L\'uomo che scambio\' sua moglie per un cappello parte 1 PDF

Title L\'uomo che scambio\' sua moglie per un cappello parte 1
Course Psicologia Generale
Institution Università Europea di Roma
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Riassunto della prima parte del libro di Sacks....


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L'UOMO CHE SCAMBIO' SUA MOGLIE PER UN CAPPELLO RIASSUNTO del libro di Oliver Sacks parte 1…

1. PERDITE Il termine preferito della neurologia è “deficit”, una menomazione o inabilità di una funzione neurologica. Lo studio scientifico della relazione cervello-mente inizia nel 1861 con Broca, trovò che difficoltà nell'uso espressivo della parola (afasia) seguivano un danno a una porzione particolare dell'emisfero cerebrale sinistro, ciò portò a creare una “mappa del cervello”. Freud sostenne che questa concezione era troppo semplicistica e alla base di agnosia o afasia vi fossero ragioni più profonde e ci fosse bisogno di una scienza più specifica che le indagasse. Questa scienza nacque in Russia, con Lurija, durante la 2 Guerra Mondiale: la neuropsicologia. Lurija scrisse “le funzioni corticali superiori dell'uomo” e “un mondo perduto e ritrovato”, entrambe trattano solo della storia delle indagine sull'emisfero sinistro. L'indifferenza per l'emisfero destro è data dal fatto che esso è più primitivo e meno specializzato del sinistro, e le sue lesioni appaiono meno distinte rispetto a quelle del sinistro (che si è sviluppato dopo ed è più complesso e specializzato). L'emisfero sinistro è come un calcolatore collegato al cervello, che sviluppa programmi e schemi e la neurologia classica si occupava più degli schemi che della realtà, quindi quando si studiarono i problemi all'emisfero destro parvero “bizzarri”. Per pazienti affetti da sindromi che colpiscono l'emisfero destro è impossibile riconoscere i propri disturbi, in quanto si tratta di uno stato inimmaginabile, quello del Sè. Lurija sostenne la necessità dell'avvento di una scienza “personalistica”, dove vengono rilevati i fondamenti personalistici della persona, e questo poteva essere fatto attraverso la storia, la storia dell'uomo con lesioni all'emisfero destro.

L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello (agnosia visiva) Il dottor P. era un musicista e in seguito divenne insegnante in una Scuola di Musica. Iniziò a non riconoscere le facce degli studenti, ma solo la loro voce. In seguito iniziò a vedere facce in oggetti comuni (idranti, pomelli della porta). In un primo momento la cosa era comica, ma dopo 3 anni gli insorse il diabete e l'oftalmologo lo diresse da neurologo perché gli occhi non avevano problemi, ma l'area cerebrale della vista si. Il neurologo non trovò traccia di demenza nel senso comune, era brillante e spigliato, ma mentre gli parlava si accorse che non si rivolgeva a lui con gli occhi, ma con le orecchie. Certo, lo guardava in faccia, ma era come se ne scrutasse in lineamenti e lo sguardo era perso. Durante la normale visita neurologica tutto parve normale, tranne i riflessi della parte sinistra: gli tolse la scarpa sinistra e gli strofinò il piede con una chiave, poi tornò al suo posto e si rese conto che il dottor P. non si era ancora rimesso la scarpa, lo sollecitò a farlo, e parve confuso, poi guardando in basso disse: “ecco la mia scarpa”, e prese il piede. Aveva problemi di vista? Era pazzo? Quando doveva vedere uno spillo a terra lo vedeva, anche se con più difficoltà se era posto alla sua sinistra. Aprendo il National Geographic testò la sua vista, e come aveva fatto con la faccia, i suoi occhi si muovevano veloci e coglievano piccoli dettagli (colori, sagome…), non riusciva a vedere l'insieme: mostrando un immagine del Sarah, disse di vedere un fiume, degli ombrelloni, della gente… tutte cose inventate. Convinto che la visita fosse finita, il Dottor P. iniziò a cercare il suo cappello e con un gesto prese la testa della moglie, tentò di sollevarla e mettersela in capo. Il neurologo decise di visitarlo di nuovo per darsi una spiegazione, andò a trovarlo a casa, una cosa dove dominava la musica, il dottor P. si diresse verso un pendolo, ma sentendo la voce del neurologo corresse la direzione. Quindi il neurologo gli chiese di cantare e lo accompagnò con il piano, i lobi temporali erano intatti, aveva una perfetta corteccia musicale. Quindi per testare i lobi parietali e occipitali prese dei solidi platonici (li riconobbe), un mazzo di carte (riconobbe fanti,regine, re e jolly) e lo stesso con delle

