela portò via.

8 pochi giorni prima era nata una contesa tra il conte Orlando e suo cugino Rinaldo ed entrambi avevano per l eccezionale bellezza di Angelica l animo in fiamma di desiderio amoroso. Perciò Carlo, a cui non piaceva questa lite, dato che rendeva l aiuto dei due paladini meno affidabile/solido, porto via questa fanciulla che era la causa di questa lite e l affidò a Namo duca di Baviera.

8 Namo, valoroso guerriero e saggio consigliere dell’imperatore

9 promettendole in premio a quello dei due che in quella grande battaglia uccidesse più numero di infedeli, e fosse più utile in battaglia. Poi successe il contrario di quanto sperato, perché i cristiani furono messi in fuga e con tanti altri fu fatto prigioniero il duca Namo e la tenda rimase abbandonata.

9 UCCIDESSI: congiuntivo analogico in -i e non in -e (uccidesse) PADIGLIONE: tenda da campo di grandi dimensioni

10 Dove (nel padiglione), dopo che la donzella doveva essere ricompensa del vincitore era rimasta, trovandosi nella situazione di essere rimasta sola era montata a cavallo e quando fu il caso immediatamente fuggì, con il presagio/avendo capito che quel giorno fortuna doveva essere ribelle alla fede cristiana: entro in un bosco e sullo stretto sentiero incontra un cavaliere che stava venendo a piedi.

10 Si entra nel vivo della narrazione!

11 questo cavalieri aveva addosso l’armatura, l’elmo in testa e la spada al fianco e lo scudo al braccio;

11 Angelica riconosce immediatamente Rinaldo perché portano delle insegne riconoscibili

l'angelico sembiante e quel bel volto ch'all'amorose reti il tenea involto.

13 La donna il palafreno a dietro volta, e per la selva a tutta briglia il caccia; né per la rara più che per la folta, la più sicura e miglior via procaccia: ma pallida, tremando, e di sé tolta, lascia cura al destrier che la via faccia. Di sù di giù, ne l'alta selva fiera tanto girò, che venne a una riviera.

14 Su la riviera Ferraù trovosse di sudor pieno e tutto polveroso. Da la battaglia dianzi lo rimosse un gran disio di bere e di riposo; e poi, mal grado suo, quivi fermosse, perché, de l'acqua ingordo e frettoloso, l'elmo nel fiume si lasciò cadere, né l'avea potuto anco riavere.

15 Quanto potea più forte, ne veniva gridando la donzella ispaventata. A quella voce salta in su la riva il Saracino, e nel viso la guata; e la conosce subito ch'arriva, ben che di timor pallida e turbata, e sien più dì che non n'udì novella, che senza dubbio ell'è Angelica bella. 16 E perché era cortese, e n'avea forse non men de' dui cugini il petto caldo, l'aiuto che potea tutto le porse, pur come avesse l'elmo, ardito e baldo: trasse la spada, e minacciando corse dove poco di lui temea Rinaldo. Più volte s'eran già non pur veduti, m'al paragon de l'arme conosciuti.

17 Cominciar quivi una crudel battaglia, come a piè si trovar, coi brandi ignudi: non che le piastre e la minuta maglia, ma ai colpi lor non reggerian gl'incudi. Or, mentre l'un con l'altro si travaglia, bisogna al palafren che 'l passo studi; che quanto può menar de le calcagna, colei lo caccia al bosco e alla campagna.

correva per la foresta più leggero del contadino mezzo nudo che correva al palio rosso (anche con quell’armatura addosso era più veloce del vincitore della corsa a piedi delle tradizionali corse, che correva il più leggero possibile. Mostra l’eccezionalità del paladino) Non fu così veloce come Angelica che subito tolse il freno e il morso quando si accorse del guerriero che stava venendo a piedi.

Tradizione di corsa a cavallo e a piedi. Per il vincitore della corsa a cavallo davano un palio verde (colore che in Europa non si riusciva a fare) per quello a piedi un panno rosso.

12 era costui che veniva a piedi quel possente paladino figlio di Amone, signore di Montalbano, a cui poco prima il suo destriero Baiardo gli era fuggito. Appena guardo la donna, riconobbe, anche se da lontano, l aspetto angelico e il bel viso che lo teneva catturato nella rete d amore.

