La psicologia cognitiva PDF

Title La psicologia cognitiva
Author aurora piantanida
Course Psicologia generale
Institution Università di Pisa
Pages 2
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Summary

come nasce questo movimento, cosa si propone di studiare, i metodi di misurazione che utilizza, teorie in ambito psicologico e i maggiori esponenti come Bartlett, Piaget.
con la trattazione delle innovazioni rispetto al passato...


Description

la psicologia cognitiva Cosa porta dal comportamentismo al cognitivismo? La ricerca sul comportamento permetteva agli psicologi di misurare, prevedere e controllare un certo comportamento ma a discapito di alcuni fattori importanti. -ignorava il processo mentale (studiato in precedenza da Wundt e James) -non considerava il modo in cui l'organismo evolve, non teneva in considerazione la storia (elemento importante per spiegare certi aspetti) Quello che fece cambiare direzione fu l’avvento del computer, che oltre ad avere un enorme impatto pratico, ebbe anche un enorme impatto concettuale sulla psicologia. L’affermarsi del computer fece riaffiorare l’interesse per i processi mentali in tutto l’ambito della psicologia e produsse un nuovo approccio detto psicologia cognitiva, che è lo studio scientifico dei processi mentali, comprendenti la percezione, il pensiero, la memoria e il ragionamento. Ora è S O R (stimolo organismo e risposta), perché non è importante più solo la risposta ma quello che intercede tra lo stimolo e la risposta. Per il comportamentismo la mente era un recettore passivo delle informazioni provenienti dall’ambiente, mentre per il cognitivismo la mente è un elaboratore attivo, composta da diversi processi Il cognitivismo è lo studio scientifico dei processi mentali che comprendono la percezione pensiero memoria e ragionamento. Il soggetto interagisce con l’ambiente non limitandosi a ricevere passivamente le sollecitazioni, ma verificando continuamente la congruenza tra il progetto comportamentale e le condizioni ambientali. C’è un ragionamento prima di dare la risposta. È un’interazione attiva: riceve uno stimolo, li comprende e attraverso i processi mentali gli elabora e da risposte diverse a seconda di diversi fattori. Nel comportamentismo era un’interazione passiva, si considerava solo lo stimolo e la risposta e si trascurava tutto quello che intercedeva tra loro. Il cognitivismo studia:  Apprendimento  Sensazione  Percezione  Pensiero  problem-solving  emozioni  Linguaggio  attenzione  memoria  Sir frederic Bar Bartlett tlett tlett: dimostrò che la memoria non è una cosa unitaria ma è influenzata dalla storia personale e su cosa una persona si aspetta. studiò l’esperimento di Ebbinghaus. Ebbinghaus era interessato alla memoria e facendo un esperimento su se stesso aveva cercato di scoprire con che velocità e con che efficienza riusciva a memorizzare e poi ricordare informazioni prive di significato come le sillabe dap, kir, sut. Bartlett ripropose un esperimento simile ad un campione di persone chiedendo loro di ricordare delle storie. Bartlett scoprì che i partecipanti alla ricerca spesso ricordavano ciò che sarebbe dovuto accadere o ciò che si aspettavano accadesse anziché ciò che era effettivamente accaduto. Concluse quindi che la memoria non è una riproduzione fotografica dell’esperienza passata e che i nostri tentativi di ricordare il passato sono fortemente influenzati dalle nostre conoscenze, convinzioni, speranze e desideri. La memoria non è più STORAGE (magazzino) ma CONSTRUCTION (costruzione)  Jea Jean n Piaget Piaget: studiava gli errori percettivi e cognitivi dei bambini per riuscire a comprendere la natura e lo sviluppo della mente umana “esperimento dei mucchietti di creta”  metteva di fronte a dei bambini di tre anni due mucchietti di creta identici, poi uno dei due lo divideva in tanti pezzettini più piccoli e quando chiedeva ai bambini quale dei due mucchietti contenesse più creta i bambini indicavano quello che era stato ridotto in più parti. Ma i bambini di sei anni non facevano più questo errore. Piaget ipotizzò che ai bambini più piccoli mancasse una particolare capacità cognitiva che consentiva a quelli più grandi di rendersi conto che la massa di un oggetto rimane costante anche quando viene suddivisa. Secondo Piaget errori mentali come questo permettevano di scoprire aspetti fondamentali del mondo mentale del bambino. i bambini non colgono l’esperienza nel suo insieme. In età prescolare il bambino non ha la capacità di valutare le quantità. Il bambino non è un adulto in miniatura, ha schemi mentali completamente diversi dagli adulti, il bambino ha un funzionamento molto diverso. Ci vuole una comunicazione paritaria, tipo di linguaggio che