caricature di persone famose. Accese la Tv e fece vedere un film, oltre a non riconoscere l'attrice, non riuscì a spiegare le espressioni del volto (piacere, rabbia..). Infine gli mostrò fotografie di famigliari e allievi, ma lui riconobbe Einstein e il fratello grazie a dei tratti (baffi e cappelli bianchi e per il secondo la grossa mascella). Non decifrava la persona, attraverso la persona in senso latino: il viso. Gli regalò una rosa e il dottor P. la prese come un botanico e disse “forse è un fiore”, quindi il neurologo lo sollecitò ad annusarla e il dottor P. disse “che meraviglia! Una rosa”. L'ultimo test: gli diede un guanto e gli chiese cosa fosse, il dottor P. chiese di esaminarlo e come per le figure geometriche e tutto il resto, iniziò a studiarlo “Una superficie continua, avvolta su se stessa, con cinque estensioni cave”, ma non riuscì ad identificarlo come guanto. Dai test non riuscì a capire quale poteva essere il problema, gli chiese di immaginare di entrare in una piazza e di descrivere gli edifici, lui descrisse solo quelli a destra. Il deficit visivo era sia esteriore che interiore e tagliavano in due memoria e fantasie visive. La visualizzazione di volti e scene di una narrazione o di un evento era profondamente danneggiata, mentre la visualizzazione di schemi era potenziata. Facendo merenda si abbuffava, ma qualcuno bussò alla porta e lui si bloccò, si irrigidì e smise di mangiare. La moglie gli versò il caffè, il profumo gli stuzzicò il naso e lui riprese a mangiare tranquillamente. La moglie disse che era così sempre, anche quando si vestiva, faceva tutto normalmente, canticchiando, ma se qualcuno gli faceva perdere il filo, lui si bloccava. Il neurologo vide i quadri alle pareti, il dottor P. era pittore, questi erano in ordine cronologico: i primi erano realisti e naturalisti, poi sempre più geometrici ed astratti, fino agli ultimi: linee irregolari e chiazze di colore. Questo percorso non era artistico, ma patologico, verso una profonda agnosia visiva, aveva perso man mano il senso del concreto e della realtà. La musica aveva preso il

posto dell'immagine, invece di un'immagine corporea aveva una musica corporea, se la musica si interrompeva, anche lui si bloccava. Era in grado di formulare ipotesi cognitive, ma non un giudizio cognitivo, quest'ultimo è intuitivo, personale, comprensivo e completo, noi vediamo le cose in relazione tra di loro e con noi stessi. La neuropsicologia non tratta del giudizio, nonostante questa sia la nostra facoltà più importante. Il cervello è una macchina, però i processi mentali che costituiscono il nostro essere, non sono solo astratti e meccanici, ma anche personali: non implicano solo classificazione e ordinamento, ma una continua attività di giudizio e sentimento (se ciò viene perduto si diviene con il dottor P.) Nel 1956 Sacks scoprì che vi fu un caso identico a quello del dottor P.: un uomo, che dopo un grave incidente e un coma di 3 settimane, non riconosceva più nessun, se non 3 colleghi (uno con un tic agli occhi, uno con un neo e uno alto e magro), aveva all'inizio grandi difficoltà a riconoscere anche se stesso allo specchio. Dopo del tempo iniziò a riconoscersi, studiando alcune caratteristiche e tratti specifici. Mentre non aveva problemi con oggetti comuni (forbici,…) Il marinaio perduto (Sindrome di Korsakov e amensia retrograda) Bunel: che vita, mondo e sé, rimane in una persona che ha perso la maggior parte della memoria? Jimmie G. entra nella casa di cura per anziani nel 1975 la nota di trasferimento diceva “incapace, demente, confuso”. Raccontava il suo passato in modo vivido, ma usava il passato per raccontare i tempi degli studi, ed il presente per la carriera in marina come assistente radiotelegrafista in un sottomarino, i suoi ricordi si arrestavano li al 1945. Credeva di essere ancora nel 1945 e di avere 19 anni. Si affacciò alla finestra a guardare dei ragazzi che giocavano e di nuovo disse “Buongiorno Dottore, che bella giornata!”, come se non avessero parlato fino a quel momento. Il dottor Sacks iniziò i test: aveva grande intelligenza, capacità di osservazione e risoluzione di problemi (brevi, altrimenti

