La LIM per la didattica inclusiva PDF

Title La LIM per la didattica inclusiva
Course Scienze della Formazione primaria
Institution Università degli Studi di Macerata
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Corso Uso didattico della LIM...


Description

La lim per la didattica inclusiva

Premessa Nel fare didattica è necessario tenere conto di tutti quelli che sono i bisogni educativi degli alunni, in particolari nei casi di alunni che abbiano Bisogni Educativi Speciali, tra cui rientrano anche i Disturbi Specifici dell’Apprendimento. In questo modulo si dà una definizione di BES e DSA, con riferimento al quadro normativo italiano in materia. Inoltre si fornisce una prospettiva di utilizzo della LIM in un’ottica di inclusione, con attività specifiche pensate per coinvolgere tutti gli studenti della classe, per valorizzare le differenze in un ambiente di cooperative learning. Entrando più nel dettaglio, si chiariscono meglio i quattro DSA riconosciuti, dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia, e si presentano una serie di esercizi e attività, adatte ai diversi disturbi, da realizzare con la LIM. Infine si dà un cenno alle potenzialità della LIM che consentono di realizzare una didattica a distanza. Si è scelto di dare dimostrazione degli strumenti e delle funzioni principali attraverso le immagini del software della Promethean Active Primary, nella consapevolezza che tali strumenti e funzioni sono universali per tutti i software LIM, potrebbero cambiare soltanto le icone e la posizione degli strumenti, ma non la loro essenza.

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Lo scopo della scuola è quello di trasformare gli specchi in finestre. SYDNEY J. HARRIS

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Sommario 1. BES e DSA........................................................................................................................................................................................6 1.1. Chi sono gli alunni BES.....................................................................................................................7 1.2. Cosa sono i Disturbi Specifici dell’Apprendimento............................................................................8 1.3. Il setting pedagogico........................................................................................................................9 2. INCLUSIONE CON LA LIM.......................................................................................................................................................12 2.1. Attività per favorire l’inclusione......................................................................................................13 3. ESERCIZI SPECIFICI PER DSA................................................................................................................................................27 3.1. Dislessia........................................................................................................................................27 3.2. Disortografia..................................................................................................................................30 3.3. Disgrafia........................................................................................................................................32 3.4. Discalculia.....................................................................................................................................36 4. DIDATTICA A DISTANZA CON LA LIM..............................................................................................................................40

