Le forme elementari della vita religiosa - Emile Durkheim Riassunto PDF

Title Le forme elementari della vita religiosa - Emile Durkheim Riassunto
Course Introduzione allo studio delle religioni
Institution Università di Bologna
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Riassunto completo del libro "Le forme elementari della vita religiosa" di Emile Durkheim ...


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LE FORME ELEMENTARI DELLA VITA RELIGIOSA: EMILE DURKHEIM

INTRODUZIONE Un sistema religioso può essere definito primitivo quando soddisfa le due condizioni seguenti: risultare presente in società la cui organizzazione non sia superata da nessun altro in fatto di semplicità e deve poter essere spiegato senza ricorrere ad alcun elemento tratto da una religione anteriore. Le Religioni primitive devono essere studiate con la sicurezza che queste siano aderenti al reale e lo esprimano, si rimprovera infatti alle scuole da cui si scosta il libro di aver disconosciuto questo fatto. Non vi sono religioni false, sono tutte vere perché tutte rispondono a determinate condizioni dell'esistenza umana. Alcune possono essere considerate superiori ad altre solo per un arricchimento di idee e sentimenti, concetti elevati e più elaborati, ma sono tutte egualmente religioni. Non possiamo comprendere religioni più recenti se non si analizza la storia di come queste si siano formate; tutte le volte che si cerca di spiegare una cosa umana bisogna risalire alla sua forma più primitiva e più semplice e mostrarne poi gli sviluppi e le complicazioni. Alla base di tutti i sistemi di credenze di culti deve esserci necessariamente un certo numero di rappresentazioni fondamentali e di atteggiamenti rituali che rivestono ovunque lo stesso significato oggettivo e adempiano ovunque alle stesse funzioni. Sono questi elementi permanenti che costituiscono quanto di eterno e di umano c'è nella religione. La religione è cosa prevalentemente sociale, le rappresentazioni religiose sono delle rappresentazioni collettive che esprimono realtà collettive; i riti costituiscono dei modi di agire che sorgono in mezzo a gruppi riuniti e sono destinate a suscitare, mantenere o a riprodurre certi stati mentali di questi gruppi. LIBRO PRIMO: QUESTIONI PRELIMINARI I: Definizione del fenomeno religioso e della religione Una nozione che generalmente viene utilizzata per definire la religione è quella di soprannaturale, ossia ogni cosa che va oltre il nostro intelletto. La religione sarebbe quindi una sorta di speculazione su tutto ciò che sfugge alla scienza, come credevano Spencer e Max Muller. Quest'idea è estranea ai primitivi in quanto attribuire a oggetti insignificanti certe virtù straordinarie è per loro la spiegazione più semplice del mondo, la maniera più immediata di rappresentarsi e di comprendere ciò che è intorno a loro, che porta noi a definire le loro credenze qualcosa di soprannaturale. L'idea di soprannaturale è comunque recente, perché di certi fatti si possa dire che sono soprannaturali bisogna possedere la consapevolezza che esista un ordine naturale delle cose, ossia delle leggi che uniscono i fenomeni dell'universo. È la scienza e non la religione che ha insegnato agli uomini che le cose sono complesse e difficili da capire. Poiché avvenimenti naturali, come un'eclissi lunare, sono fuori dal corso ordinario delle cose, essi vengono connotati a cause straordinarie, eccezionali. È sotto questa idea che sarebbe nato il concetto di soprannaturale, ed è così che il pensiero religioso si sarebbe trovato un proprio oggetto. Un'altra idea per definire la religione è quella di divinità. Secondo Reville, la religione è un legame che unisce lo spirito umano e lo spirito misterioso di cui riconosce il dominio sul mondo e su di sé e al quale ama sentirsi unito. Taylor afferma invece che se si vuole identificare la religione come divinità, un certo numero di tribù dovrebbero essere escluse dal mondo religioso. Esistono infatti grandi religioni in cui l'idea di dei e di spiriti è assente, come il buddismo.

