Ludovico da Casoria PDF

Title Ludovico da Casoria
Author valeria caccavale
Course Pedagogia
Institution Università degli Studi Suor Orsola Benincasa
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Ludovico da Casoria Nell’Ottocento c’è un fiorire di opere di carità grazie alle opere di Don Giovanni Bosco, Bartolo Longo e Ludovico da Casoria definito da Bartolo Longo come il ‘’San Francesco d’Assisi del nostro secolo’’, ad Assisi esiste un serafico dedicatogli, vi è un aneddoto: il re Ferdinando se ne era andato a Bari e non voleva più tornare a Napoli, padre Ludovico va fino a Bari e dice ‘’nel nome di San Francesco devi tornare a Napoli’’ ed il re ritorna. Bartolo Longo nel 1887 fonda l’Orfanotrofio femminile, una della sue prime opere di carità a favore dei minori: Longo crede nella possibilità che le figlie/i dei carcerati possano essere rieducati, si trattava di un’opera difficile perché combattuta dalla cultura e dalla scienza positivistica del tempo, che non riconosceva l’educabilità di questi figli. Oggi di fronte all’estendersi della povertà l’opera di Ludovico appare sempre più necessaria e attuale. Ludovico, il suo vero nome fu Arcangelo Palmentieri, nasce a Casoria nel 1814, figlio di una famiglia di vinai, che esercita tale attività ancor oggi, rimase orfano presto e suo padre si risposò, Ludovico lavorava nell’azienda di famiglia ma la sua vocazione era sempre stata il sacerdozio e fu proprio la seconda moglie del padre ad avvicinarlo a tale passione, muore nel 1884, verso la fine dell’Ottocento andiamo verso l’Unità d’Italia. Egli è amorevole compagno di viaggio dei diversamente abili, tossicodipendenti, immigrati, nomadi e barboni, amico e padre di quei minori che cadono nella spirale della violenza restando disorientati nel tentativo di ritrovare un retto percorso morale e di rispettare la propria dignità, la sua testimonianza è un invito agli uomini e alle donne del tempo di andare in contro al prossimo. Il periodo storico in cui Ludovico vive è carico di avvenimenti che coinvolgono la Chiesa, l’Italia e l’Europa. Con la caduta dei Borboni nel 1861 ritornano a Napoli letterati, scienziati e giuristi esiliati dopo i moti del 1848. Nel 1860 Francesco De Sanctis riforma l’Università, licenzia molti professori non liberali, sopprime la facoltà di teologia e apre le porte alla filosofia di Hegel; l’orientamento anticlericale del regno sabaudo, bandisce dalle scuole l’insegnamento cattolico e spalanca un vento anticristiano. Per Ludovico è necessario un ritorno ad una cultura che abbia al centro il bene della collettività, ciò è possibile solo mediante una cultura fondata sui valori delle fede cristiana, è necessaria una inculturazione della fede, raccoglie letterati come: Gino Capponi, Enrico Attanasio, Vito Fornari e così via. Il 15 maggio 1864 viene inaugurata, nella chiesa del Tondo di Capodimonte, l’Accademia di religione cattolica, l’oratore della circostanza fu Federico Persico professore di diritto dell’università di Napoli convertito dalla filosofia alla religione. Ben presto l’Accademia viene avversata dai giornali liberali che accusano Ludovico di sabotare l’Unità d’Italia di risuscitare il borbonismo e viene accusato dai preti di liberalismo, per questo, l’arcivescovo di Napoli, il cardinale Sisto Riario Sforza, preoccupato per la sua diocesi, chiede a Ludovico di chiudere l’Accademia, Ludovico obbedisce riconoscendo nel volere del superiore il volere di Dio. Ludovico si appassiona alle scienze, le quali dovevano essere messe a servizio dell’uomo, lui stesso eseguì degli esercizi di chimica, diventando un ‘’farmacista’’ creando medicinali con i quali curava i malati (da qui il suo avvicinamento). Promuove la scienza e la religione nel suo periodico mensile ‘’La carità’’ stampato nella tipografia degli accattoncelli. Il secolo XIX è un periodo di grande travaglio, al potere si alternano due papi: PIO IX e Leone XIII. Il primo resse la Chiesa dal 1846 al 1878 fu il più lungo pontificato della storia della Chiesa, fu il primo a proclamare il dogma dell’Immacolata concezione, a pubblicare

