La Bisbetica Domata (introduzione, riassunto, temi e personaggi) PDF

Title La Bisbetica Domata (introduzione, riassunto, temi e personaggi)
Author KG iulio
Course Letteratura Inglese II
Institution Università degli Studi di Napoli L'Orientale
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William Shakespeare La bisbetica domata Introduzione La commedia “The Taming of the Shrew” appartiene al primo periodo, il periodo cosiddetto “sperimentale”, della produzione teatrale di Shakespeare. Essa apparve pubblicata a stampa per la prima volta nell’in-folio del 1623, ma incerta è la data di produzione: la critica più recente la colloca prima del 1592, e cioè prima della chiusura dei teatri di Londra a causa della peste e del conseguente scioglimento della Compagnia degli attori del conte di Pembroke. Questa datazione è stata per lungo tempo controversa, per due ragioni: la prima è che il titolo non figura tra i lavori attribuiti a Shakespeare in quella specie di antologia/panorama della letteratura inglese contemporanea che sono i “Palladis Tamia” (“I doni di Minerva”) del 1598; la seconda è che, alla riapertura dei teatri, comparve sulla scena dei teatri londinesi una commedia, d’autore anonimo, dal titolo “The Taming of a Shrew”, ciò che fece arguire che da quella Shakespeare avesse tratto la sua. Ma una più approfondita analisi dei due testi ha condotto alla conclusione opposta: che cioè l’anonima “The Taming of a Shrew” non fosse che una rozza e fraudolenta imitazione dell’originale shakespeariano, con alcune varianti nella collocazione scenica (nell’antica Atene, invece che nella Padova contemporanea), nella caratterizzazione dei personaggi, nell’epilogo della vicenda del calderaio Sly; oltre, soprattutto, alla disparità del livello stilistico. La struttura della commedia è basata sul tipico gioco del “teatro nel teatro”: un prologo/introduzione crea il presupposto, la “cornice” per una vicenda “interna” alla situazione da esso fittiziamente creata. In questo prologo, il calderaio Cristoforo Lenza (Sly), trovato ubriaco mentre dorme su una panca all’esterno di un’osteria, è trasportato di peso in casa di un signore che ci si vuol divertire. Lenza, al risveglio, ritrovatosi in un ambiente lussuoso, circondato da servi premurosi, si crede diventato veramente il gran signore che questi gli vogliono far credere, e in questa veste lo si fa assistere ad una recita in cui una ragazza bisbetica e indiavolata finisce per essere addomesticata da un marito più cocciuto e più deciso di lei. È il tema del mendicante/signore, che si rifà palesemente ad una delle novelle della famosa raccolta araba delle “Mille e una notte”, laddove il califfo Harun-el-Ashid fa lo stesso gioco col mendicante Abu Assan. È dubbio però che Shakespeare la potesse conoscere: una versione latina della raccolta circolava in Inghilterra all’epoca, ma Shakespeare, come testimonia il suo amico Jonson, “sapeva poco di latino”. L’ipotesi più probabile – secondo il Melchiori – è che “l’autore o gli autori ne avessero sentita una versione orale”. La seconda vicenda, quella “interna”, e che forma il corpo della commedia, è presentata come una recita allestita nel palazzo in onore del calderaio/signore: una bizzosa e selvatica Caterina è conquistata e addomesticata dal giovane Petruccio, cacciatore di doti, venuta a Padova da Verona “per trovare di che accasarmi bene”. Shakespeare lascia senza conclusione l’episodio introdotto dal prologo, che invece il copione della sua falsa copia sopraddetta conclude con una scena finale, dove il

calderaio Sly (il nome è lo stesso nei due lavori) è ritrasportato di peso nel luogo dove era stato trovato a dormire ubriaco al principio, e dal dialogo tra lui e uno sguattero, che lo sveglia, si capisce – e solo allora – che tutto quello che è apparso sulla scena non era che un sogno; dal quale il calderaio trae la sua morale: di aver imparato, cioè, i modi per “addomesticare” una donna bisbetica, e si propone di applicare subito la ricetta alla moglie, nel caso che questa, al suo ritorno a casa, faccia tanto da alzare la voce per la nottata da lui trascorsa fuori.

