Lezione del 8 aprile PDF

Title Lezione del 8 aprile
Author Giorgia Cavina
Course Storia contemporanea
Institution Università di Bologna
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Appunti lezione storia del '900...


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Strage di Ustica: Il 27 giugno 1980 un aereo civile della compagnia Itavia partito da Bologna per arrivare a Palermo, poco prima dell’atterraggio viene colpito da un missile militare, e questo porta alla morte degli 81 passeggeri. Questa strage fu a lungo tenuto nascosta nella sua dinamica. L’aereo si inabissa nei pressi dell’isola di Ustica, in uno dei punti più profondi del Mar Mediterraneo soltanto 38 corpi saranno recuperati. Un lungo percorso per giungere alla verità che non è comunque stata mai compiuta. L’aereo si trovò al centro di una battaglia militare tra gli aerei della NATO e un MIg libico. Nel 1980 il nemico nr.1 per gli Stati Uniti è proprio la Libia, accusata di finanziare azioni terroristiche quindi tenuta particolarmente sorvegliata, ci sarà anche un bombardamento statunitense sul palazzo dove risiedeva il presidente della Libia, Gheddafi. Quindi ci troviamo in una situazione di alta tensione. I rapporti tra Italia e Libia sono buoni, c’è un’importante collaborazione commerciale riguardante la Fiat, Gheddafi interviene acquisendo il 10% del capitale dell’azienda. Inoltre, l’Italia era un acquirente del petrolio libico, parallelamente alla Nato attua la sua politica mediterranea che non collima con quella della Nato. L’Italia acconsente che li aerei libici possano transitare sul suo spazio aereo, perché fanno a fare manutenzione in Jugoslavia. Il missile che è stato lanciato nella strage, di un aereo mai identificato, in realtà avrebbe dovuto colpire l’aereo libico. L’ aereo libico per evitare di essere rintracciati dai radar si pongono immediatamente sotto la plancia dell’aereo civile, e riesce ad evitare l’impatto. Le unità militare italiane la nascondono, le spiegazioni sono dovute dal momento che sono morte 81 persone. Si crea un’altra verità quella del cedimento strutturale dell’aereo, si nega inizialmente che ci sia stata una battaglia. Questo meccanismo viene attuato per cercare di ripararsi e per fornire un capro espiatorio, ha attraversato molto metà della stampa e dell’opinione pubblica nella metà degli anni ’80. La compagnia Itavia in realtà aveva degli aerei malmessi, c’erano già state delle lamentele precedentemente e quindi tutto questo poteva far credere all’ipotesi del cedimento. Tuttavia, però questa versione porterà al fallimento della compagnia aerea, che non era responsabile. Spesso si parla di disastro di Ustica e disastro allude ad una fatalità, strage ha invece un altro peso e allude ad un intento chiaro e determinato di raggiungere un obiettivo. Cominciano a circolare anche altre versioni si parla addirittura di una bomba posta all’interno del velivolo, altre versioni parleranno di una collisione con un altro areoplano. Azioni e ipotesi che sono guidate dal servizio militare con una dinamica di depistaggio, al fine di non arrivare alla verità. Le autorità militare italiane diranno in un primo momento che non c’era nessuno aereo militare che volava in questa zona, i tracciati radar saranno recuperati e si dimostrerà che gli ufficiali dell’aereonautica italiana avevano mentito. Viene recuperata la scatola nera anche del dc8 dell’Italia non ci da nessuna particolare indicazione se non dimostrarci che i due piloti non si erano assolutamente accorti di nulla. Inizia una campagna stampa contro la compagnia Itavia che si concluderà alla fine del 1980 quando la stessa commissione ministeriale Luzzati nominata dal Ministro dei Trasporti formica finirà per escludere il cedimento strutturale. Chi cominciò a sostenere la tesi di un missile fu il presidente dell’Itavia Aldo Davanzali al quale però viene revocata la concessione dei voli. Come primo passo verso la verità c’è un primo recupero dei tracciati radar che effettua la commissione Luzzati con un viaggio negli Stati Uniti. Il Corriere della Sera, nello specifico il giornalista Andrea Purgatori si è battuto a lungo per fare chiarezza e incrinando il muro di omertà. L’idea del cedimento di fatto già alla fine del 1980 non è più

