La catarsi del teatro greco e la sua importanza per la società PDF

Title La catarsi del teatro greco e la sua importanza per la società
Course Storia del teatro e dello spettacolo
Institution Università degli Studi di Firenze
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Spiegazione della catarsi, dionisie, enee nel quinto secolo avanti cristo ad Atene...


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Storia e critica del teatro 08/03/18 lez. 2 Quinto secolo epoca d’oro della Grecia non solo per il teatro. Legata all’affermazione dello spettacolo drammatico, origini antecedenti ma ora si stabilizza in forme che costituiscono la base storica e mitica sulla quale si costruirà la critica in occidente. Spettacolo come evento, termine generico riconducibile ad altre manifestazioni (sportive, parate militari, rituali religiosi). Drammatico, termine che qualifica la materia del teatro che studiamo: dramma deriva da “agisco” che rimanda alla modalità comunicativa dove si racconta meglio, viene rappresentata una storia predeterminata, decisa precedentemente. Questa forma di comunicazione si basa su un testo scritto che possiede caratteristiche che lo rendono adatto alla rappresentazione scenica ma meno alla lettura, es testo drammatico (Pirandello), licenziato da parte dell’autore per la stampa, caratteristiche strutturali in dialoghi (vedi slide) con possibili didascalie (termine importante), delle indicazioni di regia in qualche modo. Questo testo (in generale della struttura del testo drammatico) ha le caratteristiche adatte alla stampa, non è detto che venga utilizzato però sulla scena. Testo drammatico destinato alla realizzazione pratica ma chi si occupa dell’editing del testo per la stampa tiene anche conto del fatto che andrà letto. Il tempo per la realizzazione può essere lunghissimo, la distanza tra stesura e la sua messa in scena in un certo momento storico. Da testo per la lettura al copione, apportare modifiche in vista dello spettacolo, soprattutto apportare tagli, a volte si tagliano intere parti e personaggi. Termine dramma non sarà usato come sinonimo del genere teatrale della tragedia. Dramma (termine neutro, agisco e non agisco compiendo azioni tristi) ha una valenza neutra, si riferiscono alla forma drammatica, al testo drammatico. Un termine generico. Generi drammatici: tragedia, commedia, dramma satiresco, se li chiamo drammi non specifico nulla. Dramma non è tragedia. Fino alla metà del settecento dramma non rappresenta nulla, è solo un riferimento generale alla forma letteraria. Nel quinto secolo gli spettacoli erano inseriti nell’ambito delle feste religiose e sociopolitico organizzato dalla stato (cadenza annuale) in parte finanziate dallo stato e dai singoli cittadini ateniesi, circa 5 o 6 giorni alla fine di marzo: GRANDI DIONISIE, celebrazioni in onore di Dioniso. Il periodo dell’anno coincideva con la riapertura della stagione della navigazione dopo la pausa invernale. I venti cambiano e arriva la primavera e con essa i commerci. In questo periodo ad Atene affluivano commercianti ecc… in pieno inverno si avevano le ENEE (fine gennaio) e in questo periodo si aveva una scarsa presenza di stranieri (dimensioni ridotte anche in importanza). Si hanno anche le DIONISIE RURALI che si tenevano in provincia (in più di 100 attiche), si svolgevano in momenti diversi e potevano avere caratteristiche e durate diverse a seconda del luogo. Si ritiene che le rappresentazioni tragiche siano state introdotte nelle GRANDI DIONISIE più avanti. Primo AGONE TRAGICO intorno al 534 aC quindi in quella data vengono inserite in queste DIONISIE gli agoni tragici (spettacoli tragici). Le commedie invece vengono introdotte nel 486 aC ma gli veniva dato meno spazio (nelle ENEE di più invece perché avevano come argomento la comicità e che erano anche fortemente critiche sulla situazione sociale e politica) queste commedie trattavano temi scottanti e che quindi era meglio non esporle a grandi pubblici (tra cui stranieri) ma si aveva anche lo scopo di informare sui temi che si prendevano per le mele. Temi trattatati dagli spettacoli tragici: mitologie, passato più o meno lontano ma che avevano un legame stretto con la coscienza della collettività, attraverso la loro rilettura si risalta la propria identità. Una dialettica continua tra i miti e la storia presente, si confronta passato mitico e

