Macro e microsociologia PDF

Title Macro e microsociologia
Author Federica Piccininni
Course Storia e metodo delle scienze sociali
Institution Sapienza - Università di Roma
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Macro e microsociologia  •Nella macrosociologia rientrano quelle prospettive, come il funzionalismo e lo strutturalismo, che si occupano di strutture, istituzioni e organizzazioni, indipendentemente dal significato loro attribuito dagli individui che le compongono.  Nella • microsociologia rientrano le prospettive di studio, come quelle dell ’ azione e interazione, che hanno per oggetto privilegiato le interazioni quotidiane tra gli individui e il Il funzionalismo Secondo il modello organicista classico:  il •tutto va distinto dalle sue parti  le• parti del tutto sono indispensabili al suo funzionamento, nessuna esclusa, e tra loro interrelate  il •tutto è irriducibile alla somma delle parti

Il concetto di «funzione» Per Bronisław Malinowski (1884-1942):  «Funzione» • è l’ utilità che un dato fenomeno riveste per l’ ordine e la persistenza della società in cui è inserito.  Vi • sono dei bisogni primari (come la sicurezza e la salute) legati alla sopravvivenza biologica dell’ uomo, e bisogni secondari (come il diritto e l’ economia) relativi alla vita associata. Le istituzioni sorgono in risposta a questi bisogni, assolvendo dunque precisi compiti e funzioni.

La revisione del funzionalismo tradizionale  Con • Talcott Parsons (1902-1979) e Robert K. Merton (1910-2003) il funzionalismo diventa la prospettiva teorica dominante nella sociologia americana del secondo dopoguerra.  Si• deve soprattutto a Merton una profonda revisione dei postulati su cui si basa il modello organicista classico, al fine di renderlo più compatibile con l’ analisi empirica delle società complesse.

L’ analisi funzionale secondo Merton  Ogni • funzione può essere svolta da più elementi che si pongono, rispetto a essa, come equivalenti funzionali.  La • gamma degli elementi che possono svolgere la stessa funzione in una società è limitata dalla compatibilità di tali elementi col «contesto strutturale» nel quale si situano.  Bisogna • distinguere tra le funzioni manifeste, ossia gli scopi intenzionalmente perseguiti e le funzioni latenti non riconosciute o perfino non volute dagli individui coinvolti (ma osservabili dal ricercatore).

I quattro imperativi funzionali secondo Parsons

Funzione • di adattamento all’ ambiente esterno (Adaptation) Funzione • di conseguimento degli scopi (Goals Attainment) Funzione • di integrazione (Integration) Funzione • di latenza o di mantenimento del modello (Latency)Che cos’ è la sociologia > I programmi della sociologia contemporanea    

Lo strutturalismo Lo • strutturalismo nasce con la linguistica moderna, i cui fondamenti si devono a Ferdinand de Saussure (1857-1913), secondo il quale la lingua è un insieme strutturato di segni arbitrari legati da relazioni stabili, il cui uso è un’ esperienza sociale condivisa intersoggettivamente.  È• però attraverso l’ antropologia strutturale di Claude Levi-Strauss (1908-2009) che lo strutturalismo influenza, negli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, la sociologia. 

Caratteri dello strutturalismo Quattro caratteri comuni: .1. Visione olistica della società. .2. Ricerca degli elementi invarianti. .3. Le strutture non sono entità osservabili direttamente. .4. Le strutture determinano le azioni e i pensieri degli esseri umani.

Il concetto di struttura  La • struttura non è un qualcosa di direttamente osservabile e di cui gli individui abbiano coscienza. Ad esempio, non è detto che il parlante che usi una determinata lingua sia consapevole della struttura formale della stessa.  La • struttura è un modello teorico che il ricercatore elabora al fine di spiegare il funzionamento del fenomeno che sta analizzando.

Versioni dello strutturalismo  Le • strutture epistemiche di Michel Foucalt (1926-1984)  Gli • apparati ideologici di Luis Althusser (1918-1990)  Lo • strutturalismo genetico di Pierre Bourdieu (1930-2002) La prospettiva dell’ azione e dell’ interazione sociale I programmi contemporanei dell’ azione e interazione che si inseriscono nel solco del paradigma soggettivista, il cui principale interprete è stato Max Weber, ribaltano l’ impostazione funzionalista e strutturalista.

I caratteri comuni della prospettiva dell’ azione sociale  Un • comportamento umano può dirsi azione solo se è dotato di un significato soggettivo per colui che agisce.  L’ • azione sociale è anche da intendersi come interazione, ossia come un’ azione intenzionalmente rivolta ad altri individui.

I• fenomeni sociali sono costrutti prodotti dagli esseri umani che definiscono, interpretano e adattano reciprocamente le loro linee di azione, attraverso meccanismi intenzionali 

Che cos’ è la sociologia > I programmi della sociologia contemporanea Tre scuole di pensiero Rientrano nella prospettiva dell’ azione e dell’ interazione: L’ • interazionismosimbolico•Lasociologiafenomenologica L’ • etnometodologia

L’ interazionismo simbolico  Al• centro dell’ analisi si trovano i rapporti interpersonali tra gli individui.  •I soggetti contribuiscono, attraverso un’ ininterrotta attività definitoria e interpretativa, a costruire il mondo sociale di cui sono parte.  • L’ ordine sociale rivela una natura fluida, negoziata e costruita intersoggettivamente.

La sociologia fenomenologica  È•stata elaborata dal sociologo austriaco Alfred Schutz (1899-1959).  La • realtà sociale non è concepita come esterna, fissa e oggettiva, ma come un prodotto dell’ attività umana.  Noi • costruiamo un mondo significativo intorno a noi attraverso processi chiamati di «tipificazione», ossia attraverso schemi e saperi «dati per scontati».