Riassunto Prologo, Scena 1 In un’osteria, il calderaio Christopher Sly, ubriaco, viene gettato in mezzo alla strada dall'ostessa della taverna dopo aver rotto dei bicchieri che rifiuta di pagare. Sly si addormenta ubriaco su una panca. Arriva all’osteria un signore, di ritorno dalla caccia col suo seguito, trova l’ubriaco addormentato e, disgustato dalla vista indecente di Sly, decide di fargli uno scherzo: portarlo a casa sua e al suo risveglio, farlo trattare da tutti come un nobile signore costretto a letto a causa della sua infermità. Lo portano a casa. Arriva una compagnia di attori che chiede ospitalità in cambio della rappresentazione di una commedia, il Signore li ospita volentieri. Ordina al suo servo, Bartolomeo, di vestirsi da dama e fingersi la moglie di Sly e ai servi di continuare la messinscena. Prologo, Scena 2 Sly si risveglia e i servi lo convincono che ha dormito per quindici anni, vittima di una malattia che lo porta a dimenticarsi di se stesso e parlare di un immaginario Christopher Sly che in realtà non esiste, e ciò che lui crede di aver vissuto in realtà non è che un sogno. Lui all’inizio è intontito e confuso, ma ingannato dal bere e lusingato dall'essere davvero un nobile, rinnega se stesso e alla fine accetta di buon grado questa versione dei fatti. Entra la sua finta moglie e Sly cerca subito di portarsela a letto, il servo riesce ad evitare le sue attenzioni dicendogli che, secondo i medici, non è prudente giacere insieme poiché c’è il rischio di una ricaduta. In seguito, tutti prendono posto per assistere alla rappresentazione della compagnia degli attori, che metteranno in scena una commedia: La bisbetica domata. Atto I, Scena 1 Inizia così la commedia ambientata a Padova: Lucenzio e il suo servitore Tranio arrivano, da Pisa, a Padova, dove Lucenzio vuole dedicarsi completamente agli studi universitari. Per strada si imbattono in una strana scena, arriva Battista con la figlia Caterina, la più vecchia, conosciuta per la sua scontrosità e la bella figlia Bianca, al contrario nota per la sua gentilezza ed obbedienza, seguiti da Gremio e Ortensio, i due pretendenti di quest’ultima. Battista, nonostante le loro insistenze, è deciso a non maritare Bianca fino a che non avrà trovato un marito alla figlia maggiore Caterina, cosa ardua poiché Caterina ha un pessimo carattere (è, appunto, una bisbetica e da qui il nome della commedia). Battista rientra in casa con la figlia dichiarando che per lei non cerca pretendenti, bensì precettori per istruirla e chiede ai presenti, nel caso in cui conoscano un buon tutor, di condurlo a casa sua. Ortensio e Gremio si ripromettono di

