Lezione 5, MORI OGAI - Mori Ogai PDF

Title Lezione 5, MORI OGAI - Mori Ogai
Course Letteratura Giapponese 2
Institution Università Ca' Foscari Venezia
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Mori Ogai...


Description

MORI OGAI Mori Ogai fu un personaggio di grande rilievo in periodo Meiji sia per il suo ruolo pubblico di medico militare e uomo di scienza sia per la sua attività letteraria, in quanto fu attivo in vari ambiti, come narrativa, poesia, saggistica, traduzione, teatro e giornalismo. Egli svolse un ruolo importante nella diffusione delle idee romantiche per la sua conoscenza della cultura tedesca e per la sua attività di teorico della letteratura e scrittore. La sua attività di traduttore permise al Giappone di conoscere molti scrittori della letteratura Europea, come Shakespeare, Goethe, Ibsen, Poe o D’Annunzio. Al ritorno dalla Germania fondò la rivista Shigaramisoshi (1889-1884), che fino al 1894, fu il principale veicolo di trasmissione degli ideali romantici. Negli stessi anni pubblicò la trilogia tedesca e una famosa traduzione dell’Improvisatoren di Andersen (Sokkyo shijin, Il poeta estemporaneo). Fu spesso contrapposto a Natsume Soseki, ma quest’ultimo era più tormentato. Mori Ogai aveva un mente più analitica e scientifica, era un uomo di intelletto, ma contemporaneamente amante della letteratura e dell’arte. Ebbe una vocazione classicista e per questo fu definito “scrittore olimpico” e “goethiano” o “apollineo”. Visse un rapporto contraddittorio con il potere, specialmente quando negli anni ’90 il regime Meiji divenne sempre più autoritario.

OGAI E IL ROMANTICISMO Tra le sue opere si ricorda Omokage (1889), una raccolta di poesie in traduzione di autori collegati al mondo romantico europeo (Goethe, Byron, Shakespeare, Hoffmann, Heine…). Curata dal Shinseisha (Società della nuova voce), capeggiata da Ōgai e di cui faceva parte anche la sorella Koganei Kimiko, è composta da 17 testi (19 nella seconda edizione), è caratterizzata da una forte vocazione estetica e rivendica l’artisticità del testo poetico. Essa considera lo shintaishi un testo d’arte, che può ambire ad essere alta letteratura. Ogai non ricorre al genbun’itchi, ma usa un linguaggio classicheggiante, operando esperimenti in termini metrici e prosodici. L’opera risulta, quindi, contraddittoria: è innovativa per il ruolo conferito alla poesia, ma retrò per la scelta dello stile.

OGAI TRADUTTORE

tedeschi. • Traduce inoltre Ibsen, Tolstoj, Hauptmann, e molti altri.

LA TRILOGIA TEDESCA

in Kokumin no tomo, 1890.

vite effimere), in Shigarami sōshi, 1890.

messaggero), 1891.

La trilogia è ambientata in Germania ed è composta da Maihime (La ballerina, 1890), Utakata no ki (Ricordi di vite effimere, 1890) e Fumizukai (Il messaggero, 1891). In Maihime emerge il desiderio della ricerca di una propria strada che si scontra con i valori sociali dell’epoca portando sofferenza ai personaggi. Per Ota Toyotaro, protagonista dell’opera, la scoperta della cultura occidentale implica la conoscenza di un nuovo sé. Egli stesso afferma che prima era un individuo passivo che agiva macchinalmente e che non conosceva se stesso, mentre poi, entrando in contatto con l’ambiente universitario e respirando questa nuova aria di libertà, aveva sentito che il vero sé cominciava a salire in superficie. La sua storia d’amore con la ballerina Elise si conclude in maniera drammatica, perché il protagonista la abbandona e decide di far ritorno in Giappone, obbedendo ai propri superiori. Questa decisione conduce la donna, incinta, alla pazzia e Ota ad una vita tormentata dal rimorso. Utakata no ki è invece ambientato a Monaco di Baviera e, come negli altri testi della trilogia, il protagonista è un uomo giapponese, mentre gli altri personaggi sono stranieri. Le donne protagoniste dei tre racconti, Elise, Marie e Ida si trovano al centro di tristi storie d’amore. In Utakata no ki, Marie scompare tragicamente alla fine, lasciando dietro di sé il senso dell’effimero (utakata). La protagonista di Fumizukai, Ida, una donna nobile, riesce a difendere la propria indipendenza contro le regole della classe sociale a cui apparteneva e quindi fa un passo avanti nell’affermazione della propria identità rispetto alle altre protagoniste della trilogia. Caratteristiche della “trilogia”: • Componente di esotismo “occidentalista” (interazione tra personaggi giapponesi e ambientazione tedesca, in condizioni paritarie). ! • Elementi autobiografici.! • Narrazione in prima persona. ! • Importanti e influenti modelli di forma-racconto moderna. ! Temi: • Amore romantico, spesso non realizzato. • Conflitto tra individuo e convenzioni sociali, causa di sofferenza e fallimento. • La vita d’artista (Kose, protagonista di Utakata no ki). • Importanza dei personaggi femminili, in cui si inscrivono sentimenti irrazionali o patologici (follia). !

