Modernismo spagnolo PDF

Title Modernismo spagnolo
Author francesca castaldo
Course Letteratura spagnola i
Institution Sapienza - Università di Roma
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appunti letteratura spagnola con prof. Tomassetti...


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PRIMA LEZIONE LETTERATURA SPAGNOLA Il modernismo è un movimento letterario che ha origini ispano americane, il cui ideatore è Ruben Dario (poeta nicaraguense). Ebbe una diffusione enorme in Europa soprattutto in spagna, anche per via delle relazioni tra Dario e i vari poeti spagnoli (Machado, Valle Inclan, Jimenez), aprì una riflessione molto profonda sulla funzione della poesia come forma di rinascita, di opposizione alla crisi. Una crisi profonda che la spagna stava vivendo anche perché la fine del XIX secolo costringe a un bilancio della propria storia, della propria posizione all’interno di un sistema molto più ampio. La Spagna nel 1898 dovette affrontare la fine del proprio impero: perse infatti le sue due colonie: filippine e cuba per mano degli stati uniti. Questa sconfitta fu molto umiliante per gli spagnoli e scatenò delle riflessioni da parte degli intellettuali sul “Mal de Espana”, il problema della Spagna. Loro volevano riflettere su quello che doveva essere il ruolo della spagna nel mondo e in europa. Il modernismo è uno dei movimenti letterari che entrano alla fine dell’ottocento in spagna e che riguardano soprattutto la poesia, ma anche di romanzo, che si rivela molto eclettico perché riprende tendenze di altri movimenti letterari (parnassianesimo, simbolismo) che tenta in qualche modo di sintetizzare e combinare tra loro. Ruben Dario, capostipite del modernismo ispanico, riflettè molto sulla propria poesia, sul modo di farla. Secondo i principi del parnassianesimo francese il poeta doveva essere un esteta della parola, un cultore esclusivo della parola per la parola (arte per l’arte), un’arte indipendente, fine a se stessa, distaccata rispetto alla realtà esterna, ma anche rispetto a quella interna, distante dall’esprimere l’io interno del poeta: un’arte estranea al mondo. Diversi poeti modernisti ripresero questi principi parnassiani, tra questi anche un primo Ruben Dario rivela questa tendenza, ma non è mai un mero culto estetico della parola, dietro di questa c’è sempre un significato, un contenuto che ha a che vedere con il mondo reale, che va dedotto interpretato attraverso una esegesi (interpretazione critica del testo) capace, profonda. In questo testo spiega qual è la vera essenza della sua poetica:

PROLOGO A CANTO ERRANTE (1907) : Jamás he manifestado el culto exclusivo de la palabra por la palabra. La palabra nace juntamente con la idea, o coexiste con la idea, pues no podemos dar cuenta de la una sin la otra. La palabra no es en sí más que un signo, o una combinación de signos; mas lo contiene todo por la virtud demiúrgica. Qui fa riferimento alla capacità di chi parla, di chi scrive, di chi usa la parola di creare la “virtus demiurgica”, il demiurgo è il creatore.

Los que la usan mal serán los culpables si no saben manejar esos peligrosos y delicados medios. Y el arte de la ordenación de las palabras no deberá estar sujeto a imposición de yugos, puesto que

