Il modello medico-pedagogico PDF

Title Il modello medico-pedagogico
Author Luna Napolitano
Course Neuropsichiatria infantile
Institution Università degli Studi Roma Tre
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Il modello medico-pedagogico nell’evoluzione biologica della famiglia ed il Potenziatore genitoriale CAPITOLO 1 Essere genitori implica un’azione e è in continuo movimento, miglioramento e crescita, volti a proteggere e a sostenere il bambino in tutto il suo sviluppo. In base alle situazioni, agli stati d’animo ma soprattutto agli obiettivi che si vogliono raggiungere, l’essere genitore deve variare modalità. Per fare questo però, è fondamentale avere la consapevolezza che vi sono degli automatismi nelle azioni e nel pensiero: fin dai primi momenti di vita, ognuno di noi ha interagito con i propri genitori o con le persone che ci hanno accudito nei bisogni primari. Ciò ha creato nella nostra mente degli schemi che sono diventati AUTOMATISMI. L’essere genitore deve comprendere la volontà dell’essere una persona migliore. Se l’essere genitori è una tappa importante nello sviluppo del soggetto, attraverso il quale tende a realizzarsi questo non significa realizzarsi attraverso il proprio bambino che rappresenta un interlocutore privilegiato di una crescita bidirezionale che dura tutta la vita e necessita di impegno e strumenti tali da esplicare al meglio il proprio compito educativo e salvaguardare l’indispensabilità dei reciproci ruoli materno e paterno, con precisi diritti e doveri nei confronti della prole. Verso la prole il genitore competente, idoneo, entra in sintonia con i bisogni del figlio ed è in grado di attivare tutte quelle risorse necessarie alla costituzione di un ambiente sicuro. Tali aspetti rientrano nella valutazione delle competenze genitoriali al fine di individuare principalmente l’effettiva idoneità o incapacità del genitore, le condizioni di rischio e pregiudizio all’incolumità del minore. Si parla pertanto di IDONEITA’ GENITORIALE, quando la coppia presenta competenze relazionali e sociali in grado di garantire il benessere globale del figlio. Al contrario di INIDONEITA’ GENITORIALE, quando il bambino si viene a trovare in delle situazioni di pregiudizio che possono compromettere il suo benessere e sviluppo psicosociale; esempi di inidoneità genitoriale nei casi in cui: - Un minore è dichiarato temporaneamente privo di un ambiente familiare idoneo: le capacità genitoriali sono valutate come recuperabili e potenzialmente adeguate, attraverso percorsi sociosanitari o sulla genitorialità con l’obiettivo di favorire il reinserimento del minore nella famiglia di origine. Provvedimento temporaneo; durante il percorso i Servizi intervengono predisponendo interventi di supporto alla famiglia - Un minore in stato di abbandono/privo di assistenza morale e materiale: è necessario individuare ed accertare in primis le ragioni che impediscono ai genitori e ai parenti di garantire una adeguata crescita del minore attraverso una valutazione psicofisica ed educativa del bambino e dell’ambiente familiare. Nei casi di una grave incapacità si impongono interventi mirati a garantire il suo diritto a crescere e ad essere educato collocando lo stesso presso una nuova famiglia idonea a prendersene cura - Uno o entrambi i genitori violano gravemente i doveri parentali o assumono una condotta pregiudizievole per il bambino inerenti a maltrattamento fisico, psicologico, trascuratezza, abuso sessuale, condotte devianti, alcolismo e/o tossicodipendenza. In tali casi si interviene dal punto di vista giudiziario, dal punto di vista assistenziale. L’approccio ad altre Culture ci aiuta ad avere spunti attraversi i quali ampliare gli strumenti educativi. Perché non esistono genitori giusti o sbagliati perché genitori non si nasce né si studia per diventarlo bensì è il prodotto di una ragazza ed un ragazzo o di un uomo ed una donna, o anche come osserviamo di coppie omosessuali che mettono al mondo o adottano un bambino. Questo non basta, non è una formula giuridica a sancirne bensì la propria presenza, testimonianza fatta di un continuo lavoro su sé stessi, sulle proprie emozioni, valori, partendo dalla propria esperienza di bambino, figlio. Ogni relazione familiare, coniugale, separativa in cui NON sia rispettata la triade APROBLEMATICITA’, ACONFLITTUALITA’, AFFETTIVITA’ genererà nella prole gravi ripercussioni emotive - affettive e cognitivo - relazionali.

