Riassunto:L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello parte 2 PDF

Title Riassunto:L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello parte 2
Course Psicologia Generale
Institution Università Europea di Roma
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Riassunto fino a lezione 3......


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UOMO CHE SCAMBIO’ SUA MOGLIE PER UN CAPPELLO PARTE 2 2. ECCESSI La neurologia si occupa dei deficit, ma non dell'eccesso, per questo va integrata con aspetti più dinamici ed efficaci. Per primo se ne occupò Lurija con “viaggio nella mente di un uomo che non dimenticava nulla”, viene trattata una mostruosa crescita di pensiero. È necessario passare dalla neurologia della funzione (perdita di una funzione) ad una neurologia dell'azione ed è fondamentale per le malattie di eccesso. Ray dei mille tic (La Sindrome di Tourette: forma lieve) La “sindrome di Tourette” (1885) dove il paziente ha un eccesso di energia nervosa e una smodata produzione di gesti e atteggiamenti bizzarri (tic, scatti, smorfie, versacci…uniti senso dell'umorismo e tendenza a comportamenti buffoneschi). Esiste una forma blanda dove questa sindrome garantisce velocità di pensiero, e associazione, e una forma più violenta, dove il paziente è posseduto e incapace di conquistarsi una vera identità. Questa sindrome era ritenuta rara, ma nel 1974 Sacks scoprì che in realtà dai 50 casi riconosciuti si era passati a migliaia; a seguito di questa scoperta furono fatte più ricerche: sul linguaggio del corpo, sulla grammatica, sulla struttura del tic, sull'interazione dei pazienti con i famigliari. L'”esso” rifletteva ciò che Pavlov chiamava “la forza cieca della subcorteccia”; c'è eccitazione delle emozioni e delle passioni, una turba delle basi primitive del comportamento, il disturbo è situato nel cervello antico: talamo, ipotalamo, sistema limbico e amigdala. Questi pazienti hanno nel cervello un eccesso di dopamina (al contrario del parkinson e dei postencefalitici), che va ridotta attraverso un farmaco: aloperidolo. Ma in ogni paziente vi sono delle varianti, per cui l’approccio farmacologico va accostato ad uno “esistenziale”, ad esempio teatro, musica e arte sono libera e quindi antagonisti delle pulsioni primitice (forza cieca della subcorteccia), quando il paziente le pratica è libero, l' “io” domina sull' “esso”.

Ray aveva 24 anni ed era afflitto da molteplici tic, che lo colpivano come una violenta scarica, dall'età di 4 anni. Nonostante tutto aveva intrapreso una vita normale, aveva studiato, si era laureato, si era sposato, e lavorava, anche se era stato licenziato molte volte a causa della sua faccia tosta e della sua insofferenza. Era un'eccellente batterista, e quando veniva colpito dalla scarica dei tic, la sua diventava un'esibizione meravigliosa, lo stesso valeva per il ping pong, oltre ad avere dei riflessi molto rapidi, i tic gli consentivano dei tiri inaspettati. Si autodiagnosticò la Sindrome, Sacks la confermò o lo mise al corrente dell'aloperidolo, al quale Ray dimostrò da subito grande sensibilità, forse troppa. Tornò dopo una settimana con un occhio nero, era abituato a gettarsi nelle porte girevoli dove entrava ed usciva con la velocità di un lampo, ma il farmaco gli aveva tolto i rapidi riflessi. Inoltre gli capitava di rimanere bloccato nel mezzo di un tic. Era passato dall'accelerazione e dal turettismo, al catatonismo e al parkinsonismo. Dopo questa iniziale reazione catastrofica all'aloperidolo, Sacks propose 3 mesi di studio sulla propria vita e sulle proprie attitudini a Ray, egli si era identificato con la propria sindrome, senza i tic non si sentiva più lo stesso. Ma dopo questo periodo riprese il farmaco, con una nuova consapevolezza e gli effetti furono strabilianti: aveva un matrimonio saldo, un figlio, era attivo nella comunità e stimato dagli amici (non solo come clown tourittico) e aveva grandi responsabilità sul lavoro. Ma d'altro canto aveva contemporaneamente perso quell'impulso, quella grinta, quella faccia tosta che lo caratterizzavano e più di tutto aveva perso quel genio musicale che possedeva, era ancora bravo alla batteria, ma non eccellente. Perciò fece un patto con Sacks, avrebbe assunto l'aloperidolo dal lunedì al venerdì, ma nel weekend no, e così fu da 3 anni a questa parte. Così ci sono due Ray: l'uomo calmo e ponderato, bravo cittadino e Ray dai mille tic, frivolo, frenetico ed ispirato. La malattia di Cupido (neurosifilide) Natasha K, una sveglia 90enne, che al suo 88esimo compleanno aveva subito un cambiamento, a suo dire fantastico: si sentiva più energica, viva, giovane, si interessava ai giovanotti. 70 anni prima era in un bordello e prese la sifilide (la malattia di Cupido), fu il marito a salvarla, ma la penicillina non c'era ancora, la malattia venne sedata ma non curata ed ora le era insorta la neurosifilide, emerse

