Letteratura II monografico Foscolo + collegamento ai documenti del docente PDF

Title Letteratura II monografico Foscolo + collegamento ai documenti del docente
Author erika dessalvi
Course Letteratura italiana 
Institution Università degli Studi di Bari Aldo Moro
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Appunti monografico Ugo Foscolo + lezioni aggiuntive...


Description

Società e Cultura ai tempi di Foscolo Tra Milano e Venezia, a partire dagli ultimissimi anni del 1700. Periodo di grandi cambiamenti: crisi dell’Antico Regime, Rivoluzione, età Napoleonica e poi prima Restaurazione. Foscolo in questo periodo si sviluppa come fervido assertore dei valori della Rivoluzione. Al servizio di essi mette la sua azione letteraria, politica e anche militare. La rivoluzione tanto celebrata non va però a buon fine, i militanti più accesi vengono esiliati e nascono le tre Repubbliche con centro a Milano: grandi modificazioni della società, nel diritto, nel costume, nell’economia: viene meno l’Antico Regime, cambiamento epocale. Anche la figura del letterario vive un periodo di forti mutazioni: in questo periodo è più diffuso l’intellettuale engagé, che partecipa ad assemblee, riunioni delle società di pubblica istruzione, scrive polemico sui giornali e versi politici, a volte entra nello scontro armato. È una cultura variegata e complessa che da vita a questo tipo di intellettuale: Da un lato, la cultura delle riforme. Dall’altro, il radicalismo utopistico di quegli autori che inneggiavano alla Rivoluzione ma che ne rimasero poi delusi, come Alfieri. E da un altro lato ancora, un mondo letterario molto esteso diviso tra preoccupazioni per le vicende in Francia, per una possibile invasione francese, tra meditazioni sul passato… è bene ricordare che la maggior parte di questi intellettuali si era impegnata per la costruzione delle Repubbliche. Metà 1797: retour à l’ordre. Gli intellettuali entusiasti della rivoluzione dovevano decidere se tener fede a quegli ideali e subire perciò isolamento, solitudine; oppure se adeguarsi alle ragioni del nuovo potere. Fu la via scelta dai più: alcuni tra loro (Monti, Lamberti…) finirono per detenere il controllo degli studi, ma la maggior parte dovette accontentarsi di scrivere per un giornale e comporre versi per lodare Napoleone. Foscolo sceglie una via intermedia tra queste due: da una parte si attestava sul parti du silence, senza però rinunciare a lanciare cauti attacchi al regime filo-napoleonico; e dall’altra cercava aggiustamenti con lo stesso. Foscolo nasce a Zante, in Grecia, nel 1778. Gli viene dato il nome di Niccolò, al quale lui aggiungerà Ugo e che diventerà poi il suo nome. Ha una sorella e due fratelli, Gian-Dionisio (il Giovanni del sonetto) e Constantino Angelo, entrambi morti suicidi. Il padre, veneziano, fa il medico di bordo. Forse originario di una famiglia nobile ormai decaduta. La madre è greca. Quest’ultima compare in molte poesie mature, mentre il padre, morto prematuramente, compare in vari sonetti giovanili di grande intensità. 1785, la famiglia si trasferisce in Dalmazia per il lavoro del padre. Qui, a Spalato, Foscolo inizia gli studi in seminario. Nel 1788 il padre muore e la madre deve trasferirsi a Venezia. Foscolo torna a Zante, dove rimane presso una zia materna fino al 1792. Poi si stabilisce dalla madre a Venezia fino al 1797.

Bertola, Pindemonte . Questa nel suo libro

inoltre,

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e

Sarà lui l'ideale interlocutore scelto da Foscolo nei Sepolcri. , , . Molto ,

, illuministicamente consapevole, i.

Foscolo

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.u .

