Latino 1 PDF

Title Latino 1
Author Giovanna Crisci
Course Letteratura latina (Liceo classico)
Institution Liceo (Italia)
Pages 3
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ETA FLAVIA Alla morte di Nerone nel 69 d.C. si succedettero 4 imperatori nominati dall’esercito: il primo è l’imperatore Galba che viene ucciso da una sommossa di truppe, il secondo Otone che viene sconfitto dal terzo Vitellio e infine il quarto Vespasiano che riesce a domare la rivolta dei giudei. Con Vespasiano inizia la dinastia Flavia. Vespasiano era un bravo generale e un uomo molto intelligente: capì subito che doveva risolvere due importanti problemi ovvero la questione con il senato e mantenere la fides nell’esercito divenuto molto volubile. Per il primo istituì la lex de imperio vespasiani, ovvero una legge che dividesse i poteri fra imperatore e senato; per la seconda scelse di congedare le truppe italiche e di arruolare truppe dalle province: a loro garantiva la cittadinanza romana e così riuscì a tenere fermi i confini. Inoltre inserisce nel senato i provinciali e alcuni provenienti dal ceto medio italico: in questo modo il senato non fo più aristocratico e perse l’esclusività romana. Vespasiano fu capace di risollevare lo stato dalla crisi economica attraverso degli interventi: realizzò opere pubbliche come l’anfiteatro Flavio, il Colosseo, destinato ai giochi con i gladiatori e le naumachie, aperto al popolo (in questo modo si garantisce l’appoggio delle classi più basse). Alla sua morte gli successe il figlio Tito un imperatore liberale molto vicino al popolo, definito da Tacito amor et delitie generis humani. Nel 79 vi fu l’eruzione del Vesuvio e la distruzione di Pompei, questo imperatore fu molto vicino a quella popolazione. Gli succedette Domiziano il fratello, egli istituì una monarchia assoluta e si autoproclamò dominus et deus, la sua figura venne appunto divinizzata. Decise di aumentare il soldo, lo stipendio, all’esercito e avvia un a lotta contro il senato condannando i senatori che gli si opponevano. Ammise all’interno del senato gli orientali, iniziò a perseguitare i cristiani in quanto si rifiutarono di riconoscerlo come divino: i suoi anni sono chiamati tempore sevitiae, nel 96 viene ucciso da una congiura. Nell’età Flavia si sviluppano lo studio della retorica e della grammatica, la filosofia viene abbandonata in quanto strumento di pensiero, il controllo sulla cultura era ferreo: vennero create delle scuole pubbliche con retribuzione degli insegnanti dallo stato. Gli intellettuali dunque divennero fedeli all’imperatore e al suo servizio. Inoltre in questo periodo continua la moda delle recitationes e delle declamazioni pubbliche: spettacolarizzazione della letteratura. Infine, sotto i Flavi Virgilio e l’epica classica diventa un punto di riferimento per i poeti epici.

VALERIO FLACCO Della biografia di questo autore sappiamo ben poco, se non che è vissuto sotto l’impero di Domiziano. Di lui ci è giunto un poema incompiuto: gli Argonautica composto da 8 libri, tratta dell’epos mitologico incentrato sul viaggio di un gruppo di noir greci con a capo Giasone che vanno alla ricerca del vello d’oro. In età ellenistica Apollonio Rodio aveva già scritto un poema di 4 libri sullo stesso argomento, la trama del poema di Valerio segue abbastanza vicino i modelli greci a cui si ispira. Tuttavia nel raccontare questo mito Valerio è fortemente influenzato dalla tradizione latina: maggiore è il pathos e le emozioni dei personaggi vengono amplificate. Segue anche il modello virgiliano del poema, infatti da lui prende la caratterizzazione dei personaggi di Giasone e Medea, dietro i quali si celano le figure di Enea e Didone: Giasone identificato eroicamente come Enea caratterizzato dalla pietas, in quanto devoto al proprio progetto, e abile nel comandare. Tuttavia le figure di Medea e Didone si contrappongono: la prima rappresenta colei che permette a Giasone di portare a compimento l’impresa mentre ls seconda rappresenta l’indugio, colei che potrebbe distrarre Enea nel compimento dell’impresa; tuttavia entrambe vengono rappresentate nei loro tormenti d’amore. Anche nell’innamoramento i due poemi, quello di Apollonio Rodio e di Flacco, si distaccano: per quello greco nell’innamoramento di Giasone e Medea intervengono le divinità mentre in quello latino l’intervento di queste ultime è postumo. Presenza costante nel poema di Valerio è il Fato: capace di far fare cose terribili agli uomini e li porta al male, tuttavia Valerio crede nel progresso del mondo e nelle possibilità conoscitive dell’uomo. STAZIO Di Stazio ricordiamo tre opere: 1) Le Silvae, componimenti lirici di occasione; 2) Tebaide, un poema epico che racconta la storia di Edipo e di Tebe; 3) Achilleide, un poema epico sulla figura di Achille. 1) Le Silvae sono composte da 32 componimenti di poesie raffinate ed elaboratissime. I componimenti sono poesie d’occasione: nascite, matrimoni e lutti. Questa raccolta rappresenta la sua perfetta integrazione nell’ambiente dell’alta società. 2) Tebaide narra la guerra tra i figli di Edipo per il dominio di Tebe, il tema della guerra fratricida prende spunto dal poema di Lucano, tuttavia scegliendo un tema mitologico piuttosto che uno storico si colloca sulla

scia del poema di Virgilio: la sua influenza si manifesta sulla struttura dell’opera, ugualmente divisa il 12 libri e nel lungo racconto dei preparativi prima della narrazione della guerra stessa. Altro modello di ispirazione fu la tragedia senecana, famosa per l’ambientazione lugubre e i tratti malvagi dell’uomo, da lui infatti prende i presagi luttuosi, le apparizioni dei fantasmi. 3) Achilleide composta di 12 libri incompleta tratta la vita di Achille dalla nascita alla giovinezza: i temi preponderanti sono l’inganno, di Teti per nascondere il figlio, e l’eros. Quest’opera si distingue per la tendenza ad integrare nel poema vari generi, tuttavia la figura di Achille non si distingue per la sua eroicità ma più per la sua arte da seduttore. SILIO ITALICO Scrive i Punica con tema centrale la seconda guerra punica, composta di 17 libri e dall’argomento epico mitologico si passa ad un poema storico, di storia romana, con influenza sempre virgiliana: dimostra in questo poema che la guerra è il risultato della maledizione delle divinità. La fonte storica principale per quest’opera è Livio, ma si serve anche di Ennio e del Bellum Poenicum di Nevio. Mantiene un impianto annalistico ma si rifà anche al poema virgiliano ponendosi come suo continuo. Da Virgilio prende l’intervento delle divinità nel racconto storico romano, inoltre nella narrazione sono presenti diversi excursus di argomento mitico, geografico....


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