Elsa Morante per la didattica PDF

Title Elsa Morante per la didattica
Author Bruna Bathore
Course Littérature italienne 1
Institution Université d'Aix-Marseille
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lezione su elsa morante...


Description

Master in Didattica dell’italiano lingua non materna a 2017/2018 Relazione finale della Dott.ssa Natalia Sa alvi

L’importanza del testo letterario nell’app prendimento dell’italiano L2, una proposta didattica per La Storia

Relatrice: Dott.ssa Borbala B Samu

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1. Introduzione La mia scelta di trattare questo argomento è mossa dalla volontà di dimostrare come il testo letterario sia un mezzo estremamente vitale e utile per presentare la lingua e la cultura italiana. Apprendere una lingua non significa solo conoscerne le regole grammaticali e saper usare le principali strutture sintattiche, elementi tipici del metodo grammaticale traduttivo, il più utilizzato fino alla metà del secolo scorso quando si insegnava una L2. Nel corso del tempo e col variare del pubblico di apprendenti è risultato evidente che l’avere padronanza e consapevolezza dei contenuti veicolati dalla lingua fosse fondamentale affinché il processo di apprendimento si svolgesse con successo. La letteratura infatti offre l’opportunità a chiunque di riconoscersi nei personaggi principali dei testi e indirettamente anche con il punto di vista degli autori attraverso le varie epoche. Il piacere della lettura permette l’abbassamento del filtro affettivo e rende più fluido l’apprendimento dei contenuti della L2. Nello specifico la letteratura italiana e i suoi testi offrono una miniera di informazioni per gli apprendenti di italiano L2, le strutture linguistiche usate e gli usi e costumi del tempo consegnano un quadro estremamente composito della varietà socio culturale della società italiana attraverso i tempi che cambiano. Per troppo tempo si è pensato alla letteratura come ad un simulacro inviolabile e inavvicinabile per i “non addetti ai lavori”, per chi quindi non fosse in possesso degli strumenti specifici per poterlo comprendere e analizzare. Questo approccio elitario va ridotto sempre di più perché per comprendere la società italiana contemporanea è fondamentale aver accesso ad un tale patrimonio culturale di cui siamo ancora per la maggior parte inconsapevoli e poterne finalmente fruire. Ma come si può rendere accessibile un testo complesso? Prendiamo ad esempio l’opera di Elsa Morante, spesso il suo nome è stato accostato a quello del marito Alberto Moravia e al titolo dei suoi romanzi più celebri: Menzogna e Sortilegio e La Storia. Ma oltre a questo? Cos’altro potremmo dire di questa scrittrice che non sia puro nozionismo fine a se stesso? È molto importante avere un’idea concreta degli scritti di un’autrice che è stata decisiva per il panorama italiano e internazionale del ‘900 e sulle scelte che fece per introdurre e trattare i soggetti dei suoi romanzi.

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2. Elsa Morante e il Premio Strega Elsa Morante è una delle scrittrici italiane più famose al mondo ed è stata la prima donna a vincere il Premio Strega, prestigioso riconoscimento letterario che ogni anno viene assegnato all’autore o all’autrice di un libro pubblicato in Italia tra il 1°aprile dell’anno precedente ed il 31 marzo dell’anno in corso. Lo Strega è riconosciuto a livello universale come il premio letterario italiano più prestigioso, la sua importanza è nota anche in Europa e nel resto del mondo. Nel secondo dopoguerra diviene un’occasione importante per diffondere la cultura italiana fiaccata da vent’anni di dittatura e dal recente conflitto mondiale. L’immagine che ritrae Morante accanto alla lavagna che ne decreta la vittoria è diventata una delle immagini simbolo del Premio Strega. Morante vince questo importante riconoscimento per il suo secondo romanzo, L’isola di Arturo, pubblicato da Mondadori nel 1957, tuttavia sarà la stesura de La Storia, edita nel 1974 sempre dallo stesso editore a rimanere maggiormente impressa nella coscienza e nella memoria dei suoi lettori.

