Lachmann il Metodo fasi e spiegazione critica PDF

Title Lachmann il Metodo fasi e spiegazione critica
Course FILOLOGIA ITALIANA
Institution Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli
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Summary

Spiegazione del Metodo di Lachamann recensio, collazio, emendatio, edizione critica....


Description

La Critica del testo nasce dall’esigenza di restituire, per quanto è possibile, a un’opera scritta la sua forma originaria. Il recupero della forma originaria di un testo antico è un’operazione molto complessa. Solo quando sono state individuate tutte le fonti dirette e indirette relative al testo di cui si vuole dare un’edizione critica, inizia la vera e propria critica del testo che si articola in una seri di operazioni teorizzate dal filologo tedesco lachmann. Il metodo di Lachmann è un metodo ricostruttivo, si tende a ricostruire il testo per risalire ad un’edizione critica più vicina all’originale. Lachman non creò ex novo questo metodo, ma lo perfezionò riprendendo una serie di acquisizioni ottenute da diversi filologi nel corso del tempo, già a partire dall’epoca umanistica, essendo una disciplina antica che nacque già ad Alessandria d’Egitto nel 3-4 secolo. Lachmann studiò quasi tutti i diversi metodi antichi e li mise insieme creando un metodo che oggi prende il suo nome. Nel 1850 espone i principi del suo metodo nell’edizione critica del De Rerum Natura di Lucrezio dando una svolta nella storia filologia. Come si applica il metodo di Lachmann? Si compone di 3 fasi 1) ricognizione dei testimoni, raccolta di tutti i manoscritti e codici di edizioni a stampa che tramanda il testo di cui bisogna curare l’edizione critica; 2) Collatio, confronto dei testimoni; 3) recensio, all’interno della quale si trova anche la fase della constitutio textus che si divide a sua volta in selectio e emendatio. 1) Raccolta dei materiali: cioè il censimento di tutti i testimoni manoscritti o a stampa che ci sono stati tramandati dalla tradizione. Una tradizione può essere rappresentata da più testimoni o da un testimone solo. Se abbiamo un solo testimone il procedimento sarà relativamente semplice l’esaminatore passerà direttamente alla fase dell’examinatio. In presenza di una tradizione con più testimoni si procede con 2) La Collatio dal latino da confero che significa confronto, cioè il confronto, la comparazione tra i testimoni parola per parola operazione che va ripetuta anche più volte dal filologo al fine di registrare le differenze dei vari manoscritti e ricostruire l’opera originale. Viene scelto un testimone base come modello chiamato anche esemplare di collazione e tutti gli altri testimoni vengono confrontati con esso e si registrano tutte le lezioni divergenti. Si può trattare di un manoscritto, di un editio princeps, edizione critica moderna. La collazione è il passaggio cruciale del lavoro preparatorio dell’edizione critica. Se i testi da collazionare non presentano divergenze tali da essere incomparabili il risultato consiste in un elenco più o meno ampio di lazioni varianti e errori. La Variante è una possibile alternativa del testo che non va a modificare il senso anche se non rientra nello stile dell’autore o stilisticamente inferiore alla lezione corrente. Errore lezione che l’autore non avrebbe mai coscientemente fatto propria (illogica, linguisticamente inaccettabile, incompatibile con le sue conoscenze). Gli errori avvengono per motivi di natura diversa: Errori di trascrizione- dovuti all’errata lettura, confusione tra lettere simili, scrittura poco chiara nel modello e difficoltà di decifrarlo. Errori di trasposizione - inversione nell’ordine delle sillabe o delle parole Errori di sostituzione- sostituzione di una parola con un’altra più familiare, tendenza a banalizzare l’errore e a modernizzare. Errori di omissione- omissione di parole incomprensibili o porzioni di testo comprese tra due parole uguali. Variazioni inconsapevoli o involontarie -  che occorrono per distrazione o per travisamenti, queste di solito sono più facili da individuare perché producono un testo scorretto. Variazioni consapevoli o volontarie -  prodotte da copisti che consapevolmente modificano il testo ritenendo di migliorarlo. Questi sono più difficili da individuare perché di solito producono un testo accettabili. Antigrafo-- esemplare da cui si copia

