Riassunti capitoli 12 e 13 La Storia di Elsa Morante PDF

Title Riassunti capitoli 12 e 13 La Storia di Elsa Morante
Course Critica Letteraria e Letterature Comparate
Institution Università Telematica Pegaso
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Summary

Ecco i miei riassunti dei pdf e le videolezioni tenute dalla prof Emanuela Piga Bruni...


Description

Capitolo 12-13 La Storia è un romanzo storico del 1974 scritto da Elsa Morante. Considerata come una delle sue opere più conosciute, ma allo stesso tempo anche criticate e discusse, l'autrice impiegò almeno tre anni per comporla e volle che fosse data alle stampe Ambientato nella Roma della seconda guerra mondiale e dell'immediato dopoguerra, come romanzo corale è pretesto per un affresco sugli eventi bellici visti con gli occhi dei protagonisti e della popolazione ferita. I quartieri romani martoriati dai bombardamenti e le borgate di periferia affollate da nuovi e vecchi poveri (San Lorenzo, Testaccio, Pietralata, il ghetto ebraico di Roma) e le alture dei vicini Castelli Romani - in cui si muovono le formazioni partigiane di opposizione al nazifascismo e alcuni dei protagonisti della vicenda che scandisce la narrazione come un naturale fil rouge - vengono descritti con realismo, ma anche con una marcata visionarietà poetica.

In questo romanzo vi è più di un protagonista, cioè Ida, Nino e Giuseppe. Ida era una maestra elementare di Roma, povera, nata a Cosenza e vedova. I suoi genitori erano tutti e due maestri elementari ed insegnavano nella stessa scuola a Cosenza. Sua madre era ebrea e cercava di nascondere questa sua origine spostando l'accento del cognome. Ida si era sposata con Alfio Mancuso, un affarista, ma dopo alcuni anni di matrimonio ne era rimasta vedova in quanto, dopo un viaggio in Africa, il marito si era ammalato di cancro. Ida ebbe da Alfio un solo figlio, Nino, ma nel settembre 1941 diede alla luce un altro figlio, Giuseppe, concepito dalla violenza fattale da un soldato tedesco morto poco dopo. Fisicamente Ida ci viene presentata già adulta con i ricci neri che incominciavano ad incanutire, il corpo smunto ma il viso simile a quando era bambina con le labbra sporgenti. In quanto al carattere Ida era debole poiché si faceva sopraffare da tutti, ma anche forte poiché affrontava le difficoltà della vita senza cedere, tranne quando le muore il figlio Useppe. Un altro protagonista è Nino, figlio di Ida, nato a Roma. Nino aveva i riccioli neri, ed un corpo che nonostante i muscoli sembrava quello di un adolescente. Aveva un carattere forte, indipendente e rivoluzionario. Nino si arruolò dapprima nelle camice nere, poi in seguito diventò partigiano, chiamandosi Assodicuori. Dopo aver combattuto nella II guerra mondiale Nino si trasferì a Napoli e qui divenne un trafficante d'armi all'insaputa della madre Ida. Fu un dongiovanni e morì in un incidente stradale. Le sue vicende si svolsero tra Roma e Napoli. L'ultimo dei protagonisti è Giuseppe, chiamato Useppe, figlio anch'esso di Ida. Essendo stato concepito durante uno stupro, la madre cercò di tenerlo nascosto il più possibile per timore del parere altrui, e così Useppe passò la prima parte della sua breve vita chiuso in casa. Si affezionò molto al fratello maggiore Nino, tanto che sapeva sempre quando sarebbe venuto, e lo adorava. Dopo il crollo della sua casa si trasferì con la madre in un campo d'accoglienza, poi in una stanza in affitto, ed infine in una nuova casa. Ebbe due cani, Blitz e Bella, tutti e due appartenuti precedentemente al fratello Nino. Fu colpito dal Grande Male e morì mentre la madre era a scuola. Useppe era un bambino dolce e tenero, fisicamente era minuto, con i capelli neri e due occhi celesti vivacissimi. La sua storia si svolse a Roma. Le vicende dei tre protagonisti si svolsero durante la II guerra mondiale, più precisamente dal 1941 al 1947. L'autrice indica esplicitamente ogni data e racconta in terza persona, però mostra di non essere estranea ai fatti in quanto a volte dice di aver conosciuto i personaggi. La parte del romanzo più interessante, a mio parere, è quella in cui Useppe va dal suo amico Davide Segre e si intrattiene con lui. In questo passo ci capisce che spesso i deboli sono lasciati in disparte da tutti e solo i bambini, avendo un animo puro, sono capaci di rimanergli accanto, anche se non comprendono cosa succede ai loro amici, difatti Useppe rimane accanto a Davide pur non capendo il problema del suo amico e andando a trovarlo fino alla sua morte. Per quanto riguarda la conclusione, personalmente questo romanzo mi ha commosso profondamente, in quanto mostra la fragilità umana che affiora dopo aver perso ogni bene e ogni scopo per vivere, proprio come è successo a Ida che, dopo aver perso l'unico figlio rimasto, impazzisce per il troppo dolore.