Il sacrificio è il principio per eccellenza al quale gli si attribuisce non soltanto l'origine degli uomini ma anche quello degli dei. In ogni culto vi sono pratiche che agiscono di per sé e senza che alcun Dio vi si interponga tra l'individuo che esegue il rito e lo scopo che persegue. I fenomeni religiosi si collocano in due categorie fondamentali: le credenze i riti. Le credenze sono stati di opinione e consistono di rappresentazioni, i riti costituiscono tipi determinati di azione. È l’oggetto del rito che occorre caratterizzare per poter caratterizzare il rito stesso. È nella credenza che si esprime la natura speciale di questo oggetto. Non si può definire il rito se non dopo aver definito la credenza. Tutte le credenze religiose presuppongono una classificazione delle cose che gli uomini rappresentano divisa in due concetti: profano e sacro. Le cose sacre si distinguono dalle cose profane secondo criteri di superiorità, per dignità e di potere rispetto alle cose profane. Il sacro e profano sono stati sempre concepiti come due mondi tra cui non c'è nulla in comune, non vuol dire che non si possa passare da un estremo all'altro, questo passaggio implica un'autentica metamorfosi. Le credenze religiose sono rappresentazioni che esprimono la natura delle cose sacre e i rapporti che esse hanno tra loro e con le cose profane. I riti sono regole di condotta che prescrivono il modo in cui l'uomo deve comportarsi con le cose sacre. Bisogna distinguere anche i mondi di magia e religione. La magia è costituita da credenze e riti, ha i suoi miti e i suoi dogmi e persegue fini tecnici e utilitari. Le credenze religiose sono sempre comuni a una collettività, mentre le credenze magiche sono sempre generali e sono spesso diffuse tra larghi strati di popolazione e non esiste una chiesa magica verso la quale si rifanno i credenti della magia, come invece fanno i credenti in una religione. Il mago poi è isolato dalla società e cerca di fuggire da questa, cosa che non fanno i sacerdoti. Una religione è un sistema solidale di credenze e di pratiche relative a cose sacre, cioè separate dalle cose profane, le quali uniscono in un'unica comunità morale, chiamata Chiesa, tutti quelli che vi aderiscono. II: Le principali concezioni della religione elementare Vi sono due tipi di religioni, la prima si rivolge alle cose della natura e alle grandi forze cosmiche, oppure agli oggetti di ogni specie che popolano la terra e la si chiama naturismo. L'altra ha per oggetto gli esseri spirituali ai quali vengono attribuiti dei poteri e non sono percepibili dagli umani, è chiamata animismo. Per alcuni l’animismo sarebbe la religione primitiva di cui il naturismo sarebbe un'evoluzione, per altri è il culto della natura che sarebbe stato il punto di partenza dell'evoluzione religiosa. Taylor costruì la teoria animista e Spencer la modificò. Per avere il diritto di considerare le credenze e le pratiche animiste come la forma primitiva della vita religiosa bisogna analizzare alcuni punti: poiché l'idea di anime è la nozione cardinale della religione occorre mostrare come essa si sia costituita senza trarre esempio da religioni precedenti; mostrare come le anime siano diventati oggetto di culto e si siano trasformate in spiriti; poiché il culto degli spiriti non costituisce il tutto in alcuna religione resta da spiegare come ne sia derivato il culto della natura. L'idea di anima sarebbe stata suggerita all'uomo da una mal interpretazione di ciò che egli vive nello stato di veglia e nello stato di sonno. Per il selvaggio le rappresentazioni da sveglio e quelle nel sonno hanno lo stesso valore, ed è da queste esperienze che nasce l'idea che in ciascuno di noi esista un duplicato. Questo duplicato ha i tratti essenziali dell'essere sensibile come involucro esteriore, ma presenta diversi caratteri, in quante più mobile, percorre in un istante vaste distanze, è più malleabile e plastico. Questo duplicato è l'anima. Ma l'anima non è uno spirito, è unita a un corpo da cui non esce se non eccezionalmente e non è oggetto di culto. Lo spirito pur avendo una sede può allontanarsi in base alle proprie volontà e l'uomo può entrare in relazione con lui. L'anima quindi non può diventare uno spirito se non trasformandosi e questa trasformazione avviene tramite la morte, che consiste in una separazione dell'anima dal corpo. Una volta che il corpo è distrutto si pensa che la separazione sia definitiva. Si pensa che gli spiriti possano penetrare nei corpi e causarvi ogni specie di disordine o anche rinvigorire la vitalità, si prende quindi l'abitudine di