Tale seconda parte mostra anche un'autoesaltazione di fondo verosimilmente narcisistico, che sarà una costante dello psichismo foscoliano; e una disponibilità alle scelte più disparate. Essa è però anche segnale di un disorientamento e di una crisi futura, che nascono dalla delusione politica, e che portano ad una decisione di non scrivere più. Esito abbastanza copioso dei primi esercizi di poesia erano i

,

”. Già qui che per la prima volta in questi versi adolescenziali: . , sono invece con ascendenze varaniane e ossianiche

temi mortuari

e cimiteriali Su tutto l'arco della sua vita, la sensibilità,

sonetti Sepolcri. quindi Nei versi iniziali si mostra lo sgomento per quanto sta avvenendo in Francia, e la convinzione che il presente soqquadro sia rapportato all'ira divina.

L'esperienza e

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Tra il

vediamo allora

verace

. . ,

Il

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Ci fu inoltre un libretto di odi, di cui Foscolo parlò in alcune lettere, ma mai pubblicato, dove si trovava anche una dedica a Vittorio Alfieri, e che comprende anche tre odi con riflessione politico-civile. Anche la cantica di Robespierre rimane incompiuta. : e che

. Inoltre,

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. Ma dell'Ortis si può ben dire che chiude l'esperienza patriottica. Comunque, ritornando ai fervori del sappiamo che in e e

.

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Per quanto riguarda

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. Dopo tale elezione fece un intervento di carattere pratico-operativo che riguardava la chiusura dei circoli di svago degli aristocratici. Secondo alcuni studi gli interventi di Foscolo non furono più di una ventina, e molti erano a carattere persuasivo e istruttivo. In particolare un intervento fu incentrato contro Alfieri e la sua decisione di ritirarsi a Firenze invece di combattere per la causa rivoluzionaria. Guardando tale acceso patriottismo, si può ben immaginare la reazione violenta che Foscolo ebbe nell'ottobre del 1797 quando fu firmato il trattato di Campoformio, con il quale la Francia cedeva all'Austria, in cambio del Belgio e di Milano, la Repubblica Veneta e Venezia. Per Foscolo e gli altri patrioti, abbandonatisi all'entusiasmo per la nazione rigenerata e la sua utopia e impegnati ed esposti, fu una grande delusione, che Foscolo proiettò nell'Ortis. Tale sdegno furente non ebbe le sue radici solo nel temperamento incontrollato del giovane Foscolo, ma anche nel clima del tempo. Pur essendo così esasperato però Foscolo decide quasi subito di piegarsi allo stato di cose esistente e di venire a patti con esso. Si sposta quindi nella nuova capitale della Repubblica Cisalpina, Milano, che essendo capitale era viva di centri amministrativi e tecnici, di dibattito politico e di attività editoriali e giornalistiche. Qui si incontrarono quindi patrioti di diverso livello e provenienza. Giunto a Milano, Foscolo fece subito richiesta di un buon impiego nell'ambito della cultura. Ma, essendo Milano un centro tanto importante, c'erano molti aspiranti ad impieghi simili, anche di fama ben maggiore (come Monrti). Quindi Foscolo non ottenne il posto. Poco dopo gli fu affidato l'incarico di redattore del Monitore Italiano, insieme ad altri due letterati di spicco: Melchiorre Gioia e Pietro Custodi. Tale episodio giornalistico è di notevole interesse nella vita del Foscolo: esso si configura come l'esito concreto della scelta di venire a patti con il nuovo stato di cose. La tecnica di Foscolo è però sottile: istituzionalmente, il giornale informava i cittadini sui fatti della