dal liquido spinale, erano le spirochete a stimolare la sua vecchia corteccia cerebrale. Natasha chiese però di non essere guarita, ma solo di limitare un ulteriore peggioramento, così le diedero la penicillina che ucciso le spirochete, ma a livello cerebrale il danno rimase uguale. Così rimase “viva” e disinibita, ma senza perdere totalmente il controllo. Una questione d'identità (Sindrome di Korsakov) Il Signor Thompson confondeva le persone, nel giro di 5 minuti scambiò Sacks per un cliente (faceva il salumiere prima), poi per un macellaio, per un amico e così via. Aveva la Sindrome di Korsakov, e creava di continuo un modo e un sé in sostituzione per colmare la lacuna lasciata dalla memoria; inventava storie favolose e bizzarre, era ritenuto da tutti un comico. Incapace di mantenere un racconto autentico e continuo (fondamentale il proprio passato per definire la propria identità); il mondo scompare improvvisamente, perde significato e lui lo deve ricostruire, e lo fa tramite la fantasia. Queste mondo irreale, creato dalla fantasia, non era riconosciuto come tale dal signor thompson, anzi quella era la sua realtà. In mezzo a questo vortice aveva perso la capacità di distinguere “reale” e “irreale”; quando riconobbe il fratello Bob, non lo accolse con alcun sentimento, ma con la tipica passività che lo contraddistingueva; anzi trattò il fratello reale, come un qualcosa di irreale. Sacks pensò che avesse perso l'anima (come Jimmie G.), ma anche osservandolo in cappella non traspariva quell'anima, lui continuava a confabulare e a dire spiritosaggini. Se per Jimmie, la tranquillità gli aveva permesso di mostrare l'anima, William era sempre alla ricerca disperata di un senso, con la sua indifferenza verso i rapporti e la realtà non aveva la possibilità di un “riscatto”. Per questo il suo talento, quello della confabulazione per riempire i buchi e porre dei ponti nel caos, era la sua salvezza e contemporaneamente la sua condanna. Oltre ad aver perso la memoria, aveva una grande indifferenza verso la realtà (Lurija la chiama “livellamento”). William non si rende conto della sua condanna, oltre ad aver perso delle facoltà, ha perso anche il sé e l'anima stessa. Gli unici momenti in cui stava tranquillo era quando andava a passeggiare, in assenza di

