LA Religione - Riassunto Elementi di sociologia PDF

Title LA Religione - Riassunto Elementi di sociologia
Author anna belcari
Course Educazione degli adulti e pedagogia interculturale
Institution Università degli Studi di Trieste
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diversi tipi di religione ...


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LA RELIGIONE 1- LE RELIGIONI NELLA PROSPETTIVA SOCIOLOGICA Le religioni riguardano credenze, cioè idee che gli uomini si fanno intorno alla natura della realtà terrena e ultraterrena. Il sociologo prende queste credenze come dati di fatto che è necessario spiegare nella loro genesi. Egli non si chiede se queste credenze siano vere o false, perché hanno a che fare con una realtà non empirica che sfugge agli strumenti della conoscenza scientifica. L’unico dato di fatto empirico è che uomini reali sviluppano credenze e istituzioni e mettono in atto comportamenti chiamati “religiosi”. Vere o false possono essere solo le asserzioni che riguardano le credenze religiose e non le credenze stesse. Ciò non vuol dire che un sociologo che studia le religioni non possa avere delle credenze religiose; egli deve mantenere ben distinti i due ruoli; il sociologo può essere un uomo animato di una profonda fede religiosa, ma quando opera sul piano scientifico deve evitare che il suo ruolo di credente interferisca con il suo ruolo di studioso. Si tratta in ogni caso di mantenere una certa distanza dall’oggetto di studio. Vi è un settore della sociologia chiamato sociologia della conoscenza, che studia come l’attività conoscitiva sia influenzata dalle credenze e dagli interessi dello studioso che si collocano al di là e al di fuori della sfera conoscitiva e al di fuori della scienza. 2- SACRO E PROFANO In qualsiasi parte del mondo è difficile non trovare un gruppo umano che non dedichi una parte del tempo e dello spazio a pratiche religiose: tutte le società umane riservano alcuni giorni di festa e un luogo dove i membri si riuniscono per celebrare riti e cerimonie religiose. Nel nostro paese ad esempio abbiamo i battesimi, le cresime, le comunioni, i matrimoni ecc tutte queste sono cerimonie religiose. Sono veri e propri fatti sociali al di là del loro significato oggettivo che può essere loro attribuito. La religione è un fenomeno universale nelle società umane. Non tutti gli uomini e le donne sono religiosi, ma non esistono società umane che non abbiano sviluppato qualche forma di religione. La religione deve rispondere ad un’esigenza specifica delle società umane. La religione è una credenza, o insieme di credenze, relativa all’esistenza di una realtà ultrasensibile, ultraterrena, sovrannaturale. Credenza  giudizio sulla realtà che si fonda su un atto di fede. La nozione “credenza” presuppone una distinzione tra credenza e conoscenza: è diverso dire che una cosa è così perché “credo” che sia così, oppure che è così perché “so” che è così. Il confine tra credenze e conoscenze è sfumato nel senso che le due categorie presentano zone di sovrapposizione; sono due modi mediante i quali glie esseri umani raggiungono un relativo grado di certezza sulla realtà che li circonda. Nessuna credenza è perfetta, come nessuna conoscenza è assoluta. Seconda definizione di credenza le credenze religiose riguardano l’esistenza di una realtà al di là di ciò che è percepibile con i sensi e accumulabile come conoscenza empirica. L’uomo riconosce al di là del mondo che gli è familiare e accessibile vi è un mondo misterioso e normalmente inaccessibile. Un altre parole, le credenze religiose postulano l’esistenza di una sfera della realtà trascendente rispetto alla sfera della realtà percepibile. L’essere umano è dotato della capacità di trascendere l’esperienza immediata: egli è in grado di raffigurarsi ciò che non c’è più e ciò che non c’è ancora. Questa capacità consente all’uomo di concepire l’esistenza di una realtà trascendente, invisibile, che sta dietro alle cose percepite dai sensi e che si estende anche al di là della vita terrena dopo la morte. In molte forme di religione primitiva e arcaica vi è questa sfera trascendente occupata da divinità che rappresentano fenomeni o elementi naturali (sole, acqua, fuoco ecc), oppure delle anime dei defunti (culto

