LAURA MULVEY-lezione PDF

Title LAURA MULVEY-lezione
Author Francesca Monti
Course Comunicazione Digitale
Institution Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM
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LEZIONE 16 Esiste uno sguardo cinematografico? Quali sono i suoi effetti?

LAURA MULVEY È l’unica che è ancora viva, nasce nell’agosto 1841 e studia ad Oxford, oggi è professore di film e media studies. Nel 1973 scrisse un saggio intitolato ’’Visual Pleasure And Narrative Cinema’’ pubblica nelle pagine della rivista accademica ‘’Screen’’ nel 1975. È un saggio fondamentale, riproposto in molte versioni e anche illustrato. L’obbiettivo del saggio: si colloca al punto di intersezione tra tre differenti discipline quali: teoria del cinema, psicoanalisi e il femminismo. In questo saggio utilizza le teorie di Sigmund Freud e Jacques Lacan per interpretare il linguaggio del cinema. Afferma che tende fare un uso politico della psicoanalisi per portare in luce le ideologie sottese al linguaggio cinematografico e tale ideologia ha delle implicazioni sociali e culturali fondamentali. Per comprendere questo saggio è necessaria riassumere alcune teorie. Di SIGMUN FREUD riprendiamo la celebre tripartizione della psiche umana, modello esplicativo che formula per spigare l’agire del comportamento umano. La nostra psiche può essere paragonata ad un iceberg: 1. Livello consapevole e razionale la parte visibile, quella meno significativa, riguarda i nostri pensieri e percezioni. 2. Livello preconsapevole nel quale galleggiano, tra la superficie dell’acqua, i ricordi, le informazioni che abbiamo memorizzato. 3. Livello inconsapevole nella quale sono situate le nostre paure, ansie, desideri impliciti, fobie, voglie irrazionali, desideri sessuali inaccettabili, esperienze vergognose, proiezioni violente. La pubblicità e la propaganda si rivolge direttamente al livello inconsapevole, l’inconscio. Bernes riprendendo le teorie di Freud aveva concluso che i nostri comportamenti e il nostro agire è raramente irrazionale, spesso agiamo contro i nostri veri interessi, perché il vero ‘’driver’’’ è l’inconscio che va contro alla nostra coscienza. Una seconda teoria freudiana è il FALLOCENTRISMO la teoria psicoanalitica che individua nel fallo, sia come l’organo sessuale maschile sia come forma di potere, l’elemento centrale dell’organizzazione del mondo sociale. Quindi il fallo è inteso come forma simbolica di potere, di autorità, e correlato al fallocentrismo c’è l’ANSIA DELLA CASTRAZIONE, una teoria psicoanalitica che si riferisce al senso di angoscia provata dal maschio che teme di essere ‘’evitaro’’, in senso letterale e metaforico, ovvero dalla travolgente paura di perdere il pene, ovvero l’autorità. Secondo Freud, il bambino teme di subire un danno ai genitali da parte del genitore dello stesso sesso, per esempio il figlio che ha paura del padre, come puniscine per i sentimenti sessuali che prova verso il genitore dell’altro sesso, per esempio il figlio verso la madre. Di JACQUES LACAN semplifichiamo alcune delle teorie del celebre filosofo francese. Lacan riprendere, elabora ed espande alcune teorie freudiane e nel contempo introduce delle formulazioni inedite. Centrale nella speculazione di Lacan è la distinzione tra la realtà e il reale: - REALTA’ si riferisce al mondo fantasmatico che ci auto-convinciamo costituire il reale. Il nostro senso di realtà è costituito solo attraverso il linguaggio, è solo attraverso ciò che possiamo dare un senso a ciò che ci circonda. - REALE una materialità che esiste al di là del linguaggio ed è dunque incomunicabile e inesprimibile. Possiamo parare del reale solo attraverso metafore e similitudini, è come una roccia sulla quale si scontrano le onde. Esiste una tensione tra REALTA’ e REALE che determina lo sviluppo psicosessuale dell’uomo e produce l’inconscio. La grande differenza tra FREUD e LACAN: Freud afferma che l’inconscio è inconoscibili, irrazionale e incomprensibile per questo motivo lo psicanalista deve scandagliare attraverso una serie di colloqui e con una terapia ciò che si annida all’interno dell’inconscio. Lacan afferma che l’inconscio è strutturato come un linguaggio e dunque riconducibile all’ordine del simbolico. Capitolo censurato della storia del soggetto, da disvelare. Elementi discreti, alcuni verbali. Sogno, lapsus, blaterare. Metafora da decodificare.