uomini, è in pace; le piante non gli impongono obblighi umani o sociali, la Natura così gli restituisce il senso di essere al mondo, di essere reale. Sì, padre-sorella La signor B., ex ricercatrice in un laboratorio chimico, aveva mostrato un rapido mutamento di personalità, era diventata spiritosa, impulsiva e superficiale. Parlando con Sacks gli disse “si, padre”, “si, sorella”, “si, dottore”. Non lo vedeva nel suo insieme, ma solo nei particolari: la barba da sacerdote, il camice da infermiere e lo stetoscopio da dottore. Da quel giorno scherzosamente iniziò a chiamarlo “padre-sorella” o “sorella-dottore”. Le parole per lei non avevano alcun significato, così come”destra e sinistra”, nulla aveva significato, tutto era uguale: aveva perso il senso del reale e il suo mondo era svuotato. Aveva un carcinoma che interessava i lati orbitofrontali di entrambi i lobi frontali. Ma lei rimaneva comunque impassibile, nonostante si rendesse conto del suo problema (livellamento di Lurija). La posseduta (Sindrome di Tourette: acuta - Supertourettismo) Molte sindromi non possono essere osservate e capite al meglio all'interno di una clinica, ma in strada sì. Così come fece Parkinson, per scoprire la malattia che porta il suo nome, girando per strada, questo approccio può essere definito “neurologia da strada”: uno spazio aperto implica una complessa interazione, che consente di osservare il suo carattere peculiare, gli impulsi primitivi… Sacks, per la strada di New York, venne attratto da una donna sulla sessantina che aveva attirato molti passanti. Lei in pochi secondi coglieva i tratti peculiari di chi incrociava e li riproduceva in modo caricaturale. In pochi minuti aveva riprodotto le espressioni di più di 50 persone ed inoltre questi passanti, vedendo che la donna li imitava, a loro volta reagivano con nuove espressioni e la donne ririproduceva anche queste. Ella era tutti i passanti che aveva incontrato, ma aveva perso la propria identità. Svoltò un incrocio e vomitò per 10 secondi tutte le espressioni di quei 50 passanti. Se il superkorsakoviano non si rende conto del suo stato, è spinto all'assenza, all'amnesia, il supertourittico invece è consapevole del suo stato atroce, è spinto ad un impulso bizzarro, di cui è creatore e vittima, così entra in una relazione

ambivalente con la propria turba: la sconfigge, ne è sconfitto, ci gioca. Al tourittico grave mancano i normali confini del sé, così l'io è bombardato. Hume sostiene che l'uomo non sia altro che un fascio di sensazioni che si succedono con enorme rapidità, in un flusso e un movimento continuo. Questo non vale per i “normali”, nel quale ognuno ha delle proprie percezioni che non son un flusso, ma non legate ad un'individualità duratura; ma vale per i supertourittici, che devono lottare con la propria sopravvivenza, per diventare individui e sopravvivere agli impulsi. Il miracolo è che questo desiderio di sopravvivenza (come individuo unico ed inalienabile) sia talmente forte, più forte di qualsiasi impulso che la salute militante ne esce vittoriosa. 3. TRASPORTI Nella prima parte del libro si tratta di “deficit” o “eccessi” neurologici, ora invece si tratta di patologie dovute a reminiscenza, alterazione della percezione, immaginazione e del “sogno”. Queste spesso sfuggono all'attenzione della medicina data la loro natura emotiva, manifestazione del preconscio, per questo se ne occupa spessa la psicanalisi. Ma Sacks, neurologo, se ne occupa in quanto immaginazione e memoria sono in grado “trasportare” una persona, come risultato di una grande stimolazione dei lobi temporali e del sistema limbico del cervello. Reminiscenza (epilessia musicale) La Signora O'C., era un ottantottenne un po' sorda, una notte fece un sogno dove si rivide da bambina in Irlanda e sentì la tipica musica irlandese, al risveglio le musiche rimasero. Non era una radio, non era dovuto alle otturazioni ai denti, l'ottorino disse che non era una problema delle orecchie e lo psicanalista disse che non era la sua testa, che non era pazza. Venne inviata a Sacks che sospettò che fosse un problema legato ai lobi temporali (i lobi musicali), e dall’encefalogramma emerse che effettivamente aveva degli attacchi a questi lobi, che costituiscono la base della “reminiscenza”, e delle allucinazioni esperienziali. Emerse che aveva subito una piccola trombosi in parte del lobo temporale destro. Ma in poche settimane guarì e le rimase la nostalgia. Qualche anno dopo, nello stesso istituto si

