Forme e tradizioni della filosofia 17aprile 19 PDF

Title Forme e tradizioni della filosofia 17aprile 19
Course Filosofia
Institution Università degli Studi di Perugia
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Forme e tradizioni della filosofia 17 aprile 2019 7 maggio Amleto ore 21:00 – Teatro Morlacchi Ateismo come era rappresentato nel pensiero di Dostoevskij. La Russia nei Karamazov – per Dostoevskij – non è un’indicazione geografica ma vuol dire cristianesimo. Russia vuol dire un pensiero che si è mantenuto fedele nella tradizione. La parola Russia un modo d’essere, una cultura che si alimenta di tradizione cristiana – la tendenza nichilistica della Russia funzionano nell’opera di Dostoevskij come una reazione tra un polo positivo e negativo che si riflette nei personaggi. Ivan – polo nichilista “io non è che non credo in Dio, io non credo al mondo come l’ha fatto Dio” e dunque questo ateismo: -

ateismo pratico: come se Dio non vi fosse ateismo postulatorio: devo postulare che Dio ci sia perché esso c’è ma c’è come idea della mia bisognosità. Ateismo teorico: deve pensare che Dio non sia per togliere di mezzo un testimone. Ateismo pensoso: non nega Dio ma il mondo.

Ivan non è un ateo che ha postulato Dio come non esistente, non è un ateo pratico, teorico ma pensoso perché dice che deve negare Dio perché devo negare il mondo perché il mondo com’è non mi piace. La risposta a questo punto deve passare dal grande scontro, una litigata che non c’è perché agli argomenti di Ivan Alesa non risponde – tutto un gioco di ascolto, risate e sorrisi. Se la risposta non viene subito la risposta ci viene data dalla presentazione dello Starec Zosima (pag. 311). Lo starec non si chiama Zosima ma di nome si chiamava Zinovij / i monaci cambiavano nomi per un rispetto alla tradizione biblica secondo la quale chi possiede il nome cioè il nome ha il possesso dell’identità e dell’essenza della persona. In nome costituisce il senso della stessa persona – dietro al nostro nome c’è la storia di quello che siamo – negli ordini religiosi il nome viene cambiato perché si deve scegliere un altro stato di vita, perché Gesù cambiò il nome degli apostoli. Il nome diventa un progetto. Il nome non ce lo siamo scelti, è un’eredità non un progetto. Il nome è un progetto. Primo elemento filosofico: non possiamo fare a meno della nostra più propria esistenza – l’esistenza ci è data in forma unica – il nome la dice tutta – ogni capitolo inizia con un nome. Appunti dello “starec” che racconta la sua vita: racconta che è stato spostato da Mosca a San Pietroburgo. A Mosca – il fratello era stato mandato via in confino, che il fratello aveva subito le persecuzioni della polizia zarista, che era il filosofo molto dotto – Zinovij sa che non può più fare la Quaresima, non voleva digiunare. La storia dello “starec” inizia da un atto ateo del fratello dello “starec” Zosima proprio come Ivan. Nel mondo russo c’è un’opposizione tra il pensiero occidentale e il pensiero della tradizione religiosa.

Racconto di una conversione – confessione sembra molto sincera ed è puntellata in Markel “io ho peccato” – che peccato ha commesso? Non riconoscente nei confronti del mondo, della vita. La vita non può fare a meno del mondo. Lui ha compreso che la vita era molto più – Dio gli parlava tramite la vita non tramite la mamma che gli diceva di fare la Comunione. Chiede perdono di non aver capito la bellezza del mondo ed ecco perché la morte e su questa primavera meravigliosa. Ecco perché il racconto della morte dello starec è di una bellezza tremenda – Quaresima, Settimana Santa, Pasqua – Markel non pronuncia l’atto di fede perché qualcuno gliel’ha obbligato ma capisce la sua colpa, non aver amato il mondo, la vita. La fede - Dostoevskij usa la figura della foglia di cipolla – la foglia di cipolla è liscia e dritta – Dostoevskij ci dice cos’è la fede: è stare su un burrone attaccati ad una foglia di cipolla. la fede è una foglia di cipolla messa su un abisso alla quale sei attaccato – qualcuno ti dice “attaccati a questa foglia di cipolla e non cadrai” – la fede è stare su un abisso mentre qualcuno ti dice che l’unico modo per salvarti dall’abisso è attaccarti ad una foglia di cipolla – nel racconto la vecchia si attacca alla foglia di cipolla e vede che aiuta e altri si attaccano ai piedi per salir su – la vecchia da i colpi sotto a queste persone che vogliono salvarsi. Tutti noi ci salviamo se sfuggiamo dall’esempio di un altro che si è attaccato alla foglia di cipolla. ciascuno di noi si è attaccato. La testimonianza si basa su una foglia di cipolla e la cosa che condividono è il baratro. Tu sei cattivo se scacci, dai colpi....


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