Il modo più efficace per trasmettere degli insegnamenti è l’esempio del genitore. Sia i valori morali, che i comportamenti, vengono appresi per imitazione dai figli soprattutto durante il tempo trascorso insieme. In altri termini per tutta la vita dovranno svolgere quella funzione inquadrata come capacità genitoriale che definisce la essenza della funzione genitoriale e della stessa Idoneità genitoriale: idoneità affettivo-relazionale e capacità educativa importanti per un equilibrato sviluppo psicofisico del bambino. Tradotto nell’educazione dei figli, significa che i genitori sono modelli prima di tutto e la loro influenza è enorme. I bambini imparano dagli esempi che i genitori forniscono giornalmente; tutto viene osservato dai figli che li ripropongono. In età evolutiva in particolare durante il periodo della preadolescenza, il disagio dovuta ad una assenza della figura paterna o materna, sembra essere la diretta causa di un anomalo sviluppo psicosociale, cognitivo ed emotivo con conseguente disadattamento riscontrabili in 3 aree: 1. DISADATTAMENTO SOCIALE 2. DISADATTAMENTO PSICOSESSUALE 3. DISADATTAMENTO SCOLASTICO Numerosi studi sostengono l’ipotesi secondo la quale gli anni della preadolescenza sono tali da richiedere il sostegno e l’affetto di entrambi le figure genitoriali, proprio per evitare le conseguenti difficoltà intrapsichiche e interpersonali. A meno che sin dall’inizio della vita affettiva di quel bambino ci sia stato solo un genitore che abbia comportato la realizzazione di tutte le componenti genitoriali. Il genitore dovrebbe avere la capacità di entrare in relazione con il bambino, tenendo conto della propria risposta emotiva; offrire al bambino e all’adolescente, la possibilità di percepirsi come essere separato, con una propria individualità e sostenerlo nel percorso di valorizzazione e conoscenza delle proprie risorse e caratteristiche personali. L’adulto competente ed efficace è un adulto in grado di incoraggiare l’autostima; favorire la consapevolezza dei bisogni e dei desideri personali e delle loro possibilità concrete di realizzazione garantendo la possibilità di sostegno in caso di richiesta o di necessità. Nella coppia genitoriale che giunge alla osservazione sia per richieste maturative che forensi (Tribunale) è necessario condurre un’analisi di numerosi fattori che tengano conto della biografia familiare di ciascun genitore, e struttura di Personalità; dinamiche relazionali familiari e presenza di figure sostitutive valide; sesso ed età del minore, aspetto cognitivo ed emotivo-affettivo. In questa modalità di approccio l’essenza del genitore, e della stessa genitorialità è di saper intervenire nel momento e nel modo giusto e di infondere fiducia e forza. Per poter migliorare il ruolo di genitori è necessario soffermarsi su due elementi fondamentali: CONSAPEVOLEZZA e RIFLESSIONE. Essere consapevoli significa essere presenti in quello che stiamo facendo e conoscerne le motivazioni stessa maniera. Un obiettivo del genitore è quello di far crescere il figlio nei primi anni di vita nella certezza dell’amore, dell’ascolto, della attenzione senza condizionamenti con la consapevolezza di poter ESPRIMERSI IN BASE ALLE PROPRIE INCLINAZIONI O ATTITUDINI fornendo gli strumenti, in termini di autostima ed autonomia, per poter realizzare crescendo ciò che sentono come il miglio per sé stessi e per le proprie scelte, in quanto persona nella sua unicità e specificità. Altro obiettivo è la trasmissione della scala valoriale, fondamentale quando crescendo i figli tenderanno a confrontare la Società con ciò che si vive nella propria famiglia. Al genitore spetta il compito di scegliere quali valori trasmettere perché da questo dipenderà la esposizione o meno a situazioni di rischio. Nell’età dell’adolescenza invece la fisiologica fase di individuazioneseparazione, i ragazzi non vogliono più identificarsi con i propri genitori, per il timore di perdere la propria identità in costruzione. Altro obiettivo dei genitori è quello di comprendere i reali bisogni