LACAN introduce una struttura tripartita dello sviluppo psicosessuale che corrispondono ad altrettanti ordini, a struttura tripartita della psiche è più complessa. 1. ORDINE REALE (0-6 mesi) con un mix caotico di percezioni, emozioni, bisogni. In questa fase il bambino non distingue chiaramente il proprio sé da ciò che lo circonda. Non è in grado di distinguere ciò che lo separa dalla madre, l’uomo p l’unico mammifero che alla nascita non è in grado di sostenersi da solo. Il reale è quella fase in cui il soggetto è vulnerabile; in questa fase si formano le prime forme erogene del bambino (bocca, ano, pene, vagina) e incomincia a intravedere l’esistenza dell’altro, ovvero la mane che riconosce in forma astratta. Si sviluppa una prima distinzione tra bambino e madre, si preannuncia una prima dicotomia tra FANTASIA e REALTA’. È una fase prelinguistica e preimmaginaria. 2. ORDINE IMMAGINARIO (6-18 MESI) ‘’Stadio dello specchio ’’, un evento traumatico dal quale non ci riprenderemo mai. Lacan afferma che il bambino giunge a riconoscersi come autonomo ed esistente con la sua stessa immagine riflessa. Guardandosi allo specchio capisce di essere altro rispetto alla madre, questo è un EVENTO TRAUMATICO perché l’immagine è stabile, coerente, coeso, definito è l’EGO IDEALE (io-ideale). Mentre il bambino è instabile, inesplicabile, indefinito, informe, incapace di comunicare alla madre. La fase dello specchio è fondamentale perché rende possibile il RICONOSCIMENTO PRIMORDIALE DEL SE COME IO. Il bambino ama l’immagine e la desidera mentre il bambino odia la versione del suo sé perché l’immagine è migliore di lui. AUTO-RICONSOCIMENTO COME ALIENAZIONE, il nostro io è esterno a noi stessi. La separazione della madre genera uno stato di ansia, questa assenza, mancanza e separazione è ciò che costituisce l’essenza dell’essere umano. Questo sentirsi incompleti e deprivati da qualcosa che pensavamo essere noi. Dunque, per tutta la vita il bambino tenterà di colmare la lacuna, di ristabilire l’odine e l’equilibrio del reale, ma si tratta di un’impresa impossibile. L’ESSENZA dell’UOMO è ASSENZA  DISCORDANZA PRIMORDIALE. L’IO è l’immagine, una fantasia creata dal bambino per colmare il senso di perdita, mancanza, lacuna. Il NON-IO è il soggetto concreto, lacunoso, incompleto, separato dal mondo e dalla madre, privo di identità. Lo stato dello specchio quindi rappresenta un DRAMMA . L’immagine sostituisce la realtà del corpo, in modo inadeguato, rappresenta l’’IO DECENTRATO’’, esterno. L’ordine reale è un momento di pienezza e completezza che viene perso nell’ordine del simbolico. 3. ORDINE SIMBOLICO (18mese-4anni) acquisizione del linguaggio, anch’esso un evento traumatico. È la fase in cui avviene un’acquisizione del lignaggio che produce un ulteriore allontanamento dal reale, dalla materialità concreta e attuale delle cose. Il LINGUAGGIO è un sistema di segni in cui ogni segno ha senso solo in riferimento all’altro. Lacan parla della CATENA SIGNIFICANTE, affermando che il significato e il significante non coincidono mai. Un significante non che può essere definito da un altro significante che lo determina a posteriori. Il significante galleggia in una sorta di catena che richiede altri significanti per essere ridefinito. Questo sistema arbitrario e artificiale di segni costituisce la nostra realtà. Il soggetto è l’effetto del linguaggio, frutto di un processo di alfabetizzazione che permette di conosce i significati interscambiabili, del tutto insignificanti nei confronti del reale. Lacan afferma che l’acquisizione del linguaggio produce il cosiddetto ORIDNE SIMBOLICO. Avviene attraverso il ‘’COMPLESSO DI EDIPO’’ legato al fatto che l’impossibilità a possedere la madre nei confronti del bambino, equivale a riconoscere il valore della LEGGE. La legge vieta al bambino di ricongiungersi del padre, e la legge è detta ‘’il nome del padre’’, ‘’il padre simbolico’’. Sono la struttura sociale che amministrano la nostra vita e che vieta alcune azioni rispetto ad altre. Tutte queste strutture corrispondono al fallo, metaforico, il potere simbolico e dell’autorità. DOPPIO TRAUMA: Uomo sperimenta il complesso della castrazione che figurativamente riduce il suo potere. Donna simultaneamente mancante in quanto non ha accesso al fallo, e completa perché non ha sperimentato la perdita del fallo. Il REALE è lo stato primordiale di natura dalla quale siamo stati per sempre rimossi dopo il nostro ingresso nel linguaggio. Stato tipico dei bambini prenatali, in cui non vi è nulla di definito, ma necessità: un infante cerca di soddisfare le sue esigenze senza concepire alcuna separazione tra sé e il mondo esterno o il mondo degli altri. La necessità animale primordiale della copulazione corrisponde ed è simile a questo stato di natura: irrazionale, urgente, travolgente. Il reale esiste a prescindere dalla concettualizzazione dei simboli.

