Riassunto Le nuove forme della serialità televisiva - Nuove forme della serialità televisiva PDF

Title Riassunto Le nuove forme della serialità televisiva - Nuove forme della serialità televisiva
Course DAMS - Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo
Institution Università di Bologna
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Riassunto - libro "Le nuove forme della serialità televisiva" - Nuove forme della serialità televisiva - DAMS - Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo...


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Nuove forme della serialità televisiva Profilo critico 1. La serialità: cenni storici Alla nascita del prodotto cinematografico di stampo seriale fa da sfono naturale l'affermarsi dei processi d'industrializzazione tra la fine dell'Ottocento e l'inizio el Novecento (catena di montaggio, il cosiddetto sistema fordista). Fordismo/Postfordismo: A Henry Ford va attribuita l'introduzione negli anni 20 della catena di montaggio nelle sue fabbriche. Questa tipologia di produzione entra in crisi verso la metà degli anni 70 a causa dell'uso sempre più massiccio delle tecnologie informatiche. Il termine postfordismo indica quell'insieme di innovazioni che vedono uno spostamento verso una delocalizzazione nella produzione e una centralità delle qualità immateriali dei beni prodotti.

Il primo grande passo verso l'istituzionalizzazione delle forme narrative di tipo seriale avviene con il romanzo a puntate: intorno agli anni Trenta dell'Ottocento diventò una strategia moto diffusa il feuilleton, appendice di quotidiani contenente racconti a puntate per stimolare l'attesa dei lettori. Un elemento importante è la modalità di lettura: non più individuale, bensì collettiva e basata quindi sul confronto e sulla condivisione. Il romanzo a puntate: A partire dal 1831 Honorè de Balzac decide di anticipare alcuni dei capitoli dei romanzi che sta scrivendo a mezzo stampa. La pratica di pubblicare racconti inediti a puntate diventa molto frequente negli anni Trenta dell'Ottocento. Nel 1836 Il Circolo Pickwick di Charles Dickens viene pubblicato in 20 fascicoli mensili, nascendo come opera in progress, articolata senza un andamento narrativo rigido.

Alla letteratura si affianca inoltre il fumetto: la sua nascita risale al 1895 con Yellow Kid, come supplmento domenicale del Ney York World. La logica seriale caratterizza anche il cinema fin dagli anni Dieci: in quegli anni erano presenti molti film caratterizzati da una struttura episodica, nella quale una story-line veniva portata avanti per numerose puntate; la sistematica sospensione del finale, che serviva per costruire suspance e fidelizzazione, prende il nome di chliffhanger. Da ricordare il fenomeno del divismo (da divo, un fenomeno dapprima legato al personaggio, poi allo stesso attore). L'impostazione seriale non caratterizza soltanto la dimensione produttiva nella sua accezzione industriale, ma anche la stessa struttura linguistica: i meccanismi dello studio system si coniugano allora con le sperimentazioni linguistiche, facendo sì che in questi anni si determinino alcuni dei canoni linguistici della ripetizione cinematografica, ad esempio con D.W. Griffith.

1.1. I modelli narrativi della serialità televisiva (Cose già affrontate: vedi "differenza tra serial e serie" in domande&risposte.) La fiction in Italia: La serialità prodotta nel nostro paese viene indicata di norma con il nome di fiction, ma prima di parlare di fiction si parlava di sceneggiato, romanzo sceneggiato o teleromanzo, formule che per almeno vent’anni sono state il genere privilegiato della produzione seriale della tv italiana. Essenzialmente si trattava di adattamenti letterari (es. le opere di Majano). Per lungo tempo, la serie all’italiana è stata caratterizzata da un numero limitato di episodi di durata intorno ai 90 minuti l’uno e da una struttura narrativa a incastro. Di recente la fiction nostrana ha fatto propri i meccanismi produttivi della lunga serialità, inaugurando la produzione di soap e diffondendo il modello della serie serializzata. Inoltre sempre più spesso si assiste all’offerta di prodotti che presentano una continuità multi stagionale come accade per le serie americani.

