L\'odore dell\'India studocu PDF

Title L\'odore dell\'India studocu
Course Letteratura e Transculturalità
Institution Università Telematica Internazionale UniNettuno
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l'odore dell'india...


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L’INDIA, PASOLINI E TABUCCHI ANALISI NARRATOLOGICA E COMPARATISTICA DEI ROMANZI L’ODORE DELL’INDIA DI PIERPAOLO PASOLINI E NOTTURNO INDIANO DI ANTONIO TABUCCHI L’elaborato, della lunghezza di un minimo di tre cartelle, può trattare uno o più testi letterari precedentemente approfonditi e dovrebbe essere strutturato nella maniera seguente: 1) breve introduzione all’autore e al testo; 2) contestualizzazione storico-culturale; 3) analisi narratologica (focalizzandosi su una o più categorie, ad esempio il Tempo, la Voce, il Modo, il Personaggio con riferimento sintetico alla struttura del testo); 4) analisi critica e possibilmente comparativa del testo; 5) eventuali conclusioni e riflessioni personali Dalla Reading list dei testi da leggere e analizzare per il Corso di Letterature e Transculturalità ho scelto i romanzi L’odore dell’India, di Pierpaolo Pasolini, e Notturno indiano Antonio Tabucchi. Non avevo mai letto nessuna opera di questi scrittori, pur avendoli già sentito nominare: Pasolini grazie alle sue opere cinematografiche, su tutte Comizi d’amore, film documentario del 1965, e per aver visto il film del 1995 Pasolini, un delitto italiano, che racconta le indagini e il processo seguite alla sua uccisione, avvenuta nella notte fra il 1° e il 2 novembre 1975; Tabucchi in quanto autore del famoso romanzo Sostiene Pereira, vincitore dei premi Campiello e Viareggio, e da cui è stato tratto un film uscito al cinema nel 1995. Pierpaolo Pasolini nasce a Bologna il 5 marzo 1922, da una famiglia di antiche origini nobili del Ravennate. È stato un poeta, scrittore, sceneggiatore, regista, drammaturgo giornalista e filosofo italiano, ed è considerato tra i maggiori artisti e intellettuali del XX secolo. Per tutta l’infanzia e l’adolescenza segue il padre, ufficiale di fanteria, nei suoi spostamenti, trasferendosi continuamente da una città all’altra del Nord Italia. Nel 1950 si trasferisce a Roma, dove riesce ad inserirsi nel gruppo di intellettuali che animano la capitale. Nel frattempo entra anche nel mondo cinematografico, come collaboratore di Fellini, con cui inizierà a girare il suo primo film, Accattone. Ed è proprio durante le riprese di questo film che Pasolini, entrato in contrasto col regista, accetterà di accompagnare il suo amico Alberto Moravia in un viaggio che lo porterà in India. Da questo viaggio, a cui in seguito si unirà anche Elsa Morante, nascerà il libro L’odore dell’India, pubblicato nel 1962. È quasi mezzanotte, al Taj Mahal c’è l’aria di un mercato che chiude. Il grande albergo, uno dei più conosciuti del mondo, forato da una parte all’altra da corridoi e saloni altissimi (pare di girare nell’interno di un enorme strumento musicale), è pieno solo di boys vestiti di bianco, e di portinai col turbante di gala, che aspettano il passaggio di equivoci tassì. Sono le prime ore della mia esperienza in India, e io non so dominare la bestia assetata chiusa dentro di me, come una gabbia. La trama di questo bel romanzo è in realtà il resoconto del primo viaggio di Pasolini in India, narrato dall’Autore in prima persona. Il libro rientra nella categoria della “letteratura di viaggio”, o Odeporica: nelle pagine del suo libro Pasolini ripercorrerà, giorno dopo giorno, tappa dopo tappa cosa è l’India alla luce dei suoi occhi, riportando le impressioni, le sensazioni e le emozioni degli incontri fatti soprattutto di notte. Il racconto è quindi Diegetico perché il narratore sta sottoponendo ogni cosa al filtro della sua parola e la Focalizzazione della storia è interna e fissa. Dal punto di vista del Tempo, esso si sviluppa in modo logico secondo il principio di consecutività e conseguenza. All’interno del racconto ci sono alcune Anacronie omodiegetiche brevi e descrittive, che non influiscono sulla durata del racconto, che mantiene un rapporto sempre costante tra durata della storia e lunghezza del racconto.

