La Funzione Genitoriale - riassunto PDF

Title La Funzione Genitoriale - riassunto
Author Giulia Dottorini
Course Attivita' in psicologia clinica e della salute
Institution Università degli Studi di Firenze
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Riassunto del libro "La funzione genitoriale" + integrazione slides prof Ciucci
manca il capitolo 16...


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LA FUNZIONE GENITORIALE

1. LA FUNZIONE GENITORIALE 1.1 Perché la funzione genitoriale Il modello processuale di Belsky  l’esplicarsi della funzione genitoriale è direttamente influenzato dalla personalità dei genitori, dalle caratteristiche individuali del bambino e dal contesto sociale nel quale la relazione genitori-bambino è inserita enfatizzando una prospettiva ecologica.

La funzione genitoriale quindi è data da: 1- FATTORI INDIVIDUALI: a. Storia individuale e relazione b. Personalità (consapevolezza empatica, prevedibilità, non intrusività, disponibilità emotiva) c. Età (madri adolescenti vs. madri più grandi) Genitorialità intuitiva: in maniera inconscia i genitori mettono in atto pratiche che sono adatte all’età e alle capacità del bambino, restrizioni nel lessico e nel contenuto. Continuità dei modelli operativi interni dell’attaccamento dedll’dulto riproposti al bambino attraverso i comportamenti di cura della madre, ossia la sua sensibilità e responsività. 2- FATTORI DI COPPIA: a. Qualità della relazione coniugale: coesione, intimità, vitalità, riconoscimento sociale, supporto percepito dal partner b. Livello di cogenitorialità 3- FATTORI SOCIALI: a. Supporto/sostegno sociale: quantità e qualità; ricevuto/percepito FATTORI CONTESTUALI a. Struttura della famiglia b. Status socioeconomico c. Cultura 4- CARATTERISTICHE E SPECIFICITA’ DEL BAMBINO a. Stato di salute del bambino b. Genere c. Età d. Differenze individuali nella: 1- Capacità psicomotoria 2- Espressione delle emozioni 3- Temperamento 1.2 La funzione genitoriale: definizione Generatività: è l’interessa a fondare e guidare la generazione successiva attraverso l’allevamento del figlio o imprese creative o produttive. Genitorialità

Funzione Genitoriale

una delle

FUNZIONE GENITORIALE: è una funzione di cura, ossia la capacità di prendersi cura di un'altra persona al di fuori di sé stessi, sia sul piano fisico che sul piano affettivo-relazionale. Funzione autonoma e processuale dell’essere umano, pre-esistente e parzialmente indipendente dalla generatività biologica, che è soltanto sue espressioni, fondamentale ma non necessaria. Implica la capacità di 1