dei figli relativi a sé stessi, in quanto i figli in formazione che possiamo racchiudere nel bisogno di essere riconosciuto e considerato unico ed importante e di sapere che si crede in lui. La fiducia rimane un presupposto fondamentale perché il figlio possa comprendere le regole ed i comportamenti dei genitori e la fiducia si infonde solo se viene data. Dal punto di vista non solo educativo ma degli apprendimenti l’aspetto della SICUREZZA DELLA RELAZIONI FAMIGLIARI rende il figlio sereno, sicuro e pronto ad apprendere esplorando l’ambiente intorno a lui percependolo privo di minacce. La sicurezza delle relazioni familiari si struttura con la conoscenza della propria identità ovvero chi sono i genitori e quando una coppia di genitori decide di separarsi viene minata e vissuta dai figli come un evento traumatico. I DIVIETI hanno la funzione di strutturare il desiderio del bambino, dandogli un senso logico, inoltre lo rassicura indirizzandolo verso la miglior soluzione. Affinché questi siano costruttivi e rassicuranti devono essere spiegati, tenendo in considerazione le capacità di comprensione del bambino: essere ricollegabile a fatti reali e non soltanto ipotetici, discussi con amore e rispetto. La funzione della genitorialità si esprime attraverso diversi comportamenti, tra loro correlati, che vanno a creare un contesto all’interno del quale i bambini crescono, sviluppando abilità e competenze. Vi sono modi distinti di svolgere il proprio ruolo di padre e madre, con comportamenti che esprimono gradi differenti di affettività. Tolleranza, indipendenza o divieti a seconda di come si intendono lo sviluppo e l’educazione. Fattori determinanti di tali influenze risultano essere i fattori culturali, sociali ed anche storici. Alla base di ciò ci si può far riferimento al Modello Strutturale Estetico Biologico, secondo il quale l’estetica nasce dalla biologia nel senso che l’individuo attiva dei meccanismi di selezione e di discriminazione del partner e dell’ambiente al fine di preservare la sopravvivenza della specie e quindi per ragioni evoluzionistiche. La famiglia è il modello che per eccellenza conferma questo meccanismo in quanto la funzione genitoriale influenzerà il rapporto con la prole e il suo sviluppo stesso. Varie modalità di espressione della genitorialità: - La FUNZIONE PROTETTIVA: è stato rilevato che il fattore propulsore dello sviluppo umano non è dato tanto dal nutrimento ricevuto quanto dal sentirsi rassicurati e protetti da persone significative. Effetti: in base a come questa funzione sarà adempiuta, si verrà a costruire l’esperienza relazionale che modulerà la capacità di fare affidamento o meno sugli altri quando è necessario: se i genitori assolvono a tale funzione mediante la vicinanza fisica e affettiva, il bambino sperimenterà un profondo senso di sicurezza, al contrario se la funzione verrà meno, produrrà ansia, collera e dolore. - La FUNZIONE AFFETTIVA: ci si riferisce non solo alla dimensione affettiva della relazione ma a quella modalità di partecipazione sentimentale condivisa che pone il bambino nella condizione di sentirsi accolto e compreso, senza provare paura nei confronti dell’ambiente che lo circonda. Effetti: il piccolo in questo modo struttura il mondo degli affetti: mondo del bambino - La FUNZIONE REGOLATIVA: sebbene il bambino possieda fin dalla nascita la capacità di regolare i propri stati emotivi e l’interazione con l’altro, la modalità con cui tale regolazione deve esprimersi viene fornita dai genitori specialmente nei primi anni di vita. Presenza di una “disregolazione” quando la funzione regolativa è: iper, ipo e inappropriata. Effetti: grazie ad un’idonea funzione regolativa, il genitore sarà in grado di far gestire al figlio le emozioni, sia positive che negative, senza doverle scaricare; se invece non vi sono regole appropriate il bambino avrà difficoltà a regolare il suo comportamento, a provare sentimenti positivi e a conservare uno stato di calma e tolleranza;