avvalorata, e quindi si comincia ad indagare su altre possibili circostanze. L’ambiente dell’aereonautica continua a deviare le indagini, per qualche anno questa vicenda sembra progressivamente finire nel dimenticatoio. Per potere avere delle prove concrete su come l’aereo è precipitato occorre recuperare il velivolo, ma il recupero diventa piuttosto complesso e costoso perché si trova a 3700 metri di profondità e avverrà solo per volontà politica alla metà degli anni ’80. Il recupero dell’aereo mostra chiaramente la dinamica dell’attentato, mostra come questo aereo è stato colpito dal missile e questo riapre la vicenda. Nel 1986 la nascita del Comitato per la verità su Ustica sensibilizza l’opinione pubblica e le istituzioni ad andare avanti e questo si intensifica quando il presidente della repubblica Cossiga reclamerà la necessità di fare la verità su Ustica anche se questo comporterà lo scontrarsi con le unità militari. Nel 1988 viene fondata l’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica con l’obiettivo di sollecitare le indagini ed arrivare ad una pubblica consapevolezza delle cose che sono successe, per trovare la verità nell’interesse di tutti e sviluppare anche in un certo senso un dolore civile. La stampa prende forza e fa una campagna molto forte. La fine dei vecchi partiti diventa un momento importante per potere riuscire ad aprire nelle brecce del caso, alle quali contribuiscono le trasmissioni televisive di inchiesta. E il film del 1991 Il muro di gomma, di Marco Risi. Sull’onda degli scandali e della fine di determinate legittimazioni, si aprono spazi per la verità. Il governo nel 1992 cambia la sua posizione su Ustica, si costituisce parte civile e definisce la vicenda una strage e non più un incidente o un disastro. Ci vogliono, però,33 anni per riuscire ad arrivare un elemento consolidato, e questo avviene nel momento in cui per la giurisprudenza non ci sono dubbi che sia stato un missile a colpire l’aereo. Vengono rinviati a giudizio per il pagamento dei danni il Ministero dei Trasporti e il Ministero della Difesa ma di fatto non ci sono specifiche condanne per omissioni, si arriva ad una verità sui fatti che è una verità storica ma non si individuano persone che poi saranno condannate. Strage alla stazione di Bologna: Il 2 agosto 1980, scoppia una bomba alla stazione di Bologna dove muoiono 85 persone, ed oltre 200 sono i feriti. È sempre ad opera dell’estremismo nero, non da parte di Ordine Nuovo, ma da parte di un’altra organizzazione chiamata Nuclei Armati Rivoluzionari. È la strage più sanguinosa della storia d’Italia, ma fa parte della strategia della tensione? Di fatto no, quella stagione si chiude nel 1974 quando a livello internazionale cambiano gli equilibri internazionali, tuttavia che cosa permane? L’apparato golpista italiano non è stato scardinato, si è trasformato grazie alla loggia massonica P2 di Licio Gelli, che rinuncia ad un aperto sovvertimento delle istituzioni democratiche, definendo il suo programma politico come piano di rinascita democratica che ha la funzione di svuotare dall’interno i contenuti della Costituzione. La P2 è un’associazione segreta di tipo massonico che in seguito ad un’indagine nel 1981 viene scoperta nei suoi nomi (960) tramite l’indagine finanziaria sul banchiere Michele Sindona anche di illustri persone, viene definita una sorta di Stato nello Stato. Opera influenzando e indirizzando le nomine nei più altri vertici dello Stato, ha una grande influenza sulla nomina dei servizi segreti, degli alti capi militari, il presidente della cassazione è tra i p2 e il Corriere della Sera ne appoggia le scelte. Dagli esiti processuali, la p2 è ritenuta coinvolta nel depistaggio della strage e ora è rinviata a giudizio anche come mandante, condannati Gelli e altri due

