Legge di Walras Paradosso del Risparmio Mercato Fondi Mutuabili PDF

Title Legge di Walras Paradosso del Risparmio Mercato Fondi Mutuabili
Course Diritto internazionale
Institution Università degli Studi di Palermo
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LEGGE DI WALRAS Per semplicità, assumiamo che nell’economia esistano solo due operatori (Famiglie e Imprese) e solo due mercati (il mercato del bene di consumo X e del lavoro N). La Legge di Walras afferma che, se tutti gli operatori presenti nell’economia hanno i propri bilanci in pareggio, ossia se Famiglie: reddito da lavoro = valore dei beni di consumo acquistati: wNs = pxXd Imprese: valore dei beni di consumo prodotti = costo di produzione: pxXs = wNd (con w e px dati), allora, se un mercato è in equilibrio, anche l’altro mercato è in equilibrio; mentre, se un mercato è in disequilibrio, anche l’altro mercato è in disequilibrio ma di segno opposto. Pertanto, la Legge di Walras esclude che i due mercati possano essere in disequilibrio dello stesso segno ovvero che un mercato sia in equilibrio mentre l’altro è in disequilibrio. Dimostrazione: assumiamo che Famiglie e Imprese abbiamo i bilanci in pareggio e che il mercato del bene di consumo sia in equilibrio, Xd = Xs. Ciò implica: pxXd = pxXs → wNs = wNd → Ns = Nd Abbiamo così dimostrato che anche l’altro mercato, il mercato del lavoro, è in equilibrio, ossia Ns = Nd. Assumiamo invece che Famiglie e Imprese abbiamo i bilanci in pareggio e che il mercato del bene di consumo sia in disequilibrio da eccesso di domanda, Xd > Xs. Ciò implica: pxXd > pxXs → wNs > wNd → Ns > Nd Abbiamo così dimostrato che anche l’altro mercato, il mercato del lavoro, è in disequilibrio ma di segno opposto, ossia da eccesso di offerta, Ns > Nd. Vi è disoccupazione del fattore lavoro. Cosa succede se vi è disequilibrio nei due mercati? Secondo l’approccio classico o pre-keynesiano la variabile di aggiustamento è costituita dal prezzo relativo del lavoro in termini di bene di consumo, ossia w/px. Il Banditore walrasiano aumenterà il prezzo nel mercato in eccesso di domanda (ossia aumenterà px) e diminuirà il prezzo nel mercato in eccesso di offerta (ossia diminuirà w). In definitiva, w/px diminuirà. In tal modo i due mercati raggiungeranno contemporaneamente l’equilibrio. Secondo l’approccio keynesiano, invece, i prezzi relativi non sono perfettamente ed istantaneamente flessibili (almeno nel breve-medio periodo). Gli economisti neo-keynesiani affermano che, in presenza di prezzi delle merci e salari dei lavoratori vischiosi, soprattutto verso il basso, la variabile di aggiustamento è costituita dalle quantità, ossia dal livello di produzione e di occupazione. Se, alla fine di un dato anno, le imprese registrano un livello di vendite effettivo inferiore al livello atteso con conseguente aumento indesiderato delle proprie scorte di magazzino,

allora pianificheranno per l’anno successivo un livello inferiore di produzione e di occupazione. Molti lavoratori perderanno il proprio posto di lavoro. In seguito all’aumento della disoccupazione, le famiglie percepiranno minori redditi da lavoro e dunque ridurranno le proprie spese di consumo. Il sistema economico si avvita in una spirale recessiva caratterizzata da minori livelli di reddito, consumo, produzione e occupazione. La minore spesa per consumo da parte delle famiglie giustificherà ex post le decisioni prese ex ante dalle imprese di ridurre i propri livelli di produzione e di occupazione. La disoccupazione diventa un fenomeno di equilibrio, nel senso che non si manifesta nel sistema economico una tendenza endogena al cambiamento: dati i propri vincoli e date le azioni scelte dagli altri agenti, ogni agente è soddisfatto delle proprie scelte e non ha incentivo a cambiarle.

Il Paradosso del Risparmio Da quanto sopra si conclude che, con prezzi e salari vischiosi, una riduzione inattesa della spesa per consumo da parte delle famiglie ha effetti recessivi nell ’economia. In una parola siamo difronte al cosiddetto Paradosso del Risparmio. Il paradosso del risparmio è un caso particolare della Fallacia della Composizione: ciò che vale per il singolo, non vale per l ’aggregato. Detto altrimenti, se in microeconomia è possibile, a certe condizioni, assumere la clausola del coeteris paribus, in macroeconomia i coeteris raramente restano paribus. Spieghiamo il paradosso del risparmio. Se un singolo agente decide di ridurre le proprie spese di consumo per aumentare il proprio risparmio, sarà in grado di realizzare il proprio piano di azione in quanto le sue scelte non hanno alcun impatto sul livello di attività del sistema economico. Per contro, se tutti gli agenti decidono contemporaneamente di ridurre le proprie spese di consumo, si assisterà ad un crollo della domanda aggregata, ad una contrazione dei livelli di produzione e di occupazione. In seguito all’aumento della disoccupazione, gli agenti economici si ritroveranno ad essere più poveri di prima (ossia ad avere un reddito inferiore a quello di cui godevano prima di aver deciso di ridurre i propri consumi) e dunque ex post non saranno in grado di realizzare il proprio piano di azione, ossia di aumentare il proprio risparmio.

La risposta classica A questo punto un economista classico o pre-keynesiano ribatte: Una riduzione del consumo C ossia un aumento del risparmio S da parte delle famiglie conduce ad un eccesso di offerta nel mercato dei fondi mutuabili (il mercato in cui si incontrano la domanda di fondi mutuabili da parte

delle imprese e l’offerta di fondi mutuabili da parte delle famiglie), ad una riduzione del saggio di interesse reale di equilibrio r e conseguentemente ad un aumento della spesa per investimento I da parte delle imprese. Il livello complessivo della domanda aggregata D resta inalterato (e resta sempre al livello del pieno impiego); cambia solo la composizione della domanda aggregata, ossia in equilibrio avremo meno C e più I. Il cambiamento delle preferenze intertemporali da parte degli agenti economici (meno consumo oggi in vista di più consumo domani) non provoca disoccupazione ma solo un accresciuto saggio di accumulazione del capitale. Pertanto, per un economista classico o pre-keynesiano, la perfetta concorrenzialità dei mercati dei servizi dei fattori produttivi N e K e la conseguente perfetta flessibilità di w/px e r garantiscono che l’economia resti in pieno impiego e che la struttura (intertemporale) della produzione sia sempre perfettamente congruente con la struttura (intertemporale) della domanda. La conseguenza ultima dell’accresciuto risparmio da parte delle famiglie è il fatto che le imprese in equilibrio produrranno meno beni di consumo e più beni capitali nuovi e conseguentemente diminuirà l’occupazione nei settori che producono beni di consumo e aumenterà nei settori che producono beni capitali nuovi....


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