La Maqamah PDF

Title La Maqamah
Author Mouna SAMET
Course Letteratura araba I
Institution Università degli Studi di Napoli L'Orientale
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Summary

Definizione della Maqamah e differenze tra quelle di AL-HAMADHANI e AL-HARIRI...


Description

La MAQAMAH è un genere letterario nato nel X secolo dal genio di Hamadhani, considerato il suo iniziatore e portato alla fama da Hariri, suo degno continuatore. Si tratta di una storiella espressa in prosa rimata e ritmata SAJ’, uno stile che sta a metà strada fra poesia e prosa e che dal X secolo fu largamente usato nella corrispondenza ufficiale e nell’amministrazione. Questo stile che fa largo uso di figure retoriche, si caratterizza per l’equilibrio e la simmetria delle sequenze linguistiche poste in rima, ciò’ che rende il testo letto in lingua originale sonoramente irresistibile.

La Maqamah ha una struttura pressoché fissa che segue il modello del KHABAR cioè la trascrizione di un racconto orale : In una città del Medio o del Vicino Oriente, un narratore incontra durante i suoi viaggi un personaggio sconosciuto, abilissimo e furbissimo oratore, che con l’inganno ottiene denaro, doni e favori. Il narratore finisce poi per riconoscerlo e questo smascherato termina la Maqamah declamando in propria difesa qualche verso di particolare saggezza.

MAQAMAT AL HAMADHANI

MAQAMAT AL HARIRI

Sono 50, 51 o 52 Maqamah a seconda dell’edizione

Sono 50.

Il titolo riporta il nome della località in cui si svolge l’azione, o il nome del personaggio di cui si parla, o l’argomento di cui si tratta. Il trasmettitore è ISA IBN HISHAM che racconta le

Il trasmettitore è HARITH IBN HAMMAM

storie di incontri avvenuti durante i suoi viaggi. E un benestante, aristocratico, uomo di cultura, Musulmano pio e rispettoso che non nasconde il desiderio delle gioie terrene. ISA

IBN

HISHAM

rappresenta

pienamente

l’intellettuale tipico della sua epoca. Il protagonista è ABUL-FATH AL-ISKANDARANI, un

Il protagonista è ABU ZAYD AL-SARUJI che nell’ultima

mendicante che essendo un’ottimo oratore riesce, con

Maqamah ha scelto la via mistica.

l’inganno a ottenere doni e favori.

Egli è lo

sconosciuto che viene sempre smascherato da ISA IBN HISHAM ogni volta che lo incontra. ABUL-FATH è il mendicante tipico che vive nelle città. A parte il mendicante, le maqamat sono piene di vari personaggi, ora reali ora fittizi che si distinguono per il loro parlare talora ricercato e forbito, talora piano e semplice : il cittadino, il contadino, l’intellettuale, il beduino. Con le loro qualità e difetti, le loro ansie e desideri umani, questi personaggi danno un aspetto drammatico quasi teatrale alla Maqamah.

Se si confrontano i 2 autori, Hariri mostra un talento letterario ineguagliabile usando versi poetici di sua composizione. E più incline ad usare arcaismi e termini rari in un SAJ’ dai segmenti più lunghi e dal ritmo più lento. Ma sacrifica un po il contenuto e la caratterizzazione dei personaggi, elementi tanto coltivati da Hamadhani. Furono le Maqamat di Hariri che influenzarono la letteratura Spagnola, Persiana ed Ebraica.

LA LETTERATURA POPOLARE

Parallelamente alla letteratura dotta, è importante parlare di un’altro tipo di letteratura detta POPOLARE che ha caratterizzato il mondo Arabo in epoca classica. Questa letteratura sotterranea è stata a lungo disprezzata e criticata dalla Khassa che la considerava come minore e di bassa qualità perché mescolava l’arabo dialettale con quello letterario.

Scoperta grazie a KITAB AL LAYLA WA LAYLA, la letteratura letteraria veniva raccontata dai QUSSAS, sermonari popolari combattuti dalla predicazione ufficiale perché diffondevano la loro libera interpretazione delle storie dei profeti e dei popoli annientati. Questi QUSSAS si sono trasformati progressivamente in narratori chiamati HAKAWATI o ANTARI, la cui pratica consisteva nel teatralizzare la lettura di un supporto scritto, ravvivandola con commenti o spiegazioni. Il loro uditorio, essenzialmente maschile, proveniva dalla Amma. Questi HAKAWATI esercitavano soprattutto durante le veglie del mese di Ramadan, e sera dopo sera, raccontavano episodi di romanzi in genere molto voluminosi.

