L\'Attivismo - L\'Attivismo pedagogico PDF

Title L\'Attivismo - L\'Attivismo pedagogico
Author Eleonora D'auria
Course Pedagogia Generale
Institution Università degli Studi di Salerno
Pages 4
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Summary

L'Attivismo pedagogico...


Description

L'Attivismo L'attivismo pedagogico è un metodo educativo che ebbe origine alla fine del XIX secolo, prevalentemente ad opera del filosofo Americano John Dewey. L’influenza storico – culturale e l’estensione dei regimi democratici hanno provocato la sensibilizzazione sull’importanza dell’educazione e l’estensione dell’obbligatorietà (primi anni della scuola primaria). Una grossa novità sta nel fatto che i problemi educativi non sono più solo discussi ma sperimentati. L'influenza di Dewey nella pedagogia moderna, americana ed europea, è stata paragonata a quella di Jean-Jacques Rousseau nell'Ottocento. La nuova pedagogia, secondo Dewey, deve mirare al metodo e abbandonare le nozioni fini a se stesse; ciò che realmente conta è la ricerca e lo sviluppo delle capacità critiche. L'indagine tramite l'esperienza diretta è la sintesi di questo nuovo metodo. Il principio fondamentale è quindi che si apprende facendo e che il bambino è il protagonista attivo del processo educativo e non ricevente passivo dell'azione dell'adulto. Una concezione attiva dell'educazione in cui il fulcro è il bambino, l'insegnante è la guida nel processo di scoperta del fanciullo e personalizza il suo insegnamento a seconda degli interessi e dei bisogni del bambino e, infine, in cui l'apprendimento passa attraverso l'esperienza pratica, la comprensione dei concetti avviene attraverso l'azione e la percezione del mondo. Caratteristiche dell'Attivismo pedagogico ฀ Puerocentrismo: mentre precedentemente l'educatore era spinto a rendere il bambino adulto il prima possibile, ci si concentra sull'importanza dell'infanzia e favorisce un’educazione che riconosce e parte dai bisogni del bambino. ฀ Importanza della psicologia: l'avvento della ricerca psicologica aveva spinto la pedagogia a ripensare i suoi limiti, legandosi più fortemente a quelle che erano state le scoperte per quanto riguarda l'apprendimento e lo sviluppo ฀ Insegnante come guida: l'insegnante non era più visto come la persona che doveva trasmettere delle conoscenze, quanto la guida nel processo di scoperta del fanciullo. ฀ Legame interesse/bisogni: a seconda degli interessi e dei bisogni del bambino, l'educatore avrebbe personalizzato il suo insegnamento ฀ Legame insegnamento/vita: la scuola non doveva essere una parte separata della vita, ma servire per la vita; alcuni radicali affermarono che la scuola stessa era vita.

฀ Intelligenza operativa: il bambino andava stimolato ad utilizzare la propria intelligenza attraverso dei laboratori (es. di cucina,di giardinaggio, di scultura, di pittura) L’attivismo si farà promotore di scuole nuove, di un nuovo modo di intendere l’educazione e di nuovi metodi ed approcci. Prenderà le distanze dalla scuola tradizionale e il suo slogan sarà: ”Non più una scuola per la vita ma una scuola come vita stessa”. Ogni pedagogista darà i propri contributi ma ciò che li accomuna è un nuovo modo di organizzare e di fare scuola, una scuola che sappia leggere i bisogni del bambino e che crei un ambiente per favorirgli una crescita il più possibile armonica e uno sviluppo integrale della personalità del soggetto.Nasce un nuovo modo di intendere il rapporto tra docenti ed alunni, l’ambiente, le finalità che la scuola deve perseguire come agenzia educativa. Secondo Cousinet, l’attivismo ha tre indirizzi: 1) Mistico: Ha come punto di riferimento Rousseau e i pedagogisti dell’800 e vi si ispirano autori come Tolstoj, la Montessori e Decroly. In questo indirizzo si riconoscerà l’infanzia come valore in sé per sé e la sua necessità. Viene attribuita grande importanza all’attività personale del bambino per favorire lo sviluppo intellettivo e l’educatore viene visto come una guida, come un regista che dà al bambino un ruolo centrale e un’ampia libertà di azione per sviluppare l’area morale, artistico espressiva ed intellettuale. 2) Filosofico: Ha come rappresentante Dewey. Secondo Dewey l’infanzia è una tappa necessaria, non è un valore ma uno stadio necessario che non può essere accelerato perché quanto più noi tendiamo a ridurlo, tanto più lo sviluppo sarà disarmonico e viceversa. Il soggetto impara agendo e attraverso l’agire viene veicolato l’apprendimento. 3) Scientifico: In questo indirizzo rientra la pedagogia sperimentale e la pedagogia dell’età dello sviluppo. Utilizza il metodo dell’osservazione e studia l’area intellettiva oltre all’area affettiva ed emotiva del soggetto. Come tale, si deve riconoscere lo sviluppo autonomo, la sua disponibilità a identificarsi e cooperare con gli altri, la sua individualità come una risorsa e non come un limite in quanto si ha uno sviluppo originale a parità di tappe in cui ci si viene a trovare. L’educatore non deve plasmare il bambino ma metterlo nel suo ambiente naturale e osservare quello che fa, vedere quali sono i suoi bisogni ed esigenze e creare un’ambiente per conciliare le istanze educative. Inoltre deve conoscere i bisogni che caratterizzano il bambino in una data età e creare