Il reale è impossibile in quanto non siamo in grado di esprimerlo attraverso la lingua. Il reale continua ad esercitare la sua influenza nel corso della nostra vita da adulti dal momento che è la roccia, il nocciolo due contro cui tutte le nostre fantasie e le strutture linguistiche si scontrano. Il paradosso del reale è che è la lingua l’unico modo in cui siamo in grado di esprimere concetti, idee. Il reale erutta ogni volta che riconosciamo la materialità della nostra esistenza, un riconoscimento che viene di solito percepito come TRAUMATICO, in quanto minaccia la nostra stessa ‘’realtà’’ oppure si manifesta nella forma travolgente del GODIMENTO. Il reale è segnato dall’eccesso. L’IMMAGINARIO corrisponde con la fase dello specchio e segna il movimento del soggetto verso ciò che Lacan chiama una DOMANDA/richiesta di soddisfacimento che è di per sé INSODDISFACIBILE. I bisogni possono essere soddisfatti a differenza della domanda. L’immaginario è soprattutto narcisistico, anche se pone le basi per le fantasie del desiderio tipico del simbolico. Riguarda processi di identificazione, equivalenza, comparazione e corrispondenza. È un processo essenzialmente narcisistico ed egoistico. Pertinente alla dimensione delle immagini. Il bambino ovvero il ‘’NON-IO’’ è un continuo ‘’voglio essere’’ e persiste per tutta la vita di impossibilità di soddisfare la richiesta di identificazione produce una lacuna, una mancanza, un’assenza. Tale lacuna, mancanza, assenza definisce l’essenza dell’uomo. Processo narcisistico e individualista. Il SOGGETTO è caotico, ansiogeno, incompleto e tormentato, non si sente mai pienamente a suo agio. L’EGO IDEALE è un’immagine coerente, stabile e intera che non corrisponde al soggetto e, come tale, è irrealizzabile. SIMBOLICO oppure il ‘’Grande Alto’’ riguarda i processi narrativi e linguistici ovvero i processi di socializzazione, di interazione tra il sé e l’altro. L’ingresso del bambino nell’ordine del linguaggio coincide con la sua accettazione delle regole, logiche e dettami del sociale, che gli consentono di relazionarsi agli altri. L’accettazione delle regole del linguaggio è collegata al COMPLESSO DI EDIPO, ovvero al rispetto della legge, la figura paterna, che pone vincoli e limiti al mio agire. Per interagire all’interno della società bisogna imparare le norme e regole. L’ordine simbolico che è caratterizzato dal desiderio che si affaccio nella dimensione dell’immaginario ma si realizza pienamente solo nell’ambito del simbolico. ORIDNE DEL REALE BISOGNO che possono essere soddisfatti, ma solo temporaneamente. Inesprimibile, tutto ciò che resiste una rappresentazione. ORDINE IMMAGINARIO DOMANDE insoddisfacibili. Proiettare un’identità al quale aspiro ma è tutt’altro da me e questo rappresenta una frustrazione. ORIDNE SIMBOLICO DESIDERIO continui, incessanti, legati al gioco del linguaggio e delle immagini. Stimolare continuamente in maniera più o meno sofisticata.