LA FUNZIONE GENITORIALE comprendere i bisogni dell’altro, di proteggerlo e di accudirlo riconoscendone la soggettività, in molteplici situazioni che richiedono l’attivazione di competenze di cura a livello fisico e affettivo-relazionale, nonché l’attivazione del proprio mondo rappresentazionale. Schemi di “stare-con” (Stern)  struttura fondamentale attraverso la quale il bambino costituisce un proprio modello interattivo e relazionale dell’incontro con l’altro significativo che ripeterà nelle relazioni fondamentali nel corso della vita. Caratteristiche fondamentali della funzione genitoriale: - AUTONOMIA: ambito autonomo, rispetto ad altri domini di funzionamento individuale o affettivorelazionale, - PROCESSUALITA’: non è una competenza data una volta per tutte e valida in ogni condizione della persona e delle sue relazioni, - INTERSOGGETTIVITA’: funzione in connessione con i sistemi intersoggettivi degli individui in interazione. Si co-costruisce in continua connessione con il bambino e quindi in interdipendenza con le sue caratteristiche. La funzione genitoriale si esprime: - Attraverso pensieri, emozioni, credenze - Comportamenti (sorridere, nutrire, coccolare) - Percorso di sviluppo del bambino La tassonomia della genitorialità: comportamenti universali necessari alla sopravvivenza del bambino: - Comportamenti nurturant (di protezione)per richieste biologiche e connesse alla salute - Comportamenti di accudimento fisico per sviluppo psicomotorio - Comportamenti di stimolazione sociale  per promuovere scambi interpersonali - Comportamenti di stimolazione didattica per organizzare l’attenzione del bambino su oggetti o eventi, per aiutare ad esplorare e comprendere l’ambiente - Comportamenti di accudimento materiale per organizzare il livello di stimolazione ambientale e la dimensione globale delle sue esperienze 1.1 Questioni connesse alla valutazione delle competenze genitoriali Due modi di concettualizzare la genitorialità: 1- GENITORIALITA’ in termini di RAPPRESENTAZIONI compresenti nella madre e nel padre a partire dalla gravidanza e in continua evoluzione durante la crescita del bambino e lo sviluppo della relazione con lui che si crea via via in maniera sistemica (Stern) La valutazione di tali rappresentazioni avviene attraverso l’impiego della NARRAZIONE. Le esperienze vissute strutturano modelli mentali che verranno ripetuti e applicati a successive relazioni e che possono essere indagati attraverso il racconto, quindi attraverso il colloquio, o interviste e questionari. Uno degli strumenti più diffusi è l’intervista sulle rappresentazioni materne in gravidanza (IRMAG o MateR) 2- GENITORIALITA’ come INTERAZIONE ADULTO-BAMBINO  comporta la possibilità di osservare e valutare la qualità di ciò che si svolge nello scambio r4eale, a livello comportamentale, tra adulto e bambino (Infant Research) La valutazione avviene tramite l’OSSERVAZIONE, ma può essere fatto solo in presenza del piccolo, quindi non in gravidanza. 1.2 La genitorialità come funzione triadica Prima: diade madre-bambino o padre/bambino Adesso: triade madre - padre - bambino  famiglia come insieme diverse funzioni della famiglia: 1- Coniugalità: rapporto tra partner 2- Genitorialità: rapporto di ciascun genitore con il figlio 3- Cogenitorialità: rapporto fra i partner come genitori 2

LA FUNZIONE GENITORIALE

Approccio di Fivaz-Depeursinge, Corboz-Warnery  approccio sistemico-famigliare  la triade madre-padrebambino è un sistema coevolutivo non riducibile alla somma dei sistemi diadici e individuali che la compongono. Il modello sottostante è quello evolutivo dell’intersoggettività di Stern Schemi di stare-con 1.2.1

Genitorialità: il ruolo del padre Il coinvolgimento paterno implica 3 componenti: 1- IMPEGNO nelle interazioni dirette con il bambino 2- ACCESSIBILITA’ o DISPONIBILITA’ 3- RESPONSABILITA’: partecipazione alle decisioni che riguardano la cura del figlio

2. IL PROCESSO DI TRANSIZIONE ALLA GENITORIALITA’ 2.1. Il legame di coppia Fasi della coppia: 1- Nascita della coppia reciproca scelta 2- Innamoramento basato su meccanismi idealizzati del Sé e dell’altro. Importante: sessualità 3- Amore stabile 4- Amore maturo basato sul disincanto e l’accettazione dell’altro per quello che è. Importante: condivisione empatica, cooperazione, complicità, comprensione, tenerezza, calore, fiducia Modello trifasico di Sternberg: l’amore è dato dal succedersi di 3 componenti: 1- PASSIONE 2- INTIMITA’ Compiti di sviluppo della coppia: 1- Costruzione dell’identità di coppia 2- Organizzazione della vita di coppia 3- Compiti evolutivi in quanto figlio

3- IMPEGNO

4- Rilanciare il rapporto (nelle transizioni di vita) 5- Rapporti sociali

2.2. La qualità della relazione di coppia La SODDISFAZIONE DI COPPIA è influenzata da: a. Variabili cognitivo-affettive: 1- Attribuzioni di causa e responsabilità 2- Aspettative dei partener 3- Credenze relative al ruolo 4- Credenze di autoefficacia 5- Stile di attaccamento b. Variabili interattive 1- Pattern ricorrenti di interazione (ex. pattern demand/withdrawn = richiesta/ritiro dalla relazione) 2- Buona comunicazione 3- Coping diadico 4- Conflitto  può essere anche positivo se costruttivo c. Soddisfazione sessuale Stabilità coniugale associata al COMMITMENT=IMPEGNO Modello sulla coesione della relazione di Leving ci sono 3 forze che determinano la coesione della relazione: 1- Forze coesive principali: ricompense aspetti piacevoli dello stare insieme 2- Forze coesive a breve termine: barriere  sintomi di instabilità della relazione 3