3. La scelta del testo Ho scelto come testo da analizzare per questa unità didattica la prima descrizione di Ida Ramundo, fornita da Morante nel primo capitolo del romanzo La Storia perché con un linguaggio semplice e accessibile a tutti presenta uno dei protagonisti principali della narrazione. La scrittrice infatti nell’incipit del romanzo dichiara che il libro è «dedicato all’analfabeta per il quale scrive» (Morante 1974), tale affermazione esplicita la volontà dell’autrice di riportare la letteratura ad una funzione comunicativa, si propone quindi di condurre un discorso dentro la storia contemporanea. Ida viene presentata come una donna precocemente invecchiata in seguito alla vicissitudini a cui è andata incontro nel corso della narrazione. La sua descrizione infatti è un’ulteriore prova di come La Storia ufficiale incomba in quella delle singole persone fino a stravolgerle. Il linguaggio scelto è caratterizzato da espressioni popolaresche e dialettali che contribuiscono a rendere familiari i protagonisti della narrazione in modo tale che i lettori possano identificarsi con essi e prendere parte al racconto.

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4. Gli anni ’70 in Italia Come mai Elsa Morante decise di scrivere e pubblicare un romanzo riguardante le vicende della seconda guerra mondiale nei primi anni ’70 del novecento? Questo periodo in Italia venne definito “Gli anni di piombo” in relazione agli avvenimenti che avvennero a partire dalla contestazione studentesca del ’68, dove per la prima volta gli studenti in lotta non indietreggiarono di fronte alle cariche della polizia fino ad arrivare a veri e propri atti di terrorismo come la Strage di Piazza Fontana a Milano, dove una bomba esplosa nella sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura provocò 17 morti e 88 feriti. Avvenimenti del genere insieme alla formarsi di un organismo anarchico di lotta armata come le Brigate Rosse scossero profondamente l’opinione pubblica passando quindi alla storia come gli anni bui successivi al boom economico del dopoguerra. In un tale clima di paura e sfiducia nelle istituzioni, la pubblicazione di un romanzo come La Storia permette di distanziarsi dagli avvenimenti contingenti e di riflettere con maggiore distacco sugli eventi riguardanti l’ultimo conflitto mondiale e i risvolti che ebbe sui vari aspetti della contemporaneità.

5. Una proposta didattica Lezione: 1 Titolo: L’importanza del testo letterario nell’apprendimento dell’italiano L2, una proposta didattica per La Storia Livello: C1 Tipo: Studenti universitari – Erasmus Durata: 1 incontro (2 ore totali) Età degli studenti: Giovani adulti Contesto: L2

Obiettivi:

- Lessicale: apprendere il lessico utilizzato nel testo letterario e quello degli articoli ad esso correlati. - Socioculturale: importanza della letteratura del ‘900 come veicolo

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per la lingua italiana e l’italianità. La condizione della donna scrittrice tra le due guerre mondiali.

Prerequisiti: - Conoscenza generale della letteratura italiana e del romanzo inteso come una delle sue forme più conosciute e studiate. - Sapersi esprimere riguardo alle tematiche attinenti la letteratura e la storia ed essere in grado di sostenere le proprie tesi con argomentazioni opportune.

Risorse:

-Lavagna, proiettore, pennarelli, computer.

Materiali:

-Fotocopie, immagini, testi.