trovare dei buoni precettori per Bianca. Inoltre, i due decidono momentaneamente di mettere da parte la rivalità e di allearsi nella difficile impresa di trovare un marito alla sorella di Bianca. Lucenzio, che insieme a Tranio ha assistito a tutta la scena, si innamora a prima vista di Bianca. I due escogitano un piano: Lucenzio, indossando i panni di Tranio, si fingerà un precettore, di nome Cambio, e Tranio interpreterà la parte di Lucenzio. Mettono al corrente del piano anche il servo Bondiello. Al piano superiore Sly appare molto annoiato dalla commedia e chiede quando finirà. Atto I, Scena 2 Petruccio, amico di Ortensio, accompagnato dal servitore Grumio, è giunto a Padova da Verona perché, morto il padre, vuole trovare una moglie, all’unica condizione che sia ricca. Si recano a casa di Ortensio e, dopo una breve incomprensione, incontrano Ortensio, il quale gli propone Caterina come moglie, avvisandolo del suo carattere ribelle. Petruccio non sembra preoccupato, ma anzi attirato dalla ricca dote della ragazza. Ortensio si offre di accompagnarlo a casa di Battista e in cambio Petruccio deve presentarlo, travestito in modo sobrio, come maestro di musica per dare lezioni a Bianca e per poterla corteggiare indisturbato. Davanti alla casa di Battista si presentano tutti i pretendenti, Gremio con Lucenzio (nelle vesti di Cambio), Ortensio e Petruccio, ognuno con il suo piano e il suo travestimento. Ortensio annuncia a Gremio che ha trovato un possibile marito per Caterina e quest’ultimo gli chiede se è al corrente di tutti i suoi difetti. Petruccio risponde affermativamente e di nuovo non si dimostra minimamente preoccupato poiché è convinto che in poco tempo saprà trasformarla in una moglie obbediente. Arriva anche Tranio nelle vesti di Lucenzio e mostra anche lui interesse per Bianca, ma appurata la situazione invita tutti gli altri pretendenti a bere alla salute della loro amata. Atto II, Scena 1 Caterina tormenta Bianca e la accusa in mille modi, pensando che il padre abbia un debole per lei e che voglia trovare un marito a lei sola. Arrivano tutti i vari pretendenti e i finti “precettori”: Petruccio chiede la mano di Caterina a Battista, il quale non pensa che Caterina faccia al caso suo, e gli presenta un uomo di fiducia esperto nella musica e nelle matematiche, Licio (Ortensio travestito), Gremio gli presenta un dotto giovane che conosce il greco, il latino ed altre lingue, Cambio (Lucenzio travestito) e Tranio (nei panni di Lucenzio) si presenta e gli dona un liuto e dei libri di greco e di latino per l’istruzione delle sue figlie. Un servo accompagna Licio e Cambio dalle due figlie di Battista e intanto Petruccio discute con Battista della dote. Battista gli da il permesso di corteggiarla e lo avverte della sua lingua tagliente. Torna Ortensio con un fazzoletto legato e insanguinato intorno alla testa e dice loro che Caterina l'ha colpito con il liuto, dopo che lui aveva criticato il suo modo di suonare e chiamato in tutti i modi. Al sentire questo, Petruccio dice che gli piace più di prima ed esprime il desiderio di conoscerla e parlare con lei. Battista accompagna Ortensio da Bianca e Caterina raggiunge Petruccio. I due hanno un dialogo molto acceso, ad ogni insulto di lei, lui risponde con adulazioni e complimenti, ma alla fine lui, un po’ con l’inganno un po’ con la forza, la convince a sposarlo. Il matrimonio è fissato per la domenica successiva, Petruccio si reca a Venezia per acquistare le vesti per le nozze e Battista si

occupa del pranzo e prepara gli inviti. Ora che Caterina si sposerà, finalmente può farlo anche Bianca. Gremio e Tranio cominciano a litigare tra loro e Battista annuncia che quello che potrà dimostrare di assicurare a Bianca la dote più ricca avrà la sua mano. Bianca andrà in sposa a Tranio, dato che la sua offerta è la migliore, solo se avrà da suo padre la sicurezza per Bianca nel caso in cui Tranio (Lucenzio) morisse prima di suo padre; in caso contrario andrà in sposa a Gremio. Gremio esulta dal momento che il padre di Lucenzio non rinuncerebbe certo a tutti i suoi averi per darli a Bianca Atto III, Scena 1 Lucenzio e Ortensio, entrambi travestiti d precettori, litigano per chi può passare più tempo con Bianca, e ognuno dei due con un messaggio in codice, le svela il proprio amore. Si capisce che Bianca preferisce Lucenzio. Bianca si ritira per prepararsi alle nozze della sorella. Atto III, Scena 2 Tutti sono pronti davanti alla chiesa per celebrare il matrimonio, ma Petruccio si presenta in ritardo e vestito in modo rozzo e ridicolo. Battista è offeso dal comportamento inappropriato del suo futuro genero, ma allo stesso tempo sollevato, perché tutti temevano ormai che non si presentasse, e la stessa Caterina a questo pensiero era scoppiata in lacrime, temendo di perdere e il marito e la faccia. Intanto Tranio e Lucenzio progettano di far arrivare un uomo che si finga il padre di Lucenzio per rendere la storia più credibile e avere il consenso di Battista. Alla fine, racconta Gremio, le nozze in un modo o nell’altro si sono celebrate. Gremio racconta che Petruccio è uno scorbutico, al cui confronto Caterina è un agnellino, che durante la cerimonia ha cominciato a bestemmiare, ha rifilato uno sganassone al prete e si è messo a bere il vino della comunione. Dopo la celebrazione, Petruccio continua a comportarsi in maniera sconveniente: tutti sono pronti per celebrare al banchetto di nozze ma lui dichiara di avere degli affari da sbrigare che non può rimandare. A nulla valgono le suppliche degli altri invitati e della stessa Caterina, che inizia a mostrare così un'insolita gentilezza, Petruccio è determinato, e si mette in viaggio verso casa con sua moglie. Il banchetto avverrà senza di loro, Tranio e Bianca siederanno al posto dello sposo e della sposa. Atto IV, Scena 1 Petruccio e Caterina stanno per arrivare alla villa di Petruccio in campagna. Grumio arriva prima lamentandosi di essere stato mandato avanti per assicurarsi che i servi si preparino per l'arrivo del loro padrone e della sua nuova moglie. Curtis, un altro servitore, lo saluta e ascolta la sua storia del viaggio da Padova: Caterina è caduta nel fango, Petruccio si è arrabbiato e i cavalli sono scappati. Grumio quindi ordina a Curzio di riunire tutti gli altri servitori, adeguatamente vestiti e con un buon comportamento. Curtis li chiama e alcuni arrivano proprio mentre Petruccio e Caterina ritornano, dopo un lungo viaggio al freddo. Petruchio si arrabbia immediatamente, sostenendo che i suoi servi non riescono a servirlo correttamente; loro fanno del loro meglio, ma chiaramente non è contento di niente. Richiede la cena e la preparano il più rapidamente possibile, ma afferma che la carne è bruciata e spinge l'intero pasto

