Lo struttural-funzionalismo PDF

Title Lo struttural-funzionalismo
Author Elena Formica
Course Sociologia dei processi culturali
Institution Università di Bologna
Pages 3
File Size 89.2 KB
File Type PDF
Total Downloads 68
Total Views 142

Summary

Download Lo struttural-funzionalismo PDF


Description

Talcott Parsons (1902-1979) e Merton. Entrambi statunitensi, docenti in importanti università. La provenienza geografica è importante. Funzionalismo. Parola non esclusivamente sociologica; nasce nelle scienze umane-sociale nel contesto dell'antropologia culturale; la sociologia poi se ne serve. Espressione introdotta da Malinowski, [antropologo culturale polacco vissuto in GB, inizi 900, insegnante nella London school of economics negli anni 20; propri in quegli anni Parsons ha trascorso un periodo di ricerca proprio in tale università. ] L'antropologia culturale, almeno ai suoi albori (800, prevalentemente in GB e Francia), studiava le società, le azioni, la cultura dei popoli “primitivi”, più propriamente dei popoli che non utilizzavano ancora la scrittura; si preoccupava di comprendere le azioni, i sistemi di credenze, le relazioni sociali, la struttura politica di tali tipi di società; non è un caso che sia nata in GB, grande impero coloniale, contatto con gruppi di individui residuali ancora in questa condizione “originaria”; possibilità di attingere a materiale mediante rapporto diretto. Funzionale: nello studio di un'istituzione, un gruppo sociale, un ambito del sapere umano occorre guardare alla funzione che l'oggetto dello studio svolge all'interno della cultura e della società; ex famiglia, religione, economia, politica; il presupposto del funzionalismo è che in ogni tipo di civiltà ogni costume, oggetto materiale, idea, opinione adempie una qualche funzione vitale, fondamentale. Cosa vuol dire funzione? In cosa si esplica? Significa analizzare come ogni elemento della società porti un contributo al mantenimento della cultura e dell'integrazione sociale. Non interessa più di tanto capire l'essenza di questi elementi, ma a quali funzioni assolvono nel mantenimento della cultura, dell'integrazione. Strutturale: Parlare di funzione e struttura significa indagare su quale funzione svolga ogni singola attività nella società considerata nel tutto, in direzione del mantenimento dell'ordine sociale, un tutt'uno armonico. [presupposto di un approccio olistico, perché si considera il contributo delle parti in funzione del tutto; privilegia la totalità rispetto alle singole parti]. In un approccio simile si privilegiano tematiche relative alla coesione sociale, di stabilità, non di conflitto [oggetto di una delle critiche: idea troppo statica, ferma, “conservatrice” della società]. PARSONS. Più importante sociologo statunitense. Interessi iniziali verso filosofia e biologia; laurea nel 24 dopo studio in Europa; LSE Londra (dove conosce M e il suo funzionalismo), e poi Heidelberg, dove entra in contatto con continuatori opera di Weber; lì dottorato di ricerca con tesi su capitalismo.Torna negli States dove insegna ad Harvard, prima nel dipartimento di economia e poi in quello di sociologia. Opera divisa in 3 periodi: i primi due corrispondono a due opere importanti, il 3 si identifica con più opere. Primi due periodi: prima opera dedicata al tema dell'azione sociale, e l'altra al tema del sistema sociale. L'intento di fondo, il problema che cerca di affrontare è: da una parte, individuare i requisiti minimi dell'integrazione in una società costituita da gruppi etnici diversi (USA, contesto molto diverso e differenziato rispetto all'Europa dell'epoca); problemi inediti rispetto a quelli degli autori europei precedenti; cerca, un po' analogamente a quanto ha fatto D, di ritrovare una base minima di integrazione in una società molto differenziata come quella americana. Spesso accusato su questo tema: presentare la società americana in cui viveva come una società perfettamente integrata in cui tale problema è stato risolto nel migliore dei modi possibili; in realtà per lui l'integrazione della società appare più come una meta da raggiungere che come una realtà già in atto; quando parla di ordine, equilibrio sociale, parla di un'aspettativa di qualcosa da raggiungere; altrimenti diventerebbe l'ideologo della società americana, cosa che non ha voluto essere, apparirebbe come un conservatore (che dipinge la realtà come il modello che per lui è ideale). Piuttosto, pone l'integrazione come un problema, e non come un risultato. La struttura dell'azione sociale (1937). Si confronta con gli autori precedenti, i classici della sociologia: in particolare con D, W, P; perché voleva risolvere dei problemi che per lui tali autori avevano lasciato in sospeso: ex contrapposizione modello individualista azionista e strutturale olistico, tra W e D, ma non se ne accontenta: ritiene che per capire adeguatamente l'azione sociale occorre prendere alcuni elementi validi nella proposta