degli antenati). Questa sfera costituisce la sfera del sacro: il cosmo viene distinto in una sfera del sacro e in una sfera del profano. Sacro e profano pur essendo sfere separate, non sono prive di rapporti. Le varie forme di religione si differenziano tra loro a seconda del modo con cui è articolato il rapporto tra sacro e profano. Nella magia (forma primitiva di religione) il mondo ultrasensibile è popolato da spiriti che spesso vengono rappresentati con sembianze umane e la cui volontà (benevola o malevola) può essere influenzata dagli uomini mediante pratiche rituali propiziatorie (danza della pioggia). La stessa funzione hanno i doni o i sacrifici offerti alle divinità per accattivarsi la loro benevolenza o placare la loro ira. Dalle offese arrecate a questi spiriti ci si può aspettare collera e vendetta, così come la loro assistenza e protezione può essere d’aiuto nel raggiungimento di fini terreni (buon raccolto, vittoria in una guerra). MAGIA e RELIGIONE si differenziano per il diverso rapporto che si instaura tra sacro e profano, tra terreno e ultraterreno: Magia  le pratiche rituali servono per influenzare gli spiriti e forze occulte, che si ritiene stiano dietro le cose e i fenomeni, al fine di produrre effetti pratici nella vita terrena. Religione  il fine è quello di consentire agli uomini di elevarsi al di sopra e al di là della loro esistenza terrena e di accedere alla sfera del sacro, attraverso pratiche ascetiche e mistiche. 3- L’ESPERIENZA RELIGIOSA Chiedersi quali siano i tratti fondamentali dell’esperienza religiosa: per rispondere a ciò vi sono due esperienze che sono tipiche della condizione umana: l’esperienza del limite e l’esperienza del caso. L’ESPERIENZA DEL LIMITE: riguarda la stessa vita umana. Gli esseri umani sono dotati di una consapevolezza che sembra specifica della loro specie: sanno di dover morire; essi vivono nella certezza che la loro vita ha avuto un inizio e avrà una fine, ossia un limite. Ma se da un lato vi è il mondo delle cose mortali, allora dove anche esistere un mondo delle cose immortali al quale appartengono le anime, gli spiriti e gli dei. Le religioni aiutano a dare una risposta agli interrogativi (perché devono soffrire?, perché devono morire?) e quindi a mantenere l’angoscia che da essi deriva entro limiti tollerabili per il semplice fatto che, di fronte alle imperfezioni del mondo, all’ingiustizia e alla sofferenza, postulano l’esistenza di un mondo-altro che non conosce questi limiti. Gli esseri umani vivono nella consapevolezza di essere in balia di forse più grandi di loro e che sfuggono al loro controllo; per quanto si sforzino di mettere tali forze al loro servizio e per quanto tali sforzi possano essere coronati da successo, anche l’uomo più potente deve riconoscere che esistono dei limiti alla sua potenza. L’ESPERIENZA DEL CASO: evoca un’esperienza di tipo religioso, l’uomo si confronta costantemente con il limite della sua capacità di dare una spiegazione agli eventi naturali, sociali e individuali che interferiscono con la sua esistenza. È vero che noi sappiamo infinitamente di più del mondo che ci circonda rispetto ai nostri predecessori, le nostre spiegazioni rimangono tuttavia parziali poiché non siamo in grado di risalire alle cause ultime del divenire e di ricondurre l’infinita varietà dei fenomeni ad una spiegazione unitaria ed esaustiva. Quindi la consapevolezza del limite posto alla capacità di conoscere di ogni singolo individuo e della specie umana nel suo complesso rende possibile concepire l’idea di un ente che non sia sottoposto a tali limitazioni. Così anche le esperienze che sembrano più inspiegabili e prive di significato (morte, dolore, catastrofi) trovano una loro collocazione e giustificazione in un ordine, in un disegno, che rimane misterioso, ma di cui la mente umana è in grado di postulare l’esistenza.