attribuire loro tutti gli avvenimenti della vita fuori dall'ordinario. Se le anime dispongono della salute della malattia è saggio accattivarsi la loro benevolenza con offerte, sacrifici e preghiere. È qui che l'anima si trasforma. Alle anime degli antenati sarebbe stato rivolto il primo culto che l'umanità abbia conosciuto, i primi riti sarebbero stati riti mortuari, i primi sacrifici sarebbero state le offerte alimentari destinate a soddisfare i bisogni dei defunti e i primi altari sarebbero state le tombe. Per Taylor questo sviluppo dell'animismo è possibile a causa della mentalità particolare del primitivo che non sa distinguere l’animato dall’inanimato, ed è incline ad assegnare le cose una natura simile alla propria. Le anime degli uomini hanno un’influenza solo sul mondo degli umani, le anime delle cose sono considerate le cause di tutto ciò che accade; le prime rendono conto della salute della malattia e le seconde spiegano i fenomeni del mondo fisico. Di fronte a questi spiriti cosmici l'uomo si trova in uno stato di dipendenza e ha bisogno del loro aiuto. Imparerò la loro assistenza con offerte, preghiere e la religione dell’uomo si completò con la religione della natura. Secondo Spencer questo passaggio sarebbe dovuto una confusione, a un risultato di anfibologie. In molte società è diffuso l'uso di nominare le persone con un nome di animale, di una pianta, di un astro, ma per l'estrema in precisione del linguaggio è difficile per il primitivo distinguere una metafora della realtà. Egli avrebbe perso di vista il fatto che queste denominazioni erano soltanto immagini e, prendendo alla lettera questa idea, finì per credere che un antenato di nome Tigre o Leone fosse davvero una tigre o un leone. Secondo Spencer si segnalano altre confusioni come ad esempio gli animali che si aggirano intorno alle tombe e alle case degli uomini che sarebbero stati scambiati per anime reincarnate e sarebbero stati adorati per questo motivo. Come suppone le tesi animista, i primi esseri sacri erano state le anime dei morti e il primo culto quello degli antenati, si dovrebbe mostrare che quanto più le società sono inferiori tanto più questo culto è importante nella vita religiosa. Ma si dimostra il contrario in quanto il culto degli avi non si sviluppa e neanche si presenta nelle società come quelle australiane che rappresentano l'organizzazione sociale più bassa e semplice, ma si presentano in società progredite come quella cinese, egiziana, greca e Latina. Questa estensione del culto dei morti all’insieme della natura deriverebbe dal fatto che noi tendiamo istintivamente rappresentarci tutte le cose a nostra immagine e somiglianza. Se veramente l'uomo fosse stato costretto a proiettare la sua immagine sulle cose, i primi esseri sacri sarebbero stati concepiti a sua somiglianza. Invece l’antropomorfismo è il segno di una civiltà abbastanza progredita. III: continuazione ^ Gli studiosi che si sono occupati del naturismo hanno studiato in modo particolare le grandi civiltà dell’Europa e dell’Asia. Per Max Muller la religione, per occupare il posto che le spetta come elemento legittimo della nostra conoscenza, deve cominciare come esperienza sensibile. Gli spettacoli che la natura offre all'uomo agli sembrano adempiere a tutte le condizioni necessarie per risvegliare negli spiriti l'idea religiosa. La religione è realmente costituita quando le forze naturali si trasformano in agenti personali, in esseri viventi e pensanti, in potenze spirituali dei, è a questi che si rivolge di solito il culto. Una volta forgiate le parole per disegnare le personalità degli dei che l'immaginazione popolare aveva posto dietro le cose, la riflessione si esercita su queste parole stesse: essa poneva ogni sorta di enigmi la cui soluzione era i miti. Spesso accadeva che un oggetto avesse diversi nomi e dato che le parole erano diverse si credette che corrispondessero ad altrettante personalità distinte, si sentiva che queste personalità avessero una certa parentela e formassero una famiglia, sì ammise che le cose corrispondenti fossero trasformazioni delle une delle altre, oppure una parola non più compresa fu l'origine di favole destinate a darle un significato. L'opera creatrice del linguaggio proseguì in costruzioni sempre più complesse e man mano la mitologia divenne sempre più estesa e complessa. Secondo Max Muller i miti sarebbero degli sviluppi parassitari dovuti al linguaggio che si innestarono nelle rappresentazioni fondamentali della religione e le snaturarono.