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1. BE S E DS A Da quando è stata emanata la Direttiva sui Bisogni Educativi Speciali (BES), la scuola e il personale docente si sono posti numerose domande in merito, lamentando la necessità di avere maggiori informazioni. Il denominatore comune è quello di porre l’accento sulla persona, nel rispetto di tutto ciò che rappresenta, che è, e che può divenire. È innegabile che all’elaborazione della normativa abbiano contribuito esperti di tutto rispetto, e che le buone pratiche educative e didattiche ne abbiano avvallato teorie e contenuti. Di fatto si è dovuta coniugare la competenza con il patrimonio professionale di ogni docente, andando a personalizzare i percorsi di apprendimento, rinnovando metodologie e prassi educative, per renderle il più inclusive possibile. L’espressione Bisogni Educativi Speciali (BES)1 ci riporta all’emanazione della Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 “Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica“. Il significato è di per sé contenuto nella Direttiva e ne evidenzia l’ampia gamma di difficoltà: “L’area dello svantaggio scolastico è molto più ampia di quella riferibile esplicitamente alla presenza di deficit”. In ogni contesto educativo ci sono alunni che presentano una richiesta speciale di attenzione per una varietà di ragioni: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse. L’acronimo BES viene quindi utilizzato per indicare una vasta area di studenti per i quali il diritto, sancito dalla Legge 53/2003, della personalizzazione dell’insegnamento deve essere applicato con determinate accentuazioni in quanto a peculiarità, intensività e durata delle modificazioni. Tutti gli alunni con BES hanno il diritto di avere accesso a una didattica individualizzata e personalizzata. Le strategie, le indicazioni operative, l’impostazione delle attività di lavoro, i criteri di valutazione degli apprendimenti e i criteri minimi attesi, trovano definizione all’interno del PDP – Piano Didattico Personalizzato. La stesura del PDP deve sempre collocarsi all’interno di un preciso Piano Annuale per l’Inclusività (PAI). Il PDP, pertanto, è la diretta e naturale conseguenza della normativa scolastica degli ultimi decenni, nella quale è stata posta, con sempre maggiore vigore, attenzione alla realizzazione del successo nell’apprendimento e alle problematiche dell’abbandono scolastico. In definitiva il PDP è un piano didattico pensato e applicabile per gli alunni con BES nei quali la difficoltà è nelle abilità di utilizzare i normali strumenti per accedere all’apprendimento, abilità che possono e devono essere supportate, secondo la normativa vigente, per il raggiungimento del successo formativo. Nel PDP, per ciascuna materia o ambito di studio, devono essere individuati gli strumenti compensativi e dispensativi necessari a sostenere l’allievo nell’apprendimento. Alcuni strumenti compensativi sono, per farne un esempio esplicativo e chiaro: tabella dei mesi, dell’alfabeto e dei vari caratteri; tavola pitagorica; tabella delle misure e delle formule geometriche; calcolatrice; registratore; programmi di videoscrittura. Tutti questi supporti compensativi si trovano a disposizione nello strumento LIM. Si tratta di strumenti che facilitano il successo negli apprendimenti, supportando l’alunno nell’acquisire le conoscenze necessarie al suo sapere. Vengono, invece, considerate misure dispensative alcune attività scolastiche e strumentali che riguardano il sollevare l’alunno dal compiere azioni che normalmente sono richieste in fase di insegnamentoapprendimento2: dispensare dalla presentazione dei quattro caratteri; dispensare dalla lettura ad alta voce; 1 “Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare dei Bisogni Educativi Speciali, per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta” ( DM. 27/12/2012. p.1). 2 A. CANEVARO, L. D’ALONZO, D. IANES, R. CALDI, L’integrazione scolastica nella percezione degli insegnanti, ERIKSON, 2011, p. 23.

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dispensare dal prendere appunti; dispensare dai tempi standard; dispensare dal copiare alla lavagna; dispensare da un eccessivo carico di compiti; dispensare dallo studio mnemonico delle tabelline; dispensare dallo studio della lingua straniera in forma scritta. A seguito della Legge 170 / 2010 sui DSA sono state emanate delle disposizioni che hanno cercato di declinare cosa e come fare per accogliere i bisogni educativi speciali di un numero ancora più ampio di difficoltà in un progetto di inclusione e di successo formativo utile al bambino.