Il racconto è collocato in uno spazio ben preciso e definito. L’Autore ha indicato i luoghi ove si svolge il racconto all’interno del racconto stesso. Sono presenti alcuni dialoghi che però non inficiano la durata del racconto. Ne L’odore dell’India abbiamo una narrazione autodiegetica, cioè narratore e protagonista coincidono, e il narratore è di tipo intra-autodiegetico, cioè è collocato nella diegesi del racconto sotto forma di personaggio principale. Inoltre, la Voce e successiva alla storia, in quanto il racconto è declinato al passato, i verbi sono tutti coniugati al passato e all’imperfetto, e l’atto narrativo è intradiegetico. A differenza di Moravia (che aveva programmato con minuzia il suo viaggio settimane prima della partenza, e che scriverà un altro libro – Un’idea dell’India), Pasolini nel suo libro trascriverà le sue impressioni, realizzando un libro completamente diverso da quello pubblicato dal suo amico: grazie al suo spirito sensibile e libero, pronto a confrontarsi con l’umanità indiana, sarà più attratto dalle piccole cose, dai dettagli, dai gesti quotidiani semplici. Da attento osservatore, Pasolini si sofferma molto sulle persone, numerosi sono infatti i ritratti tra le pagine del suo libro. Le sue gite notturne, in cui spesso trascina anche il suo amico, sono foriere di nuovo materiale umano, che diventano spunti per le sue riflessioni, su religione, morte, cultura, borghesia e sugli intellettuali indiani. In particolare la suddivisione in caste e il pensiero sui politici indiani e sul loro modo di gestire il Paese diventeranno oggetto delle sue taglienti critiche, già usate in Italia per descrivere la politica e la società. Pasolini resterà talmente colpito da questo viaggio che successivamente realizzerà anche un documentario per la rubrica settimanale Tv7, intitolato Appunti per un film sull’India. Sempre in India, troviamo un altro viaggiatore, il protagonista del romanzo Notturno indiano di Antonio Tabucchi. Antonio Tabucchi, al secolo Antonino Tabucchi, è stato un professore, scrittore, critico letterario, traduttore e docente di Lingua e letteratura portoghese all’Università di Siena. Dai suoi romanzi (e Notturno indiano non fa eccezione) si evince l’amore per la lingua e la cultura portoghese, amore che nacque grazie alla moglie, Maria Josè de Lancastre, con cui tradusse in italiano molte opere dello scrittore Fernando Pessoa, il quale verrà citato anche all’interno di Notturno indiano. La trama di questo breve romanzo, di neanche cento pagine, è un resoconto di un viaggio che sembra però un sogno, narrato dall’autore in prima persona. Il narratore percorre l’India alla ricerca del suo amico Xavier, scomparso l’anno prima. Il protagonista principale, di cui non conosciamo il nome, attraverso varie tappe farà gli incontri più disparati: a Bombay con una prostituta, col medico dell’ospedale dove si sospetta che Xavier sia ricoverato, e con un giainista in attesa del treno; a Madras col direttore della Theosophical Society e con una certa Margareth, sulla strada per Mangalore con un deforme indovino e col fratello che l’accompagna; infine a Goa col fantasma del viceré delle Indie, con Padre Pimentel, con un postino e con una fotografa. Tutti incontri attraverso cui il protagonista conosce nuovi aspetti del vivere e dell’esistere. Thoetonio mi guidò su per la scala ciarlando. Era chiacchierone e disinvolto, aveva vissuto a lungo in Portogallo, a Vila do Conde, disse, dove aveva dei parenti, gli piacevano i dolci portoghesi, specie il pao de lò Le corps humain porrai bien n’etre qu’une apparence, il cache nostre realité, il s’epaissit sur notre ombre. Alzò la mano e fece un gesto vago. Portava una casacca ampia, bianca; e la manica fluttuò sul polso magro. Oh, ma questo non è la teosofia che lo dice. Victor Hugo, Les travailleurs de la mer. Nel romanzo, l’Autore Reale crea una versione di sé stesso nel testo, detta Autore Implicito, cioè deposita nel racconto una versione virtuale di sé stesso. Il Tabucchi afferma di non essere il protagonista del racconto, eppure tutto lascia supporre che stia raccontando di un viaggio che ha fatto in passato o che avrebbe voluto fare ma non ha potuto.

Dal punto di vista del Tempo, esso si sviluppa in modo logico secondo il principio di consecutività e conseguenza. All’interno del racconto ci sono alcune anacronie omodiegetiche brevi e descrittive, e anche delle analessi esterne, poiché il punto di portata e di ampiezza sono entrambi anteriori al punto di inizio del racconto. Si tratta comunque di anacronie che non influiscono sulla durata del racconto, che mantiene un rapporto sempre costante tra durata della storia e lunghezza del racconto. Il racconto è collocato in uno spazio ben preciso e definito. L’Autore non solo ha ambientato il suo romanzo in India, ma ha inserito nel prologo un elenco di luoghi dove si svolge l’azione, numerati secondo l’ordine dei capitoli. Il racconto presenta numerose digressioni descrittive, che servono a dotarlo di un significato più ampio. In Notturno indiano abbiamo una narrazione autodiegetica, cioè narratore e protagonista coincidono, e il narratore è di tipo intra-autodiegetico, cioè è collocato nella diegesi del racconto sotto forma di personaggio principale. Inoltre, la Voce e successiva alla storia, in quanto il racconto è declinato al passato, i verbi sono tutti coniugati al passato e all’imperfetto, e l’atto narrativo è intradiegetico. Entrambi i libri, sia L’odore dell’India che Notturno indiano descrivono dei viaggi. In loro è palese la dimensione onirica, dovuta al fatto che sia Pasolini che il protagonista senza nome del Notturno indiano attraversano il paese di notte o comunque quando il giorno volge ormai al termine. Ho trovato entrambi i libri affascinanti, bellissimi ognuno a modo loro. Entrambi gli autori mi hanno portato alla scoperta di un altro popolo e di un’altra cultura, completamente diversa e lontana dalla mia. Da appassionata di viaggi e di fotografia ho amato in particolare le descrizioni fatte da Pasolini delle persone che ha incontrato durante le sue passeggiate notturne, i ritratti delle persone, che sono carichi di poesia, e che fanno risaltare l’occhio cinematografico di Pasolini, uno sguardo già abituato alla macchina da presa, a differenza del romanzo di Tabucchi, che ho interpretato come un viaggio alla scoperta del proprio io interiore....


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