Prime time: Il prime-time è la fascia serale. Negli USA corrisponde convenzionalmente alla fascia 20-23 o 19-22 a seconda delle zone geografiche, mentre in Italia la fascia oraria di prima serata corrisponde alle 21-23.30. Nel caso degli Usa i programmi sono tendenzialmente strutturati per coprire blocchi di 60 minuti, mentre in italia molti programmi hanno una durata di 90 minuti al netto degli spazi pubblicitari.

1.2. Genere e format (vedi 3.1 di "che cos'è la televisione") Formato: durata e numero episodi. Format:schema di programma. Il format è uno schema che permetta la realizzazione di un programma nei contesti televisivi più diversi, mantenendo invariati alcuni elementi ritenuti fondamentali, ma soprattutto è un prodotto commercializzabile (Chi vuol essere milionario) Genere: il genere si riferisce alle caratteristiche comunicative di un programma, il modo in cui il programma produce significati socialmente condivisi. A chi serve il concetto di genere? Agli apparati produttivi e industriali per ridurre i margini di rischio; ai creativi per utilizzare formule e schemi realizzativi consolidati; al sistema distributivo per connotare le sue offerte; al consumatore-fruitore per orientare la sua scelta fra le tante possibili.

1.3. La serializzazione della serie (vedi "serializzazione della serie" in Domande&risposte)

1.4. Crossover e spin-off (vedi "crossover e spin-off" in Domande&risposte)

1.5. Dialogismo intertestuale Molti film Hollywoodiani contemporanei prendono a prestito l'universo narrativo di una serie televisiva di qualche anno prima, riproponendolo, attualizzandolo e, in certi casi, sottoponendolo anche a una operazione di parodizzazione; queste modalità mettono in gioco, per dirla con Eco, un'enciclopedia intertestuale: abbiamo cioè testi che citano altri testi e la conoscenza dei testi precedenti è presupposto necessario per l'apprezzamento del testo in esame. In "Starsky&Hutch" troviamo l'aspetto del prequel in forma di parodia, in "X-files: Il film" l'aspetto dell'exploitation, ovvero sfruttamento immediato e tempestivo del successo di un prodotto televisivo tentando di replicarlo-allungarlo attraverso un altro mezzo di comunicazione (come fosse una puntata speciale). All'opposto, quando è il film a essere oggetto di trasbordo verso il mezzo televisivo, pare invece che la conoscenza del film di riferimento non sia necessaria: la frammentazione della narrazione riempie il prodotto di elementi utili alla comprensione anche da parte dello spettatore che non ha visto il film; è il caso di "M.A.S.H", "Buffy the vampire slayer", "Fame". Più che in maniera conflittuale, i media sembrano porsi in stretta interrelatzione, operanti su supposizioni reciproche, linkati. Siamo di fronte ad un proceso di convergenza tra mezzi di comunicazione: si tratta non solo di evoluzione tecnologica, ma di un fatto culturale, associato evidentemente alle pratiche di consumo moderne, che prevedono l'utilizzo di una pluralità di media.