presente storico realizzando delle riflessioni comuni che portano non a confermare in modo statico l’identità, a riaffermarla, ma continuamente a rimodellarla in senso dinamico. Dato che era lo stato a finanziare le feste (non si pagava il biglietto) era chiaro che si riconoscesse una funzione civile importante. Le feste avevano un ruolo stabilizzante, è la società che partecipa a piacevoli attività comuni (comprendevano non solo la festa ma anche la preparazione), il divertimento permette un allentamento delle tensioni e che concorre alla stabilità sociale, anche gli spettacoli tragici. “Rendere migliori i cittadini nelle loro comunità” questo faceva la poesia, non soddisfare i bassi istinti. Sollevare e purificare l’anima (Aristotele, la teoria della catarsi), (vedi slide). Non controllare ma MIGLIORARE i cittadini. La catarsi (purificare l’anima) non è finalizzata all’elevazione etica o a sublimare le emozioni con un distacco dalla realtà ma da mettere in legame all’uso “medico” delle rimozioni delle impurità. Le vicende tragiche (“serie”come dice Aristotele) provocano nello spettatore delle emozioni di pietà e terrore, compassione e paura che però cessano con la conclusione della tragedia e con la fine dell’illusione scenica. Lo spettatore si trova in uno stato diverso alla conclusione rispetto a prima, un processo che quindi cambia internamente (catarsis uguale purificazione, non indotta dalla tragedia ma già presente dentro lo spettatore). Non si vuole creare uno stato d’animo ma stimolare sentimenti, un allentamento della tensione che si accompagna al piacere. Questo si presentava soprattutto nel dramma satiresco (una sorte di epilogo) ci sono pervenuti solo frammenti, non sappiamo esattamente cosa fossero e che cosa volessero ma si pensa dovesse essere un elemento funzionale alla catarsis, all’alleggerimento. All’interno del satiresco erano presenti alcuni temi e personaggi delle tragedie precedenti ma tradotti nella satira, traslare la serietà nel suo opposto, mostrare l’altra faccia della medaglia, vedere i temi da altre prospettive. Catarsis come esperienza individuale ma è fondamentale la condivisione da parte della comunità e che quindi viene vissuta nel gruppo, fa da legame emozionale tra i cittadini. Es: al concerto se si è da soli è na roba, in gruppo ti spacchi ammerda e ti diverti di più, insomma chi non piscia in compagnia o è un ladro o è una spia. Organizzazione delle grandi DIONISIE era incaricata all’arconte eponimo (arconte è il primo magistrato che cambiava annualmente, l’anno prende il nome dell’arconte in cui prende la carica, una specie di sindaco). Aristotele nella costituzione degli ateniesi ci dice che l’arconte sceglieva 3 coreghi (non si come) ricchi cittadini che si facevano carico delle spese per l’allestimento, spesso erano gli stessi cittadini a proporsi perché attraverso l’impegno finanziario ottenevano un ritorno di immagine notevole, un bonus importante per la figura individuale. Se qualcuno si rifiutava poteva essere fatto lo scambio dei beni (lui è più ricco fallo fare a lui dhn). Ad oggi il produttore cinematografico era il corego greco del quinto secolo. A questo agone drammatico potevano partecipare tre poeti tragici, essi si presentavano all’arconte attraverso una formula rituale, chiedendo un coro. Ad ogni poeta veniva assegnato un corego. Atene era divisa in 10 tribù ed ognuna metteva a disposizione due cori ditirambici. Uno composto da adulti e uno da ragazzini, ognuno formato da 50 coreuti che cantavano e danzavano. Gli attori erano professionisti e venivano pagati interamente dallo stato. Alla conclusione delle giornate una giuria composta dai rappresentanti delle tribù premiava il poeta e il corego che vincevano l’agone, in futuro sarebbe stato premiato anche il miglior attore. Eschilo introduce il secondo attore, Sofocle il terzo (il poeta non è più interprete delle proprie opere, non è più parte attiva dello spettacolo), da qui l’attore viene giudicato per sé stesso, collocato quasi alla pari dell’autore (simile ad oggi nel cinema). I vincitori venivano annotati su incisioni lapidee insieme all’elenco delle iscrizioni dei partecipanti, in esse il poeta viene chiamato didascalos da “didasco” ovvero “insegno, istruisco” il didascalos è il

maestro, l’istruttore. Da qui didascalie ovvero: ISTRUZIONI. Nel caso di Pirandello sono piuttosto corpose perché delle vere e proprie note di regia. Chi doveva istruire il didascalos? Il coro, ed è lo spettacolo che deve essere organizzato seguendo le istruzioni del didascalos, il regista di sé stesso ma anche del coro e di tutto lo spettacolo. Aristotele dice: il coro va considerato come un vero e proprio personaggio del dramma, deve partecipare all’azione. La tragedia ripete la sua origine dai cantori del ditirambo, ipotesi di Aristotele. Exarchontes viene tradotto con cantore ma significa “colui che inizia”, che da “il tono”: non solo cantore ma è il corifeo, il primo componente del coro, il capo che ad un certo punto potrebbe essersi assunto il compito di alternare un canto solista di carattere lirico narrativo a quello del coro, diventa quindi una specie di ritornello al canto dell’exarchontes....


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