Linguistica tedesca 1, riassunto di Meola PDF

Title Linguistica tedesca 1, riassunto di Meola
Course Lingua e Traduzione Tedesca I
Institution Università per Stranieri di Siena
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Riassunti del libro per preparazione all'esame...


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(vedi esempi sul libro)

LINGUISTICA La linguistica è lo studio scientifico della lingua, che si prefigge di raggiungere una conoscenza sistematica della struttura e del funzionamento della lingua. Ha un carattere descrittivo (descrive come funziona la lingua, senza giudizi, la correttezza è un criterio soggettivo, anche la distinzione fra dialetto e lingua è meramente convenzionale poiché i dialetti sono vere e proprie lingue). Il parlante comune sa usare la propria lingua ma non ha, in genere, idea di come funzioni (conoscenza intuitiva). Tutte le lingue, anche il tedesco, sono composte da vari livelli di analisi indipendenti fra loro. La fonetica è l’analisi dei suoni di una lingua dal punto di vista della loro articolazione e delle loro caratteristiche acustiche. La fonologia studia i rapporti tra i suoni di una lingua in quanto inseriti nel sistema della lingua stessa. La morfologia è lo studio della struttura interna delle parole. La sintassi si occupa della combinazione delle parole in sintagmi e frasi (con attenzione all’ordine delle parole). La semantica studia il significato (entità concettuale, astrazione vs. referente= oggetto esterno a cui la parola si riferisce) di singole parole e di intere frasi. La pragmatica analizza il rapporto tra le espressioni della lingua e le loro situazioni d’uso considerando le intenzioni del parlante, le aspettative dell’ascoltatore ecc.

Fonetica, fonologia e grafia L’aria espiratoria prodotta dai polmoni si incanala e trova – a seconda del suono che si vuole produrre- vari ostacoli e/o strettoie. Non tutti i suoni sono suoni linguistici. L’uomo non possiede organi specifici adibiti alla produzione di suoni linguistici (è un’attività parassita alla respirazione e assunzione di cibi). La maggior parte degli organi fonatori sono mobili (sono fissi solo i denti, l’alveolo e il palato duro) e ciò permette di formare una vasta gamma di suoni linguistici diversi (foni). La laringe contiene le corde vocali: corde aperte (l’aria passa provocando solo un fruscio= suoni sordi), corde accostate (l’aria le mette in vibrazione= suoni sonori). L’ugola è la parte più arretrata e serve ad articolare vari tipi di r. Il velo è la parte molle del palato, è abbassato nell’articolazione dei suoni nasali. La lingua è l’organo più importante (punta, dorso e radice). Si muove sia orizzontalmente che verticalmente). Le labbra vengono accostate in certe articolazioni. Vocali, consonanti e semivocali Le vocali sono suoni sonori. L’aria espiratoria non incontra nessun tipo di ostacolo. Il suono è prolungabile. Sono il nucleo della sillaba. Le consonanti sono quei suoni -sordi o sonori- in cui il passaggio dell’aria viene bloccato totalmente, parzialmente o a intervalli. Le semivocali hanno tutte le caratteristiche delle vocali tranne la durata che è molto ridotta. La combinazione tra vocale e semivocale è detta dittongo (discendente o ascendente).

Il grafema è un’unità a livello di scrittura, una stessa lettera può segnare suoni distinti ma simili, suoni molto diversi fra loro o uno stesso suono può essere rappresentato da lettere diverse. La corrispondenza foni- grafemi varia da lingua a lingua. Esiste un ALFABETO FONETICO INTERNAZIONALE (IPA).