2. Una nuova Golden Age La Golden Age della televisione è quel periodo che va dell'inizio degli anni Cinquanta fino agli inizi degli anni Sessanta. In quel lasso di tempo dunque la tv si afferma come medium di massa. In particolare sono quelli gli anni degli anthology drama, sorta di film per la tv, proposti live e scritti da ottimi sceneggiatori, e di alcune serie che hanno lasciato il segno (Ai confini della realtà, I love Lucy etc.). Molti studiosi sono concordi nell’individuare una seconda età dell’oro della tv americana che, a partire dagli anni Ottanta coincide con l’affermazione di alcune serie tv di grande successo, con l’originalità dei loro modelli narrativi e con la peculiarità della loro promozione e distribuzione su più piattaforme mediatiche. Con le innovazioni di Hill Street Blues, con la sua costruzione drammaturgica multistrand (cioè multilineare che permette quindi il processo di serializzazione della serie) passando per la serialità d’autore (David Lynch,. Twin Peaks) si costruisce una quality television, composta da programmi caratterizzati da cast importanti, ibridazione di generi, auto riflessività e da una spiccata tendenza verso il realismo, da uno stile peculiare, ricondotto a contenuti, sceneggiature e una ricostruzione visiva di particolare valore. Negli Stati Uniti, dagli anni Ottanta fino al 2000 è esistita un’organizzazione chiamata Viewers for quality television, finalizzata a sostenere, incoraggiare la produzione di show che l’associazione riteneva soddisfare i criteri di qualità. Le valutazioni offerte dal gruppo sui programmi trasmessi venivano tenute in grande considerazione dall’industria televisiva, poiché si dimostravano essere il riflesso delle preferenze di un target di livello culturale elevato. Come nota Aldo Grasso, non c’è mai stata una tv tanto vitale, intelligente e ricca di risonanze metaforiche come l’attuale. Sembra quasi un paradosso, ma spesso si fa fatica a trovare un romanzo moderno o un film che sia più interessante di un buon telefilm. Gli esempi della quality television sono: E.R., X-Files, I Soprano e West Wing. Come abbiamo già sottolineato questi programmi enfatizzano la complessità narrativa costruendo sceneggiature intrecciate e stratificate, che invitano lo spettatore a una visione ripetuta. Si sono moltiplicate le vendite di cofanetti di dvd di serie tv. I network hanno reso disponibili i loro prodotti in streaming via web e aumentato il più possibile la loro circolazione, di fatto allungandone straordinariamente la vita, ancora di più di quanto il sistema delle repliche televisive aveva potuto garantire negli anni precedenti. In Italia la scelta di inserire in palinsesto questa tipologia di programmi è stata dettata dalla necessità di coprire le ore di programmazione giornaliere. I prodotti seriali si prestano infatti molto bene a questo compito poiché si tratta di prodotti di magazzino, cioè materiali ad utilità potenzialmente ripetuta, conservabili nelle cosiddette library, cioè negli archivi di programmi che le reti televisive compongono acquistando o producendo. In seconda battuta si è però presto reso evidente che questi prodotti erano in grado di catalizzare l’attenzione del grande pubblico. In tale contesto va menzionato il ruolo di rilievo ricoperto dal marketing per l’azienda televisiva, che ha permesso di cogliere i segnali dell’audience permettendo di combinare intuizioni creative e valorizzazione del palinsesto. Il marketing per la tv, infatti ricopre una funzione essenziale, contribuendo su vari livelli alla costruzione del palinsesto, poiché ad esso è demandato il compito di combinare per ogni singola rete i generi in modo da rispettare il budget e soddisfare le esigenze della platea. Convergenza culturale (Henry Jenkins): vedi "Convergenza culturale" in Domande&risposte

2.1. All'interno del testo seriale: temi e forme linguistiche Abbiamo parlato delle novità inaugurate da "Hill Street giorno e notte"; va ricordato comunque che quel periodo è ancora caratterizzato da serie classiche, convenzionali, che presupponevano uno spettatore "couch potato" (Magnum P.I.)

Una grossa novità per gli spettatori televisivi è "E.R.-Medici in prima linea" (1994): attraverso una narrazione multistrand vengono affrontati temi di attualità e di forte impatto. E.R. Sembra infatti ereditare questo nuovo interesse del pubblico per un maggiore realismo (sono questi gli anni della televisione della realtà, caratterizzati da format che preludono all'avvento dei reality show). E.R. é frutto di una modulazione di una dimensione narrativa (il "come se") e di una dimensione simulatoria del reale. 24, (2001) ideata da Robert Cochran e Joel Surnow, è un serial sperimentale, basato sul "tempo reale" (formula già utilizzata in M.A.S.H); si utilizza la tecnica dello split-screen per seguire più azioni che si svolgono nello stesso momento. Lost, scritta da J.J.Abrams, fa della complessità narrativa il punto di forza. Attraverso continui flashback, utilizzati non in funzione chiarificatrice ma come elementi di "oscuramento" e complicazione, si dissemina la narrazione di tracce da seguire . Dr House-Medical Division, a differenza di E.R., si concentra più sulle malattie e sui sintomi, prendendo la fisionomia di una detection classica; predilige lo sviluppo dell'anthology plot sul running plot (autoconclusive). Si ha un utilizzo copioso di elementi iperrealistici creati al pc.