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per quanto ancora disponibile a voci critiche, . A questo si aggiungeva il non ben visto democraticismo di Foscolo. Ben presto dunque il Monitore fu soppresso, e Foscolo si era ormai fatto la fama di personaggio scorbutico e da non incoraggiare. A questo si aggiunsero alcuni problemi di cuori dati dall'amore per la giovane moglie di Monti Teresa Pikler. che lo aveva accolto tanto bene, dove sperava di trovare nuovi onori. Qui tuttavia non gli venne offerto granché e solo dopo qualche mese fu assegnato alla Sezione Criminale in qualità di aiutante del Cancelliere e Segretario per le lettere del tribunale. Questo posto giunse faticato e tardivo ed era tutt’altro che modesto, specie se confrontato con le sue aspettative. A consolare tale frustrazione, arrivò l’invito a collaborare a due fogli locali: Il genio democratico e il Monitore bolognese Soprattutto nel primo, Foscolo svolgeva a puntate una serie di istruzioni popolari politico-morali. In queste sue Istruzioni Popolari, Foscolo tocca alcuni temi fra i più ricorrenti nella trattatistica del tempo. Molti dei suoi temi rinviavano comunque alle esperienze esemplari degli antichi e degli autori che le avevano tramandate. Ricorrente fu anche il tema della povertà e della disparità delle classi, che troverà poi notevole sviluppo nell’Ortis e più tardi nei Sepolcri La collaborazione a questi due giornali risale quindi all’autunno de 1798. Nell’anno seguente Austria e Russia cominciano l’offensiva antifrancese che porta all’occupazione della Repubblica Cisaplina. Venne nominato “capitano aggiunto” e partì per il fronte ligure, dove, dopo aver partecipato alla battaglia di Novi, entra a Genova, dove partecipa per diversi mesi alla sua difesa. Questo periodo genovese è per Foscolo molto importante, sia per la diretta esperienza militare, ma soprattutto per le frequentazioni mondane, attestate dall’Ode a Luigia Pallavicini caduta da cavallo; e per certi incontri con personalità importanti come Fantoni. Proprio qui a Genova Foscolo ritrova la vocazione di farsi voce e portavoce di una comunità. Come nel Discorso su l’Italia, in cui auspica l’istituzione d’un autonoma Repubblica Italiana; oppure nella Dedicatoria a Bonaparte e nell’ormai sesta edizione dell’oda A Bonaparte liberatore. Novembre 1799 a riedizione dell’oda . Qual era allora il senso dell’azione di Foscolo? Napoleone si facesse carico dell’Italia Repubblica autonoma . Il periodo patriottico si chiude definitivamente nel 1802, benché temi patriottici e questioni politicocivili continuino a comparire nella sua vita (in contesti e in forme ben diversi). La prima edizione dell’Ortis è dell’ottobre 1802. Essa conclude idealmente il periodo patriottico, dopo un momento abbastanza gratificante nella vita del poeta, cominciato nel 1800: rientrato a Milano, confermato capitano aggiunto, partecipa alle operazioni di ripulimento tra Emilia Romagna e Lombardia di quel che restava degli insorgenti del 1799. Ricevette inoltre l’incarico di partecipare alla compilazione di un Codice Militare Italiano, e poco dopo quello d stendere un’orazione a Bonaparte per l’imminente Congresso di Lione. È inoltre di questo periodo l’amore per la giovane

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che per molto l Di questo periodo sono gli scritti: In difesa del generale Pino; Commenti della storia di Napoli; Rapporto sulle segrete cagioni e sui principali avvenimenti della catastrofe napoletana. Queste opere mostrano il tentativo di Foscolo di fare una prosa storico-narrativa di tipo tacitano. . Infine