DESIDERIO Noi non siamo mai in controllo dei nostri desideri. Il sesso è sempre narcisistico perché inevitabilmente imbrigliato in complesso fantasie costruite da altri. Tutto ruota attorno al desiderio sessuale. Non c’è nulla che possa definirsi un atto sessuale. Lacan affermava che ‘’l’uomo non sa nulla della donna. La donna non sa nulla dell’uomo’’. Sono intrappolati nelle reciproche fantasie. Secondo Lacan ‘’Gli uomini e le donne non esistono’’ perché esistono solo costrutti fantasmatici. Il sesso è frutto di processi culturali r in quanto atto richiede una astrazione dal corpo e dalle caratteristiche fisiche e naturali. Se si toglie il supporto fantasmatico l’atto crolla. Questo significa che le fantasie non sono mai nostre, ma sono romanizzate da altri, sia per quando concerne le ideologie culturali, sia per le sessualità materiali. I desideri si fondano su una lacuna, mancanza, e non possono essere soddisfatti. Quando pensiamo di aver raggiunto il fulcro del nostro desiderio risultiamo frustrati perché non come ce lo immaginavamo. Al centro del desiderio non c’è altro se non l’illusione, percezione errata, che esiste una pienezza, quando in realtà non c’è altro che uno schermo sul quale proiettiamo le nostre richieste narcisistiche. Il desiderio funziona solo se tenuto a distanza, perché se lo raggiungiamo, disvela una lacuna. Il desiderio è guidato dalla usa impossibilità. La funzione fondamentale dei media è quella di incentivare le richieste insoddisfacibili e desideri incessanti, allontanandoci dal reale. Secondo Lacan esiste quindi una tensione tra realtà, come ordine del simbolico e dell’immaginario, cinema, televisione, riviste, pubblicità, videogiochi, appositamente creata per allontanarci alla realtà. Il reale è ciò che rifiuta ogni rappresentazione e realizzazione, è lontano e scombussola il coordinare della nostra realtà.