di Weber dell'individualismo e in quella di D, olismo. Cerca di fare una sintesi, ecco perché per certi versi è l'ultimo dei classici, perché con loro si confronta cercando i portarli un po' più in là. Gli elementi fondamentali dell'azione sociale sono 4: attore, fine, situazione (condizione, mezzi), orientamento normativo. -Attore, qualcuno (individuo o gruppo sociale) che compie un'azione; si parte dunque dal punto di vista dell'attore, non della struttura sociale, dei fatto sociali. -Quando l'attore agisce, necessariamente presuppone una direzione finale verso cui l'azione dovrebbe portare; orizzonte quasi weberiano (attore, fine presupposto..); gli altri due sono elementi più strutturali:l'azione non avviene mai nel vuoto, in un contesto indeterminato, bensì in una situazione, che incide sulla finalità, sull'azione; nella situazione bisogna distinguere tra 2 elementi: condizioni e mezzi; le condizioni sono gli elementi che non dipendono dall'attore, non modificabili; i mezzi sono quelli modificabili, utilizzabili dall'attore in vista del perseguimento del fine; ex sesso, appartenenza ad una famiglia.. vincoli con cui l'attore deve fare i conti; i mezzi sono modificabili, ex specializzazione in un determinato settore. -infine l'orientamento normativo: il quadro morale e culturale all'interno del quale si muove l'attore sociale; rappresenta il vincolo, la situazione dal punto di vista morale e culturale; si perseguono determinati fini, si utilizzano determinati mezzi, a seconda di un certo orientamento normativo (credenza in determinati valori, atteggiamento verso le leggi o verso ciò che in società è considerato valore degno di essere perseguito). [l'etica protestante ha a che fare con l'orientamento normativo, perché è un fattore culturale, immateriale, ma non per questo non incidente, ininfluente sull'azione; anche per D era molto importante l'orientamento normativo, la coscienza collettiva, che è ciò che distingue il normale dal patologico, costituisce una visione generale del mondo.]. L'approccio individualistico rischia di considerare un individuo come un attore isolato, che calca la propria individualità nelle proprie azioni (homo oeconomicus); in questo caso l'attore e la sua finalità sono essenziali (tipicamente enfatizzati dall'individualismo), ma sono influenti anche le situazioni e l'orientamento (tipicamente enfatizzati dall'olismo). Il sistema sociale (1951) Si alterna tra i due poli della sociologia (azione-sistema sociale). Guarda soprattutto agli aspetti strutturali; non perde di vista l'importanza dell'azione, ma insiste per lo più su situazione e orientamento normativo. Parte da una distinzione: si può studiare l'azione sociale da 3 punti di osservazione: -interesse specifico per le motivazioni individuali, connesse alla struttura psichica dell'individuo; -valori, simboli e cultura entro cui si colloca l'azione; -azione inserita in insieme di relazioni sociali; tutti e 3 sono legittimi punti di osservazione, ma sono sintomatici di una diversa attenzione, un diverso atteggiamento rispetto all'oggetto di studio (Weber): dinamiche psicologiche (da cui la psicologia), dinamiche simboliche e culturali (di solito compito specifico dell'antropologia culturale), azione immersa in una fitta rete di relazioni sociali, azioni in mezzo ad altre azioni (compito specifico della sociologia; non vuol dire che essa non si occupi di culturale, ma non è la priorità). Se sono così importanti le relazioni sociali, le reti in cui le azioni individuali si inseriscono, si può concepire la società presa nel suo complesso come un sistema sociale, perché le azioni e relazioni si strutturano nel tempo, non avvengono una sola volta, ma a forza di ripeterle nel tempo emerge una struttura stabile della società, definibile sistema sociale: insieme di tutte le relazioni e le interrelazioni tra gli attori. Sistema (non casualità, ma ricorrenza e costanza di tali relazioni; si strutturano nel tempo, ripetendosi) sociale: relazioni reciproche tra soggetti agenti in termini di status (posizioni sociali) e di ruoli (attività collegate allo status); si agisce tenendo conto dell'interazione con gli altri, del contesto in cui si vive; elementi come l'orizzonte di valori e di divieti, determinate istituzioni, sono parti costitutive di cui si tiene conto nell'azione, non mutevoli. Concretamente, come si mostra il fatto di essere costantemente inseriti in una fitta trama di relazioni reciproche? Si esplica nel fatto che le relazioni tra i soggetti agenti tengono sempre conto dello status e dei ruoli degli attori stessi: ognuno ha un determinato status che indica una posizione sociale, e che genera un ruolo. Ordine sociale e differenziazione. Come si perpetua la coesione sociale? Attraverso l'interiorizzazione di modelli culturali: ritiene che nella socializzazione, che inizia già nelle prime fasi della vita e che poi attraverso famiglia, scuola e