Apografo-- esemplare copiato da un modello. Concluse le precedenti operazioni si tenta di definire le relazioni storiche tra i vari manoscritti ancora utili alla ricostruzione dell’originale cioè di delineare la genealogia dei vari codici. Per stabilire i rapporti esistenti sui vari testimoni si fa leva non sulle lezioni giuste, bensì sulla comunanza degli errori. Mentre la lezione giusta può essere stata riprodotta indipendentemente nei testimoni, l’errore in quanto deviazione dell’originale costituisce l’unico elemento comprovante le reciproche relazioni. Non tutti gli errori vanno presi in considerazione, ma solo quelli utili a riconoscere connessione o indipendenza, bensì solo quelli significativi che sono detti errori Guida. La prima operazione della Recensio vera e propria è la eliminatio codicum descriptorum, l’eliminazione dei codici descritti, cioè copie di altri codici posseduti, eliminazione di testimoni copiati cioè descripti che derivano da altri testimoni conservati. QUESTO deve essere eliminato perché privo di utilità nella ricostruzione critica. Se due codici A e B contengono gli stessi errori, ma B contiene anche gli errori non presenti in A, si può ipotizzare che B sia Apografo cioè copia di A. il copista di B ha copiato A ereditandone gli errori, e ha inoltre messo nel testo anche i propri. I codici descritti non hanno valore autonomo per la ricostruzione del testo e quindi come già detto non verranno presi in considerazione nella fase successiva della Recensio. La seconda tappa della Recensio consiste nella definizione dei rapporti che intercorrono fra i codici non eliminati. Essi vengono raggruppati in famiglie sulla base degli errori comuni. In particolora su quegli errori che sono significativi, cioè quelli Separativi e Congiuntivi. Separativi - cioè quelli che consentono di stabilire l’indipendenza di due testimoni, dati due testimoni A e B, se in B non è presente un errore di A, B non può dipendere da A. Congiuntivi  cioè quelli che stabiliscono la dipendenza di più testimoni da una fonte comune, se A e B presentano lo stesso errore, e non sono l’uno l’apografo dell’altro, essi dipendono sicuramente da un altro manoscritto che presentava questo errore, si presuppone che A e B non possono aver commesso lo stesso errore indipendentemente l’uno dall’altro. Tale operazione conduce alla compilazione di uno Stemma Codicum chiamato anche albero genealogico della tradizione manoscritta in cui si individuano: un Archetipo -  cioè il capostipite dell’intera tradizione posseduta, solitamente indicato con la lettera omega maiuscola dell’alfabeto greco, si ipotizza se i testimoni hanno almeno un errore significativo in comune, dall’archetipo discendono i rami che rappresentano singoli codici o le famiglie di codici che sono state individuate, in questo secondo caso si parla di Subarchetipo - cioè codice che fa da archetipo ad una famiglia di manoscritti e i subarchetipi vengono regolarmente indicati con le lettere greche minuscole. L’archetipo rappresenta l’esemplare virtuale da cui discende l’intera tradizione che ci è pervenuta. Accertate le relazioni storiche tra i codici si tenta la ricostruzione nella forma più attendibile del testo tramandato. Sono possibili due situazioni. Quando i codici sono poco numerosi e le vicende della tradizione riassumibili in uno stemma, si può tentare in prima istanza la ricostruzione delle lezioni dell’archetipo perduto con l’intento di recuperare attraverso l’emendatio il testo originale. Quindi in sintesi dopo la fase dell’eliminatio codicum descriptoribus se è possibile si procede alla creazione di uno stemma codicum in base agli errori guida, la ricostruzione del testo può avvenire se abbiamo uno stemma codicum a) se abbiamo uno stemma codicum, si ricostruisce l'archetipo in base alla legge della maggioranza→ (scelta della lezione corretta) b) se non abbiamo un stemma codicum (o non possiamo applicare la legge della maggioranza) occorre ricostruire la lezione originaria per congettura (altri criteri→) c) infine correggere l’errore/gli errori presenti nell’archetipo per congettura. → LEGGE DELLA MAGGIORANZA Serve per scegliere in modo meccanico tra le varianti la lezione corretta attraverso lo stemma codicum (ipotesi ricostruttiva) Se la maggioranza dei testimoni che derivano direttamente dall’archetipo (o da un antecedente comune) reca una medesima lezione, essa rappresenta con ogni probabilità quella presente nell’originale.

LIMITI DI APPLICAZIONE DELLA LEGGE DELLA MAGGIORANZA Non si può applicare in caso di: stemmi bipartiti  qualora tutte le lezioni dei discendenti diretti dall’archetipo differiscano  in presenza di contaminazione (trasmissione orizzontale). COME SI APPLICA LA LEGGE DELLA MAGGIORANZA  Confronto le lezioni di A, B, C: cerco di ricostruire la lezione di a  Confronto le lezioni di D, E: cerco di ricostruire la lezione di b  Confronto le lezioni di F, G, H: cerco di ricostruire la lezione di c  Confronto le lezioni ricostruite di a, b, c: cerco di ricostruire la lezione di x  Emendo l’errore (o gli errori) di x ed ottengo O (ipotesi ricostruttiva). → ALTRI CRITERI  Se non si può applicare la Legge della maggioranza si farà ricorso ad altri criteri per congetturare la lezione dell’originale:  lectio difficilior: di comprensione più difficile  lectio facilior: di più facile comprensione, da scartare in quanto probabile banalizzazione  conoscenza dell’usus scribendi: abitudini scrittorie (grafiche, stilistiche) del copista o dell’autore. CONTAMINAZIONE RECENSIONE CHIUSA/APERTA  Lo stemma codicum rappresenta una filiazione verticale  Se si riscontrano relazioni orizzontali tra i testimoni si parla di contaminazione  Recensione chiusa: si può applicare la legge della maggioranza  Recensione aperta: non si può applicare la legge della maggioranza. L’EDIZIONE CRITICA  E’ fondata, ove possibile, su di uno stemma codicum  Presenta un testo critico ricostruito, che si avvicini il più possibile all’originale perduto  A corredo del testo critico è presente un apparato critico, da non confondere con il commento. L’APPARATO CRITICO [da non confondere con il commento]  Serve a registrare le lezioni non accolte nel testo critico (respinte), presenti nel manoscritto base e/o negli altri testimoni  Spesso vi è trascritta una parola del testo critico seguita da parentesi quadra, cui segue la lezione respinta, con la sigla del testimone che la tramanda. L’apparato critico può essere: NEGATIVO: indica le lezioni divergenti da quelle accolte nel testo critico con l’indicazione della sigla del testimone che le attesta POSITIVO (più raro): vi è presente anche la sigla del ms. da cui proviene la lezione accolta nel testo critico....


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