❖ IL KHAYAL AL-DHILL E l’unica forma di teatro in epoca classica, probabilmente importato dal Sud-Est dell’Asia o dall’India. Questo spettacolo in area aperta consiste nell’animare manualmente, dietro un drappo chiaro ben illuminato, delle marionette mosse con dei bastoni, accompagnando i movimenti dell’ombra proiettata sul drappo con un testo recitato o improvvisato, alternando prosa e poesia, essenzialmente in arabo dialettale e presentando in particolar modo scene di vita familiare, spesso in maniera buffa e burlesca.

ALF LAYLA WA LAYLA Shahrayar, monarca giusto di giorno, sposa ogni notte una giovane vergine e, una volta consumata la loro unione, la condanna a morte al sorgere dell’alba per vendicarsi sulle donne del tradimento che ha subito dalla prima moglie. Un giorno, sposo’ Sharazad un’adolescente che con l’aiuto della sorella riesce ad appassionare il Re con una storia di cui interrompe il corso ogni mattina. La curiosità del Re gli fa rinviare l’esecuzione di Sharazad di giorno in giorno finché rinuncerà al suo progetto di morte e vivrà con lei da monarca, marito e padre.

Questa è la storia cornice di ALF LAYLA WA LAYLA, costruita secondo il procedimento della concatenazione che attesta la sua origine indiana, l’opera si è sviluppata con l’aggiunta successiva di racconti nati a Baghdad e al Cairo, e infine di racconti aggiunti tardivamente IL CICLO DEI VAGGI DI SINDAB, ALADINO E LA LAMPADA MERAVIGLIOSA e ALI BABA E I QUARANTA LADRONI curiosamente i più conosciuti dal pubblico.

L’opera funziona su 2 ritmi, la suddivisione per racconti e quella per notti. Il riferimento nel titolo “mille e una” significava all’inizio metaforicamente “molto”. Progressivamente, nel corso del tempo, e con l’aggiunta di altri racconti, il numero delle notti è stato aumentato fino alla raggiunta della cifra menzionata. In primo tempo, la fine di un racconto non coincideva mai con la fine di una notte, altrimenti Shahrazad sarebbe morta.

LE NOTTI DI GALLAND La più antica testimonianza è un frammento di foglio di un manoscritto dell’879, poi se ne perdono le tracce praticamente fino al XVIII secolo quando fu riscoperta dall’orientalista Francese Antoine Galland che pubblica tra il 1704 e il 1717 dodici volumi di racconti dal titolo LES MILLES ET UNE NUITS basati in primis su un manoscritto arabo proveniente dalla Siria, ancora oggi conservato nella Bibliothèque de Paris (Prologo + 282 Notti), e poi aiutato da un Prete di Aleppo HANNA DIAB che gli ha dettato molte storie; storie che Galland ha rielaborato e adattato : i versi sono eliminati, i dialoghi semplificati e l’Arabo dialettale in cui sono scritti i racconti è trasformato in un Francese degno dei salotti del XVIII secolo.

Dal 1712 cominceranno a comparire le traduzioni della versione di Galland in diverse lingue.

LE NOTTI IN LINGUA ARABA La prima edizione in Arabo, nota come Calcutta I, comparirà nel 1814. Questa edizione, concepita per l’insegnamento dell’Arabo agli ufficiali della British East India Company, utilizza un manoscritto Siriano della seconda metà del XVIII secolo.

A distanza di un decennio seguirà un’altra edizione nota come Breslau; si tratta del primo tentativo di redigere un’edizione Araba completa del testo con criteri scientifici, salvo che il manoscritto usato si è rivelato una retroversione del testo di Galland.

Nel 1835, viene pubblicata una versione in Egitto nota come Bulaq, una versione che utilizza un manoscritto egiziano perduto.