lavoro assume la sua valenza fondamentale, il soggetto si inserisce in un contesto dove intuisce che c'è un orientamento di modelli culturali prevalenti, e finisce per assimilarli; diventa parte integrante della società e dunque contribuisce all'ordine sociale tanto più interiorizza tali modelli. In questo sembra D, coscienza collettiva, prevalenza del sociale sull'individuale. Ma P non ha davanti a sé una società premoderna, e nemmeno la società ipotizzata da D e Comte come esito del positivismo, bensì una società profondamente differenziata; e allora com'è possibile mantenere un certo ordine? 5 principali alternative che rendono la società contemporanea così differenziata e per certi versi critica; 5 tòpoi, 5 aspetti in cui la critica della società contemporanea emerge in maniera più evidente: - gratificazione-disciplina, gli individui devono scegliere tra i propri sentimenti, il proprio modo di vedere la realtà e il contesto in cui si trovano a vivere; scegliere se privilegiare le proprie aspirazioni e dunque comportarsi in modo strumentale verso questi sentimenti, o dare rilevanza ad altri valori che non siano la propria gratificazione. (guardare solo a se stesso o a che cosa la società propone/impone) -Interessi privati-interessi collettivi: tra il proprio tornaconto e un bene comune; -criteri di orientamento di valore: tra universalismo e particolarismo: criteri di giudizio o validi per tutta la società o per lo specifico ambito in cui l'individuo si trova ad agire. (ex privilegiare il valore della famiglia, come ambito particolaristico, o il valore di una norma generale, che va al di là del valore della famiglia; ex orientamento amministrazione locale, proprie prerogative o interesse stato centrale). -modalità dell'oggetto sociale: trattare l'oggetto con cui ha a che fare per ciò che quell'oggetto è in grado di fare, può dare all'attore, o per ciò che quell'oggetto è in se stesso: in termini weberiani, alternativa tra razionalità rispetto allo scopo e rispetto al valore: ogni qual volta ci si rapporta a qualcosa (oggetto materiale o insieme di relazioni), si decide se guardare a ciò che quell'oggetto può fare (finalità) o al valore che l'oggetto ha in se stesso; alternativa strumentaleportata dell'interesse all'oggetto: considerare gli altri o gli oggetti in riferimento ad un aspetto specifico (ex il ruolo che investono), o nella loro totalità (substrato); ex studente, o prima di tutto persona. A partire da questi 5 dilemmi, le società si differenziano e diventano più facilmente tenibili insieme: se si privilegiano tutti gli aspetto individuali e strumentali, alla fine le alternative di fondo sono 2: individuale-generale, e strumentalità e valore. (problema di fondo anche di W, contraddizioni intrinseche alla società contemporanea; capitalismo gabbia di acciaio, gli individui sembrano perseguire interessi individuali, ma allo stesso tempo si trovano di fronte a elementi strutturali che sembrano diventare più forti; e poi contrapposizione tra etica dove si afferma valore a priori indipendentemente da utilità, e l'etica che calcola, tiene conto delle conseguenze, della responsabilità individuale). Critiche. – Dahrendorf: P trascura il potere repressivo e coercitivo della società sull'individuo; relazioni individuo società molto pacifiche (l'individuo interiorizza i modelli culturali); ma la società ha sempre un potere coercitivo repressivo. – Mills: P è un teorico dell'ordine sociale, non vede che la società è fatta anche di conflitti, nei processi di socializzazione non è attiva solo la dinamica della interiorizzazione, ma anche quella del conflitto. – Mills: P è troppo astratto: propone uno schema sociologico generale, valido per tutta la società, a scapito di un'analisi della specificità dei singoli fenomeni sociali; parlaredi sistema sociale, integrazione, ordine, fa guardare alla società nel suo complesso sacrificando la specificità che le singole istituzioni e fattori sociali hanno. – Gouldner. (sociologo di impianto marxista): sociologia di P come specchio acritico dell'ordine prevalente nella società americana a lui contemporanea; falsa universalizzazione....


Similar Free PDFs