2.2. High concept TV Series La convergenza culturale ha consentito una proliferazione di contenuti mediali distribuiti su differenti piattaforme; la logica che muove questo meccanismo è quella del transmedia storytelling, cioè della narrazione transmediale, nella cui prospettiva ogni medium fa quello che gli riesce meglio e, in tal modo, una stroia può essere introdotta sotto forme diverse. La narrazione allora non possiede più un unico centro d'irradiazione, ma tende a svilupparsi su strade diverse. Potremmo definire queste narrazioni come high concept: con high concept intendiamo un prodotto modulare caratterizzato da un'alta vendibilità, adatto e essere esperito su diversi supporti e venduto sui mercati interni e stranieri; elemento importante è lo stile, ovvero il prodotto deve avere un look riconoscibile, ben definito e accattivante. Le serie televisive high concept hanno dato vita a veri e propri fenomeni di franchise, ossia prodotti che possono essere replicati dalle major conglomerate in altri formati mediatici. Come abbiamo detto, caratteristica di queste narrazioni è la loro alta vendibilità, ma non solo: sono prodotti anche riadattabili in modalità glocalizzazione. Ugly Betty, serie televisiva ispirata ad una telenovela colombiana, è stato oggetto di riadattamento in 7 nazioni. Brand: il termine inglese brand viene di solito tradotto con "marca", ad indicare il "marchio" posto su un prodotto per identificare il prodotto o ol servizio di uno o più venditori. Quando si parla di prodotti culturali si assume un'accezione allargata del termine ad indicare uno srumento di indicazione di più prodotti, anche molto diversi tra loro, legati però da una promessa comune e da valori di riferimento condivisi (esempio, Buffyverse). Hoax Movie Sites: Hoax=bufala, sono i siti fittizi che fanno riferimento ad una produzione cinematografica o televisiva, hanno una funzione pubblicitaria e di "prolungamento cibernetico" della fabula cinematografica (esempio, sito M-corporation per il serial Mario). Mobisodes: Con questo termine ci si riferisce a episodi di programmi televisivi fatti oggetto di un lavoro di adattamento che li rende disponibili per la visione attraverso lo schermo del telefono cellulare. In genere si tratta di episodi di breve durata, da uno a tre minuti. Per esempio 24: Conspiracy. I mobisodes appartengono a quel ricco e articolato panorama che ha visto l’affermazione di prodotti multipiattaforma e high concept. Tendenzialmente i mobisodes funzionano come grande intuizione di marketing per pubblicizzare la serie di appartenenza.

2.3. Serialità e nuovi media Minisodes, webisodes, fan series, vedi Domande&Rispose 2.4. Spettatori, fan, adepti Fandom, synication, cosplaying, vedi Domane&Risposte 3. La serialità nel sistema dei media La storia dei media di massa è legata al concetto di serialità; le origini di questo legame vanno ritracciare all'interno della società occidentale e capitalistica del XIX e XX secolo, profondamente segnata dai processi di industrializzazione, urbanizzazione, tecnologizzazione e modernizzazione. È in questo contesto, infatti, che si manifesta il fenomeno noto come industria culturale: sostanzialmente anche la cultura e l'arte sono costrette a fare i conti con la tecnologia che permette la riprodicibilità tecnica ( "L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica” Benjamin 1936); parlando di industria culturale si fa riferimento alla considerazione della produzione culturale nei termini di una produzione industriale, massificata e standardizzata. Nel 1944 Theodor W.Adorno e Max Horkheimer pubblicano Dialettica dell'illuminismo, in cui il termine industria culturale è usato per riferirsi a forme culturali definite non tanto da logiche creative, quanto piuttosto Tra i media audiovisivi quello televisivo sembra essere il medium seriale per eccellenza. A partire dagli anni Ottanta però il processo di serializzazione non riguarda più soltanto le serie televisive, ma sembra divenire caratteristico di tutta l'industria dell'intrattenimento. In ambito italiano infatti si parla di neotelevisione (termine coniato da Umberto Eco): abbandonato il modello pedagogico, si cerca di coinvolgere sempre più lo spettatore, colonizzando tutte le ore della giornata con programmi studiati per le diverse fasce orarie e i pubblici corrispondenti; la serializzazione inizia a essere caratteristica di tutti i generi televisivi, influenzando l'intrattenimento, l'informazione così come programmi più spiccatamente culturali ed educativi. Questi nuovi programmi sono caratterizzati da un forte grado di replicabilità, che riguarda sia la loro utilità ripetuta, sia la logica tipica della rogrammazione televisiva che presuppone la costruzione di appuntamenti ben scanditi all'interno della giornata o della settimana. Il processo di serializzazione può essere sintetizzato intorno a tre punti fondamentali: 1)il processo di serializzazione rigurda i formati cinematografici e le serie televisive di stampo più classico; 2)dagli anni 80 si avvia un meccanismo che instaura un "effetto alone", che si sostanzia nell'espansione dei formati e dei contenuti seriali al di fuori dell'ambito circoscritto delle serie televisive, imponendo invece un'invazione e una colonzzazione del palinsesto da parte di programmi che appartengono alla più vasta categoria dell'intrattenimento; 3)l'effetto "aura"assume una forma ancora più colplessa, attraverso l'instaurarsi si un processo di espansione transmediale che fa si che i prodotti serial televisisi esondino dai confini del medium e tendano a migrare verso altri media.