La versione che è considerata la più autentica e la più completa in lingua Araba è CALCUTTA II, un patchwork di tutte le altre versione citate.

L’unica traduzione Italiana che viene dall’Arabo è quella di Francesco Gabrielli, stampata nel 1948 ed è una traduzione della versione Bulaq, tenendo presente la versione Calcutta II.

Due elementi meritano di essere sottolineati : ● L’eterogenesi delle Notti, un testo in cui confluiscono materiali antichissimi e precedenti all’Islam, che sono stati tradotti intorno alla fine dell’VIII secolo dal Persiano. ●

Le Notti sono stati per lungo tempo lo sguardo dell’Occidente sull’Oriente Islamico : gioco, divertimento e fantasticherie nella traduzione di Galland, un manuale etnografico su usi e costumi orientali nella prima versione inglese, poi un testo di studio destinato agli ufficiali della Compagnia delle Indie etc. ...

LE NOTTI DI MUHSIN MAHDI Si tratta di un’edizione critica delle varie versioni di Alf Layla Wa Layla fatta dall’orientalista Americano di origine Irachena Muhsin Mahdi. Mahdi ha messo a confronto il manoscritto Siriano usato da Galland e tutti gli altri manoscritti siriani e egiziano superstiti. Alla fine di un lavoro molto difficoltoso, l’orientalista è riuscito a rielaborare “un archetipo” che secondo lui fu elaborato tra il XIII e il XIV secolo.

Mahdi è riuscito anche a individuare un nucleo più antico di storie che si compone di 40 racconti e 282 notti e nel quale la storia cornice rimane incompleta.

Mahdi ha anche provato a restituire la lingua originale delle Notti, una lingua molto più vicina al parlato che all’arabo fusha, una lingua contaminata da espressioni dialettali e da parole straniere (Turco e Persiano), una lingua che rappresenta la situazione linguistica nel mondo Arabo a partire del periodo mamelucco sino ad oggi.

Le storie delle Mille e una notte contengono una lezione, una ‘IBRA, in perfetto stile degli SPECCHI PER PRINCIPI. In più punti del testo, tornerà il riferimento esplicito alla necessità di registrare le storie per il loro valore di insegnamento e di consiglio / avvertimento. Il tema principale della storia cornice è MAKA’ID AL-NISA : ●

Le mogli adultere



Shahrazad che usa sapienza e intelligenza per prolungare notte dopo notte la sua vita

L’AMPLIFICAZIONE DEL DESIDERIO La storia cornice mette in scena un susseguirsi di adulteri secondo un processo di amplificazione : ❖ Il primo, osservato da Shahzaman, il più giovane dei fratelli, Ré di Samarcanda, che rientrato inaspettatamente vede sua moglie giacere con una sola persona, un cuoco (M) / schiavo nero (B) ❖ Il secondo, la stessa scena amplificata nel numero (20 schiavi neri e 20 ancelle) si presenta al fratello più grande Shahrayar, Ré di tutta la terra, che vide sua moglie accoppiarsi con un schiavo nero chiamato Mas’ud ❖ Infine, i fratelli saranno attori a loro malgrado di una scena di adulterio in cui ad essere tradito (570 volte in B e 100 volte in M) addirittura un ‘IFRIT da una fanciulla che ha rapito e che tiene segregata in un baule chiuso a chiave e celato in fondo al mare.

Le conseguenze dell’adulterio considerato “la crisi che fa partire la storia” sono varie : ❖ Shahrayar che inventa una forma aberrante del matrimonio che prevede l’esecuzione della sposa il mattino successivo alla prima notte di nozze per salvaguardare la fedeltà coniugale. ➢ La scelta dell’amante “nero” suggerisce oltre che una preferenza erotica, il tema del capovolgimento (Nero/Bianco, Schiavo/Re, anche l’atto sessuale da compiuto in una camera lontano dagli occhi ad un campo in mezzo alla natura) e della paralisi del potere regale. ❖ Dimostra una vera crisi del potere regale, infatti subito dopo la scoperta dell’infedeltà tutti i due fratelli decidono di abdicare. Il ritorno all’esercizio della sovranità sarà effettuato solo dopo la scoperta della crisi di un potere ancora più alto di quello regale. L’adulterio trasforma il Mulk in tirannia...


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