VOCALI (trapezio vocalico) La qualità delle vocali dipende dalla forma assunta dalla cavità orale e dal posizionamento delle labbra. La lingua (dorso, poiché la punta è sempre abbassata) si sposta in orizzontale e verticale. Se la lingua si abbassa verrà pronunciata una [a] (vocale bassa), se si alza una [i] o una [u] (vocali basse). La [e] e la [o] sono medio-alte mentre la [e aperta] e la [o aperta] sono medio-basse. Per quanto riguarda i movimenti orizzontali: vocali anteriori sono la [i] e le due [e], vocale centrale è la [a], vocali posteriori la [u] e le due [o]. Posizione labbra: normale o distesa tipica delle vocali anteriori e della centrale, arrotondata è tipica delle posteriori, possono esserci diversi gradi di apertura ([e], [o] chiusa o aperta). Vocali tedesche: ci sono alcune differenze con quelle italiane. Le vocali brevi e lunghe non si differenziano solo per la lunghezza ma quasi sempre anche per il luogo di articolazione. La lunga si segna con due punti [e:]. Le vocali brevi sono aperte, quelle lunghe più chiuse. La differenza più netta è quella tra [e:] (chiusa) e [e breve] (aperta) e tra [o:] (chiusa) e [o breve] (aperta). Esiste una [e] lunga e aperta che graficamente è ä. In tedesco ci sono anche vocali anteriori arrotondate (VEDI LIBRO). Esistono due vocali centrali brevi: / ə/ detta schwa o vocale indistinta che è graficamente una “e”, compare in sillaba atona; /ɐ/ è più bassa, con una pronuncia vicina ad una “a” prodotta con poco sforzo, graficamente è una “r”, compare in sillaba finale dopo vocale. Abbiamo tre dittonghi discendenti e tre ascendenti (VEDI LIBRO). CONSONANTI Classificate secondo tre criteri: modo di articolazione, luogo di articolazione e presenza/assenza di sonorità. Secondo il modo di articolazione: occlusive, fricative, affricate, nasali, laterali e vibranti (VEDI LIBRO). Secondo il luogo: labiali, dentali, alveopalatali, palatali e velari. Consonanti tedesche: suoni occlusivi labiali [p] e [b], dentali [t] e [d], velari [k] e [g]. Le sorde occlusive di solito si pronunciano aspirate. Esiste anche un’occlusiva glottidale che per lo più segna il confine di una sillaba o di un elemento morfologico, si chiudono completamente le corde vocali e poi l’aria viene rilasciata bruscamente. I suoni fricativi labio-dentali [f] e [v], dentali [s] e [z], le alveopalatali di Schule e Genie, la fricativa palatale sorda in ich e sonora in ja, la fricativa velare in Dach, la fricativa uvulare in dort e la fricativa laringale in haben. I suoni affricati labiale [pf], la dentale [ts], l’alveopalatale sorda di deutsch e la sonora di Job (prestito). I suoni nasali labiale [m], alveolare [n] e velare in Klang. Il suono laterale [l]. la vibrante uvulare di Reise. FONOLOGIA La fonetica si occupa dei processi di articolazione e percezione dei suoni linguistici e tratta gli aspetti fisici e fisiologici dei suoni, la fonetica acustica analizza le proprietà fisiche dei suoni come la frequenza (numero di vibrazioni delle onde sonore, altezza suono), intensità (volume) e durata (lunga o breve). La fonologia, invece, si occupa dei rapporti tra i suoni di un determinato sistema linguistico, studia la funzione e l’organizzazione dei suoni in quanto elementi linguistici. Il fonema è un suono che ha una funzione distintiva all’interno di un sistema linguistico, serve a distinguere i significati (coppia minima: coppia di parole che si differenziano per un solo suono). Per individuare i fonemi bisogna sostituire i suoni di determinate parole di una lingua.