dimenticava tutto). Qualsiasi cosa detta o fatta nel presente veniva dimenticata dopo pochi secondi. Sacks al termine dell'incontro “Jimmie è isolato in un singolo momento dell'esistenza, con tutt'intorno un fossato.. è un uomo senza passato e senza futuro, bloccato in un attimo sempre diverso e privo di senso. L'esame neurologico è normale. Probabile Sindrome di Korsakov, dovuta a degenerazione da alcolismo dei corpi mammillari”. Questo disturbo interessa la memoria di avvenimenti recenti che svaniscono in fretta, mentre quelle del passato più lontano vengono ricordati con esattezza; l'intelligenza del paziente rimane intatta. Inoltre Lurija integra le osservazioni di Korsakov: i pazienti hanno disturbi nell'organizzazione delle impressioni degli avvenimenti e della loro successione temporale; perdono l'esperienza integrale del tempo e vivono di impressioni isolate, nei casi più gravi le impressioni hanno effetto retroattivo e coinvolgono avvenimenti relativamente più distanti. La sindrome di Korsakov era dovuto ad un uso massiccio di alcol che distruggeva i neuroni nei corpi mammillari e il resto del cervello rimaneva intatto. Per capire la causa di tale sindrome in Jimmie si chiese a tutti i conoscenti se avesse avuto dei traumi, dai rapporti della marina: 1965 era nel pieno delle sue facoltà, nel 1971 venne descritto dal Bellevue Hospital come “totalmente disorientato con un'avanzata sindrome cerebrale organica da alcolismo”. Il fratello lo descrive come uno che prende la vita alla leggera, non si è mai sistemato e che beveva molto. La marina gli dava una struttura e una vita, e i problemi iniziarono nel 1965 con il suo congedo. Jimmie aveva smesso di lavorare e nel 1970 iniziò a bere sul serio. Iniziarono a pensare che egli avesse rimosso i ricordi perché troppo dolorosi, ma nessun metodo riuscì a riportarli a galla. Quindi Sacks scrisse a Lurija per avere un confronto e questo citò il caso del suo paziente Bel: la cui

amnesia aveva cancellato 10 anni di vita e non vi era motivo per cui non potesse cancellare decenni o tutta una vita. In Jimmie iniziò a formarsi un senso di familiarità nei confronti della casa di cura dove rimase per anni, imparò a muoversi al suo interno e a riconoscere alcuni del personale. L'unica persona che discriminava sempre era il fratello, che riconosceva ogni volta che andava a trovarlo, erano incontri emozionanti, ma non si spiegava come potesse essere così vecchio dicendosi “ci sarà chi invecchia prima”. Aveva perso se stesso senza rendersene conto, chi perde un occhio ne è consapevole, ma chi perde se stesso no. Gli avevano proposto di scrivere un diario, ma prima continuava a perderlo, poi glielo attaccarono addosso ma i pensieri erano vuoti e superficiali. In un incontro Sacks gli chiese se era felice e rispose “non posso dire di esserlo”, se stava bene e rispose “non posso dire di stare bene, ma nemmeno male”, gli chiese se si sentisse vivo e rispose “è molto che non mi sento vivo”. Quindi Sacks lo iscrisse al gruppo di giochi logici, all'inizio si divertiva ma poi era irritato in quanto “una cosa da bambini”; Perciò pensò alle parole del fratello che aveva detto che Jimmie era entrato in crisi quando perse il lavoro, Sacks pensò che Jimmie aveva bisogno di lavorare, era brano a dattilografare e sarebbe stato utile. Iniziò a dattilografare, era bravo e veloce, ma il compito rimaneva puramente meccanico. Un giorno Sacks chiese all'infermiera “Ma sarà veramente senza anima? Inanimato?”. L'infermiera gli disse di andare a vederlo nella cappella, e in quel momento il dottore vide Jimmie in una scena commuovente, totalmente partecipe alla Santa Messa, non vi era perdita di memoria in quel momento, era coinvolto pienamente e ricco di sentimenti, nonostante in tutti gli altri momenti sembrasse “impassibile”. Come sosteneva Lurija “un uomo non consiste di sola memoria. Ha sentimento, volontà, sensibilità, coscienza morale… è in queste cose che Lei Sacks può toccarlo e vedere un profondo cambiamento”. Da 9 anni Saks conosce Jimmie: non è cambiato minimamente dal punto di vista della sindrome, ma dal punto di vista umano il cambiamento è stato

