Memoria - Esame Psicologia Scienze del Turismo La Sapienza con Sdoia-Pasquali PDF

Title Memoria - Esame Psicologia Scienze del Turismo La Sapienza con Sdoia-Pasquali
Author Alessia Migliori
Course Psicologia generale
Institution Sapienza - Università di Roma
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Esame Psicologia Scienze del Turismo La Sapienza con Sdoia-Pasquali...


Description

LA MEMORIA La memoria non è un sistema unitario, si divide in:  MEMORIA SENSORIALE A BREVE TERMINE  è una forma di memoria che trattiene l’informazione per pochi minuti. All’interno di essa troviamo la memoria dichiarativa che si suddivide in memoria episodica e memoria semantica. Capacità limitata di 7+/-2 elementi per circa 10 secondi. a) Memoria verbale b) Memoria spaziale  MEMORIA A LUNGO TERMINE  modificazioni neurochimiche più durature. Piccole quantità di informazioni che senza aver effettuato un ripasso vengono perse. La MLT è una memoria: (1) esplicita o dichiarativa  forme di ricordo che possono essere rievocate consapevolmente e descritte come ricordi, fatti o idee. Capacità di rievocare eventi specifici ricordandone i dettagli: la memoria episodica è retrospettiva quando coinvolge il ricordo di eventi passati, avvalendosi del contesto spazio-temporale in cui tali eventi hanno avuto luogo. Ed è prospettica quando riguarda il riconoscimento di eventi futuri, il ricordarsi di fare cose. Mentre si parla di memoria semantica per quanto riguarda la conoscenza generica del mondo, il significato delle parole, conoscere il sapore della cioccolata ecc... (2) implicita o non dichiarativa (forme non consapevoli di memoria espresse attraverso modifiche comportamentali). Si tratta di una memoria non dichiarativa che si suddivide in memoria procedurale, il condizionamento classico e l’apprendimento non associativo. Capacità illimitata che può mantenere ricordi per tutta la vita.  Memoria procedurale: azioni automatiche, estremamente motorie (guidare la macchina, suonare uno strumento...) sono delle abilità acquisite.  Condizionamento classico: memoria che ricorda degli eventi associati. (se quando mangio guardo Big Bang Theory, probabilmente quando lo vedrò da qualcun altro, avrò automaticamente fame). Si tratta di risposte condizionate.

L’essere umano ha due modalità di pensiero:

1. Pensieto rivolto al futuro: MEMORIA FINALIZZATA  mira alla soluzione, ad esempio se non passo l’esame sarò propenso a studiare di più. 2. Pensiero rivolto al passato: MEMORIA RIPETITIVA  guarda il passato in maniere rimurginativa, ad esempio l’esame è andato male e rimane incastrato in un ciclo ripetitivo che non si traduce mai in pensiero finalizzato. Fusione  come mi sento fuso con il contenuto del pensiero Defusione  separare le sensazioni di un contenuto con la capacità di distanziarsi, è ciò che consente un cambiamento. Con questo metodo si riattribuiscono significati al passato (non si attribuisce il passato al presente) e si contemplano le proprie azioni, aumentando i gradi di libertà del sistema. Questi processi mi consentono una lettura diversa del mio passato, in termini di memoria le mie emozioni possono mettere insieme tutti i ricordi che ho per affermare che non valgo nulla. Modello modale  3 tipi di memoria: 1. Sistemi sensoriali: Memoria sensoriale visiva (uditivo, visivo, cutaneo) 2. Magazzino a breve termine  memoria di lavoro temporanea (ripasso, codificazione, decisioni, strategie di richiamo) 3. Magazzino a lungo termine magazzino permanente.

Per quanto riguarda MLT si riscontrano 2 problemi : 1. Apprendimento, in quanto non vi furono riscontri sul fatto che più a lungo un’informazione era mantenuta nel magazzino di MBT, più facile era trasferirla nella MLT. 2. Modello amodale, veniva dalla neuropsicologia. Il magazzino della MBT fosse cruciale per il trasferimento nella MLT. Tuttavia i pazienti con lesioni al sistema di immagazzinamento a breve termine non mostravano difficoltà ad apprendere mantenendo una MLT intatta. MEMORIA SENSORIALE Il magazzino visivo responsabile di ciò è uno dei sistemi di memoria sensoriale coinvolti nella percezione del mondo esterno. Esso è ciò che garantisce di vedere un’immagine in continuo movimento immagazzinandola fino all’arrivo della successiva. Vi è un registro per ciascuna modalità sensoriale: trattengono l’informazione proveniente dagli organi di senso per tempi brevissimi. Es: numero di