6. Elsa Morante, brevi cenni biografici Elsa Morante (1912-1985) nacque a Roma da Irma Poggibonsi, maestra ebrea modenese e Francesco Lo Monaco; tuttavia il padre anagrafico di Elsa fu Augusto Morante, istitutore in un Riformatorio per minorenni. All’età di sei anni, Elsa venne ospitata per un lungo periodo di tempo nella villa patrizia della madrina, Maria Guerrieri Gonzaga, conoscente della madre Irma e persona molto ricca che espresse il desiderio di occuparsi della bambina avendone intuito le doti di intelligenza e creatività a livello di scrittura. La piccola Elsa visse quindi il contrasto tra il quartiere popolare del Testaccio dove viveva la famiglia di origine e quello nobile e ricco della madrina. A diciotto anni, dopo aver terminato il liceo classico, Elsa andò a vivere da sola, in un primo momento si iscrisse alla facoltà di lettere, per poi abbandonarla per mancanza di mezzi. Iniziò quindi per lei un’intensa attività di giornalista, pubblicò infatti sulla rivista «Diritti della scuola» il romanzo a puntate Qualcuno ha bussato alla porta. Tutti conoscono Morante come una delle maggiori scrittrici italiane contemporanee ma in pochi sanno che la maggior parte dei suoi scritti iniziali riguardassero filastrocche e fiabe per bambini oltre ai già citati articoli di giornale. Le forme brevi e le fiabe tuttavia lasciarono presto il posto alla stesura di romanzi che trovarono ne La Storia, ambientata negli anni 1941-‘47, il caso editoriale della scrittrice. 5

Il romanzo, pubblicato nel 1974 direttamente in edizione economica per volere dell’autrice, era caratterizzato da una struttura tradizionale, sembrava infatti riprendere le fattezze del romanzo dell’ ‘800 come già a suo modo era avvenuto per Menzogna e Sortilegio edito nel 1948. La differenza più evidente tra i due romanzi fu che ne La Storia, la materia narrativa attingeva da vicende reali svoltesi a Roma durante e immediatamente dopo la seconda guerra mondiale. Il fatto che la scrittura e la pubblicazione avvennero negli anni ’70, un periodo estremamente confuso per l’Italia, sia da un punto di vista sociale che letterario, ebbe grande importanza perché La Storia, venne accolto come il romanzo che sanciva il ritorno della letteratura all’ordine e alla semplicità.1 (Bernabò 1991:30)

7. La Storia, struttura del romanzo e breve trama Il volume è costituito da otto capitoli lunghi, di cui il primo funge da introduzione, mentre gli altri si dedicano ognuno ad un anno di guerra dal 1941 al 1947; ogni capitolo è preceduto da una scheda che illustra la storia ufficiale di quegli anni. Il primo capitolo inizia con il racconto dello stupro subito dalla maestra Ida Ramundo, vedova di trentasette anni, che ha luogo nel quartiere romano di San Lorenzo. La struttura del romanzo è anomala perché allo stesso tempo presenta caratteristiche del romanzo storico e del romanzo popolare, in quanto viene dato grande rilievo alle vicende di una famiglia semplice e di umili origini. 2 Nel romanzo infatti risalta il contrasto tra gli avvenimenti storici e gli effetti che gli stessi hanno sui civili, persone umili che non hanno quindi il potere di contrastarli venendone difatti travolti. La protagonista, Ida Ramundo, maestra elementare violentata da un giovane soldato tedesco in cui si era imbattuta per caso, rimane incinta in seguito alla violenza, da questa nascerà un figlio che, come sua madre, avrà problemi di epilessia, una malattia che toglie equilibrio e consapevolezza. La voce narrante del romanzo è quella di una narratrice esterna che non deve giustificare la propria conoscenza dei fatti, ma si limita a dichiararsi appartenente al sesso femminile e a dimostrarsi legata emotivamente ai principali protagonisti del racconto.

6.1 Lo spazio e il tempo della narrazione Lo spazio vitale di Ida è in genere quello chiuso della casa e della scuola dove lavora, come pure i percorsi obbligati che compie ogni giorno. Solo nel ghetto ebraico la donna si sente libera di camminare, guardarsi intorno e stabilire contatti con gli altri, tale luogo viene vissuto liberamente dalla donna, in questo contesto infatti non è costretta a nascondere la sua identità di donna e di ebrea perché non la percepisce come un pericolo o un limite bensì come un elemento di condivisione e aggregazione. È solo attraverso il riconoscimento delle proprie origini in un ambiente a lei famigliare che Ida riesce ad affrancarsi dalla sua storia personale e a riallacciarsi alla “storia” del tempo in cui vive.