radicale: non è più irrequieto e disattento, ma è attento alla bellezza e all'anima del mondo. Emerge una lezione di vita, di fronte a devastanti sindromi, il danno organico rimane, ma rimane intatta la possibilità di una reintegrazione attraverso l'arte, la comunione, il contatto con lo spirito umano e questo persiste anche di fronte a una devastazione neurologica. L'amnesia retrograda è comune nei casi di Sindrome di Korsakov. Tale sindrome è rara anche tra grandi bevitori, ma deve essere concomitante ad altri fattori, come nei casi di Lurija che erano affetti da tumori. Un caso di Sindrome di Korsakov acuta è la TGA (amnesia globale transitoria), dovuta ad emicranie, traumi cranici e ridotto afflusso di sangue al cervello, può durare pochi istanti o qualche ora. In questi casi ci si dimentica ogni cosa vista, sentita o fatta. Alcune volte può essere concomitante ad un'amnesia retrograda, ad esempio un caso del dottor Protass: un uomo aveva dimenticato di avere moglie e figli, perse 30 anni di vita, per qualche ora. Un altro tipo di amnesia che può verificarsi in modo improvviso: un uomo, a seguito di un'improvvisa trombosi nella circolazione cerebrale, aveva perso la vista ma non se ne lamentava, perché aveva dimenticato il concetto di vista, immagine e luce; aveva avuto una sindrome di Korsakov “totale”, così come il dottor P. aveva avuto un'agnosia per i volti assoluta, non solo non li riconosceva, ma aveva perso l'idea stessa di “volto”. Sacks si chiedeva cosa sarebbe successo a Jimmie se lo avesse riportato nel suo paese natale, ma non potè perché la cittadina era molto cambiata. Ebbe la prova da un altro paziente Stephen R. affetto dalla sindrome di Korsakov negli anni 80 e l'amnesia retrograda riguardava solo gli ultimi due anni di vita. Quando la moglie lo riportava a casa nei weekend egli riconosceva tutto ciò che non era cambiato, ma non si spiegava come avessero fatto a demolire il cinema e ricostruirlo in una notte, come certe persone conosciute fossero invecchiate di colpo e tutto ciò gli creava angoscia. Ma la scena più straziante era quando lo riportava alla casa di cura, non si spiegava il perché, non si percepiva come malato, non riconosceva il luogo e nessuno dei pazienti. Ma per fortuna avrebbe dimenticato tutto in pochi

minuti. Questi pazienti riescono a sentirsi a proprio agio e ad orientarsi solo nel passato, per loro il tempo ha subito un arresto. La disincarnata (neuropatia sensoriale) La propriocezione è il nostro sesto senso, quello che ci fa percepire il nostro corpo come tale e come una nostra “proprietà”. Christina era una giovane 27enne, con due figli, sportiva e molto sana. Un giorno le scoprirono dei calcoli e prima operarla le vennero somministrati degli antibiotici per profilassi antimicrobica. Non era mai stata incline a strane fantasie, ma quella notte fece un incubo dove oscillava violentemente sulla gambe e vedeva le proprie mani vagare nell'aria, venne interpellato un neurologo che disse che era una normale ansia preoperatoria. Ma durante la giornata il sogno divenne reale, si sentiva insicura sulle gambe, si muoveva goffamente e lasciava cadere gli oggetti da mano e di nuovo il neurologo disse “è isteria d'angoscia”. Ma il giorno dopo l'intervento non era più in grado di reggersi in piedi e di tenere cose in mano, non riusciva a stare seduta, il corpo le “cedeva”. Il Dottor Sacks decise di fare dei test per capire se il problema derivasse dai lobo parietale. Venne chiamato un fisiatra: Chrisitina aveva perso ogni propriocezione dalla testa ai piedi, non ha alcun senso dei muscoli, delle articolazioni, dei tendini. A mezzogiorno era peggiorata, era immobile, senza tono e con difficoltà al respiro, dal prelievo liquorale emerse una polineurite acuta, non assomigliava alla sindrome di Guillain-Barrè, ma era solo sensoriale, interessava le radici sensoriali dei nervi spinali e cranici in tutto il neurasse. Il dottor Sacks spiegò a Christina che il senso del corpo è dato da 3 elementi: visione, organi di equilibrio e propriocezione, lei aveva perso l’ultimo. Quindi raccontò la storia del signor MacGregor che in una situazione simile aveva supplito il deficit attraverso la visita. Christina capì che il suo corpo non si vedeva più (pensava le mani in un posto, ma erano in un altro). La prima settimana rimase immobile, poi pian piano imparò ad utilizzare la vista, fissava ogni parte del corpo e la spostava con grande attenzione, ma se per sbaglio perdeva il contatto visivo la parte del corpo si accasciava. Con