LAURA MULVEY

Essa vuole utilizzare la psicoanalisi per scrivere un manifesto, una provocazione. Utilizza le teorie psicoanalitiche per decifrare e illustrare la logica sottesa al cinema hollywoodiano, che a sua volta riflette l’ideologia patriarcale dominante nelle società occidentali con l’obbiettivo di ricettarla, abbatterla, sovvertirla. L’ambizione di laura è di rivelare l’ideologia del cinema hollywoodiana, IDEOLOGIA intesa come una serie di differenze, opinioni, rappresentazioni, valori che orientano un determinato gruppo sociale. Un tipo di narrazione condivisa, interiorizzata, accettata come ‘’naturale’’, pur essendo il risultato di processi storici. L’ideologia è quello che noi diamo per scontato, ma in realtà sono processi costruiti e condivisi. L’ideologia è la verità, il buon senso, il ‘’modus pensandi, mods operandi’’. L’ideologia è ciò che legittima una determinata visione di mondo, chiamata dai filosofi ‘’weltanschauung’’. Costruisce attivamente identità e ruoli sociali. Il CINEMA è lo strumento attraverso il quale si manifestano una serie di ideologie, come l’ IDEOLOGIA PATRIARCALE ovvero un sistema sociale nel quale il potere, l’autorità e i beni materiali sono concentrati nelle mani dell’uomo più anziano dei vari gruppi di discendenza e la loro trasmissione avviene per via maschile, generalmente a vantaggio del primo genito maschio. Laura porta in primo il sistema di rappresentazione avanzato del cinema che è fondamentale il costruire l’ideologia patriarcale. I concetti chiave: l’asimmetria dei ruoli di gender svolge un ruolo centrale nel cinema; tale fenomeno è strettamente legato a ideologie e discorsi di natura patriarcale. Consolidano e convalidano la superiorità dell’uomo rispetto alla donna. Il cinema hollywoodiano classico colloca lo spettatore nella posizione del maschio (SOGGETTO ) e la donna nell’OGGETTO della fruizione visiva. Donna- oggetto del desiderio dello sguardo maschile- ‘’Male Gaze’’, uomo- sguardo maschile è dominiate, perentorio, oggettivamente. Gli spettatori si identificano nei PROTAGONISTI (maschi tendenzialmente), la DONNA ‘’TO-BE-LOOKED-NESS’’ codificata come oggetto dello sguardo, l’UOMO ‘’BEARER-OF-THE-LOOK’’ codificato come detentore dello sguardo. Lo SGUARDO MASCHILE è connesso a due modi: 1. SGUARDO DEL VOYERISTICO rappresenta la dimensione libidinale; un’immagine da contemplare, oggetto dello spettacolo, da possedere virtualmente. È un guardale scopofisico ovvero la PARAFILIA che caratterizza chi, per ottenere un’’eccitazione e il piacere sessuale, desidera guardare o spiare persone seminude, nude o intente a spogliarsi, o altresì impegnate in un rapporto sessuale. Fenomeno evidente nel cinema di Hitchcok nel film ‘’Psyco’’. 2. SGUARDO DEL FETICISMO legato al COMPLESSO DI EDIPO e all’ordine del simbolico e della psicanalisi di Lacn. In questo senso la donna rappresenta il singolo dell’angoscia della castrazione maschile. La donna è vista come una ‘’lacuna’’. Secondo Laura il cinema opera secondo un DOPPIO ASSE: attribuisce il carattere dell’azione all’uomo e mentre la donna è passiva e inerte, l’uomo prova nei confronti della donna sia un’attrazione legata alla scopofilia e al voyerismo in qualità di possederla sessualmente e la repulsione perché la donna può mettere in discussione il suo ego, e dunque la donna fa FETICIZZATA, resa oggetto e punita. Negando qualsiasi autonomia e potere alla donna, dato che la sua identità è conferita esclusivamente dallo sguardo maschile, la donna è incentivata a contemplare sé stessa attraverso modalità puramente narcisistiche. Nei film la donna si presenta sempre ‘’attraverso un’apparenza e un impatto erotico’’ ma non ha alcuna funzione narrativa significativa: supporta il maschio, ‘’assumendosi il fardello dell’oggettivazione sessuale’’, che il maschio non è in gradi di sostenere, senza svolgere un ruolo attivo a livello di trama. Dunque, l’uomo guarda da parte sua il cinema per vedere riconfermato il suo ego, identificandosi nella mascolinità. La figura femminile nel cinema è una figura paradossale e contraddittoria esercita nei confronti del maschio un mix di attrazione e repulsione. Il subconscio maschile rifugge l’angoscia della castrazione attraverso due strategie: 1. DEMISTIFICA punendo la donna, ‘’famme fatal’’ che mette in discussione la sua autorità viene uccisa oppure salvata da parte dell’uomo. 2. FETICIZZAZIONE donna come un oggetto auratico, come una super star glamour, irraggiungibile. È una sorta di rimodellazione delle tesi di John Berger che dice: l’uomo agisce, la donna appare. L’uomo osserva la donna oggettivandola affermando la propria superiorità. La donna osserva sé stessa osservata dagli uomini: si auto-oggettiva di fronte allo sguardo maschile. Laura sostiene che l’uomo INFORMA un film e la donna invece si CONFORMA è subordinata all’uomo. Il cinema non è una mera forma di intrattenimento. ‘’Programma’’ l’immaginario, propone una visione di mondo, presentandola come normativa, ‘’naturale’’, inevitabile. Le immagini, i personaggi, trame,

storie e dialoghi dei film hollywoodiani convalidano e ratificano le logiche patriarcali dominanti. Il cinema hollywoodiano è un esercizio di FALLOCENTRISMO, il cinema non si limita a descrivere la realtà ma la rinforza, consolida e la realizza. Lo sguardo maschile secondo Laura opera tre livelli: 1. LINGUAGGIO il regista eterosessuale che decide le angolazioni, le prospettive, le durate di ripresa del film, consciamente e inconsciamente celebra il fallocentrismo celebrando il proprio sguardo maschile, come anche le donne che sono ‘’addestrate’’ a guardare il maschio. Lo spettatore dunque è sempre codificato come un maschio eterosessuale anche se sia donna. Per apprezzare un film, una donna, qualsiasi gender non maschile, deve imparare a identificarsi con il protagonista maschile. Lo sguardo femminile deve coincidere con lo sguardo maschile. 2. DIEGESI all’interno di un film, il regime scopico dominante tra i vari personaggi coincide con lo sguardo maschile. L’uomo si configura come una forma dominante all’interno della fantasia filmina. Lo sguardo dominante è essenzialmente maschile. Ci si riferisce sempre al cinema degli anni ’50. Lo sguardo maschile è attivo e dominante. Osserva la donna come oggetto da conquistare, mai come pari, sguardo oggettivante. Lo sguardo femminile è passivo, codificato come erotico e impattante. Supporta la narrazione maschile ma svolge sempre un ruolo secondario o comunque subordinato. Per superare l’ideologia...


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