La costruzione della realtà sociale L’ • opera di Schutz è stata con3nuata in anni più recen3 da Peter L. Berger e Thomas Luckmann (1966), che descrivono come si costruisce socialmente la realtà.  Viene • approfondito il modo in cui si cos3tuisce il senso comune nell’ ambito della vita quo3diana. 

L’ etnometodologia  Alla • sociologia fenomenologica si ispira anche questa terza corrente sviluppatasi nel contesto americano, il cui principale esponente è Harold Garfinkel (1917-2011).  Il •termine indica lo studio dei «metodi» e delle pratiche impiegati dai membri comuni della società («etno») per dare significato alla vita quotidiana.  Il•sociologo è chiamato ad assumere un punto di vista simile a quello dell’ etnologo che studia una società primitiva sconosciuta, a non dare nulla per scontato, a interrogarsi sul significato di pratiche e rituali della vita quotidiana. Il modello drammaturgico della vita sociale  •Elaborato dal sociologo canadese Erving Goffman (1922-1982), vicino all’ etnometodologia.  Come • nel teatro, la vita quotidiana è una rappresentazione in cui gli attori interpretano svariati ruoli e personaggi.

La • «ribalta» è il luogo in cui si svolge la rappresentazione di fronte ad un pubblico. Il •«retroscena» è il luogo in cui si tiene l ’ armamentario necessario a organizzare e a preparare la ribalta.  

L’ interazione come scambio La • teoria dello scambio enunciata da George Homans (1910-1989) e ripresa da Peter Blau (1918-2002) si concentra sull’ analisi delle microinterazioni.  Diversamente • dalle correnti prima esaminate, esse vengono intese come il prodotto dello scambio tra individui razionali, che calcolano il rapporto tra costi e benefici della propria azione. 

Le proposizioni della teoria dello scambio Homans formula alcune proposizioni generali sul modo in cui avviene l’ interazione sociale: 1.Un individuo compirà una certa azione quanto più è stata ricompensata in passato. 2.Quanto più un ambiente è collegato a un comportamento ricompensato, tanto più sarà ricercato un ambiente con caratteristiche analoghe. 3.Quanto più è preziosa la ricompensa per un dato comportamento, tanto più è probabile che esso venga ripetuto. 4.Quanto più spesso le esigenze o i desideri vengono soddisfatti, tanto meno si dà valore a ogni ulteriore ricompensa.

Modelli di razionalità La • teoria della scelta razionale, di matrice economica, si diffonde in sociologia attraverso autori come James Coleman (1926-1995), Raymond Boudon (1934-2013), Jon Elster (nato nel 1940).  Essa • si focalizza sull’ attore individuale e sulla sua intenzionalità, in quanto soggetto capace di scegliere consapevolmente tra alternative. 

La sociologia critica Con • sociologia cri6ca si intende una prospeEva che al centro dei compi3 della disciplina meFe quello di contribuire al miglioramento della società.  L’ • obieEvità della conoscenza è messa da parte a vantaggio di un aFeggiamento di contestazione a un tempo dell’ ordine poli3co e sociale cos3tuito e della sociologia dominante, considerata espressione acri3ca di questo stesso ordine. 

Due correnti  

La • sociologia critica nordamericana. Charles W. Mills (1916-1962) denuncia la condizione della nuova classe media americana in ascesa che risulta «alienata». La • scuola di Francoforte. Max Horkheimer (1895-1973), Theodor W. Adorno (19031969) e altri, elaborano una «teoria critica della società», che rivolge una severa critica all’ «Industria culturale», dominata dalla comunicazione di massa che manipola e svuota lo stesso concetto di cultura, riducendola a nient’ altro che una merce tra le altre.

Qualità e quantità  Ricerca • quantitativa: tutte quelle ricerche che fanno ampio uso della statistica, come la ricerca survey, basata sulla somministrazione di questionari standardizzati, a risposte

chiuse, e disegni di tipo sperimentale. Ricerca • qualitativa: le varie forme di ricerca sul campo, dall ’ indagine etnografica alle analisi di comunità, fino allo studio dei piccoli gruppi. 

Caratteristiche della ricerca quantitativa .1. I concetti devono essere traducibili in operazioni di ricerca .2. È necessario usare uno strumento di rilevazione uniforme con l’ obiettivo di arrivare a una matrice dati .3. Il ricercatore deve mantenere un distacco dall’ oggetto della ricerca .4. L’ analisi delle variabili deve essere condotta attraverso l’ impiego di tecniche statistiche e matematiche Caratteristiche della ricerca qualitativa .1. I concetti devono essere aperti, orientativi .2. Lo strumento di rilevazione deve variare a seconda dell’ interesse di ricerca in gioco (a seconda dei casi si useranno storie di vita, interviste aperte, osservazione partecipante ecc.) .3. Il ricercatore tende a essere soggettivamente immerso nell’ oggetto di studio .4. L’ analisi dei dati è personale, va in profondità basandosi sull’ interpretazione del senso soggettivo e intersoggettivo della realtà osservata

Vantaggi e svantaggi dei due metodi Con • i metodi quantitativi è possibile arrivare ad ampie generalizzazioni, più estese del campione considerato, ma con un modesto livello di approfondimento dei fenomeni considerati.  Con • i metodi qualitativi i risultati non possono essere generalizzati a popolazioni più ampie del singolo caso considerato, ma la descrizione del fenomeno oggetto di studio risulta più ricca e di grana più fine. 

L’ integrazione tra i due metodi Una posizione pragmatica, assai diffusa, sostiene la pari dignità tra i due metodi e auspica che l ’ uno o l’ altro venga scelto non su base aprioristica, ma secondo le circostanze e l’ oggetto della ricerca....


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