telefono. Avviene prima della memoria a breve termine nel ’60, in cui l’esperimento di Sperling richiedeva quante lettere le persone riuscissero a ricordare. Di solito queste informazioni venivano dimenticate nel tempo stesso in cui si provava a ripeterle. La mente mette insieme elementi diversi, e non è detto che questi siano realmente acceduti. Ad esempio un ricordo che abbiamo da bambini è spesso una rappresentazione immaginari di ciò che ci hanno raccontato, quindi abbiamo una realtà, un ricordo creato e distorto. Rievocazione  richiamare un’info interna. Distorsione cognitiva  data dal principio dell’ancoraggio: scorciatoie che la mente utilizza e che in qualche modo possiamo portare ad un giudizio veritiero. Noi rimaniamo ancorati al primo giudizio. Se abbiamo giudicato una persona negativamente, siamo propensi a giudicare in modo distorto tutto il resto delle sue azioni. Euristica della rappresentatività  abbiamo l’idea della casualità. La nostra mente utilizza la rappresentazione del caso applicata in maniera deterministica, ma in realtà non è così. Si utilizzano probabilità anche in un numero piccolo di casi (testa o croce). MEMORIA DI LAVORO È il termine che indica un sistema cognitivo che permette il mantenimento temporaneo e la succesiva elaborazione di informazioni nel cervello. Essa comprende:  l’esecutivo centrale  sistema di controllo attenzionale.  il circuito fonologico  sottosistema ausiliare che mantiene l’info verbale, puramente acustica in un magazzino temporaneo.  il taccuino visuospaziale  serve per mantenere temporaneamente e per manipolare le info visive e spaziali. Si distingue una parte visiva (visual cache) che agisce come un magazzino passvo dove sono temporaneamente mantenute le info relative a pattern visivi statici, ed una componente spaziale (inner scribe) che agisce come un meccanismo di ripasso interattivo, che rinfresca l’info dinamica sui movimenti e le sequenze di movimenti ed inoltre permette di mantenere l’info presente nel magazzino visivo.  È stata introdotta una quarta componente: il buffer episodico magazzino multmodale a capacità limitata, una specie di interfaccia fra codici diversi (visivo, verbale, percettivo), che integra le info provenienti dai 2 sottosistemi

(visuospaziale e verbale) con quelle provenienti dalla MLT (episodica e semantica). È importante per il raggruppamento (chunking) dell’informazione in MBT (ossia l’ottimizzazione della MBT). Il chuncking trarrebbe vantaggio dalla presenza di conoscenze precedenti da utilizzare per il raggruppare l’informazione in modo più efficiente per favorire l’immagazzinamento ed il richiamo. Memoria retrograda  eventi precedenti ad un trauma, non ho la capacità di ricordare. Amnesia retrograda  nel caso in cui gli eventi non vengono ricordati Amnesia anterograda  dal momento del trauma non viene più appreso un evento Memoria prospettica  memoria che di solito riguarda il passato, ma spesso dobbiamo ricordaci di fare delle cose. Mantenere il ricordo di un evento che non è accaduto, ma che deve accadere. È un tipo di memoria episodica, memoria per il futuro, quindi ricordarsi di fare qualcosa. Intervallo fra il formarsi dell’azione e l’oportunità di portare a termine il tutto. Mancanza di qualche elemento che richiama il ricordo e la necessità di interrompere un’attività per realizzare l’intento. 5 fasi: a) Formazione dell’intento (cosa voglio fare, decidere, contesto per la rievocazione) b) Intervallo di ritenzione ( fra la codifica e l’inizio di un intervallo di prestazione) c) Intervallo di prestazione (in cui l’azione deve essere rievocata) d) Inizio azione e) Valutazione risultato COME SI FORMA IL RICORDO L’informazione deve essere acquisita. Questo avviene attraverso 3 fasi che interagiscono fra loro e che sono indicate come: 1) Codifica  registrazione iniziale dello stimolo in entrata che comprende vari processi mediante i quali l’info è trasformata in una traccia mnestica, cioè una rappresentazione mentale che registra alcuni aspetti dell’esperienza stessa. Influenzata da: livello di attenzione nel registrare le info e dalla profondità di elaborazione delle informazioni ed un apprendimento distribuito nel tempo. 2) Consolidamento  fase dopo la registrazione in cui le info sono più stebili. Immagazzinamento del ricordo in modo permanente. 2 idee contrapposte:

modello standard ed il consolidamento che inizia quando l’info è trasformata in un’area dell’ippocampo. 3) Richiamo  sappiamo tante più info di quante riusciamo a rievocare. Il richiamo può essere avviato da un solo indizio , cambiando il nostro stato mentale. Avviene quando una musica o un volto ci riportano a qualcosa del passato. Altro elemento è il contesto: l’ambiente dove è avvenuto un determinato fatto. Per rievocare meglio qualcosa è necessario stare nel luogo dove è avvenuto. In una prova di riconoscimento e non di rievocazione, la dipendenza del contesto spariva. Riconoscimento:  Ricordo  quando uno stimolo porta all’episodio  Conoscenza  familiarità, non si rievoca l’episodio ma si sa solo di aver già incontrato quello stimolo. LA MEMORIA AUTOBIOGRAFICA Con questa espressione ci si riferisce a ricordi che rigurdano noi stessi e i nostr rapporti con il mondo che ci circonda (il Sé esperito). Non è un sistema separata, ma include una componente semantica ed episodica. La memoria autobiografica quindi coinvolge entrambi gli aspetti della memoria dichiarativa , rappresentati dagli eventi che ci sono capitati. Essa ha un’importanza fondamentale per creare una rappresentazione del Sé, per le emozioni e per l’esperienza dell’essere umano, cioè dell’essere individuo, in una cultura, in un determinato tempo. Convay crede che i ricordi autobiografici siano construzioni mentali transitorie e basate su una conoscenza autobiografica di base, periodi della vita identificano un inizio ed una fine ed il loro contenuto comprende un numero di eventi generali che possono includere individui e luoghi, oppure attività. Questi sono ancora espressi in maniera relativamente astratta, ma poi possono portare alla rievocazione di episodi specifici. Nel richiamare un evento è proprio il dettaglio sensoriale che generalmente convince che il ricordo è assolutamente corretto. Il Sé di un lavoro (working self) nella memoria autobiografica svolge un ruolo simile a quello della memoria di lavoro nella cognzione più generale. Convay crede che i ricordi autobiografici siano construzioni mentali transitorie e basate su una conoscenza autobiografica di base.

OBLIO Il momento in cui siamo più consapevoli della nostra memoria è quando ci dimentichiamo. Ancora una volta Ebbinghaus fu a studiare su se stesso come si dimenticano le info. L’oblio è rapido all’inizio ma gradualmente rallenta, con un andamento logaritmico. Se due tracce di memoria sono ugualmente forti in un certo momento, quella più vecchia durerà di più e sarà dimenticata meno rapidamente. Esistono due teorie tradizionali sull’oblio: la prima sostiene che le tracce di memoria sostanzialmente impallidiscono o si deteriorano, divenendo quasi indistinguibili, come un dipinto esposto al sole a poco a poco perde i suoi colori originali. La seconda teoria suggerisce invece che l’oblio ha luogo perché le tracce mnestiche sono oscurate dalle info apprese successivamente, e cioè le nuove informazioni interferiscono con le precedenti. L’oblio delle vecchie info causato dall’arrivo di nuove è chiamato interferenza retroattiva. Mentre interferenza proattiva significa che la vecchia traccia lotta per riprendere il suo posto. LE ILLUSIONI DI MEMORIA L’oblio è un fenomeno familiare a ciascuno di noi, ma esiste un altro aspetto più curioso: ricordi che ci sembrano chiari possono non esistere o comunque essere distorti. Durante la codifica noi siamo influenzati dalle conoscenze che abbiamo sul mondo e dalle nostre credenze/aspettative. Inoltre il richiamo è un processo di ricostruzione nel senso che ciò che ricordiamo non è sempre una diretta riattivazione di ciò che è successo in fase di codifica; noi ricosctruiamo il passato piuttosto che ripordurlo. I ricordi di eventi passati sono costituiti da un insieme di tratti registrati attivamente durante la codifica. Ricordare un certo evento coinvolgerà la riattivazione delle componeti che costituiscono il ricordo desiderato. Poi dal momento della codifica, bisognerebbe mantenere le rappresentazioni di eventi diversi distinte fra di loro. Se gli eventi hanno somiglianze fra di loro, rievocheranno somiglianze o il significato generale comune. L’immaginazion è un’altra fonte di distorsione. Spesso per ricordare meglio si costruiscono immagini mentali. COMPONENTI EMOZIONALI DELLA MEMORIA Le emozioni possono essere un fattore importante per la memoria. La valenza emotiva può essere una catteristica emotiva può essere una caratteristica del materiale da ricordare o un tratto dello stato psicologico in cui si trova chi deve ricordare. Nel caso del materiale da ricordare, per esempio, può essere che una parola abbia un connotato positivo o che uun evento della vita sia particolarmente