LA FUNZIONE GENITORIALE 3- Forze coesive marginali: presenza o assenza di alternative  maggior instabilità o insoddisfazione per la relazione 2.3. La cogenitorialità COGENITORIALITA’: grado di accordo e sostegno reciproco che i due partner riescono a raggiungere quando affrontano il nuovo ruolo genitoriale. Collaborare e cooperare per la costruzione dell’alleanza genitoriale. (non si riferisce alla divisione del lavoro e alla responsabilità dell’accudimento del figlio in senso stretto) Minuchin concettualizzazione di due livelli di relazione all’interno della coppia una volta che è avvenuta la transizione alla genitorialità: 1- RELAZIONE CONIUGALE 2- 2 RELAZIONE COGENITORIALE. Ciascun livello è definito da: - Obiettivo della relazione - Struttura La qualità della relazione cogenitoriale viene descritta e definita secondo alcune dimensioni fondamentali: 1- SOLIDARIETA’: Atteggiamento caratterizzato da cooperazione, calore, validazione, intesa 2- ANTAGONISMO: discussioni, competitività, reciproca svalutazione, frequenti critiche e interferenze 3- DIVISIONE DEL LAVORO TRA I PARTNER 4- IMPEGNO RECIPROCO 2.4 La transizione alla genitorialità Cambiamenti vari per la donna, per entrambi, a livello personale, per la sessualità, per la relazione coniugale 2.5 Il coinvolgimento del padre nelle cure Cambiamento del ruolo del padre Prima: figura autoritaria e di disciplina; protettore della diade madre-bambino; sostegno della madre; terzo relazionale; mediatore con il mondo esterno Poi: interscambiabilità dei ruoli e funzioni, corresponsabilità; figura di attaccamento indipendete e alternativa a quella della madre. Differenza di come passa il tempo con il figlio rispetto alla madre  interazione triadiche o familiari piuttosto che diadiche; interazioni di gioco più vigorose; usa un canale di stimolazione più concreto con elementi che eccitano il bambino Processo di transizione alla genitorialità anche nel padre  la mancanza di contatto diretto con il futuro figlio rende la paternità un processo disincronizzato rispetto alla maternità e più lento, che crescerà insieme al bambino. Importanza della motivazione che si associa alla percezione della paternità. Può essere influenzata da: - Investimento dei padri nell’attività lavorativa - Soddisfazione che i padri ricavano dal coinvolgimento genitoriale - Cogenitorialità - Se la partner lavora e che il tipo di professione - Soddisfazione coniugale esperita 2.6 Difficoltà nella transizione alla genitorialità: l’importanza del supporto sociale e coniugale Supporto diviso in: a. SOSTEGNO OGGETTIVO= SOSTEGNO RICEVUTO b. SOSTEGNO SOGGETTIVO= SOSTEGNO PERCEPITO  comporta il sentire di potersi affidare emotivamente a chi mostra di poter sostenere i bisogni psicologici di base senza incorrere in dipendenza 4

LA FUNZIONE GENITORIALE

Rete sociale: è la struttura formata dalle relazioni interpersonali all’interno delle quali il supporto sociale viene fornito può fornire diversi tipi di sostegno: a. Strumentale: forma di assistenza e di aiuto concreto b. Emotivo: comportamenti di ascolto, attenzione, affetto. c. Informativo: consigli e indicazioni che aiutano nella comprensione e valutazione cognitiva degli eventi d. Affiliativo: appartenenza a gruppi con contatti soddisfacenti con i membri Formale (dato da figure professionali ed enti istituzionali) e Informale (parenti, amici, colleghi) Sostegno coniugale la relazione di coppia è il principale sistema di supporto nella transizione alla genitorialità coinvolgimento – collaborazione – grado di intimità Periodo critico: gravidanza, post-partum (primi 3 mesi del bambino), primi anni di vita del bambino Sostegno coniugale e depressione (10-20% depressione post-partum e 3-6% depressione maggiore se la madre ha difficoltà già tra il 2° e 3° mese della gravidanza)