fuori dal tavolo insultando tutti i servitori tranne Curzio. Nel frattempo, Caterina visibilmente stanca e affamata, lo supplica di essere più paziente con i domestici, ma Petruccio le dice allegramente che ne richiede molto per il suo beneficio. Dopo averla portata a letto senza cibo, Petruccio torna da solo e annuncia le sue intenzioni: tutte le sue azioni sono state calcolate per indispettire Caterina e farla desiderare, poiché si riferisce a lei come un falco selvaggio che deve addestrare per obbedire alla sua chiamata. Intende impedirle di dormire facendo storie sul modo in cui il letto è fatto, proprio come ha fatto con il cibo. Questo, dice, è il modo migliore per "frenare il suo umorismo pazzo e testardo". Atto IV, Scena 2 Ortensio, sconvolto per aver perso Bianca contro il suo maestro di scuola rivale, si impegna a informare Lucenzio che in realtà non è un maestro di musica e che anche lui è sfortunato nella sua conquista di Bianca. Tranio recita, fingendosi sorpreso quando vede il vero Lucenzio e Bianca corteggiarsi l'un l'altro durante la loro "lezione". Finge di essere così arrabbiato che decide di rinunciare al corteggiamento di Bianca e convince Ortensio a fare lo stesso, eliminando così abilmente la concorrenza. Tranio informa Bianca e Lucenzio di questi eventi dopo la partenza di Ortensio, Bianca ne è felice. Ortensio ha deciso di sposare una ricca vedova invece di Bianca e parte per andare a Petruccio per frequentare la "scuola di addomesticamento", vuole vedere come Petruchio gestisce Caterina in modo che possa applicare le lezioni al proprio matrimonio. Proprio quando Tranio finisce la storia, Biondello si precipita sulla scena con notizie incoraggianti: ha appena visto un uomo entrare a Padova che farebbe interpretare un padre falso convincente per Lucenzio. Tranio si avvicina al nuovo arrivato, apprendendo che è un maestro pedante di Mantova, gli racconta che i duchi di Mantova e Padova, dice, sono in contrasto tra loro, e il duca di Padova ha proclamato che chiunque di Mantova trovato a Padova verrà messo a morte. Il pedante, spaventato dal suo ingegno, promette un favore a Tranio in cambio di protezione: fingerà di essere suo padre (intendendo il padre di Lucenzio, Vincenzio) per poter sposare Bianca. Atto IV, Scena 3 A casa di Petruchio, Caterina ha mangiato o dormito poco ormai da diversi giorni, e supplica Grumio di portarle qualcosa da mangiare, lui rifiuta e, come il suo padrone, afferma che la stanno privando per il suo beneficio. Arriva Ortensio per educarsi alla “scuola di addomesticamento di Petruccio” e insieme le portano un pasto. Caterina ha poco tempo per mangiare prima che arrivino il sarto e il merciaio di Petruccio chiamati per andare a cena a casa di Battista. Il sarto ha preparato abiti eleganti e costosi, ma com'era prevedibile, Petruccio trova difetti in tutto ciò che piace a Caterina, dal cappello all'abito, e dà la colpa al sarto per la scarsa abilità artigianale. Il sarto cerca di deviare la colpa su Grumio, ma Petruccio e Grumio lo costringono con indignazione ad andarsene. Petruccio, tuttavia, dice da parte a Ortensio di dire al sarto che verrà pagato il giorno seguente, rivelando che il trattamento sgradevole di Petruccio sul sarto è per scherzo. Petruccio dice poi a Caterina che partiranno subito per Padova con gli abiti che indossano, pensando di arrivare a mezzogiorno. Ma,