Il problema dell’ordine morale (aspetto legato all’esperienza religiosa). Sia nella vita di tutti i giorni, sia in momenti cruciali della loro esistenza, gli esseri umani sono posti di fronte alla necessità di scegliere tra corsi alternativi di azione. Se non ci fosse la possibilità di scegliere non ci sarebbe neppure un problema morale. Molte scelte vengono effettuate in base ai criteri utilitaristici; ma in molti casi le scelte non coinvolgono la dimensione dell’utile, bensì anche la dimensione del bene e de male. Succede spesso che azioni che risulterebbero utili al raggiungimento dei nostri fini non ci sono consentite perché violerebbero il nostro codice morale. Anche se è possibile concepire una morale “laica”, nella storia dell’umanità i codici morali hanno quasi sempre trovato nella loro religione il loro fondamento, come se fossero gli dei a prescrivere agli uomini come comportarsi nelle varie circostanze della loro vita. Ogni religione comporta quindi la presenza di un elemento prescrittivo/normativo: ogni comandamento diventa tanto più vincolante se colui al quale è destinato è animato dalla credenza che non sia qualche autorità terrena, ma un potere sovrannaturale, a prescrivergli come deve comportarsi. 4- TIPI DI RELIGIONE Vi sono molti criteri in base ai quali è possibile classificare le religioni: - Religioni che postulano l’esistenza di forze sovrannaturali impersonali che influenzano positivamente o negativamente le vicende umane, (credenza nel mana  forza magica presente in uomini e cose, delle isole della Melanesia Malinowski; oppure il totemismo  nel quale i credenti riconoscono in un oggetto animale o pianta, l’antenato comune che ha dato origine al loro clan Durkheim). - Nell’animismo si ritiene che dietro agli uomini, le cose, i fenomeni vi siano degli spiriti che intervengono attivamente influenzandone il comportamento Tutte queste religioni contengono forti elementi di magia e riguardano in genere società semplici, piccole società che vivono spesso isolate le une dalle altre e che sviluppano culti “locali”. - Religioni universali  cioè quelle religioni che unificano mediante credenze comuni masse enormi di uomini, spesso appartenenti a una pluralità di società che sono: 

Religioni che credono nell’esistenza di una divinità: MONOTEISTE



Religioni che credono in più divinità: POLITEISTE

La divinità è un oggetto di adorazione da parte dei fedeli, i quali riconoscono in essa tutti quegli attributi di cui essi sono privi (perfezione, onnipotenza, onniscienza). La divinità è un’entità superiore alla realtà naturale e umana; tra il mondo degli dei e il mondo degli uomini e delle cose esiste un’eterogeneità di principio e un ordinamento gerarchico di superiorità/inferiorità. Nelle religioni politeiste il mondo degli dei è differenziato e quasi gerarchizzato. Vi è un dio superiore (Giove sta al vertice della gerarchia degli dei dell’Olimpo nella mitologia greca classica, la sua superiorità deve essere garantita e riconfermata continuamente). Gli dei vengono concepiti come potenze eternamente in lotta tra loro e in concorrenza per la devozione da parte degli uomini, inoltre ad essi vengono attribuiti sentimenti e aspirazioni quasi umane. Si collocano su un piano trascendente rispetto al mondo umano, ma si tratta di una trascendenza relativa e non assoluta. Divinità di funzione  spesso le singole divinità presiedono alle varie attività umane (dio della semina, del raccolto, della fecondità ecc) Induismo  religione del mondo contemporaneo che si avvicina di più al modello di una religione politeista

Nelle religioni monoteiste (ebraismo, cristianesimo e islamismo) l’eterogeneità tra divino e umano raggiunge il grado più elevato: Dio è unico, onnipotente, creatore del cielo e della terra e del genere umano, la causa prima e l’origine di tutte le cose, la sua potenza … Il carattere unitario e trascendente della divinità può essere più o meno accentuato. Cristianesimo  il dogma della Trinità afferma che Dio è uno e trino (Padre, Figlio e Spirito Santo) e accanto al culto della divinità, sono praticati anche il culto della Madonna e dei santi, attenuando così il rigido monoteismo. Queste sono anche dette religioni cosmocentriche  fondate sulla credenza di un’armonia universale ultraterrena Religioni teocentriche  fondate sulla credenza in un aldilà dominato dalla presenza della divinità - Weber ha individuato altri due criteri in base alla quale classificare le religioni: 