trovò un caso simile, la Signora O'M., sentiva delle musiche, delle voci lontane… ma il problema rimase e non passò in poche settimane. Per più di anno sentiva sempre le stesse 3 canzoni, poi la musica si fece più complessa e spesso le canzoni si sovrapponevano tra loro. Dall'esame emerse una sordità dell'orecchio interno, abbastanza comune, ma in aggiunta aveva difficoltà nel percepire e discriminare i toni (amusia), dovuta ad una menomazione funzionale a livello dei lobi uditivi (temporali) del cervello. Dall’encefalogramma emerse una forte eccitabilità in entrambi i lobi temporali, aveva un'epilessia musicale. Sembra quasi una contraddizione in termini: la musica è ricca di significato e corrisponde a qualcosa di profondo in noi, mentre l'epilessia è un semplice evento fisiologico e casuale, privo di significato o sentimento; ma essa esiste, anche se solo a livello del lobo temporale. Penfield localizzò l'origine degli attacchi, nei lobi temporali, e riuscì anche ad evocarle mediante una leggera stimolazione elettrica dei punti della corteccia soggetti ad attacco, e suscitava allucinazioni di melodia, scene e persone che venivano vissute come reali. Jackson aveva descritto ciò, 70 anni prima, parlando del “raddoppio della coscienza”, vi è una diplopia mentale: 1. stato di coscienza quasi-parassitario (stato del sogno); 2. resti di coscienza normale, quindi una doppia coscienza. Entrambe le signore, sentivano e vedevano Sacks, seppur disturbate dalla musica. Penfield mostrò che queste allucinazioni o sogni epilettici non sono mai fantasie, ma ricordi precisi accompagnati dalle stesse emozioni provate in passato nell'esperienza originaria. Penfield ipotizzò che il cervello contenesse una registrazione quasi perfetta di tutte le esperienza di vita, che potevano essere rievocate da circostanze normali (di vita quotidiana) o straordinarie (stimolazione epilettica o elettrica). Venne colpito dalla frequenza degli attacchi di epilessia musicale (3% su oltre 500 casi). La stimolazione elettrica faceva udire della musica al paziente, la produzione di musica è localizzata nella circonvoluzione temporale superiore. In ogni caso la musica era sempre uguale e stereotipata, erano sempre gli stessi motivi ad essere

evocati. La ragione per cui vengano selezionate certe canzoni piuttosto che altre per Penfield è casuale, senza un perché emotivo, infatti la psicologia fisiologica non se ne occupa. Ma Sacks decise di indagare con la signora O'M., emerse che molto prima che si presentassero come attacchi allucinatori, le capitava d canticchiare spesso queste 3 canzoni; si presume che fossero già selezionate inconsciamente e che l'insorgere della patologia organica se ne fosse impossessata. La signora era stanca e infastidita dalla solita “musica” e chiese a Sacks di guarirla, così le somministrò degli anticonvulsivi e tutto scomparve per sempre, i mesi seguenti la signora non sentì la nostalgia, ma disse di stare molto meglio ora. Il caso della Signora O'C., era molto diverso, sia fisiologicamente che personalmente, la musica irlandese la riportava alla dimensione di bambina, tra le braccia della madre, perciò si pensa che oltre alla base organica (ictus) esse abbiano un implicazione personale e rispondano a bisogni psichici precisi. Il padre era morto prima della sua nascita e la madre pochi anni dopo, lei venne mandata in america da una zia, e cercò in tutti i modi di recuperare il ricordo dell'infanzia, ma a livello conscio pareva impossibile. Per questo motivo quando venne afflitta dagli attacchi, fu molto felice (non solo un puro piacere ictale), di aver recuperato quel ricordo di un infanzia dimenticata, fu un ristoro per lo spirito, per questo non volle curarsi, perché necessitava di quei ricordi, le davano senso di stabilità e di realtà psicologica. Per questo quando le crisi scomparvero, sentì molta nostalgia, ma al tempo stesso descrisse tale esperienza come la più salutare della sua vita, dove aveva potuto colmare il buco dei ricordi dell'infanzia, ora si sentiva completa. Jackson disse “non sono mai stato contattato solo per una reminiscenza”, insorgere di ricordi da un lontano passato(sfera personale) e in seguito per contro Freud “La nevrosi è reminiscenza”(sfera fisiologica). Il fine della psicanalisi è di sostituire tale reminiscenza con ricordi reali. La signora O'C., soffriva di reminiscenza jacksoniana, che le dava fondamento e la guariva, ma anche freudiana. La donna soffriva di ipermnesis e ipergnosis, al contrario del dottor P. (cap.1), agnosico, e di Emily D., agnosia acustica. Ma stimolando il cervello di questi pazienti con deficit, è possibile guarirli? No, le rappresentazioni computazionali, non possono sostituire rappresentazioni iconiche.