3.1 L'innovazione tecnologica e l'esperienza mediale Oggi con certe pubblicità troviamo un'inversione dei rapporti abituali, da un lato in termini quantitavi, dall'altro in termini qualitativi: oggi certe forme di marketing virale sono sempre più considerati occasioni di creatività, di originalità estetica, e a volte guadagnano un riconoscimento sociale autonomo.

Il fenomeno della convergenza mediale è il risultato di tre elementi: la circolazione di contenuti attraverso vari media (scalabilità), cooperazione tra industrie dei media, il comportamento dell'audience che si sposta da supporto a supporto. (...)

3.2. Spazio, tempo, durata Le nuove serie sono caratterizzate da incessanti possibilità di ridefinizione del mondo (spazio) diegetico. Nella neo-serialità si trovano appunto universi iper-diegetici: universi vasti, dettagliati, di cui solo alcune porzioni vengono di volta in volta perlustrate, ma di cui altre porzioni sono sempre suscettibili di apliamento e ricostruzione; per questo tipo di fenomeni si parlato anche di fiction deteriorizzata. Ma gli universi difegetici delle recenti serie tv non sono solo mutevoli, sono anche duraturi: cambiano e occupano tempo per farlo; abbiamo a che fare con universi permanenti, cioè che durano nel tempo. Nella nuova serialità il tempo rappresentato presenta una grande elasticità: lo sfruttamento delle anacronie sfalda la compattezza del tempo discorsivo permettendo l'inserimento/sviluppo di filoni narrativi dotati di una propria temporalità alternativa; anche qui la dilatazione è virtualmente infinita. Sul lato del tempo della fruizione, anche quello subisce un cambiamento: si sottopone a processi negoziali, nel senso che lo spettatore potrà ridefinire o modificare a suo piacimento la temporalità di fruizione.

3.3. L'eredità del fumetto (vedi "Fumetti e serie tv" in Domande&risposte)

3.4. Reale, reality, fiction In questi giorni assistiamo a due tendenze opposte. Da un lato si va verso una sorta di soapizzazione di programmi che nascono in ambito reality; in generale gli stessi reality incorportano tecniche di riarticolazione narrativa proprie della fiction (riassunti, sezioni, sequenze ed episodi a carattere tematico) e dei generi televisivi. I partecipanti stessi reagiscono a stimoli "tipicizzanti". Dall'altro lato la serialtà finzionale, grazie appunto ai suoi fenomeni di durata e persistenza, comincia a funzionare come una cosa reale: non in modo sostitutivo, ma additivo alla realtà. Con il venir meno delle barriere tra testualità ed esperienza di vita si diffondono sempre più pratiche di i...


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