Gli allofoni sono varianti di uno stesso fonema. Esistono gli allofoni liberi (sostituibili senza restrizioni in una determinata posizione), allofoni regionali (realizzazioni diverse di uno stesso fonema a seconda della distribuzione geografica), allofoni condizionati (dipendono dalla posizione del fonema nella parola, i fonemi tendono ad essere influenzati dai suoni vicini), allofoni complementari (caso particolare di allofoni condizionati. Le varianti presentano una distribuzione mutualmente esclusiva, ad es. occlusive sonore tedesche sono sonore a inizio sillaba, sorde a fine sillaba). Processi fonologici e regole fonologiche I processi fonologici determinano la formazione di sequenze di fonemi all’interno della catena parlata. I più importanti sono l’elisione (caduta di un fonema, tipico della parlata veloce e colloquiale), l’epentesi (inserimento di un fonema), assimilazione (adeguamento di un fonema rispetto a un altro fonema vicino, può essere totale[sostituzione di un fonema con un altro] o parziale [adeguamento di solo una parte delle caratteristiche del segmento], progressiva [l’elemento precedente influenza quello successivo] o regressiva [l’elemento successivo influenza quello precedente]), la dissimilazione (differenziazione delle caratteristiche di un fonema rispetto a quelle di un fonema vicino) e metatesi (inversione di due fonemi contigui) Le regole fonologiche descrivono il passaggio dal livello di rappresentazione fonologica al livello di quella fonetica, sistematizzando i processi che governano le realizzazioni fonetiche dei vari fonemi a seconda del contesto nella catena parlata. (VEDI LIBRO) Struttura della sillaba e accento La sillaba è una sequenza di suoni che costituiscono un’unità di pronuncia (la sillabazione scritta segue regole stabilite dai grammatici). Ogni sillaba ha un nucleo caratterizzato da un massimo di sonorità (di solito è una vocale). I segmenti prima del nucleo sillabico sono detti “incipit”, quelli dopo sono detti “coda” (nucleo +coda=rima). Le sillabe che finiscono in vocale sono dette aperte, quelle che terminano in consonante sono dette chiuse. Le consonanti appaiono nella sillaba seguendo una gerarchia di forza basata sulla sonorità: nell’incipit si ha un aumento di sonorità, nella coda una diminuzione. L’accento è un fenomeno fonetico che implica la prominenza relativa di una vocale rispetto ad un’altra, dovuta a una maggiore intensità, durata e anche frequenza acustica nel processo articolatorio. L’accento è una caratteristica relazionale, non assoluta; coinvolge anche le consonanti vicine ed è quindi una caratteristica dell’intera sillaba. In tedesco, l’accento è tipicamente sula prima sillaba, nelle parole composte di solito l’accento principale sta sulla prima parola, quello secondario sulla seconda. All’interno di una frase l’accento serve a evidenziare una parola o un gruppo di parole contenenti la sillaba in questione (e varia a seconda dell’informazione da comunicare). I principi ortografici Le apparenti incongruenze nella grafia tedesca sono il risultato di un conflitto tra principi ortografici diversi. Tali principi ispirano non solo l’ortografia tedesca ma ogni ortografia storica. I più importanti sono: il principio fonetico (impone di rispettare la pronuncia della parola), fonologico (porta a rispettare l’unitarietà di un fonema anche quando esso presenta allofoni diversi, morfologico (comporta il rispetto dell’identità di una parola pur nelle sue varianti di

pronuncia, es. Baum- Bäume), storico-etimologico (tiene in considerazione la storia di una parola. desonorizzazione a fine o inizio parola: Alto Medioevo), grammaticale (evidenzia la struttura sintattico-grammaticale di una costruzione, es. maiuscole per i sostantivi), estetico (suggerisce di rispettare il senso estetico, evitando grafie brutte o confuse). L’ortografia tedesca e la riforma Il tedesco è una lingua che si scrive da circa 1200 anni (c’erano molti monasteri che scrivevano in modo diverso, a lungo il tedesco è stato una lingua suddivisa in dialetti). Neanche la stampa portò ad un’unificazione linguistica. Con l’unificazione tedesca (1871, 2 Reich, Otto von Bismark), il quadro cambia radicalmente. Nel 1876 si ha una prima conferenza per regolare l’ortografia e nel 1880 esce il dizionario ortografico Duden (casa editrice privata di testi grammaticali) che è poi seguito da successive edizioni. Nel corso degli anni gli esperti hanno discusso su come semplificare l’ortografia (1 riforma: tentativo di togliere le maiuscole ai sostantivi, fallito). Ma ogni tentativo di cambiamento radicale è fallito. La tanto discussa riforma del 1996, entrata in vigore nel 2006, apporta solo piccoli cambiamenti (alcune istituzioni, anche testa giornalistiche, non l’hanno adottata): dopo vocale lunga o dittongo si scrive e dopo vocale breve , se in un composto si crea una sequenza di tre grafemi uguali si conserva per evidenziare la struttura morfologica del composto (es. Schifffahrt), raddoppiamento di grafemi consonantici dopo vocale breve, la e aperta viene trascritta in invece che per risaltare la parentela delle parole con (behände per Hand), più ampio utilizzo della grafia separata (Rad fahren), più ampio uso delle maiuscole per indicare i sostantivi (heute Morgen) e maggiore adeguamento della divisione sillabica scritta a quella orale.