1.1. Chi sono gli alunni BES La Direttiva Ministeriale 27 Dicembre 2012 tenta di fornire una risposta alle esigenze dei bambini con bisogni educativi speciali, individuandone le caratteristiche ed evidenziando i passaggi necessari a garantirne l’inclusione scolastica, nonché il massimo successo formativo, estendendo a tutti gli studenti in difficoltà il diritto alla personalizzazione dell’apprendimento. Nella Direttiva, infatti, vengono individuate tre grandi aree: disabilità, disturbi evolutivi specifici, svantaggio economico, linguistico, culturale. Se parliamo di disabilità, non possiamo non tener conto del ritardo cognitivo, delle minorazioni fisiche, psichiche e sensoriali, con presenza più o meno accentuata di disturbi sul fronte sensoriale, motorio, intellettivo. Viene utile ricordare che in presenza di alunni con DSA è possibile osservare e registrare comorbilità con altri disturbi. Per i disturbi evolutivi specifici, si sofferma l’attenzione sui DSA ovvero sui Disturbi Specifici di Apprendimento3 , e sulle sue diverse manifestazioni quali: dislessia, disortografia, disgrafia, discalculia. Ricerche accreditate attestano che i DSA sono di origine neurobiologica, hanno matrice evolutiva e si mostrano con un’atipia dello sviluppo, modificabili attraverso interventi mirati e specifici4. Nel quadro di queste difficoltà rientrano anche quelle dell’area verbale, pertanto parliamo di disturbi del linguaggio e di bassa intelligenza verbale associata ad alta intelligenza non verbale; mentre per l’area non verbale, si riscontrano disturbi della coordinazione motoria, le disprassie, i disturbi non-verbali, e la bassa intelligenza non verbale associata ad alta intelligenza verbale. Tra i disturbi possibili sono da includere quelli dello spettro autistico lieve o disturbi specifici misti. Continuando nell’analisi, non si può omettere il funzionamento Intellettivo Limite (FIL), detto anche “Border Cognitivo” o “Cognitivo Borderline”. È questa una condizione evolutiva caratterizzata da un funzionamento cognitivo borderline, termine che indica una zona di confine tra normalità e disabilità5. Per individuare un FIL, risulta necessario considerare tanto le difficoltà di apprendimento, quanto il suo manifestarsi in età evolutiva. Parliamo invece di Disturbo da deficit di attenzione / Iperattività, in sigla ADHD, considerando questo come un disturbo neuro evolutivo, dalla triade sintomatologica: disattenzione, iperattività, impulsività. Sono alunni che manifestano difficoltà a scuola e nelle relazioni tra pari e adulti, dai comportamenti oppositivi e provocatori, con forti disagi emotivi, dall’umore altalenante. Infine, sono inclusi tra i BES, tutti gli svantaggi socio-economici, culturali e linguistici, capaci di creare situazioni di difficoltà sia sul fronte cognitivo, sia sul fronte dell’adattamento sociale e relazionale. Lo svantaggio socio-economico, linguistico e culturale può avere una genesi riconducibile alla famiglia, dove intervengono, a decretare le difficoltà, un basso livello di istruzione dei genitori, nonché delle figure parentali che ruotano intorno all’alunno, e le condizioni socio-economiche con scarsi stimoli linguistici e culturali. Tra 3 “ I Disturbi Specifici di apprendimento interessano alcune specifiche abilità dell’apprendimento scolastico, in un contesto di funzionamento intellettivo adeguato all’età cronologica. Sono pertanto coinvolte in tali disturbi, tanto l’abilità della lettura, quanto quella della scrittura e del calcolo. È sulla base dell’abilità interessata dal disturbo i DSA assumono una denominazione specifica.”. 4 Linee Guida DSA, 2011, p. 4. 5 I criteri per la differenziazione tra FIL e disabilità intellettiva sono stabiliti dai manuali diagnostici internazionali e per i DSM IV-TR corrisponde a un QI tra 71 e 84 – APA, 2001; D.M 27 /12/ 2012.

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le cause scatenanti vi sono anche forme educative considerate inadeguate, talvolta inopportune come quelle che muovono i genitori a essere iperprotettivi, autoritari, permissivi, svalutativi, frustranti o incoerenti con conseguente disequilibrio, a discapito del minore. In alcuni casi è il contesto relazionale a dar vita a una povertà affettiva e relazionale che si manifesta nel minore con stati di isolamento. La stessa scuola può essere causa di disagio e difficoltà, spesso legata a docenti poco formati, o a metodologie rigide o errate: insegnamento trasmissivo-nozionistico, incapacità di gestire la classe, valutazione selettiva, scarso rapporto empatico con le dinamiche di classe. Il contesto sociale è un’altra delle cause che possono creare svantaggio e che riguarda la stessa provenienza della famiglia, spesso conflittuale o con modalità educative che spingono alla devianza. Non da meno l’emarginazione sociale e culturale: tossicodipendenza, alcolismo, prostituzione, aggressività ripetuta quotidiana. Le forme attraverso le quali lo svantaggio si rende manifesto ricade non solo sulla difficoltà dell’apprendimento, ove è possibile registrare carenze strutturali nei processi cognitivi e stili di apprendimento non ottimali alla riuscita del successo scolastico, ma anche ritardi legati alla maturità, non intesa in chiave di Q.I, quanto di scarsa autostima e scarsa motivazione, con relativa immaturità dell’io, che si rende evidente anche come incapacità a tollerare le più semplici frustrazioni. Un campanello d’allarme è poi rappresentato dall’apatia a reagire a qualunque stimolo. L’alunno appare privo di curiosità, non riesce a legarsi con i pari, a vivere anche un hobby condividendo interessi e sport. Ne deriva che, all’apatia, alcuni alunni manifestano difficoltà a relazionarsi. È presente la tendenza ad essere costantemente tristi, con poca stima, vuoto, abulia, con perdita di sonno e fame. Nella registrazione di queste cause e manifestazioni si arriva a registrare disagio, insuccesso scolastico, emarginazione e devianza.