gli anni fece pratica,i movimenti diventare da goffi a sempre più sottili. La normale retroazione inconscia della propriocezione veniva sostituita da una retroazione altrettanto inconscia generata dalla vista. Aveva perso la propria immagine corporea del modello propriocettivo, ma iniziava a compensarla con il modella vestibolare. Vi era stato un miglioramento dell'udito, la modulazione del linguaggio è propriocettiva per questo se siamo sordi per un raffreddore riusciamo a capire, inoltre alcuni sordi congeniti possono arrivare a parlare in modo perfetto, la propriocezione governa l'afflusso di informazioni che giungono da tutti gli organi vocali. Christina aveva perso tutto questo afflusso e doveva far ricorso all'udito e alla retroazione uditiva. Accanto a ciò sviluppò altre forme sempre più automatizzate di “regolazione anticipativa” compensatoria (primo mese difficile, dopo 3 mesi): - stava seduta eretta come una statua (posa assunto in modo conscio e automatico, una postura forzata per sostituire quella naturale) - la voce era proiettata come a un pubblico (all'inizio era quasi scomparsa, ora aveva timbro teatrale, perché aveva perso quella naturale) - il volto era inespressivo (a causa della mancanza di tono muscolare, a meno che lei non decidesse di forzarla in inflessioni esagerate) - imparò a camminare, a servirsi dei messi pubblici, a svolgere attività quotidiane (il tutto con attenzione, ma se la perdeva allora perdeva anche il controllo di ciò che stava facendo).. Non vi fu mai guarigione, ma con una terapia intensa e differenziata ci fu una considerevole ripresa funzionale, tramite degli espedienti. Chrisitina descrive il proprio come “cieco” o “sordo”, ma non può essere capita dalla società o dagli altri perché ha perso un “senso nascosto”, aveva perso se stessa perdendo il proprio “io corporeo” come lo chiama Freud. Christina è come disincarnata.

I pazienti che soffrono di neuropatie sensoriali soffrono di disturbi dell'immagine corporea; ora i “disincarnati” sono alcune centinaia. L'uomo che cadde dal letto Un nuovo paziente, un giovane, era caduto dal letto e ora stava seduto in terra e si rifiutava di sedersi, l'infermiera chiamò Sacks. Era stato mandato lì perché aveva una gamba “pigra”, lui se la fissava con un misto di sgomento e rabbia, ma dagli esami non emerse nulla. Finchè il giorno dopo si sveglio e lamentò di aver trovato nel proprio letto “una gamba sconosciuta”, una gamba umana recisa. Era una gamba fredda, ma pensò che fosse uno scherzo macabro, così la lanciò fuori dal letto, ma nel farlo lui gli volò dietro e ora quella roba gli era attaccata. Cercò di togliersela, il dottore lo tranquillizzò e gli disse che era sua, ma lui non ci credeva, era inorridito, disse che quella non era sua! Quando il dottore chiese “ma se questa non è sua, allora dov'è la sua gamba sinistra?” l'uomo confuso disse “ non so, è scomparsa”. Dopo questa pubblicazione ricevette una lettera dal neurologo Michael Kremer nel quale raccontava la storia di un proprio paziente che dopo una emiplegia sinistra (provocata da un embolo), cadeva sempre dal letto. Scoprì che in realtà il paziente di notte trovava sempre nel letto una gamba pelosa, morta e fredda, così con il braccio e la gamba buona, la buttava giù dal letto e così il resto del corpo gli andava dietro. Mani (agnosia evolu...


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