Morfologia Formazione delle parole: Wortbildung Tre sono i principali procedimenti di formazione delle parole in tedesco: composizione, derivazione e conversione. Il composto è una parola costituita da altre parole (almeno due), il derivato è costituito da una parola e un affisso, la parola nata per conversione non ha affissi ma è il risultato di una ricategorizzazione della base. Composizione: una prima distinzione è fra composti occasionali (nati dalla creatività del parlante, tutti i composti nascono come occasionali) e usuali (trova menzione sui dizionari). La trasparenza della parola diminuisce ulteriormente nei casi in cui il composto è completamente fossilizzato (un elemento del composto non esiste più come parola autonoma, es. Himbeere). Seconda distinzione: composti determinativi (sussiste una gerarchia tra i due elementi costitutivi: la testa è l’elemento principale, il modificatore è l’elemento secondario. La testa esprime il significato fondamentale, il modificatore contiene informazioni secondarie che specificano il significato espresso dalla testa) [La testa è portatrice delle categorie grammaticali dell’intero composto, l’ordine è modificatore +testa, es. Weinglas, Wasserglas] e composti copulativi (non sussite a livello semantico un rapporto gerarchico tra i due elementi, l’ordine dei costituenti non è fisso, es. Uhrenradio – Radiouhr). Terza distinzione: endocentrici o possessivi (il nucleo semantico coincide con uno dei due elementi del composto) e esocentrici (il composto ha un punto di riferimento semantico esterno che non coincide con quello dei due elementi). I composti possono essere suddivisi secondo la rispettiva

classe di parole: nominali (hanno come testa un nome), verbali, aggettivali e avverbiali, i più comuni sono quelli nominali, molti presentano come modificatore un nome, un aggettivo, un verbo o una preposizione. Il tipo di composto più frequente è il composto determinativo N+ N: il significato di un composto è spesso condizionato dal contesto d’uso, un buon gruppo di composti N + N presenta come testa un nome derivato da un verbo transitivo o intransitivo (es. Autofahrer): il rapporto di reggenza che vige è uguale a quello della corrispondente frase (Auto fahren), sono detti composti di reggenza (Rektionskomposita). Nella maggioranza dei composti nominali, i due elementi vengono uniti direttamente, solo raramente abbiamo un elemento di raccordo (es. Wartesaal). Diffusi sono quattro tipi di raccordo: -e (Hundehutte), -er (Bilderrahmen), -(e)n (Professorenstelle), -(e)s (Bahnhofshalle). I morfemi di raccordo hanno la loro origine nei morfemi flessivi indicanti il plurale o il genitivo ma hanno raggiunto indipendenza rispetto a tale origine. Esistono delle regole per l’uso del morfema di raccordo che si basano sulle caratteristiche morfologiche del modificatore (il morfema di raccordo tende a coincidere con la sua desinenza del plurale o del genitivo singolare; determinante può essere anche la presenza di affissi derivativi. Derivazione: esistono vari tipi di affissi che vengono aggiunti alla base per creare nuove parole: suffissi (seguono la base, importanti in tedesco sono -heit, -er, -ung [formazione nomi], -ig, -lich, -isch [aggettivi], -s e -weise [avverbi], i suffissi che contengono una -i- possono produrre umlaut nella base, vi sono anche suffissi come -lein e -chen che hanno carattere diminutivo-affettivo), i prefissi che precedono la base e non sono flessivi ma derivazionali con significato concreto o astratto ( miss-, un- [sostantivi], un- [aggettivi], prefissi separabili per verbi [be-, ent-, er-, ver-] e inseparabili [ab-, an-, aus-, ein-, nach-, vor-] alcuni prefissi verbali possono essere sia separabili [sempre accentato] che inseparabili [no accento]). I circonfissi, invece, sono la combinazione di un prefisso e un suffisso (es. Aufsicht, beaufsichtigen), mediante i circonfissi si possono derivare verbi, sostantivi e aggettivi. Differenze tra prefissi e suffissi: i suffissi determinano la classe della parola i prefissi no, i suffissi in genere modificano la classe di appartenenza della parola i prefissi no, i suffissi non sono portatori di accento della parola i prefissi possono esserlo, i suffissi sono specifici riguardo alla classe di parole a cui si aggiungono mentre i prefissi si possono aggiungere ad una base qualsiasi, i suffissi sono usati per la derivazione nominale e aggettivale mentre i prefissi sono tipici di quella verbale. A volte il confine tra derivazione e composizione non è netto, si parla di prefissoidi (es.hoch-, Bombe-) e suffissoidi (-arm): uno dei due elementi del composto è una parola lessicale ampiamente desemantizzata. Conversione: (derivazione mediante suffisso zero) è la ricategorizzazione di una base senza che venga segnalato da un apposito suffisso. Nella conversione V>N il verbo diventa un sostantivo quasi sempre maschile, in N>V accade il contrario. Solo in alcuni casi si verifica il cambiamento di una vocale radicale (es. in Sprung>springen). Altri tipi di formazione delle parole: - Contaminazione (Kontamination): un particolare tipo di composizione in cui almeno una delle due parole coinvolte risulta abbreviata. Si tratta di neoformazioni occasionali, con intenti satirici e scherzosi (es. Demokratur, Kurlaub). In pochi casi entrano nella lingua stabilmente.