IV: il totemismo come religione elementare Oltre a ciò che si chiama naturismo e animismo deve esserci quindi un altro culto più fondamentale e primitivo, di cui i primi sono probabilmente solo forme derivate. Questo culto è chiamato dagli etnografi totemismo. È alla fine del XVIII secolo che il termine totem appare nella letteratura etnografica e durante circa mezzo secolo il totemismo fu noto come un'istituzione solo americana. Solo nel 1841 si segnala l'esistenza di pratiche simili in Australia e Macllean fu il primo che cominciò a collegare il totemismo alla storia generale dell'umanità. Gli americani si erano accorti che il totemismo era legato a una determinata organizzazione sociale, quella in clan. Nel 1877, in Ancient Society, Luis Morgan cominciò a farne lo studio e determinare i caratteri distintivi e mostrare le generalità nelle tribù indiani dell’America settentrionale e centrale. I documenti erano abbastanza numerosi e significativi perché Freazer giudicasse opportuno riunirli in un libro intitolato TOTEMISM, in cui il totemismo è studiato al tempo stesso come religione e come istituzione giuridica. Smith è il primo che abbia intrapreso il lavoro di elaborazione del totemismo. Sono negli ultimi anni (rispetto a quando fu scritta l’opera di Durkheim) due osservatori, Spencer e Gillen, hanno scoperto in Australia un numero piuttosto considerevole di tribù in cui si pratica un sistema religioso completo di cui le credenze totemiche formano la base. L'Australia è la terra più favorevole lo studio del totemismo. Nel suo Totemism, Freazer si era impegnato per rilevare le tracce di totemismo che si possono scoprire nella storia e nell’etnografia, ma assimilò alle pratiche totemiche dei semplici riti teriolatrici e si concentrò su troppe società, infatti per non disperdere la ricerca su tutte le società bisogna concentrarsi solo su un tipo nettamente determinato, in modo che i valori dei fatti sia più importante del loro numero. In quest'opera Durkheim si limita a ricercare tra le società australiane in quanto si hanno più documenti completi.

LIBRO SECONDO: le credenze elementari I: le credenze propriamente totemiche Alla base delle tribù australiane, un gruppo che occupa un posto importante nella vita collettiva è il clan che è caratterizzato da due tratti fondamentali: gli individui che lo compongono si considerano uniti da un legame di parentela solo per possedere lo stesso nome e svolgono i doveri identici a quelli che spettano ai parenti consanguinei. La specie di cose che serve a disegnare collettivamente il clan si chiama totem, che oltre essere quello del clan è anche quello di ciascuno dei propri membri. Ogni clan ha il suo totem, è una parola che adoperano gli ojibway, una tribù algonchina, per disegnare la specie di cose di cui un clan porta il nome. Gli oggetti che servono da totem appartengono al regno vegetale o al regno animale nella maggior parte dei casi, ma accade anche che il totem non sia un oggetto intero ma la parte di un oggetto. Succede anche che certi clan derivino il loro nome da una certa ondulazione o depressione del terreno, geograficamente determinata e ciò che ha fatto elevare a totem certi luoghi è la convinzione che un antenato mitico vi si sia fermato o vi abbia compiuto qualche atto della sua vita leggendaria. Altre volte è un antenato o un gruppo di antenati che serve direttamente da totem. Per quanto riguarda l'acquisizione del nome totemico esso si rifà all'organizzazione e alla sociologia della famiglia del clan. A seconda delle tribù vi sono tre regole diverse in uso: nella maggior numero delle società il figlio acquisisce il totem della madre per diritto di nascita; in altre il totem si trasmette per linea paterna e in altri ancora il totem del bambino è quello dell’antenato mitico che è venuto a fecondare misticamente la madre al momento del concepimento. Al di fuori e al di sopra dei totem di clan vi sono i totem delle fratrie. Si chiama fratria un gruppo di clan uniti tra loro da vincoli di fratellanza e sono rappresentati quasi sempre da un animale. Si considera fratria