Il tipo di promessa e di premio che viene riservato ai fedeli:

vi sono le religioni la cui promessa consiste nella possibilità di raggiungere uno stato di beatitudine e di pienezza durante la vita, mediante successive reincarnazioni, oppure religioni che permettono il riscatto e la redenzione dalle pene terrene soltanto dell’aldilà. (religioni della redenzione) 

Tipo di comportamento che garantisce la salvezza:

vi sono religioni che prescrivono pratiche mistiche e contemplative di distacco dal mondo, altre al contrario prescrivono una condotta ascetica di vita al di fuori, oppure all’interno del mondo. Misticismo  l’ideale religioso è rappresentato da un atteggiamento di rifiuto del mondo, poiché soltanto staccandosi dalla corruttibilità e caducità delle cose terrene l’uomo può essere in grado di ricevere la grazia, di mettersi in sintonia con l’armonia divina del cosmo, di farsi contenitore della rivelazione divina. Ascesi  comporta un atteggiamento attivo in cui l’uomo si fa strumento della volontà divina. 5- MOVIMENTI E ISTITUZIONI RELIGIOSE Le religioni non sono soltanto sistemi di idee; le idee, per diventare socialmente operanti, devono essere sostenute da uomini in carne e ossa che agiscono nell’ambito di gruppi più o meno organizzati, più o meno istituzionalizzati. Anche nelle religioni di società più semplici compare quasi sempre una figura (mago, stregone ecc) che si pone su un piano diverso da quello del resto dei credenti e alla quale è affidato professionalmente il compito di fare da intermediario tra gli uomini e le potenze sovrannaturali. La celebrazione di riti e culti diventa una funzione sociale specializzata affidata a personale specializzato. È una prima forma di divisione del lavoro; il ministro del culto è esentato dal provvedere direttamente ai suoi bisogni materiali e vive per lo più dalle offerte dei fedeli  ceto sacerdotale (il clero) opera nell’ambito di organizzazioni molto variabili nella loro forma. ORAGANIZZAZIONI RELIGIOSE: 

Movimento religioso: è la forma più fluida di organizzazione religiosa. Nasce quando in una società maturano le condizioni per una rottura delle credenze religiose tradizionali. All’origine di un movimento religioso vi è quasi sempre una profezia e un “profeta” che rivela agli uomini , che sono diventati sordi, la parola e la volontà di Dio; il profeta inizia idealmente con le parole “sta scritto, ma io vi dico”, cioè con la rottura di un’ortodossia. Intorno al profeta si raccoglie una comunità di fedeli, che crede nelle virtù eccezionali del proprio capo, nella sua facoltà straordinaria di ricevere direttamente la volontà di Dio.

Un movimento religioso nasce e si diffonde perché i suoi membri passano attraverso un’esperienza fondamentale: la conversione  rappresenta una cesura, una svolta, nella vita di un individuo, il quale tenta una grande trasformazione che fa sì che egli non sia più quello che era prima. Dalla conversione nasce un uomo nuovo. Questa esperienza non è puramente individuale, ma collettiva. Il movimento religioso inoltre, è un’organizzazione allo stato nascente, tutta incentrata sul rapporto carismatico tra il capo e i suoi seguaci, sulla solidarietà e sulla fratellanza che si viene a creare tra i membri del gruppo. Weber sostiene che si tratta di una forma sociale molto instabile, legata alla natura personale del vincolo che unisce il capo religioso ai suoi seguaci e i seguaci tra di loro. Il movimento deve affrontare una serie di problemi; tra i quali: - la successione del capo  il problema della successione è il più difficile da affrontare; perché la fedeltà e la fiducia del tutto personali che i seguaci riponevano nel capo deve ora essere trasferita al o ai suoi successori, ma perché ciò possa verificarsi il rapporto stesso deve trasformarsi in una direzione i maggiore impersonalità. - la diffusione della fede - la trasmissione del credo alle generazioni nuove 