quando lei gli dice che il mezzogiorno è già passato, lui risponde rabbiosamente che, ancora una volta, lei lo sta contraddicendo. Petruccio dice poi a Caterina che partiranno subito con gli abiti che indossano, pensando di arrivare per cena. Ma, quando lei gli dice che l'ora di cena sarà passata prima del loro arrivo, lui risponde rabbiosamente che, ancora una volta, lei lo sta contraddicendo. Dichiara che non andranno quel giorno e che, quando lo faranno, sarà per l'ora che avrà detto lui. Atto IV, Scena 4 A Padova, Tranio ha adeguatamente preparato il pedante come Vincenzo e prova il suo atto con lui per assicurarsi che le loro storie coincidano. Il finto padre di Lucenzio giunge a casa di Battista e gli assicura che assegnerà una “superdote” alla figlia. Battista, il pedante e Tranio partono quindi per trovare un posto privato dove discutere i dettagli finanziari del matrimonio, lasciando il tempo al vero Lucenzio di andare in chiesa con Bianca dove un prete li aspetta per celebrare segretamente le loro nozze. Atto IV, Scena 5 Petruccio a suon di minacce e ricatti comincia a “domare” Caterina, se lui dice le cose più assurde e improbabili, come che la luna è il sole e il sole è la luna, lei concorda sottomettendosi totalmente alla sua volontà, pur di raggiungere la casa del padre. Per strada incontrano intanto Vincenzo, il vero padre di Lucenzio, che sta andando a Padova e trovare il figlio; quando si presenta, Caterina e Petruccio si congratulano per le nozze del figlio, di cui egli naturalmente è inconsapevole e pensa ad uno scherzo. I due e Ortensio decidono di accompagnarlo. Ortensio nel frattempo ha deciso che sposerà la sua vedova e se dovesse essere bisbetica seguirà l’esempio di Petruccio. Atto V, Scena 1 Biondello porta in fretta Lucenzio (in veste di se stesso) e Bianca in chiesa, dove il prete è pronto a sposarli. Il gruppo di Petruccio arriva insieme a Vincenzo e bussano alla porta della casa di Lucenzio, dove Tranio e il pedante attualmente risiedono nei loro rispettivi travestimenti. Quando il pedante risponde, Vincenzo afferma di essere il padre di Lucenzio, ma il pedante afferma di esserelo lui e chiede l'arresto dell'impostore. Proprio in quel momento arriva Biondello che sbianca quando vede il suo vecchio padrone, Vincenzio, che lo riconosce. Biondello finge di non notarlo mentre Baptista, Tranio e il pedante escono di casa. Vincenzo riconosce anche Tranio nei panni di Lucenzio, ed è ulteriormente infuriato quando Tranio finge di non conoscerlo. Vincenzo sta per essere portato via dalle guardie, quando il vero Lucenzio, ormai sposo di Bianca, arriva. Biondello, Tranio e il pedante colgono questo momento di confusione per scappare dalla scena, sapendo che il gioco è finito. Lucenzio non può far altro che chiedere perdono a suo padre e rivelare lo schema a tutti i presenti: spiega che il suo inganno derivava dal suo amore per Bianca, che in qualche modo pacifica un po’ i due padri. Atto V, Scena 2 Tutti i personaggi si trovano ad un banchetto a casa dei novelli sposi Lucenzio e Bianca. Tutti lanciano frecciatine alla strana coppia Petruccio e Caterina. Petruccio propone allora una scommessa: cento corone a colui la cui moglie, mandata a

chiamare, arriverà prima dal marito. Bianca non si presenta e nemmeno la moglie di Ortensio. L’unica a presentarsi è proprio Caterina, che sotto l’ordine dal marito, va a chiamare anche le altre due e ricorda loro i propri doveri di moglie: obbedire, essere sempre gentili e premurose, trattare il marito come un sovrano, un principe, rispondere a tutte le sue esigenze e richieste senza contraddire e ribellarsi, perché questo è lo scopo per cui la natura a creato la donna con un corpo così delicato e morbido, e a questo scopo deve attenersi sempre. Petr...


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