12 DESTRIERO: cavallo degli uomini d’arme (grande valore) grande, forte, addestrato (garantisce la vita al cavaliere) Destriero e palafreno vengono usati senza differenza da Ariosto.

13 Angelica gira il palafreno e a briglia sciolta lo fa correre (a tutta velocità) per la foresta; né sceglie la via più sicura e migliore né per la Vegetazione rada ne per la folta. Ma fuori di sé lascia che sia il destriero a scegliere il percorso. In alto e in basso, nella profonda selvaggia selva, tanto girò che si ritrovò sulla riva.

13 PALAFRENO: cavallo da parata (più bello) Di su e di giù: Dante V canto inferno RIVIERA: francesismo, fiume.

14 sulla riva trovò ferraú, pieno di sudore e di polvere. Dalla battaglia lo aveva fatto muovere un grande desiderio di bere e di riposo e contro la sua volontà quo si fermò perché essendo assetato e di fretta lascio cadere l elmo nel fiume, né era riuscito ancora a recuperarlo.

15 Angelica spaventata grida quanto più forte che può. A quella voce il saraceno si sposta dalla sponda a un po’ più su e la guarda in viso, la riconosce subito che arriva anche se

14 Ferraù è il nipote di Marsilio e avversario formidabile di Orlando, uccide il fratello di Angelica

15 SIEN: congiuntivo lodato da Bembo, più musicale

18 Poi che s'affaticar gran pezzo invano i dui guerrier per por l'un l'altro sotto, quando non meno era con l'arme in mano questo di quel, né quel di questo dotto; fu primiero il signor di Montalbano, ch'al cavallier di Spagna fece motto, sì come quel ch'ha nel cuor tanto fuoco, che tutto n'arde e non ritrova loco.

19 Disse al pagan: - Me sol creduto avrai, e pur avrai te meco ancora offeso: se questo avvien perché i fulgenti rai del nuovo sol t'abbino il petto acceso, di farmi qui tardar che guadagno hai? che quando ancor tu m'abbi morto o preso, non però tua la bella donna fia; che, mentre noi tardiam, se ne va via.

20 Quanto fia meglio, amandola tu ancora, che tu le venga a traversar la strada, a ritenerla e farle far dimora, prima che più lontana se ne vada! Come l'avremo in potestate, allora di chi esser de' si provi con la spada: non so altrimenti, dopo un lungo affanno, che possa riuscirci altro che danno.

21 Al pagan la proposta non dispiacque: così fu differita la tenzone; e tal tregua tra lor subito nacque, sì l'odio e l'ira va in oblivione, che 'l pagano al partir da le fresche acque non lasciò a piedi il buon figliuol d'Amone: con preghi invita, ed al fin toglie in groppa, e per l'orme d'Angelica galoppa.

22 Oh gran bontà de' cavallieri antiqui! Eran rivali, eran di fé diversi, e si sentian degli aspri colpi iniqui

per la paura è pallida e sconvolta e la riconosce anche se sono molto giorni che non ha sue notizie, senza dubbio è l Angelica bella. 16 e poiché era un perfetto cavaliere e non era meno innamorato dei due cugini, le porse tutto l aiuto che poteva. Audace e baldo, pur non avendo l elmo in testa, sfoderò la spada e corse minacciando verso Rinaldo che non aveva paura di lui. Non solo si erano già visto molte volte, ma gia si erano affrontati con le armi in mano.

17 iniziarono qui un duello feroce anche se si trovarono così a piedi, con le spade sfoderate: ai loro colpi non reggerebbero le incudini e tanto meno l armatura di piastra e la cotta di maglia. Mentre i due si combattono, Bisogna che il palafreno aumenti il passo, che quando gli da dei colpi di calcagno corre a tutta velocità nel bosco e nella campagna. 18 dopo che si affaticarono a lungo senza risultato i due cavalieri l uno per sopraffare l altro, ma non era uno meno dell altro a combattere con l arma in mano, ne questo era meno dotto dell’altro nell arte del combattere, fu per primo Rinaldo che al moro di Spagna disse così come quello che sente dentro di se talmente forte la fiamma dell amore che non ritrova pace.