Ōta Toyotarō è uno studente giapponese a Berlino, ma perfettamente integrato nel contesto europeo. ! Egli narra in prima persona ed è caratterizzato da un risentimento, inizialmente rivolto verso se stesso e l’amico Aizawa, successivamente verso lo Stato e l’intero sistema, che lo hanno costretto a rinunciare alla realizzazione personale ( “resentful narrator”). Egli subisce una doppia evoluzione: 1. da meccanico servitore dello Stato ( “individuo passivo che agiva macchinalmente”) a soggetto dotato di un proprio io (“vero me stesso relegato nel profondo”). 2. da soggetto cosmopolita (calato perfettamente nel contesto europeo) a soggetto nazionale (giapponese—* se rimarrà in Germania perderà la sua identità). L’”AMICO” AIZAWA Verso Aizawa permane un sentimento irrisolto di ostilità: egli è colui che ricorda al protagonista la sua appartenenza e che lo richiama a riconoscere l’importanza dell’amicizia (dei rapporti omosociali) rispetto all’amore (“All’idea che avrei perso ciò che in quel momento era il mio mondo, provavo una certa ostilità per colui che vedevo come un nemico, ma non riuscivo a confutarne il parere.”; “Ah, è davvero difficile trovare un buon amico come Aizawa Kenkichi! Eppure, in un angolo della mia mente, rimane ancora adesso qualcosa che me lo fa odiare.”). ELISE Elise è una ballerina di seconda fila a teatro, ha 16-17 anni, proviene da una famiglia povera, suo padre è defunto e la madre malata. E’ “bellissima”, una “schiava dei nostri tempi”. Essa ha ricevuto una scarsa istruzione, per questo viene aiutata e istruita da Ōta: egli la aiuta a scrivere meglio in tedesco e le fornisce dei libri (situazione paradossale, “a reverse Orientalist Pygmalion” ). ! I due vanno a convivere e lei rimane incinta, poi impazzisce alla notizia della partenza di Ōta. Per la prima volta viene usato il termine “paranoia”, nonostante si tratti di un’epoca pre-analitica. Emergono elementi post-romantici, come la concezione per cui gli esseri umani sono anche corpo, nervi e cervello. L’amore romantico viene “medicalizzato”. OGAI FILOSOFO Ogai era molto aggiornato sul dibattito filosofico internazionale. Era vicino al neoidealismo tedesco, ma aperto alle contaminazioni neokantiane, empiriocriticiste e pragmatiste tipiche del periodo. ! Per lui, il filosofo di riferimento era Eduard von Hartmann, che aveva cercato una sintesi tra idealismo e Schopenhauer.! (Come se, 1912) riecheggia la filosofia dell’“Als Ob” del neokantiano Hans Vaihinger, pubblicata nel 1911, mentre Nietzsche appare come riferimento negli anni seguenti. La sua è una “letteratura di idee”.