del

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La scrittura del “disinganno” fra l’Ortis e le Poesie Ottobre 1802: Ultime Lettere di Jacopo Ortis. Sono il risultato di una rielaborazione lunga quattro anni. Abbiamo già una prima edizione del 1798, che uscì all’insaputa dell’autore e integrata da altra mano. Il momento dell’avvio è quello che ha fatto più discutere: si pensa che la base fosse un’indicazione contenuta nel Piano di Studi del 1796: nella rubrica Prose originali troviamo le Lettere. Forse già in quel periodo esisteva un romanzo epistolare sentimentale già nel 1796, influenzato dalle letture di Richardson, Rousseau, del Werther. Questo viene definito il proto-Ortis. Comunque sia, di certo Foscolo lavorava all’Ortis durante il periodo bolognese e la prima edizione fu stampata dal Marsigli tra il 98 e il 99. È questo il primo Ortis, o Ortis bolognese. Ben presto però Foscolo fu costretto a partire con l’esercito, e il Marsigli pensò di non lasciare sospesa la stampa del libro, e affidò la continuazione ad un letterato del luogo, . Questo lavoro finito fu immediatamente bloccato dalla cesura imperiale. Marsigli corse quindi ai ripari con una nuova edizione rimaneggiata in cui l’attenzione si orientava verso la storia d’amore Vera storia di due amanti infelici ossia Ultime lettere di Jacopo Ortis. Dopo Marengo, ricostituita la Cisalpina esce una terza edizione, che riprende quella respinta dalla cesura austriaca. Solo dopo Marengo Foscolo venne a conoscenza delle iniziative del Marsigli e scrisse sulla Gazzetta universale una lettera in cui enunciava il proposito di riprendere la stampa del romanzo. Tale stampa si compiva in due tempi, e riproponeva il testo dato due anni prima al Marsigli con una breve aggiunta a mo’ di conclusione provvisoria. Una seconda stampa si concludeva con lettere che portavano al decisivo suicidio del protagonista e fu affidata alla stamperia milanese del Genio Tipografico. Tale stampa ebbe molta fortuna e numerose riedizioni, alcune fatte uscire all’insaputa dell’autore. Questo successo è segno del fatto di come il libro desse voce a problematiche e tensioni molto diffuse al tempo. La versione bolognese tratta essenzialmente di un amore infelice, che si fonda si su un quadro di difficoltà e inquietudini storico-politiche, ma lasciate nel vago e non condizionanti. Diversa, nel 1802, è anche la condizione di Teresa, giovane vedova con figlia di cui Jacopo si innamora non ricambiato, e anche Odoardo è diverso. Nel 1799 si trattava di una storia normale per il tardo Settecento: irrequietezze interiori, sensibilità iperattive, passioni irrealizzabili.

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.

È palese come nel personaggio Foscolo proiettasse la propria condizione intellettuale ed esistenziale. Il romanzo è strutturato in lettere, presentate dall’amico di Jacopo, Alderani, che presenta e conclude la vicenda con qualche sua parola. È una struttura tipica del 700, che però ha una trama più profonda: la prima parte è di carattere essenzialmente idillico: campi, selve, abitanti poveri ma felici. Col progredire della vicenda, tale realtà risulta improponibile per chi abbia sperimentato la negatività del mondo storico e abbia sperimentato la negatività dell’esserci. È in pratica un Bildungsroman che non porta però alla maturità ma alla consapevolezza dell’inevitabilità dell’autodistruzione, del suicidio. Questo mito è incredibilmente suggestivo per i tanti giovani intellettuali inquieti come Jacopo. Nutrito nel profondo di urgenze etico-civili, politiche, sentimentali, l’Ortis costituiva anche una notevolissima performance di genere, con un alto grado di leggibilità e con una forte inclinazione al sublime. Dando a Jacopo una connotazione politica, Foscolo compie un preciso gesto politico: nel suicidio, Foscolo trasmette un messaggio di rifiuto della congiuntura come si stava delineando, l’idea del non volerci stare. Del resto l’Italia stessa in questo periodo stava vivendo la divaricazione tra quegli autori che fanno propria la nascente causa del regime (Lamberti, Monti) e quelli che scelgono la via silenziosa della non partecipazione, che non significava rinuncia ad una professione negli organi dello stato, ma evitare di competere per incarichi di spicco. Foscolo sceglie questa strada e dopo la pubblicazione dell’Ortis si chiude in un cauto ritiro. Qui vediamo una crescente tendenza introspettiva, culto ed esercizio del bello artistico. Risultati di questa pausa sono il frammentario e inconcluso scritto Della poesia lucreziana, e il graduale attestarsi su posizioni atomistico-epicuree, centrali nei sepolcri. In questo clima di pacate riflessioni, di studiosità appartata, di insistite introversioni, amarezze e rimembranze dolorose, nasce la grande lirica foscoliana. L’edizione milanese delle Poesie, del 1803, presso la stamperia Agnello Nobile, include le due odi e dodici sonetti, di cui solo il terzo recante un titolo. L’ode a Luigia Pallavicini era già comparsa in una raccolta di omaggi poetici di vari autori a Genova nel 1799. La stessa ode era poi ricomparsa nel fascicolo di ottobre 1802 del tomo IV del Muovo Giornale dei letterati di Pisa e sempre nello stesso anno, in un’autonoma edizione (Poesie di Ugo Foscolo), stampata presso la tipografia Destefanis e conteneva una dedica all’amico fiorentino Giovan Battista Nicolini e tre sonetti che saranno considerati i più significativi: Forse perché della fatal quiete, Né mai più toccherò le sacre sponde; Pur tu copia versavi alma di canto. Nell’edizione di Nobile si aggiungeva poi “Un dì, s’io non andrò sempre fuggendo”. Con queste poesie Foscolo puntava molto in alto, e in esse ritroviamo fitte corrispondenze con l’Ortis: il motivo della solitudine, specie notturna; il senso profondo della morte; la presenza della figura materna (che troviamo anche nei versi giovanili). In particolare, presenti nell’Ortis, sono il segno distintivo delle Poesie. Essa si può trovare perfino nel sonetto Ritratto. Di questo sonetto ci sono moltissime varianti, che sono segno di come Foscolo avesse gradualmente cambiato modo di vedere sé stesso e in sé stesso. Caratteristica fondamentale dei sonetti è la loro particolare complessità, soprattutto in Alla Sera, A Zacinto e Alla Musa, dove è evidente una delicata e ardua ricerca tecnico-formale e la volontà di sondare un porto sepolto che porta ad esiti nuovi nella poesia settecentesca. Con Alla Sera porta alla luce un momento saliente della sua esperienza psichica e mentale, mentre