3. GENITORIALITA’ E PREOCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA 3.1. Infertilità Sterilità: quando uno o entrambi i partner sono affetti da una condizione fisica, di natura permanente, che rende impossibile la procreazione. Infertilità: quando la coppia non è in grado di concepire dopo un anno o più di rapporti sessuali mirati alla procreazione. Infertilità primaria: coppie che non sono mai state in grado di procreare Infertilità secondaria: coppi che non riescono ad ottenere una gravidanza nonostante in passato ne siano stati capaci. Donne infertilità causata maggiormente da problemi ovulatori derivanti da patologie diabetiche, tiroidee, surrenali, epatiche, renali, problemi ovarici, vaginali, uterini, … Uomini infertilità causata da problemi penieni, testicolari 3 possibili livelli di compromissione: - Oligospermia: scarsa produzione di spermatozoi - Azoospermia: assenza di produzione di spermatozoi - Astenozoospermia: produzione quantitativamente sufficienete di spermatozoi ma con scarsa motilità. Entrambi fumo, dieta sbilanciata, non normopeso, alcool o droghe, malattie genetiche, tossine ambientali, età. L’infertilità non è un problema individuale ma di coppia!! 3.2. Procreazione medicalmente assistita (PMA) Diverse tecniche di PMA: - Omologhe: quando i gqameti usati appartenfono alla coppia di genitori del nascituro - Eterologhe: quando uno o entrambi i gameti usati provengono da un soggetto esterno alla coppia. Le tecniche di primo livello si attuano dopo un periodo di rapporti sessuali mirati al concepimento ma privi di successo e comprendono: - Inseminazione intrauterina (IUI) - Inseminazione intraperitoneale (IPI) - Inseminazione intracervicale (ICI).

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LA FUNZIONE GENITORIALE Le tecniche di secondo e terzo livello sono quelle che prevedono la fecondazione al di fuori del corpo della donna, a seguito di prelievo degli ovociti e sono caratterizzate da quattro momenti: 1- Stimolazione ormonale, finalizzata ad ottenere una maggiore produzione di ovoviti da parte della donna 2- Prelievo degli ovociti dalle ovaie 3- Inseminazione in vitro degli ovociti con gli spermatozoi 4- Trasferimento in utero degli embrioni ottenuti attraverso l’inseminazione in vitro. Le tecniche più diffuse sono: - FIVET: fecondazione in vitro con trasferimento dell’embrione  sterilità femminile - ICSI: iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo sterilità maschile - TESA-ICSI/FIVE: prevede il prelievo microchirurgico di spermatozoi direttamente dal testicolo tramite agoaspirato (TESA) nei casi di scarsa produzione degli spermatozoi. A queste si affiancano 3 tecniche complementari: - Congelamento degli spermatozoi - Embrionario/ovoticitario - Diagnosi genetica preimpianto (DGP) consente di identificare eventuali anomali negli embrioni entro le prima 10-16 settimane di gestazione. 3.2.1 La PMA dal punto di vista legislativo ed etico Il 19 febbraio 2004 è entrata in vigore in Italia la legge n. 40 (“Norme in materia di procreazione medicalmente assistita”). I principi alla base di questa tutela normativa sono quelli di tutela dell’embrione o del concepito, in quanto soggetti di diritti, e di tutela del modello tradizionale di famiglia. Secondo questa legge è consentito fare ricorso alla PMA nel caso in cui non esistano altri metodi terapeutici che siano in grado di risolvere le cause dell’infertilità per partner coniugati o conviventi, in età maggiorenne e potenzialmente fertile. Le tecniche di tipo eterologo in Italia non sono consentite. 3.3. Le conseguenze psicologiche dell’infertilità Sentimenti di rabbia, tristezza Senso di inadeguatezza, inferiorità, vissuti di colpa Sentimenti di lutto. 3.3.1 Desiderio di maternità e infertilità “sindrome da desiderio di figli” in questa condizione la donna infertile ritiene di dover rimanere incinta a tutti i costi, e il dovere sbarra la strada al desiderio e al piacere di avere figli, con sofferenza e ripiegamento su se stessa limitanti nella vita di tutti i giorni. 3.3.2 Minaccia al ruolo di genere Infertilità vista come il fallimento del proprio ruolo di genere, ovvero il procreare Indipendentemente poi da chi sia il portatore di infertilità, l’identità di genere della donna è minacciata dall’impossibilità di realizzare il ruolo di madre. L’identità maschile invece tende ad essere strutturata intorno alla confusione tra potenza procreativa e potenza sessuale. La capacità di fecondare una donna può fungere da conferma della propria virilità, l’uomo infertile prova un profondo senso di vergogna per il suo problema, e tende a non cercare aiuto o supporto di origine sociale. 3.4. Le conseguenze psicologiche della procreazione medicalmente assistita Conseguenze: la medicalizzazione isola il problema a livello puramente fisico e assorbe tutta l’attenzione e la partecipazione dei pazienti necessario aiutare la coppia ad elaborare il vissuto doloroso che accompagna la perdita della credenza nelle proprie capacità procreative; in secondo luogo si aiuta a riflettere su come superarla.