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Esercizi Gli esercizi proposti di seguito riguardano le fasi della comprensione, sia globale che specifica, l’analisi e la sintesi. L’unità didattica è completa anche di una scheda culturale che ha lo scopo di illustrare agli studenti la tematica della ridefinizione del canone letterario. Ho deciso di partire direttamente dal testo, perché ritengo che sia più utile per lo studente avere un contatto immediato con la lingua utilizzata per la descrizione della protagonista.

7. Comprensione globale A) Leggete il brano tratto da La storia ed evidenziate le caratteristiche della protagonista La donna, di professione maestra elementare, si chiamava Ida Ramundo, vedova Mancuso. Veramente, secondo l’intenzione dei suoi genitori, il suo primo nome doveva essere Aida. Ma, per un errore dell’impiegato, era stata iscritta all’anagrafe come Ida, detta Iduzza dal padre calabrese. Di età aveva trentasette anni compiuti, e davvero non cercava di sembrare meno anziana. Il suo corpo piuttosto denutrito, e informe nella struttura, dal petto sfiorito e dalla parte inferiore malamente ingrossata, era coperto alla meglio da un cappottino marrone da vecchia, con un collettino di pelliccia assai consunto, e una fodera grigiastra che mostrava gli orli stracciati fuori dalle maniche. Portava anche un cappello, fissato con un paio di spilloncini da merceria, e provvisto di un piccolo velo nero da vedovanza; e, oltre che dal velo, il suo stato civile di signora era comprovato dalla fede nuziale (d’acciaio, al posto di quella d’oro già offerta alla patria per l’impresa abissina) sulla sua mano sinistra. I suoi ricci crespi e nerissimi incominciavano a incanutire; ma l’età aveva lasciato stranamente incolume la sua faccia tonda, dalle labbra sporgenti, che pareva la faccia di una bambina sciupatella. […] Ida era nata nel 1903, sotto il segno del Capricorno, che inclina all’industria, alle arti e alla profezia, ma anche, in certi casi, alla follia e alla stoltezza. D’intelligenza era mediocre; ma fu una scolara docile, e diligente nello studio, e non ripeté mai una classe 3. (Morante 1974: 20-21)

B) Di che tipo di testo si tratta?

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7.1 Comprensione specifica Penso sia opportuno proporre un esercizio di risposta multipla in questa fase dell’unità didattica perché alcune delle espressioni evidenziate in neretto possono avere dei significati poco chiari ed è necessario disambiguarli.

-Indicate la risposta corretta tra quelle proposte, una sola opzione è possibile

A) una struttura informe significa: 1) una struttura molto grande 2) una struttura dalla forma indefinita 3) una struttura che ha molte forme

B) lo stato civile indica: 1) l’essere sposata o nubile 2) un organo importante dello stato 3) la situazione di una città

C) un velo nero da vedovanza significa: 1) un velo indossato in segno di lutto 2) un velo che nasconde i capelli bianchi 3) un velo che nasconde un corpo anziano

D) lasciare incolume significa: 1) non avere un lume 2) lasciare inalterato qualcosa 3) mettere qualcosa in colonna

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8. Analisi A) Inserite nella tabella i sostantivi alterati incontrati nel testo in base alla categoria, poi scrivete la forma base del sostantivo.

Vezzeggiativi

Diminutivi

Dispregiativi

Sostantivo

B) A coppie provate a spiegare oralmente la scelta dell’autrice di utilizzare diminutivi e vezzeggiativi per introdurre il personaggio di Ida Ramundo, secondo voi influenzano la descrizione? In che modo?

C) Perché secondo voi nel brano letto vengono descritti anche i vestiti di Ida?