hanno le neomamme nei confronti dei bambini (toni molto acute) tutto questo aiuta il bambino a comprendere meglio “esperimento della montagna”  cartonato di una montagna con tanti elementi riconoscibili dal bambino, la montagna copre da entrambi i lati gli elementi. Il bambino alla richiesta di dire cosa vede lo sperimentatore dalla sua parte risponde cosa vede lui. Concetto dell’egocentrismo: i bambini sotto una certa età fanno riferire tutto quello che l’altro vede a se stesso, non concepisce che un’altra persona veda qualcosa di differente da quello che vede lui. Permanenza dell’oggetto: l’oggetto ha una vita propria è esterna alla concezione del bambino, di cui appunto non hanno controllo Concetti Piaget:  La differenza nel pensiero tra adulti e bambini è di tipo qualitativo: infatti il bambino non è un adulto in miniatura ma ha un funzionamento proprio.  Piaget distingue due processi che caratterizzano ogni adattamento: l'assimilazione e l'accomodamento, che si avvicendano durante l'età evolutiva. a. Si ha assimilazione quando un organismo adopera qualcosa del suo ambiente per un'attività che fa già parte del suo repertorio e che non viene modificata (un bambino di pochi mesi che afferra un oggetto nuovo per batterlo sul pavimento: siccome le sue azioni di afferrare e battere sono già acquisite, ora per lui è importante sperimentarle col nuovo oggetto). b. Nella seconda fase invece prevale l'accomodamento, allorché il bambino può svolgere un'osservazione attiva sull'ambiente tentando altresì di dominarlo. Le vecchie risposte si modificano al contatto con eventi ambientali mutevoli (se il bambino precedente si accorge che l'oggetto da battere per terra è difficile da maneggiare, cercherà di coordinare meglio la presa dell'oggetto). Anche l'imitazione è una forma di accomodamento, poiché il bambino modifica se stesso in relazione agli stimoli dell'ambiente. Un buon adattamento all'ambiente si realizza quando assimilazione e accomodamento sono ben integrati tra loro.  Lev Vygotskij Il nucleo teorico di Vygotskij è che lo sviluppo della psiche è guidato dal contesto sociale e influenzato dunque dalla cultura del particolare luogo e momento storico in cui l'individuo è inserito. L’ambiente provoca quindi delle stimolazioni nel bambino e si sviluppa tramite "strumenti" (come il linguaggio) che l'ambiente mette a disposizione Per Piaget la pressione dell'ambiente non ha effetto sul sistema nervoso (il bambino impara interagendo da sé sugli oggetti) mentre per Vygotskij è l'ambiente culturale a consentire lo sviluppo cognitivo. Lo sviluppo delle abilità cognitive avviene secondo Vygotskij durante età stabili ed età critiche; la relazione fra queste consente lo sviluppo cognitivo completo.  Le età stabili sono quei periodi di vita in cui i cambiamenti sono presenti ma in piccola parte; durante la crescita, questi cambiamenti aumentano creando le cosiddette età critiche che consentono il passaggio allo stadio successivo. Queste crisi sono importanti perché se superate correttamente garantiscono uno sviluppo cognitivo corretto nel bambino. Questi sviluppi risalenti agli anni ’50 aprirono la strada a un’esplosione di studi cognitivi durante gli anni ’60, sviluppando nuovi metodi che consentirono di studiare i processi cognitivi abbandonando i vecchi metodi di studio introspettivi. Modelli cognitivi nei primi modelli cognitivistici, l'elaborazione dell'informazione era concepita come un processo che avviene per stadi consecutivi: terminate le operazioni proprie di uno stadio si passa al successivo e così via. Negli anni '70 furono presentati nuovi modelli che mettevano in evidenza la possibilità di retroazione di uno stadio di elaborazione su quelli precedenti. La nozione di “retroazione”, feedback, sviluppata dalla cibernetica divenne centrale nella concezione del comportamento orientato verso una meta  Gli elementi di un sistema sono in interazione reciproca. L'azione di un elemento su un altro implica una risposta (retroazione o feedback) del secondo elemento verso il primo. Esistono tipi di apprendimento che coinvolgono processi di ordine superiore portano alla convinzione che l'apprendimento non possa essere ridotto all'acquisizione meccanica di associazioni stimoli e risposte. Queste tipologie di apprendimento sono oggetto di studio del cognitivismo....


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