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La FUNZIONE NORMATIVA: il bambino necessita di punti di riferimento, di valide regole entro cui agire senza dover ricorrere alla prevaricazione e alla ribellione; si tratta di infondere regole motivate da scelte idonee e adeguate in cui vengono definiti diritti, doveri e limiti di ognuno andando a riflettere l’atteggiamento stesso che il genitore ha nei confronti delle norme, delle istituzioni e della società. Effetti: se la funzione sarà esplicata correttamente, il bambino interiorizzerà dei modelli di comportamenti adeguati; altrimenti si rivelerà incapace di rispettare le regole con conseguenti e possibili rischi di comportamenti devianti La FUNZIONE PREDITTIVA: capacità del genitore di riuscire ad andare di pari passo alle varie tappe evolutive del figlio, relazionandosi con lui in maniera adeguata e favorendo diversi approcci in base alla crescita. Effetti: se il genitore adempirà al meglio tale funzione, significa che riuscirà a intuire e facilitare lo sviluppo del bambino, e a percepire in modo realistico il preciso stadio evolutivo; altrimenti vi potranno essere possibili disturbi evolutivi La FUNZIONE RAPPRESENTATIVA: rappresentazione dell’immagine interiore che ogni genitore ha del proprio figlio e che dovrebbe rispecchiare ciò che questi è davvero, senza eventuali influenze che derivano dalla storia passata dei genitori stessi; tuttavia il bambino tenderà ad agire secondo l’immagine che ci si fa di lui ed è per questo che è importante il fatto che il genitore debba essere in grado di aggiornare le sue capacità rappresentative in ogni fase del bambino. Effetti: nei casi favorevoli, si creerà all’interno del figlio una rappresentazione interna stimolata e favorita dal genitore che sarà in grado di rispondere ai nuovi modi di stare insieme; al contrario le rappresentazioni del bambino non sono modificata, questi subirà come una sorte di arresto La FUNZIONE SIGNIFICANTE: capacità dei genitori di dare il giusto significato ai bisogni del bambino. Effetti: in assenza di un’adeguata esplicazione di tale funzione, la madre sarà incapace di dare senso ai bisogni del figlio La FUNZIONE FANTASMATICA: comprende le fantasie che ogni genitore ha sulla propria infanzia; funzione che deriva dall’incontro dell’elemento immaginario con quello razionale, che da origine a una riflessione accurata su quanto si ha nel concreto rispetto a quanto si desidererebbe avere. Effetti: un genitore capace sarà in grado di distingue la consapevolezza dell’identità del proprio figlio dalla visione di sé bambino; se invece il genitore risulta incosciente, il bambino vivrà all’interno dei fantasmi familiari dei genitori La FUNZIONE PROIETTIVA: collegata a quella fantastica e si riferisce alla capacità del genitore di proiettare sé stesso sul figlio, facendo cadere su di sé questi la sua ombra. Effetti: quando il genitore non riesce a instaurare il giusto equilibrio, perdendone consapevolezza, tenderà ad affidare al figlio il compito di correggere il suo passato. La FUNZIONE TRIADICA: si riferisce alla capacità della coppia genitoriale di sostenersi reciprocamente nella relazione con il bambino. Effetti: il bambino sarà in grado di interagire e adattarsi ai diversi contesti; al contrario può succedere che il minore sperimenti situazioni di disagio La FUNZIONE DIFFERENZIALE: nonostante la genitorialità abbia 2 modalità di esprimersi, quella materna e paterna, sembra essere riduttivo attribuire alla donna quella materna e all’uomo quella paterna. Effetti: se sia il ruolo materno che quello paterno non saranno presenti allora ciò non permetterà l’instaurarsi di una relazione sana e armoniosa con il bambino La FUNZIONE TRANS GENERAZIONALE: capacità dei genitori di inserire il proprio figlio all’interno della loro storia familiare. Effetti: se ciò non avviene il bambino verrà privato della conoscenza della propria storia familiare e non potrà costruire la sua identità in modo consapevole e maturo.