Chiesa: il movimento deve trasformarsi in chiesa attraverso un processo di istituzionalizzazione delle credenze e delle pratiche religiose. Le credenze devono venire sistematizzate, consolidate in un corpo organico di dottrina e codificate in un testo scritto che valga come legge fondamentale del gruppo dei credenti e come strumento di trasmissione della fede. In quasi tutte le religioni vi sono dei testi sacri nei quali sono fissate le credenze e le prescrizioni di condotta fondamentali e la cui interpretazione “autentica” è demandata ad un gruppo di specialisti (teologi). Le pratiche rituali assumono così un carattere di universalità, stabilità e astrattezza e nel loro insieme vengono a costituire una liturgia alla quale presiede un corpo di specialisti (il clero) organizzato in un ordine gerarchico. La religione assume la forma organizzativa della chiesa, si genere inevitabilmente una differenziazione interna tra un ceto sacerdotale e la massa dei credenti. Una chiesa per poter sussistere, deve trovare qualche forma di accomodamento con il cotesto economico, sociale e politico in cui opera. Una chiesa per poter svolgere la sua funzione principale (dispensare beni di salvezza), diventa soggetto di interessi secolari: - deve reperire e amministrare risorse economiche - deve assicurarsi che i propri ministri e fedeli possano celebrare liberamente i culti - deve proteggere e rafforzare la propria organizzazione in concorrenza con le altre potenze secolari, in particolare con lo stato. Stato e chiesa sono due istituzioni che avanzano pretese di fedeltà da parte ella stessa massa di persone; il rapporto può quindi svilupparsi in termini di aperto conflitto, oppure di sostegno reciproco, attraverso una sorta di “alleanza” tra poteri secolari e poteri religiosi. Inoltre nell’ambito della chiesa si possono sviluppare movimenti religiosi che si oppongono per ragioni dottrinarie o politiche. Tali movimenti possono condurre a vere e proprie fratture scismatiche che portano alla separazione dalla chiesa di intere regioni con le loro popolazioni e alla creazione di nuove chiese separate (scisma della chiesa anglicana e della chiesa orientale dalla chiesa di Roma).

La storia della chiesa cattolica è costellata dalla comparsa di movimenti religiosi che sono stati dichiarati eretici quindi duramente combattuti e repressi; non sempre la risposta della chiesa è stata una risposta repressiva. Gli ordini monastici hanno spesso avuto origine da movimenti religiosi di tipo carismatico che contenevano potenzialmente una forte carica critica nei confronti dell’ortodossia ufficiale. Questi non sono stati posti al di fuori dell’ortodossia e quindi combattuti come eretici, ma è stata riconosciuta la loro legittimità nell’ambito di una struttura ecclesiastica più differenziata e flessibile. Gli ordini monastici rappresentano un tipo di comunità religiosa separata dalla massa dei fedeli di una chiesa, ad essi si appartiene per scelta attraverso un atto di “rifiuto del mondo” e di dedizione a un ideale di perfezione di vita religiosa. Weber parla in proposito di una “religiosità di virtuosi” cioè di un ideale di condotta di vita non accessibile alla massa dei credenti laici. 

Setta: l’esito di un movimento religioso è però la formazione di una setta  che si differenzia da una chiesa per il fatto che l’appartenenza ad una setta presuppone un atto di adesione individuale. La setta è una comunità religiosa ristretta, se non chiusa, tra i cui membri si stabiliscono legami forti di fratellanza e di fiducia e che vive in un contesto sociale formato da appartenenti ad altre religioni o confessioni. Per i partecipanti ad una setta conta di più la qualità e la forza della convinzione che non l’espansione quantitativa del gruppo. Anche le sette passano attraverso un processo di istituzionalizzazione e si trasformano quindi in denominazioni, alle quali si appartiene più per nascita che per un atto di adesione individuale. Tra chiese e denominazioni vi è un’affinità di fondo, con la differenza che le chiese tendono ad essere le organizzazioni religiose dominanti nell’ambito di sin...


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