un determinato ambiente, agendo su questo e non sul soggetto, cercando di avere una visione prospettica sugli sviluppi futuri possibili a cui l’individuo andrà incontro. L’educazione nuova dovrà predisporre un ambiente adatto ai bisogni che man mano il soggetto presenta nelle fasi di sviluppo in cui si viene a trovare. Maria Montessori Una delle più grandi pedagogiste dell’attivismo del 900, la Montessori ha dato grandi contributi in metodologia della ricerca e al discorso pedagogico. Nel 1896 gli è stato assegnato un incarico importante, come assistente in una clinica psichiatrica della facoltà di medicina. Qui la Montessori matura un’esperienza come medico e pedagogista e formula un metodo sia per soggetti sani che per soggetti malati. Il suo non è un approccio di tipo assistenzialistico e curativo ma fa una scommessa di tipo educativo per questi bambini, elaborando strategie ed interventi specifici, cercando di operare una trasformazione della loro personalità e interventi di tipo pedagogico-educativo. Compito della psicologia è quello di descrivere un fenomeno mentre quello della pedagogia è, attraverso alcune strategie, individuare la possibilità di trasformazione che è attuabile nella personalità del soggetto, senza fermarsi ad una pura osservazione.Nel 1907 la Montessori ha la possibilità di fare un’esperienza che costituirà una svolta: le viene affidata la direzione della “Casa dei Bambini” in via dei Marsi a Roma. La Casa sorgeva in un ambiente deprivato in ambito sociale ed economico ed erano presenti sacche di emarginazione come ad esempio disoccupazione, prostituzione e barbonismo. La scommessa della Montessori consisterà nel trasformare la casa in un luogo di educazione che diventerà una scuola per l’infanzia.La Montessori ridisegna un nuovo volto del bambino: il Bambino Laborioso. Se posto in un ambiente adatto ed individuati i suoi veri bisogni ed interessi, il bambino sarà attivo, con voglia di fare e di apprendere.Due autori che rappresentano un modello di riferimento per la Montessori sono Itard e Seguin. Essi hanno fatto un esperimento su un ragazzo che è stato trovato nei boschi, Victor, chiamato anche il selvaggio dell’Aveyron. Sono stati i primi ad elaborare una metodologia scientifica e ad utilizzare il metodo scientifico partendo dall’osservazione e dall’individuazione dei bisogni del soggetto. Hanno messo in atto delle metodologie per operare una trasformazione del soggetto.Itard rappresenta un presupposto importante per la Montessori, sia come supporto nell’approccio analitico, sia perché ha dimostrato com’è

possibile produrre una trasformazione della personalità del soggetto attraverso un lavoro accurato. Dal positivismo la Montessori riprende il concetto di scienza e di metodo scientifico. Una disciplina può dirsi scientifica quando utilizza un metodo rigoroso basato su osservazione, raccolta dei dati e sperimentazione continua e se perviene a risultati validi ed oggettivi.Le sue opere più importanti sono: “Il segreto dell’infanzia”; “La mente del bambino” nelle quali elabora il pensiero e la sua teoria psicologica sul bambino. Queste opere sono importanti perché la Montessori definisce l’immagine di bambino e quali sono le caratteristiche dell’infanzia per cui si può parlare di quest’ultima come una fase a sé, indipendente rispetto alle altre fasi di sviluppo del soggetto. LA MONTESSORI DA’ UN’IMMAGINE DIVERSA: Bambino laborioso, che spontaneamente si appresta a lavorare se motivato. Non ha bisogno di premi e punizioni, è disciplinato, concentrato e attento. Nel compiere gli esercizi li porta fino in fondo e non si lascia distrarre. E’ scrupoloso, calmo e tranquillo, non irrequieto. Arriva spontaneamente nel ricercare il gusto dell’imparare a scrivere, a leggere e ad imparare. La Montessori, nel bambino laborioso, individua il segreto dell’infanzia. Consiste nello scoprire l’autentica natura del bambino, cioè scoprire come il bambino è, per natura, un essere estremamente creativo, dotato di una straordinaria energia creativa, ricco di potenzialità incredibili. L’insegnante deve predisporre un ambiente adeguato perché la potenzialità possa essere sviluppata al meglio per una crescita armonica del soggetto. L’educazione deve favorire un pieno adattamento del soggetto (influenza positivista). Questa scoperta porta la Montessori ad operare un’altra affermazione: è indispensabile che l’educazione avvenga in tempi precoci, in quanto vi è la necessità di un’educazione tempestiva a partire dai primi anni di vita perché il soggetto riceve stimoli per la personalità futura ed in questi anni si porranno le basi per lo sviluppo del soggetto (necessità di una scuola per la prima infanzia)....


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