D) Ritrovate nel testo e scrivete le espressioni che indicano 1) Ida descritta come una donna non giovane ______________________________________________________________ ______________________________________________________________

2) Il cappotto piccolo e fuori moda ______________________________________________________________ ______________________________________________________________

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3) I capelli che iniziano a diventare bianchi

E) Perché secondo voi la descrizione si sofferma anche su elementi come la fede nuziale e il velo nero da vedova, cosa dicono della società italiana del tempo? ______________________________________________________________ ______________________________________________________________ ______________________________________________________________ ______________________________________________________________

9. Sintesi

A) Dividete il brano in piccole sequenze e date un nome ad ognuna ______________________________________________________________ ______________________________________________________________ ______________________________________________________________ ______________________________________________________________

B) Scrivete una vostra descrizione di Ida Ramundo utilizzando le informazioni date nel testo (massimo 150 parole) ______________________________________________________________ ______________________________________________________________ ______________________________________________________________ ______________________________________________________________ ______________________________________________________________

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Conclusioni Nel testo che avete letto e analizzato vengono utilizzati molte volte nomi alterati come: «collettino», «grigiastra», «spilloncini» e «sciupatella» che contribuiscono a rendere concreta la descrizione di Ida, la protagonista, in modo tale che al lettore sembrerà quasi di poterla vedere davanti a sé e riconoscerla. Il brano presentato fornisce i dettagli delle corporeità della donna, caratteristiche che un tempo sarebbero state tralasciate perché ritenute di poca importanza. Invece Morante vuole proprio mettere al centro della narrazione il «corpo denutrito» e «la struttura informe». Il testo scritto quindi dà molte informazioni riguardo alla società italiana del tempo, la figura di Ida infatti viene presentata a partire dal «suo stato di vedovanza» e in base al soprannome datole dal padre quando era piccola, «Iduzza», per ricordarne l’origine calabrese. Le prime informazioni quindi ci mostrano Ida da un’ottica maschile, gli altri elementi che concorrono a definire le caratteristiche della donna, il segno zodiacale ad esempio, ci danno informazioni su come in Italia questo elemento venga citato per poter spiegare le ragioni del carattere di una persona. Nella parte finale del paragrafo si dice infatti che il segno del Capricorno è «incline all’industria, alle arti e alla profezia, ma anche, alla follia e alla stoltezza». In ultimo la donna viene definita «dotata d’intelligenza mediocre, pur essendo una scolara docile e diligente». Una tale ricchezza di aggettivi che riguardano sia la fisicità della protagonista che il suo abbigliamento sono caratteristici dell’italianità in quanto prima di arrivare a parlare di un personaggio si parte dal suo aspetto esteriore e dell’impatto di esso sulle altre persone, in questo caso sul lettore. A maggior ragione in un testo scritto c’è il bisogno di inquadrare un personaggio in base a determinati parametri e il fatto che in questo caso vengano scelti i vestiti e il modo di indossarli piuttosto che le caratteristiche psicologiche della persona è già di per sé esplicativo della centralità di questi elementi per la società italiana di ieri come di oggi.

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Scheda culturale Il concetto di “genere neutro” quando si parla di autore Al giorno d’oggi può sembrare superfluo precisare il sesso dell’autore, ma è molto 4 importante sapere che in passato il canone letterario comprendeva solo le opere degli uomini e non quelle delle donne, tanto è vero che essere considerata “scrittrice” e non “scrittore” era un modo per denigrare la materia letteraria trattata dalle donne, quasi che queste potessero trattare solo tematiche amorose da romanzo rosa, i cosiddetti Feuilletton.5 Morante considerava il suo scrivere un’attività complessa perché coinvolgeva la sua persona a più livelli, tanto che il fatto di attribuirvi o meno un sesso fosse secondario; dirà in un intervista del 1960: «Un’opera è linguaggio, colore, suono che nascono alla propria intelligenza, al di là di quella dello scrittore.»6 (Montrèlay 1980: 63) Elsa Morante a questo proposito ironizza sulla distinzione tra scrittori e scrittrici facendo ...


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