80 proposizioni che condannano gli errori del modernismo e ad annunziare il Concilio Vaticano dove si proclamerà l’infallibilità del papa. La breccia di Porta Pia porrà fine al potere temporale della Chiesa il 20 settembre 1870. Pio IX muore nel 1878 e viene sostituito da Leone XIII, dopo soli 13 giorni, quest’ultimo promulga l’enciclica Rerum Novarum il primo documento ufficiale che affronta i problemi di ordine sociale con una chiarezza ideologica che dura tutt’ora. Dal 1891 la Chiesa inizia ad interessarsi della situazione dell’uomo, prende posizione sui gravi problemi sociali. Leone XIII conclude il suo pontificato nel 1903. La CARITA’ INTELLIGENTE è quella che muove Ludovico da Casoria, egli cerca di evidenziare il rapporto che corre tra la carità e la scienza; Ludovico parla di scienza agli intellettuali ed in essi vuole infondere la carità di Cristo e del suo Vangelo: la cultura, quando è retta fortifica la natura dell’uomo e supera ogni stoicismo e relativismo nella concezione dell’essere umano; l’evangelizzazione delle culture deve ispirarsi all’amore dell’uomo in se stesso e per se stesso, infatti, egli crede che la cultura possa emancipare le varie classi sociali, cultura e religione devono andare di pari passo. Ludovico come alternativa all’Accademia fonda un convitto per l’educazione dei fanciulli dell’alta borghesia napoletana, a san Domenico maggiore, che prende il nome di Carità poiché la Carità ispira le sue opere e qui viene educato Benedetto Croce. Ludovico afferma che l’uomo che crede si eleva al di sopra degli altri uomini guardando in modo diverso le cose, sottolinea come la ragione illuminata dalla fede lo abbia condotto ad una vita focosa, caritatevole ed umile. E’ proprio la fede che apre il cammino e accompagna i nostri passi nella storia, la fede arricchisce l’uomo dell’amore di Dio mettendola poi in condizione di trasmetterla al prossimo. Ciò che lo giuda non è l’ideologia ma la DIVINA PROVVIDENZA, egli appunto dice: ‘’quello che m’ispira è la Provvidenza’’ la sua fede nella provvidenza è di natura evangelica, ragione per la quale egli vive la sua vita riproponendo fiducia e speranza in Dio, la speranza cristiana si traduce nell’attesa della vita eterna. Trascorse la sua vita costruendo opere di assistenza per i bisognosi ed indigenti, ha la capacità di trasformare le persone che incontra, cerca di cogliere cosa di buono c’è nel mondo. Molte sono le iniziative di Ludovico: culturali il Collegio della carità (allievo Benedetto Croce), religiose, sociali e patriottiche (tipografia degli accattoncelli). Lo muove la carità. Il luogo che più di ogni altro segna la vita di Ludovico è la Casa della Palma Serafica, (Posillipo) dove vi è un monumento che rappresenta Dante, Padre Ludovico e Giotto riconoscibile per l’imponenza della grande palma che vi sorge davanti e che costituisce la realizzazione di un complesso programma di attività caritatevoli e spirituali. Per portare avanti le sue opere fu aiutato dal Terz’Ordine Francescano, le persone che lo compongono non sono sacerdoti ma laici che percorrono le vie cristiane di adattamento e cura. Dato che c’era tanto da lavorare fondò due ordini religiosi: I frati Bigi (dal colore del loro saio) e le suore Elisabettine Bigie (che si occuparono dell’educazione delle donne, l’istituito è presente in varie parti del mondo). I frati bigi non ci sono più perché sono confluiti nell’ordine francescano le suore Elisabettine esistono ancora e continuano l’opera di Ludovico. Don Olivieri tra il 1850 ed il 1853 aveva compiuto dei viaggi in Egitto per comprare nei mercati africani bambini/e per collocarli nei vari istituti italiano ed europei, diversamente da Don Olivieri che riscatta quei moretti solo per assicurare loro una vita tranquilla in un istituto, Ludovico non ha solo lo scopo di educarli ma di far sì che una volta adulti possano ritornare nel loro paese d’origine per far beneficiare anche ai loro coetanei dell’educazione