1.2. Cosa sono i Disturbi Specifici dell’Apprendimento I DSA sono disturbi neurobiologici, che riguardano solo specifiche aree di apprendimento (lettura, scrittura e calcolo) senza compromettere l’intelligenza generale. Questi disturbi tendono a essere presenti contemporaneamente nello studente e a persistere nel tempo. Più nel dettaglio, i DSA sono disturbi, dipendenti da disfunzioni neurobiologiche congenite, che determinano difficoltà, a volte molto importanti, nell’acquisizione di alcune specifiche abilità scolastiche lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale. Da questa definizione si desume che: •

I DSA non dipendono da fattori esterni (svantaggio socio-culturale; scarsa scolarizzazione, ecc.) o da condizioni di disabilità sensoriale o psichica, ma sono intrinseci all’individuo, legati (probabilmente) a disfunzioni del Sistema Nervoso Centrale;



questi disordini interessano solo specifici domini di abilità;



il deficit funzionale si presenta come una difficoltà ad acquisire determinate abilità e non come una perdita di una capacità già presente, recuperabile attraverso la riabilitazione;



questi disturbi tendono a persistere nel tempo;



l’alunno posto nelle condizioni di attenuare e/o compensare il disturbo può raggiungere gli obiettivi previsti.

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I DSA sono classificati in relazione alla funzione deficitaria. Quelli riconosciuti sono: •

dislessia;



disortografia;



disgrafia;



discalculia.

Indipendentemente dalla funzione compromessa i diversi DSA tendono a coesistere nello stesso individuo (ciò che tecnicamente si definisce comorbilità) e ad associarsi ad altri disturbi neuropsicologici e psicopatologici.

1.3. Il setting pedagogico I metodi più efficaci per l’inclusione, sono da considerarsi utili all’intera classe e non solo ai BES. Uscire dall’insegnamento cattedratico, nozionistico, fatto di un sapere trasmissivo e poco empatico, è tra gli obiettivi da prefiggersi. Le dinamiche cooperative si realizzano attraverso strategie e tecniche di attivazione di gruppi, di collaborazione, di cooperative learning, di tutoring. Risulta importante quindi intervenire sul setting pedagogico, ovvero sull’ambiente che struttura relazioni educative organizzate e significative. La sua organizzazione, riguarda tempi e spazi scolastici, modalità di indagine sui contenuti della conoscenza e quelle di presentazione delle esperienze di apprendimento, il rispetto degli stili di apprendimento, le tipologie di relazione, gli atteggiamenti dei docenti. Nell’organizzazione non sono escluse anche le modalità di aggregazione degli alunni, i mezzi, gli strumenti e i mediatori didattici utilizzati. Unico scopo promuovere l’alunno. Come possiamo strutturare questo tipo di educazione didattica in chiave inclusiva? Per modificare il setting pedagogico, dovremmo considerare nove aspetti, e i relativi interventi, suggeriti da G. Stella e L. Grandi: •

Tempi della lezione e della relazione. Gli interventi si riferiscono alle unità disciplinari, multidisciplinari, transdisciplinari; scuola ed extrascuola, qualitativo vs quantitativo; modulare, reticolare, interdisciplinare, lentezza vs velocità. In questo caso, dovremmo ipotizzare interventi sulla dimensione temporale dell’azione educativa al fine di personalizzarla. Per esempio, nel caso di alunni con ADHD, ipotizzare una diversa distribuzione dell’orario settimanale da destinare alle attività laboratoriali, anche in gruppi diversi; oppure in casi di evasione scolastica conclamata, considerare nell’orario d’obbligo la frequenza concordata ad attività formative extrascolastiche;



Spazi. Si riferisce alle aule/laboratori; interni ed esterni, spazi di riposo e del lavoro; flessibili/versatili, arredi orizzontali e verticali, piani di appoggio diversificati; arredi mobili, a seconda delle esigenze didattiche. Nello specifico dovremmo ipotizzare interventi sulla dimensione spaziale, al fine di personalizzare l’intervento educativo. Per esempio, arredare uno spazio specifico e fortemente simbolico (una bacheca, una installazione in un corridoio) per l’espressione degli stati d’animo; oppure mettere a disposizione degli elementi componibili per la personaliz...


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