KA NO YONI (COME SE, 1912) (Chūō kōron, 1912) “Come se” è scritto in genbun’itchi ed è un racconto filosofico. Il protagonista, Gojo Hidemaro, è un giovane nobile laureato in storia. Egli studia tre anni a Berlino, in maniera frammentaria e al suo ritorno vive una crisi intellettuale, spirituale e filosofica, perché si immerge in una vita annoiata e libresca, progettando di scrivere una storia del Giappone, ma non sapendo cosa fare di preciso nella propria vita. La madre è preoccupata per lui, mentre il padre prova diffidenza, perché teme che egli sia stato “contaminato” dalle nuove idee che circolavano all’inizio del ‘900 (concezione teratologica: le nuove idee vengono viste come mostri). Egli vede il figlio come una “scatola” e non sa cosa potrebbe trovarvi dentro (cose “demoniache” o “velenose”). La QUESTIONE CENTRALE del romanzo è: qual è l’atteggiamento da tenere nei confronti della religione nello Stato moderno? Vi sono tre alternative da seguire: 1) $Credere sinceramente, intuitivamente, non distinguendo tra mito e storia (come gli ignoranti e le masse). ! 2) #Essere privi di fede, ma riconoscere la necessità della religione (“come se”).

• Effetti dello studio scientifico (“occidentale”) e dei soggiorni all’estero sui giovani. • Contestazione o conformismo verso l’autorità. • Grado di estensione delle idee “illuministe” o oscurantismo. • Rapporto tra Mito e Storia (echi del caso della Corte del Sud e del Nord, 1911).

1. Hidemaro: atteggiamento conformista, formale, pragmatico (“come se”), giustificato

dottrina del “come se”. 2. Ayanokōji: esponente più tipico della “generazione del 1885”: dandy, pittore, coi capelli un po’ lunghi, francofilo, pariginizzato, ha già sfidato l’autorità del padre... propone come soluzione un’immersione nella vita e nell’azione (“andare alla carica”). ! Ōgai negli anni ‘10 Negli anni ’10, Ōgai esprime un atteggiamento di distacco, di sereno stoicismo, rassegnazione, e disincanto atarassico verso il mondo e la letteratura, reiterando il concetto con vari termini:

artistica. autobiografismo esasperato dei Naturalisti. I TRE GRANDI ROMANZI DEGLI ANNI ‘10 1. Vita sexualis (1909) 2. Seinen (1910-11) 3. Gan (1911-13, 1915)

• Serializzati su Subaru, contengono elementi autobiografici. La modernizzazione del Giappone fa da sfondo e viene sottolineata la funzione mitica della giovinezza. GAN (L’OCA SELVATICA, 1915) E’ stata pubblicata a puntate su Subaru, gli ultimi 3 capitoli nel 1915 (quando esce in volume), ed è l’ultimo romanzo di fiction di Ogai prima di dedicarsi ai racconti storici. E’ scritta in genbun’itchi e ambientata attorno al 1880 (giovinezza dell’autore). Vi si ritrovano elementi autobiografici ed elementi del romanzo di formazione. Si tratta di un’altra storia di amore romantico, che ritrae la vita degli studenti di Tokyo di qualche decennio prima. L’opera è pervasa da un senso di rassegnazione e di pudore nello svelare i sentimenti, che impedisce ai due personaggi, Okada e Otama, di dare inizio alla loro relazione. Alla fine, Okada lancia un sasso in uno stagno, che uccide casualmente un’oca selvatica. Questo gesto simboleggia la fine del sogno d’amore e l’impossibilità di superare l’infelicità. Il protagonista, Okada è irresoluto, libresco e rassegnato, mentre il narratore è intradiegetico (boku, amico di Okada): è testimone ma distanziato dai fatti. OGAI E LA FINE DEL MEIJI Negli anni successivi, Mori Ogai abbandona la narrativa fittizia e inizia il periodo del suo “ritorno al Giappone”, in cui si dedica alla storia di periodo Tokugawa. Tuttavia, pur distaccandosi dalla produzione precedente, egli mantiene i tratti di una ispirazione romantica nella valorizzazione del passato e della storia. • Taigyaku Jiken : Chinmoku no tō (La torre del silenzio, 1910, in Mita bungaku)— I Parsi mandano a morte coloro che studiano e diffondono i “pericolosi libri occidentali” (kikennaru yōsho), in particolare quelli che sfidano le norme e le convenzioni in nome del “socialismo” e del “naturalismo”. Ma non c’è progresso nell’arte e nella conoscenza se non proprio sfidando queste convenzioni. • Suicidio del generale Nogi (13/9/1912): produzione storica (una ventina di rekishi shōsetsu).

Mita bungaku)....


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