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LA FUNZIONE GENITORIALE 3.4.1 I disturbi dell’umore nella procreazione medicalmente assistita Nelle donne infertili, rispetto a quelle fertili, c’è un’incidenza pari al doppio di sintomi depressivi, facendo luce sulla stretta relazione tra stress, sintomi depressivi, ansia e impossibilità di concepire. Talvolta i disturbi dell’umore possono seguire la diagnosi di infertilità, altre volte può caratterizzare uno stato di malessere pre-esistente la diagnosi. Una storia pregressa di depressione comporta per le donne un rischio doppio di ricaduta durante il trattamento PMA. Inoltre una durata maggiore di infertilità si associa a una più frequente e più grave presenza di depressione. E’ emerso che il livello d’ansia possa essere predittore dell’esito del trattamento: gradi elevati di ansia correlano con il fallimento del tentativo PMA, data l’ipotesi possibile che l’ansia possa influenzare la funzionalità ovarica. Il susseguirsi di trattamenti fallimentari è risultato associarsi in generale a un aggravarsi dei sintomi depressivi, anche se non in tutte le coppie. Anche un basso livello educativo sembra rappresentare un fattore di rischio per la depressione, poiché donne con un’istruzione più alta potrebbero disporre di migliori abilità di adattamento all’ambiente, riuscendo ad autoregolarsi in modo più efficace. 3.4.2 I disturbi dell’umore nelle gravidanze da procreazione medicalmente assistita Non tutti gli studi sono concordanti riguardo la maggior presenza di ansia e depressione nelle gravidanze da PMA: è stato visto però che l’unica variabile che come sempre può influire è la durata dell’infertilità. 3.5. Esiti a breve e a lungo termine sulla genitorialità e sullo sviluppo del bambino Il rischio, dopo aver ricorso ad un trattamento PMA, di incorrere in una gravidanza multipla è alto: circa ¼ dei parti è gemellare, con le conseguenze ostetriche che questi spesso comportano, come nascita pretermine, sottopeso o a rischio di complicazioni. Anche il rischio di malformazioni congenite è leggermente superiore per nati da PMA, di cui un fattore predisponente spesso è anche l’età della madre. 3.5.1 Genitorialità e prima infanzia Madri sottoposte a PMA esperienze di maternità generalmente positive, dimostrandosi capaci di grandi attenzioni alle esigenze del loro bambino. La convinzione di essere però poco competenti nell’accudimento nel primo anno di vita, dovuto alla bassa autostima per l’infertilità e il ricorso alla PMA, riacquistano dopo un anno dal parto, buoni livelli di autostima. È importante sempre tenere in considerazione l’influenza che può avere il contesto sociale e culturale nell’influenzare il benessere emotivo nelle fasi iniziali della genitorialità. 4 mesi dal parto no differenze tra madri PMA e madri con concepimento spontaneo. Bambini PMA hanno maggiori difficoltà temperamentali, più irritabili. No differenze nell’interazione diadica. Lo sviluppo cognitivo non risente del tipo di concepimento. 3.5.2 Genitorialità ed età prescolare e scolare Livello di ansia, depressione e stress parenterale delle madri sottoposte a PMA è più basso rispetto alle madri con concepimento spontaneo, no differenze per i padri. I genitori PMA sono molto presenti nella vita del loro bambino, cercando di trascorrere molto tempo insieme e interagendo frequentemente con lui, a differenza dei genitori a concepimento spontaneo. 3.5.3 Caratteristiche specifiche dei gemelli A 1 anno dal parto nelle madri di gemelli PMA è emersa particolare fragilità emotiva: i bambini spesso giudicati difficili da gestire e non sempre all’altezza delle proprie aspettative, sono risultati esporre il genitore a un livello di stress maggiore rispetto a quello di madri PM...


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