doloroso. Nel caso dello stato psicologico di chi ricorda, si deve fare un’attenta distinzione fra due momenti in cui lo stato emotivo può influenzare la memoria: uno è quando i ricordi si formano (cioè la fase di codifica) e l’altro quando si rievocano (il richiamo). Al momento della codifica, lo stato emotivo di chi forma il ricordo può interagire con il contenuto emozionale del materiale ed influire su quanto sarà appreso. Questo effetto è conosciuto come , quando il contenuto emozionale del materiale da apprendere è in accordo con lo stato emotivo di chi apprende, ed è ricordato meglio rispetto alla condizione nella situazione opposta. La è quando il contenuto emozionale dei ricordi, concordato con lo stato attuale, ne favorisce l rievocazione. La rievocazione è incongruente con il tono dell’umore quando vi è contrato fra contenuto e stato emotivo al momento del richiamo. Amigdala  ruolo nella memoria emozionale, in particolare nelle fasi iniziali di consolidamento. LA MEMORIA NON DICHIARATIVA Opera in assenza di consapevolezza ed è testata indirettamente, esaminando le modificazioni del comportamento. Noi non sappiamo descrivere i contenuti della nostra memoria non dichiarativa. I pazienti con amnesia non mostrano problemi di memoria non dichiarativa, tant’è che molte conoscenze sulla memoria implicita ancora una volta dipendono da studi su pazienti amnesici. Larry Squire identifica 4 tipi di apprendimento non dichiarativo: memoria procedurale, effetti di priming, condizionamento e apprendimento non associativo. Effetto priming  consiste nel fatto che un’esposizione a uno stimolo facilita la sua tendenza a essere percepito o elaborato più rapidamente la volta successiva. Il priming percettivo è quel fenomeno per cui se si presenta una parola scritta oppure un’immagine, la sua identificazione successiva avverrà molto più rapidamente, anche quando si presenta solo una parte della parola o dell’immagine o una sua forma degradata, frammentata. Il priming può manifestare i suoi effetti anche in un compito di decisione lessicale. Condizionamento classico  Pavlov capì così che riflessi come quello di salivazione sono provocati non solo da stimoli adeguati, come la presenza del cibo, ma anche ad eventi associati agli stimoli che provocano le risposte riflesse. Il condzionamento classico comporta l’associazione ripetuta fra uno stimolo condizionato ed uno incondizionato. La frequenza di accoppiamento fra stimolo condizionato e uno

incondizonato determina l’intensità e la regolarità di comparsa della risposta condizionata; si ha cioè un rafforzamento. Al contrario, se si omette di presentare lo stimolo incondizionato, la risposta condizionata perde la sua intensità e scompare: si ha cioè l’estinzione. Effetto Garcia  processo attraverso cui un individuo acquisisce l’avversione per un dato sapore: se un animale ingerisce un cibo che gli provoca malessere non lo assaggerà più. C.C. Un esempio può essere l’incidente che proovca una risposta di attivazione e una sensazione di nervosismo legati al luogo associando l’incidente al luogo che prima era neutrale. Il C.C. emozionale può manifestarsi come condizionamento autonomo ed esprimersi con risposte corporee. Condizionamento valutativo  fa riferimento ad un cambiamento di un qualsiasi tipo di risposta e riguarda solo una modificazione nella valutazione dello stimolo condizionato. A differenza del precedente tipo di condizionamento, in cui i legami associativi fra stimolo e risposta dipendono solo dalla contiguità temporale e dalla ripetizione, nel condizionamento operante, i legami dipendono anche dagli effetti conseguenti alla risposta (legge d’effetto)....


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