Al centro della narrazione ci sono gli oppressi, gli inermi. Con la Storia, per Elsa morante c’è l’esigenza di testimoniare, in quanto lei ha vissuto la seconda guerra mondiale. Articola sul contrappunto della Grande Storia con le microstorie della “gente piccola”, ma anche degli inermi, cioè coloro che non possono difendersi,perché non hanno le armi, e se anche la avessero non possono farlo perché sono in una condizione di totale passività. C’è unidirezionalità sono inermi e nessuno può aiutarli. Alla sua pubblicazione ha avuto enorme successo, e ha anche avuto una critica molto violenta.

La sua missione era quella di scrivere per rendere visibile storie dei piccoli, ma voleva scrivere anche per una società dei non lettori, infatti pubblica il romanzo in edizione economica per renderlo accessibile a tutti. Critiche enormi perché la scritture era di nicchia e per la società alta di letterati. Critiche: Indipendenza ideologica ( La morante non seguiva nessuna corrente) Leggibilità del romanzo (accessibile a tutti) Tiratura da best seller. Epigrafi fatta dalla Morante lei dice “io scrivo per gli analfabeti, per riportare in auge la storia piccola, per quelli che la storia l’hanno subìta. Ricostruisce il sentimento dell’epoca, i dolori e le passionidella seconda guerra mondiale e di come questa ha avuto impatto, ma non solo su ROMA, ma sui ROMANI. Il romanzo inizia con una scheda cronologia degli eventi della storia. Sono 8 capitoli intervallati dagli eventi degli inermi, intreccio tra storia Grande e sotira piccola, dal 41 al 47. Concetta de Angeli dice che il tempo della narrazione è maggiore rispetto alla storia vera e propria. Nel seguire le vicende dei personaggi la Morante crea un’intrastoria. IDA eroe non eroe, vive alla giornata e lotta per la sopravvivenza. Vedova ed epilettica. Senza casa per un raid aereo. Era Ebrea, aveva un figlio illegittimo e soffriva di epilessia (considerata una malattia, come una sorta di epilessia). Racconta in modo dettagliato le ideologia del nazismo. Sempre in TERZA persona. Scelta della polifonia, romanzo CORALE. E si da voce a tutti i protagonisti, ma anche ai nemici come Guter, che è stato una vittima della storia. Descritto e giustificato per aver subìto la storia ed è quasi costretto a comportarsi così, per colmare il senso di nostalgia e di lontananza della famiglia. Guter viene rappresentato in maniera EMPATICA. Memoria creaturale: memoria generale di tutti gli oppressi (Il teologo tedesco Rudolf Otto ci definisce la nozione di CREATURALE come un sentimento di venerazione e rispetto verso le altre creature) Memoria antropologica vicina al sacro, la storia di chi la storia l’ha subìta. La voce della coscienza antropologica (so cosa è successo agli altri perché l’hanno condivisa con me) RACCONTO DELLA RESISTENZA, ma sempre DAL BASSO! L’estetica di Morante di avvicina a Bacman (Lingua brutta) e Wolf (punto in comune perché interessa agli altri). La loro opera deve fondere impegno e l’interesse per gli altri sta a monte, senza altri lo scrittore non sta a monte. La scrittura libera impedisce l’autodistruzione della coscienza per colpa del potere. Benjamine Walter fa un appello alla memoria e dice di ricordare sempre. ESTETICA MORANTE: Nell’estetica della Morante capiamo cosa intende lei per ARTE. L’arte per lei non è solo denuncia dell’irrealtà, ma l’arte è il contrario di disgregazione, quindi è unione. Realtà: Il mondo della giustizia Irrealtà: ingiustizie storiche (mondo fatto di fame e lotte) La soluzione è nella scrittura, Perché la scrittura è portatrice di verità. Ma anche in tutte le altre arti. Cercando la conoscenza si può sopravvivere alle ingiustizie. Visione simile Bacman e Wolf. scrittura: legame tra vitalità della letteratura e utopia. Troviamo infatti nei loro romanzi la struttura interrogativa, la cui radice risiede nell’utopia. Nei loro romanzi c’è una domanda costante che ci proietta verso il futuro (si spera anche migliore). Un’opera non diventa datata grazie all’utopia, quindi rimane sempre attuale. Wolf e Bacmnan troviamo la realtà fatta dalla LINGUA BRUTTA che si oppone alla lingua utopica. Lingua brutta: Irrealtà della morante. Lo scrittore secondo la Morante e la Wolf, ha bisogno di persone diverse da lui, perché ha bisogno di confrontarsi con altre persone. Tramite la scrittura, l’autore prova ad interpretare la vita.

Nel libro della Morante Pro o contro della bomba atomica viene fuori la sua estetica. Tanto che ella afferma anche che lo scrittore preferisce stare con i dominati e non con i dominanti, perché sono le vittime dell’irrealtà delle quali ha bisogno. Sicuramente lo scrittore è attratto dalle guerre e le rivoluzioni, perché è il momento in cui il dominio di un uomo su un altro uomo ha una fine. Gli scrittori preferiscono avere confronto con i bambini e non con gli adulti, perché gli adulti sono fagocitati dall’irrealtà e sono ostili, mentre i bambini sono puri. La realtà la conosciamo tutti noi, ma siamo venduti a quella che è l’irrealtà. La realtà la conosciamo tutti noi, ma siamo venduti a quella che è l’irrealtà. USEPPE: chiave di volta del romanzo. Figlio di uno stupro, metà ebreo e metà tedesco, soffre di epilessia, ma rappresenta l’INNO ALLA VITA....


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