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con A Zacinto fissava il motivo del riincontro con il mondo ellenico.

Difficile capire cosa avesse spinto Foscolo, nel 1803, a tradurre la del poeta ellenista Callimaco (già tradotto da Catullo). Era quello un periodo difficile per lui: l’amore difficile per Antonietta Fagnani Arese, la militanza politica non esaltante eccetera… Molti pensavano che, coltivando una forma di poesia che si alimenti nell’antico, volesse ottenere una cattedra. Era certo un momento vivace di assegnazione di cattedre, in genere date per compensare le benemerenze patriottiche di molti letterati. In genere però i beneficiari erano sulla sessantina e, dopo le iniziali accensioni repubblicano-rivoluzionarie, avevano messo la testa al partito o comunque davano garanzie. Probabile è che Foscolo tentasse di mantenere e migliorare la posizione di capitano aggiunto, in quanto cominciava ad avere problemi di soldi e puntava quindi ad un definitivo e buon inserimento nell’esercito napoleonico che potesse offrirgli prospettive di impiego come scrittore e esperto di cose militari. Proprio per questo esercitò forti pressioni sul Monti per venir ammesso all’Istituto nazionale, un organismo superiore di coordinamento, decisione e finanziamento di quel che si facesse, in sede di cultura, nell’ambito dell’Italia napoleonica. È un organismo importante che consentirà ai membri di esercitare una vera e propria dittatura culturale fino alla fine del regno nel 1814. Questo inserimento però non avviene, ed è uno degli elementi che spiegano il crescente isolamento del Foscolo negli anni seguenti e il suo ritrovarsi ad essere, dopo i Sepolcri, il leader dell’area del dissenso. Inoltre, perse ben presto fiducia nel lavoro sulla Chioma e non lo considerava con equilibrio in quanto si trovava in un momento di depressione acuta. Il lavoro è però ricco di componenti di rilievo e importante per la maturazione intellettuale ed estetica. Interessante in particolare è la profonda riflessione sulle età eroiche, sulla profonda, sulla diversità del mondo antico da quello moderno, sul senso della poesia antica e di quella del presente. Nel 1804, dopo un 1803 difficile e irritato per non essere stato inserito nell’Istituto, Foscolo è costretto a lasciare Milano, dove viveva il fratello Giulio e partire per mare con le truppe che avrebbero dovuto attaccare l’Inghilterra. Ci furono in questo periodo alcuni amori, da cui sarebbe poi nata quella Floriana che a Londra lui riconoscerà poi come sua figlia. Ben presto per...


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