cristiana. Nel marzo del 1858 dall’Ordine francescano e dal re Ferdinando viene approvato il regolamento delle Opere della Palma per cui i moretti s’impegnano con un giuramento a tornare in Africa per diffondere la fede e la civiltà cristiana. Essi sono impegnati fino a 18 anni nell’istruzione dopo entrano in 3 classi distinte: la prima per coloro che intendono acceder al sacerdozio ed entrare nell’Ordine francescano, il secondo per coloro che restano laici e vogliono entrare nell’ordine Francescano il terzo per chi vuole entrare nel Terz’Ordine francescano. Se essi per vecchiaia o malattia fossero costretti a lasciare l’Africa troverebbero asilo nel Collegio della Palma. L’educazione fra morette/i è divisa, non si tratta di disuguaglianza ma l’educazione dei maschi e delle femmine non è la stessa; le donne entrano in Collegio nell’età compresa tra i 5 ed i 10 anni studiano l’italiano, il francese la dottrina cristiana, l’aritmetica, l’arte del cucinare, di lavorare a maglia. Compiuti i 18 anni esse devono scegliere se percorrere la vita religiosa, o diventare missionarie in Africa o restare in Collegio ed educare le nuove morette. Ludovico dà importanza all’educazione dei bambini delle strade di Napoli, abbandonati, rimasti orfani e tale situazione fa concepire al Santo di raccoglierne il massimo numero possibile per educarli al lavoro. Li raccoglie dalle strade, gli da un tetto, un letto e cibo ma soprattutto li ripuliva, qui subentra un aneddoto: padre Ludovico, nonostante la sua povertà, era un frate che ci teneva all’ordine, era vanitoso e sempre ben curato, questo era un modo anche per relazionarsi bene con gli altri, per rispetto di se stessi e della propria dignità. Per lui era importante prima la cura del corpo, soddisfare i bisogni primari (cibo) e poi quella dello spirito, è considerata pertanto un’educazione a 180°. Ecco la nascita dell’opera degli accattoncelli 1862. Ludovico pertanto era amanti delle arti e diceva che il linguaggio, la pittura e le scienze sono i tre elementi che potevano condurre all’emancipazione delle classi disagiate, oltre alla lingue italiana ed alla fede vi deve essere l’educazione musicale; ci sono molte foto che lo ritraggono mentre suona con alcuni ragazzi, egli crea una vera e propria banda musicale, tant’è vero che ogni anno in onore della fondatrice della Casa Natale di Ludovico si tiene un concerto nella Chiesa di San Paolo dove ogni musicista si esibisce in loro onore, infatti egli gli insegna a suonare uno strumento in quanto ritiene che la musica è un linguaggio universale che accomuna tutti, non esistono più differenza né di razza né di popolo nel momento in cui prendiamo uno strumento e suoniamo insieme; l’importanza al linguaggio si traduce nel fatto che egli costruisce una Tipografia dove gli accattoncelli stampano opere religiose, tra cui anche la Bibbia, il linguaggio si fa pratica attraverso la stampa ed i giornali. Un altro aneddoto importante riguarda il fatto che Ludovico vide per strada il Reverendo Olivieri che aveva per mano due moretti e s’intenerisce. In meno di due anni sorgono convitti, scuole che accolgono gli scugnizzi di Napoli, i maschi vengono raccolti a san Pietro in Aram e alla Palma, le donne invece a Casoria e al tondo di Capodimonte, alcuni entrano la mattina e ritornano dai parenti la sera vestiti e nutriti. Tali opere ottennero finanziamenti ‘ dal Comune di Napoli. I progetti contrastati furono resi più forti dalla fede tant’è che nascono nuove case di accattoncelli a Nola, Sorrento ed Afragola. Gli accattoncelli diventano popolari a Napoli per la fanfara ed il concertino e soprattutto per due significative opere stampate dalla Tipografia: il pellegrinaggio di terra santa (nel quale ritroviamo sei lettere scritte da Luigi Spaccapietra nelle quali racconta tutte le tappe del suo pellegrinaggio) e il Concilio Vaticano ( nel quale viene sottolineata l’importanza del Concilio che afferma che la Chiesa è divina e umana e chiarisce le verità di religione).

Lo consideriamo un pedagogista sociale perché si occupa dei più deboli e dei moretti dell’Africa (in quel periodo vi era la tratta degli schiavi), i cardini della sua pedagogia sono la fede, carità, sapienza e Provvidenza non sa di essere pedagogista. Tuttavia, egli muore poverissimo, perché tutto quello che aveva lo dava ai bisognosi, mori in un umile bara come un frate umile, le sue spoglie si trovano nella chiesa di Santa Chiara a Napoli. Oggi l’Associazione Padre Ludovico da Casoria assiste i bisognosi continuando la sua opera e molte sue opere si trovano nella biblioteca di Afragola...


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