ufficiali. Chi depista spesso lo fa perché ha interesse a coprire la verità e qualcosa che esso stesso ha commesso. L’esplosivo usato a Bologna è consistente di peso tra i 20 e i 25 kg, per Piazza Fontana ad esempio ne viene usato “soltanto”1.5 kg. La volontà stragista appare evidente ed esclude da subito l’idea dell’esplosione fortuita, anche per il livello molto accurato nel confezionamento dell’ordigno che esclude una conformazione di tipo artigianale. Il 29 luglio 1980, un esplosivo simile colpisce il comune di Milano, ma l’ordigno esplode soltanto parzialmente. Nei giorni prima della strage giravano voci su un possibile attentato. Il processo lungo è proprio legato alla natura dei depistaggi che impongono uno sviamento delle indagini attraverso l’apertura di altri canali che poi risulteranno inconsistenti, nel frattempo si perde tempo e si proteggono altre persone. Condannati all’ergastolo nel 1995 due esecutori Valerio Fioravanti (che aveva ucciso anche il giudice Mario Amato e Francesco Mangiameli) e la sua compagna Francesca Mambro. Che rapporto hanno i Nar con Ordine Nuovo? Sono due organizzazioni di estrema destra, ma sono contraddistinte da un salto generazionale: i Nar sono più giovani, si autorappresentano in maniera diversa, sostengono di attuare una linea di spontaneismo armato e di non essere collegati con lo Stato. Di fatto, non è credibile, ma tra i condannati della strage c’è anche Luigi Ciavardini al tempo minorenne, condannato a 30 anni di carcere. Tuttavia, lo Stato si dimostra clemente con gli attentatori perché Fioravanti nonostante abbia ottenuto 8 ergastoli, beneficia della semilibertà dopo 8 anni che poi diventa libertà definitiva nel 2009. L’ indulgenza dello Stato nei suoi confronti era nota già ai tempi del suo servizio militare quando sottrasse una cassa con 140 bombe a mano, di cui due furono lanciate contro una sede di un Partito Comunista, per tutto questo subì una lieve condanna ad 8 mesi. Nell’attentato esercita un ruolo anche la banda della Magliana, organizzazione criminale romana, che fornì documenti falsi e il supporto logistico a Fioravanti. L’agenzia di stampa Repubblica, controllata dalla P2 diffuse una serie di false notizie poi riprese da Panorama. La ragione dei depistaggi è stata quella di tenere separati i mandanti dagli esecutori, ed evitare che si arrivasse al livello superiore dell’indagine. Un percorso di memoria che in alcuni momenti risultò davvero scomodo, al punto che si voleva far cancellare l’attribuzione di fascista nella lapide alla stazione di Bologna. Gli ultimi sviluppi: Gilberto Cavallini è stato condannato all’ergastolo per aver dato supporto logistico agli esecutori, inoltre, sta affiorando il ruolo sempre più centrale di Licio Gelli anche per quanto riguarda la linea finanziaria. Tra i nuovi documenti sequestrati, che hanno permesso la riapertura del caso, ce n’è uno che si chiama Bologna redatto nel 1980 dove sono annotati trasferimenti di denaro consistenti nei giorni a cavallo della strage, con riferimenti cifrati che richiamano personaggi legati alla strategia della tensione. Dopo la strage di Bologna cosa succede? Il ruolo dell’informazione resta uno ruolo sufficientemente equilibrato, c’è una reazione importante dell’opinione pubblica con un desiderio di arrivare ad una soluzione del caso. Nonostante la democrazia subisca il colpo, in questo caso riesce a reagire con meno conseguenze rispetto a Piazza Fontana nel 1969 in quanto non ci sono lotte sulla responsabilità degli esecutori. Anche l’arresto e la scoperta della loggia P2 hanno aiutato il corso delle indagini e a superare il trauma di questa strage, che rispetto alle altre stragi ha avuto per prima un esito giudiziario concluso con la condanna degli esecutori e poi un lungo iter per arrivare ai mandanti....


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