un antico clan che si sarebbe smembrato, e i clan attuali sarebbero il prodotto di questo smembramento e la solidarietà che unisce sarebbe un ricordo della loro primitiva unità. Oltre alle fratrie e clan, nelle società australiane vi si presenta un altro gruppo: le classi matrimoniali. Esse sono una suddivisione della fratria e il loro reclutamento e il funzionamento sono regolati da due principi: in ogni fratria ogni generazione appartiene una classe diversa rispetto alla generazione precedente; i membri di una classe possono contrarre matrimonio in una sola delle classi dell'altra fratria. Queste classi molto spesso non presentano alcun Totem, essendo le interdizioni alimentari una caratteristica tipica di queste classi si è pensato che gli animali protetti da queste interdizioni fossero originariamente i totem dei clan scomparsi. Gli indiani d’America dipingono i loro totem nelle tende, sugli scudi, gli rappresentano all'ingresso dei villaggi e anche sulla loro persona, inoltre i membri di ogni clan cercano di assumere l'aspetto esteriore del loro totem. Mentre le popolazioni australiane dipingono i loro totem con figure geometriche che solo loro sono in grado di spiegare. È durante le cerimonie religiose che il totem, nel momento in cui rappresenta un’etichetta collettiva, assume un carattere religioso e le cose vengono classificate in sacre e profane il rapporto a lui. II Le immagini totemiche non sono le uniche cose sacre, esistono esseri reali che sono oggetti di riti in virtù del loro rapporto con il totem: gli esseri delle specie totemica e dei membri del clan. Sono per la maggior parte animali o piante il cui consumo è proibito, anche se possono entrare nella composizione di certi pasti mistici. Si ritiene che nella pianta o nell’animale totemico risieda un principio terribile che potrebbe distruggere e disorganizzare un organismo profano. Gli anziani, le persone che sono giunte a un’alta dignità religiosa, sono liberi dall'interdizione a cui sono sottomessi gli uomini comuni e possono mangiare la cosa Santa perché sono anch'essi santi. All’interdizione di mangiare si aggiunge spesso quella di uccidere o, se il totem è una pianta, quella di cogliere. Vi sono altre eccezioni e tolleranze, soprattutto in caso di necessità quando il totem è un animale nocivo o non si ha nulla da mangiare. Ogni membro del clan è ricoperto di un carattere sacro infatti l'uomo crede di essere un animale o una pianta della specie totemica. Ogni individuo ha dunque una doppia natura in cui coesistono due esseri, un uomo e un animale. Per dare una ragione a questa dualità il primitivo ha creato dei miti, miti che cercano di spiegare come da un'evoluzione spontanea l'animale si sarebbe trasformato da solo, e avrebbe finito col prendere una forma umana. L'umano ha di sacro il sangue, utilizzato durante i riti e la capigliatura, utilizzata dagli indigeni per creare delle cinture utilizzate per avvolgere oggetti di culto. L’organismo umano infatti cela nella sua profondità un principio sacro. Ma l'uomo verso gli animali e le piante di cui porta il nome non ha un atteggiamento di un fedele verso il Dio, poiché appartiene egli stesso al mondo sacro. III Per l’australiano tutte le cose che popolano l'universo fanno parte della tribù: esse ne sono elementi costitutivi e membri regolari, hanno, come gli uomini, un posto determinato negli schemi della società. Le nozioni di genere o di classe sono le prime che incontriamo nella storia e che si sono formate sull'organizzazione sociale; le fratrie hanno servito da generi e i clan da ...


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