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Abbreviazione (Abkurzung): alcune abbreviazioni esistono solo come forma scritta e sciolta nella lettura (usw., z.B), esistono anche forme abbreviate che vengono anche pronunciate oralmente, la parte iniziale sta per il tutto (es. Uni, Abi, Bine). Acronimi: sequenza di varie lettere che stanno per i vari elementi di un’espressione articolata (es. BM: Bundesminister, WM: Weltmeistschaft). Può esservi anche la sillaba iniziale a rappresentare i singoli elementi (Kripo: Kriminalpolizei). Le parole abbreviate hanno connotazioni leggermente diverse rispetto a quelle piene (nazi: negativo, Nazionalsozialist: neutro). Klammenform: due forme unite che danno un significato mischiato (Brunch, Fernamt). Prestiti: si ha un prestito quando una lingua assume una parola da un’altra lingua (prestito di necessità vs. prestito di lusso). Il prestito di necessità si ha quando, assieme alla parola, si prende anche il concetto o l’oggetto che essa designa (es. Toast, sport). Il prestito di lusso avviene quando si prendono parole che hanno già un corrispettivo nella propria lingua (es. babysitter vs. Kindermä dchen). Prestiti integrati (adattati alla morfologia e fonologia della lingua ricevente) vs. prestiti non integrati (mantengono la loro forma originaria, immediatamente riconoscibili). Un tipo particolare di prestito è il calco (calco traduzione: con materiali autoctoni si costruisce un nuovo composto traducendo gli elementi di quello straniero [es. cold war> Kalter Krieg], calco semantico: una parola autoctona esistente assume un nuovo significato prendendolo da una corrispettiva parola straniera [es.Papier per articolo da paper]. Gli internazionalismi sono, invece, parole di origine greca o latina che si ritrovano nel lessico colto di tutte le lingue europee.

Sintassi La sintassi è la disciplina all’interno della linguistica che si occupa della costruzione della frase (può essere definita come una costruzione che non fa parte di costruzioni più grandi). I principali tipi di frase (Satzart), in tedesco, sono quattro: dichiarativa (Deklarativsatz) dove il verbo finito compare all’indicativo o congiuntivo 2 e di norma al secondo posto, interrogativa (Interrogativsatz) che può essere totale (verbo al primo posto) o parziale (introdotta da un pronome/avverbio interrogativo), imperativa (Imperativsatz) con verbo all’imperativo in prima posizione e ottativa (Wunchsatz) verbo in prima posizione al congiuntivo 2. Distinzione: frasi autonome vs. frasi secondarie, frasi semplici vs. complesse. La parola è l’unità minima della frase, i costituenti sono unità intermedie (+ grandi dei lessemi, grandi della frase). Esistono test sintattici per individuare i costituenti: test di permutazione (spostamento di una determinata sequenza di parole all’interno della frase), prova di sostituzione (sostituzione di una determinata parte con pronomi o espressioni ...


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