Per questo si parla di qualità esistenzialmente personale inerente ad ogni reminiscenza, a ogni mnesis, gnosis e praxis. Le strutture personali sono ominate da schemi, che fungono da copioni e spartiti cerebrali. Esperienza e azioni sono possibili solo se ricordate icononicamente, la registrazione cerebrale è iconica. Per questo se le rappresentazioni cerebrali vengono distrutte (agnosie, aparassie…) è richiesto un duplice approccio: ricostruire programmi e sistemi danneggiati (neuropsicologia sovietica) oppure un approccio diretto a livello di melodie e scene interiori (cap.21). Ma per risolvere i casi dei vari pazienti è necessaria una terapia che si occupi di entrambi gli approcci. Nostalgia incontinente (L-dopa e reminiscenza forzata) I casi di reminiscenza furono frequentissimi nei pazienti trattati con L-dopa, che Sacks definì “specie di strana macchina del tempo personale”. Somministrò ad una 63enne affetta da parkinsonismo postencefalico progressivo e in stato di trance oculogiro da 24 anni, la L-dopa. Inizialmente il farmaco la liberò dal parkinsonismo e dal trance, riusciva a parlare e muoversi. In seguito ebbe una grande nostalgia, un eccitamento psicomotorio, con aumento della libido; si identificava con un se giovane e incontrollabile, raccontava barzellette sporche, canzoni spinte… dopo essersi registrata non capiva come potesse avere tali pensieri, che non ricordava da almeno 40 anni. Dato che l'eccitazione aumentava, venne ridotto il dosaggio Ldopa, mantenne l'uso della parola, ma perse tutti i vecchi ricordi. La reminiscenza forzata (associata a deja'vu o come per Jackson di “raddoppio della coscienza”) si verifica durante attacchi di emicrania ed epilessia, in attacchi ipnotici e psicotici, o in qualsiasi individuo come risposta al forte stimolo mnemonico di suoni, parole o odori. Un'improvviso insorgere di ricordi si registra in crisi oculogire. Penfield riuscì ad evocare ricordi stereotipati stimolando punti epilettogeni nella corteccia e avanzò l'ipotesi che in tali pazienti, gli attacchi, spontanei e indotti, attivino “sequenze di ricordi fossilizzate”. In questo caso si ipotizza, invece, che nella paziente sia immagazzinato un numero infinito di tracce mnestiche “sopite”, che possono essere riattivate in alcuni casi, come quello di

grande eccitazione. Tali tracce sono indelebilmente incise nel sistema nervoso e possono perdurare nel tempo, in caso di mancata eccitazione, in uno stato di giacenza. Passaggio in India Bagahwhandi P., aveva 19 anni ed era afflitta da un tumore maligno al cervello (l'astrocitoma si era già a presentato a 7 anni, ma l'operazione le aveva consentito la guarigione e una ripresa funzionale, visse in seguito a pieno, consapevole di avere in testa una “bomba ad orologeria”). All'inizio era serena, ma con l'espandersi del tumore verso il lobo temporale gli attacchi erano sempre più frequenti e strani. Gli attacchi iniziali erano convulsioni da grande male, ora la ragazza durante gli attacchi non perdeva conoscenza, ma assumeva un'aria “sognante”, aveva attacchi a livello temporale, come insegna Jackson, caratterizzati da stati sognanti e reminiscenze involontarie. Con il tempo questi sogni divennero sempre più stabili e duraturi. Si pensò ad attacchi temporali (Jackson e Penfield: la reminiscenza ha forme stabili, sempre la stessa canzone o luogo che si ripete), ma i suoi “sogni” erano sempre diversi: panorami e distese di paesaggi sempre diversi. Allora si pensò che la causa fossero gli steroidi (dati per ridurre l'edema cerebrale), ma la dose non poteva essere calata, altrimenti sarebbe morta. Ma la psicosi da steroidi presente eccitazione e disorganizzazione, mentre lei era lucida, serena e tranquilla. Di giorno in giorno era sempre più assopita in quel sogno, aveva gli occhi semichiusi e rispondeva alle infermiere, ma dava loro l'impressione di essere in un altro mondo. Il dottore le chiese “che succede?” e lei: “sto morendo, sto andando a casa, torno da dove sono venuta”. La settimana seguente non rispondeva più agli stimoli, ma sul viso aveva come una sorta di sorriso, 3 giorni dopo morì, o meglio “arrivò”. Il cane sotto la pelle (iperosmia) Stephen D., 22 anni, studente di medicina e drogato (cocaina, PCP, e sopratutto anfetamine). Una notte sognò di essere un cane in un mondo di odori. Da quel giorno, si t...


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