Masaccio 1 - Varie PDF

Title Masaccio 1 - Varie
Author Mauro Bianchi
Course Storia politica
Institution Università di Bologna
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Varie...


Description

Masaccio (1401-1428) si autoritrae nella cappella Grancacci mentre incrocia il nostro sguardo in compagnia di grandi personalità dell’epoca, in particolare il suo amico pittore Masolino da Palicale (sta dietro a masaccio), Leo battista alberti (di profilo in primo piano) e Filippo Brunelleschi (tutto a destra)

VITA La sua vita fu brevissima, morì a 27 anni per cause che non conosciamo e mori a Roma dove si era recato dopo essere stato chiamato da alcuni cardinali a svolgere lavori importanti a conferma di una fama ormai abbastanza consolidata. Sembra che si sia formato nella bottega di Lorenzo ma comunque muove i suoi primi passi non a Firenze dove dominava il gusto tardo gotico e riscuoteva per tanto grande successo un pittore come Gentile da Fabriano del quale abbiamo visto diversi lavori e che ormai conosciamo come l’autore di una buona parte degli affreschi di Palazzo Trinci. Qualche studioso lo vorrebbe allievo e apprendista presso la bottega di Masolino da Panicale del quale fu sicuramente amico, i due lavorarono insieme ala decorazione della cappella Grancacci che una poi delle opere principali di Masaccio. (Il nome Masaccio deriva da Tommaso, Masaccio perché lui dedicava molto tempo al lavoro e pertanto non si cura a molto dell’aspetto fisico per questo lo soprannominavano Masaccio.

OPERE TRITTICO DI SAN GIOVENALE 1422, Firenze, Museo d’Arte Sacra della Pieve di San Pietro: Potrebbe apparentemente sembrare una delle tante tavole dipinte con Madonna, Santi, il bambino e gli angeli ma in realtà ci sono delle novità incredibili nella composizione sia dal punto i vista spaziale che di resa nelle masse corporee.

Le novità della pittura di Masaccio sono ancor più leggibili nella SANT’ANNA METTERZA (1424-1425), che si trova al Museo egli Uffizi (Firenze), l’opera era stata inizialmente commissionata a Masolino che si avvalse però della collaborazione di Masaccio, Masolino riserbò per sé l’esecuzione della figura principale, Sant’Anna, poi di alcuni angeli che reggono la cortina alle spalle di Sant’Anna lascando il resto all’altro pittore, l’effetto finale fu molto diverso dal previsto perché la vergine e il bambino hanno uno stile che non si armonizza affatto con il resto della composizione, appaiono infatti vigorosi, plastici nei corpi e anche severi nell’espressione. La Vergine sembra consapevole del destino che attende il

figlio e il bambino sembra già un uomo, anche nel fisico infatti è tornito, muscoloso sembra un piccolo Ercole. Il confronto di alcune opere di Giotto è inevitabile pensiamo alla Madonna di Ognissanti anche dal punto di vista formale, il gruppo ha la forma di una massa piramidale, e quindi le espressioni sono severe, i corpi volumetrici, le forme semplici e evitando anche eccessi decorativi, queste caratteristiche sono proprio la prova di quanto Masaccio fosse diverso da Gentile da Fabriano per questo non sempre compreso dal pubblico prediligeva la tradizione e quindi il gusto tardo gotico.

LA TRINITà (1426-1427), Firenze, Basilica di Santa Maria Novella: Famoso per lo straordinario impianto prospettico che inquadra i protagonisti della scena. Masaccio ci lavorò intorno al 1426-27. DESCRIZIONE PERSONAGGI La trinità è rappresentata in questo punto del dipinto, partendo dall’alto troviamo i padre il padre eterno, poi Cristo Crocifisso e la colomba dello spirito santo che raccorda le due figure, poco sotto ai piedi della croce la Vergine (a sinistra) ci mostra Cristo crocifisso e poi a destra troviamo San Giovanni Battista, sul grandino ancora più esterno quindi al di fuori dello spazio sacro, giacciono inginocchiati i due committenti che sono Berto di Bartolomeo Lenzi ( a sinistra) e Sandra (a destra) sepolti nella stessa chiesa. SCHELETRO Ancora più in basso troviamo un sarcofago marmoreo sul quale è adagiato uno scheletro e al di sopra dello scheletro un’iscrizione che è una sorta di memento mori(?) dove possiamo leggere “io fui già quel che voi siete e quel che io son voi anche sarete” una sorta di monito che ci ricorda l’inevitabile destino della morte al quale non possiamo sottrarci. Quindi lo scheletro dice a noi che lo stiamo osservando “anch’io fui come voi,vivo, ma anche voi inevitabilmente sarete quello che io sono adesso”. COLORE Viene data grande attenzione al colore, da parte dell’artista, che crea un gioco di simmetrie cromatiche nelle vesti dei personaggi, quindi abbiamo la vergine che indossa un mantello scuro che richiama quello della figura femminile all’estrema destra della committente, cosi come il San Giovani indossa una veste rosata che simmetricamente richiama i colori caldi della veste di Berto di Bartolomeo e poi c’è una generale armonia, un generale accordo a livello cromatico di tutti gli elementi della composizione. PROSPETTIVA Ciò che ancor più interessante è la straordinaria prospettiva, c’è un impianto prospettico fantastico reso con un punto di vista centrale che poi è il punto di vista di chi osserva l’opera frontalmente, un unto di vista all’altezza del gradino sul quale si inginocchiano i due committenti proprio lì che convergono tutte le linee di fuga dell’architettura cosicché la volta appare fortemente scorciata dal basso, i committenti cono visti frontalmente ed infine il sarcofago sottostante è visto leggermente dall’alto. Quindi è una costruzione prospettica rigorosa, esatta, a tal punto che alcuni studiosi hanno ipotizzato che sia stato lo stesso

Brunelleschi a realizzarlo per l’amico pittore, quindi potrebbe Brunelleschi essere salito sui ponteggi (?) al momento della fase preparatoria aver tracciato le linee generali dell’impianto prospettico generale. SANTA MARIA NOVELLA INGRESSO LATERALE Sappiamo che all’epoca l’ingresso di Santa Maria Novella avveniva non dall’entrata principale ma da un’entrata laterale che si trovava esattamente sul lato opposto alla trinità, quindi entrando a questo ingresso laterale ci si trovava frontalmente l’affresco della trinità, l’effetto doveva essere fortissimo perché sembrava davvero di aver davanti un ambiente reale, al di là della parete Murara, che perdeva ogni effetto di matericità. CONOSCENZA DELL’ANTICO DA PARTE DI MASACCIO La volta a cassettoni ma anche le lesene scanalate (?), i capitelli corinzi denotano una conoscenza profonda dell’antico da parte di Masaccio, forse andò personalmente a Roma prima del 1427 ma forse improbabile era troppo giovane, sta di fatto che dovette apprendere diverse nozioni sull’arte antica sicuramente da Donatello e Brunelleschi che si recarono più volte a Roma a studiare l’antico insieme nel 1402, e poi Donatello tornerà in torno agli anni ‘30 a Roma co lo scultore architetto Michelozzo....


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