Oltre alla funzione si riconoscono 2 dimensioni: SUPPORTO e CONTROLLO. Il supporto riguarda la responsività dei genitori nel trasmettere calore affettivo e supporto. Il controllo si riferisce al controllo del comportamento nella direzione desiderabile per il genitore che può avvenire attraverso condotte restrittive volte all’iper-controllo e all’iper-coinvolgimento. Nella cultura orientale e quella cinese i figli hanno rapporto molto stretto con i genitori e provano per loro dei sentimenti di rispetto, timore, obbedienza e addirittura dipendenza. Nella cultura orientale si parla di SAGGEZZA, BENEVOLENZA E CORAGGIO tutte in virtù in correlazione fra loro nella misura in cui la saggezza ambisce al sapere, la benevolenza ed il coraggio a metterla in pratica fermo restando che punto di partenza è l’individuo ovvero la possibilità che la persona ha di migliorare e migliorarsi, per fare la cosa giusta e raggiungere un giusto obiettivo. Tale approccio riferito alla educazione, significa per i genitori migliorarsi come persone ponendosi di fronte ai figli come un modello positivo, uno stimolo agendo in base alle 3 virtù. La SAGGEZZA tra le virtù è quella che quando siamo posti di fronte ad un problema ci consente di agire in maniera adeguata e come educatore. Soprattutto negli anni della preadolescenza e della prima adolescenza, l’adulto deve essere particolarmente attento a tutti i segnali che vengono mandati dal figlio; l’adulto ha il dovere di avere la situazione ben chiara il più possibile per poter agire in maniera saggia ed efficace. Durante l’adolescenza i ragazzi sono vulnerabili, carichi di emozioni forti e contrastanti e troppo giovani ed inesperti ma con il bisogno di fiducia, di essere trattati da adulti e si arrabbiano per eccessivo controllo dei genitori. La chiave è insegnare al bambino quali siano i criteri per prendere una decisione giusta, quali i comportamenti da adottare fin dai primi anni del figlio. È importante a tal fine valorizzare, premiare, incoraggiare le azioni corrette, ed ignorare quelle sbagliate non punirle perché la punizione in presenza di un errore non ha alcuna valenza educativa se non insegnare il timore di rapportarsi con gli altri per timidezza o rabbia repressa. Ogni forma di maltrattamento fisico, emotivo, di comunicazione violenta produce in un soggetto in formazione danni a livello emotivo e relazionali notevoli. Nel caso in cui il genitori, ha pochi strumenti di controllo e reagisce con fisicità verso il figlio, sarà necessario avvalersi del potenziatore genitoriale che lo guidi nella comprensione e nella gestione di questo sentimento così dannoso per sé e per gli altri affinché possa riappropriarsi del suo ruolo paterno o materno in maniera costruttiva ed agire in maniera consapevole ed appropriata perché essere genitori comporta un lavoro continuo su sé stessi, partendo dalla propria esperienza di bambino, figlio l’ambiente emotivo in cui si è cresciuti e la condivisione con l’altro genitore in quanto persona divenuto compagno e genitore. Pertanto, l’educazione dei figli non è una formula fissa, ma dipende da tante variabili, personali ed ambientali ed il successo dipende da ogni singola decisione che viene presa quotidianamente e condivisa tra genitori. La BENEVOLENZA nella relazione filiale significa educare ponendosi come obiettivo quello di infondere sentimenti positivi con i figli ed anche di fronte a comportamenti “problema” bisogna interrogarsi su quali siano state le proprie reazioni di fronte ad alcuni personali eventi spiacevoli per comprendere quali tra i suoi modelli di relazione o comportamento può aver trasmesso al figlio che sta riproducendo. A differenza della saggezza è una virtù innata, rappresenta per la persona che possiede quella forza che trasmette calma e capacità di riflettere, nonostante le divergenze, avversità che possono circondarci, che riesce a guardare le persone e la vita in modo amorevole e migliore. L’ambiente che la circonda non la può cambiare, perché sarà lei stessa motore di cambiamento in meglio.

Questa capacità farà in modo che il ...


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