19 disse al saraceno : " avrai creduto di danneggiare soltanto me, e invece, insieme a me, danneggi anche te stesso! E se questo avviene perché lo splendore degli occhi di Angelica ti abbiano fatto innamorare, di farmi tardare qua che cosa ci guadagni? (Ci stiamo danneggiando tutti e due) che anche nel caso tu mi abbia ucciso o catturato non perciò la bella donna

16 CORTESE: perfetto cavaliere, se la donzella è in pericolo deve intervenire DUI: si usa duo per maschi e due per femmine Rinaldo segue angelica

17 Primo duello condizione fondamentale: si conoscono CARATTERISTICA PRINCIPALE DI ANGELICA È LA FUGA

18 NON RITROVA LOCO: l’urgenza delle pene d’amore rende evidente al paladino che combattere mentre Angelica fugge è solo una gran perdita di tempo.

19 Mentre combattono Angelica se ne va.

per tutta la persona anco dolersi; e pur per selve oscure e calli obliqui insieme van senza sospetto aversi. Da quattro sproni il destrier punto arriva ove una strada in due si dipartiva.

23 E come quei che non sapean se l'una o l'altra via facesse la donzella (però che senza differenza alcuna apparia in amendue l'orma novella), si messero ad arbitrio di fortuna, Rinaldo a questa, il Saracino a quella. Pel bosco Ferraù molto s'avvolse, e ritrovossi al fine onde si tolse.

24 Pur si ritrova ancor su la rivera, là dove l'elmo gli cascò ne l'onde. Poi che la donna ritrovar non spera, per aver l'elmo che 'l fiume gli asconde, in quella parte onde caduto gli era discende ne l'estreme umide sponde: ma quello era sì fitto ne la sabbia, che molto avrà da far prima che l'abbia.

Riassunto 25 – 32. Nell acqua gli compare lo spettro di Argalia, il fratello di Angelica venuto con lei alla corte di Carlo Magno per catturare con la proprio magica lancia d’oro tutti i cavalieri d’Occidente, ma presto ucciso in duello da Ferraù. In punto di morte aveva ottenuto da Ferraù d’esser gettato tutto armato in un fiume, ma gli aveva anche concesso di usare il proprio elmo per non farsi riconoscere dai cristiani, a patto che tornasse dopo quattro giorni a gettarlo nel fiume. Egli gli dice che se vuole un elmo formidabile di prendersi o l elmo di Orlando o di Rinaldo e lui sceglie Orlando. 33 Fugge tra selve spaventose e scure, per lochi inabitati, ermi e selvaggi. Il mover de le frondi e di verzure, che di cerri sentia, d'olmi e di faggi, fatto le avea con subite paure trovar di qua di là strani viaggi; ch'ad ogni ombra veduta o in monte o in valle,

sarà tua, che mente noi tardiamo lei scappa 20 20 quanto sarà meglio, se l ami ancora, che tu le sbarri la strada e che la trattieni prima che si allontani di più. Quando sarà nelle nostre mani allora si decida con il duello di chi deve essere. Altrimenti non saprei dopo questa lunga fatica (prosecuzione del duello) che noi non possiamo ottenere altro che danno".

21 a ferraú la proposta piacque cosi la sfida venne rinviata e subito inizio la tregua tra loro, cosi l odio e la rabbia vanno in dimenticanza/ vengono dimenticati, così che il pagano (ferraú) quando parte dalle rive del torrente fece montare a cavallo Rinaldo: lo invita con preghiere e a questo scopo lo prende in groppa e si lanciano al galoppo sulle orme di Angelica.

22 oh grande bontà dei cavalieri del passato! Erano nemici, erano di fedi diverse, e si sentivano ancora i dolori dei forti colpi dannosi per tutto il corpo, e pur malgrado cio per selve oscure o sentieri trasversi, vanno insieme con perfetta fede reciproca. Il destriero pungolato da quattro speroni giunge dove una strada si diforca.

23 e come quelli che non sapevano quale fosse la via percors...


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