acaba de nacer la verdad que dice: el arte no es un conjunto de reglas, sino una armonía de caprichos.’’ Sottolinea il fatto che l’arte nasce da un delicato equilibrio fra uso di regole, di schemi fissi e liberta espressiva (una armonia di caprichos) sembrerebbe quasi un ossimoro (armonia  ordine; capricci chaos), in realtà vuole sottolineare che per lui fare poesia significa saper ordinare le parole, dotate di un significato, mai vuote, fra di loro per creare un messaggio, grazie a questa “armonia de caprichos”, poetico. Questo momento di crisi, dovuto alla perdita delle ultime colonie, genera in Spagna quello che viene definito “spirito rigenerazionista” (regeneracionismo), ed è un sentimento di protesta intellettuale, di ribellione rispetto a una convinzione di stasi culturale, di arretratezza profonda della Spagna, quella che gli intellettuali del tempo sentivano, revisione dei valori da parte di questa elite spagnola. Azorin, uno dei maggiori intellettuali della generazione del 98, nonché saggista e romanziere (scrisse infatti il romanzo “La Voluntad”), nel 1913 sul periodico ABC scriveva: “Se cree generalmente que toda esa copiosa bibliografía "regeneradora“, que todos esos trabajos formados bajo la obsesión del problema de España, han brotado a raíz del desastre colonial... nada más erróneo; la literatura regeneradora no es sino una prolongación, una continuación lógica, coherente, de la crítica política y social que desde mucho antes a las guerras coloniales venía ejerciéndose.” La definizione di generazione del 98 è puramente strumentale, ci serve a individuare un momento, una generazione, un gruppo di intellettuali e quindi una serie di proposte letterarie e filosofiche che vennero in quel momento e che in qualche modo sono legate per spirito, per ambiente e per situazione a quell’avvenimento, ma che non sono scatenate solo da quell’avvenimento. Azorin sta dicendo proprio questo: è vero che c’è stato “el desastre del 98”, però tutto il movimiento regeneracionista, tutta la riflessione, anche la rivoluzione che in vari generi letterari diversi autori di grandissima statura proposero naturalmente non nacquero da quell’episodio singolo, ma nacquero da una serie di situazioni che si andarono consolidando negli ultimi decenni dell’800. Questa crisi intellettuale è incarnata dall’opera, dalla riflessione di alcuni grandi intelettuali: “Los Tres”: Azorin, Pio Barroja che è un grandissimo romanziere spagnolo dei primi del 900, e Ramiro de Maeztu che invece scrisse soprattutto saggi politici. Questi tre intelettuali insieme decisero di esporrre il loro pensiero, le loro inquietudini in un manifesto datato 1901. Questa crisi che loro cercarono di descrivere all’interno del manifesto nelle sue caratteristiche veniva da lontano e si rifacevano al pensiero post kantiano e in letteratura avevano come punto di riferimento Edgar Allan Poe. Le caratteristiche più rilevanti di questo movimento noventaiochista sono un dichiarato antiromanticismo, in realtà però sia Dario, Azorin, Unamuno, machado, barroja, ripresero qualche spunto del senso romántico dell’arte. Arte come espressione di una soggettività, di un io che vuole esprimersi, ribellarsi, proporsi con un volontarismo forte. Una delle riflessioni più crociali del pensiero del 98 fu quella sulla volontà, volontà contro aboria, volontà come spirito d’azione, come deisderio di affermazione delle azioni e aboria al contrario come incapacità di agire, di muoversi. Il ROMANZO più importante di azorin “La Voluntad” è incentrato su questa crisi profonda del protagonista che al contrario di ciò che recita il titolo è una persona incapace di agire, un inetto e dunque viveva tormentato da questa incapacità di agire. Ecco dunque che il tema della volonta e dell’incapacità di affermarla, è un tema molto presente e caro a questi intellettuali e si ricollega ad un settore importante della riflessione romántica e dell’approccio romántico all’arte e alla vita. Ciò

che si fece súbito evidente è che il 98 fu il fattore scatenante di una presa di coscienza da parte di un grupo di scrittori che avrebbero orientato una parte della letteratura di inizio secolo verso un tipo di patriotismo riflettivo e rigeneratore. Patriottismo nel senso di riflessione sulla questione spagnola, chiaramente non presentata in temi politici, ma di tipo intellettuale, culturale. Questo rigenerazionismo non coinvolgeva soltanto letterati, pensatori, ma coinvolgeva anche uomini di scienza, tutta una generazione di accademici, fra cui Ramon y Cajal (istologo vincitore del premio nobel) che fu tra i più attivi firmatari di questo progetto rigeneracionista. Esiste una nutrita generazione di scrittori del 98, tutti poeti nati negli ultimi decenni dell’800 e che già a fine secolo erano attivi. Alcuni canonici ed altri di una statura artistica minore, ma non per questo meno interessanti. La storia della letteratura si fa grazie all’apporto di tutti i personaggi coinvolti. MANUEL RENA Andaluso, uno dei poeti andalusi modernisti più prolifici, conobbe la poesia francese e ricevette l’influenza del parnassianesimo e nel 1878, venti anni prima del desastre, pubblico “Cromos y acuarelas”, una raccoltà che già dal titolo suggerisce questa attenzione tipicamente andalusa per i colori per le descrizioni paesaggistiche, uno degli elementi più spiccati del modernismo è proprio questo gusto fortissimo per la descrizione dei paesaggi (machado e jimenez tambien) una cura per la presentazione quasi radiografica dello spazio esterno e soprattutto dei colori. Dopo questa raccolta, nel 1894 pubblica “La vida inquieta” e nel 1899 “El Jardin de los poetas”, dove celebra Gongora in un modo pienamente modernista. Gongora è il più grande poeta barocco spagnolo, tutt’oggi molto complesso da interpretare poichè portò ad estreme conseguenze l’utilizzo della metafora, costruì un linguaggio poetico molto oscuro proprio grazie all’uso magistrale dell’immagine poetica e della metafora, i poeti modernisti ricevettero questo influsso, vedremo che nella generazione del 27 diventerà un punto di riferimento per i poeti come Lorca, Alberti… già nella fase modernista comincia questa sensibilità, questa consapevolezza dell’importanza di un poeta barocco cosi disprezzato nella sua epoca, poiché considerato oscuro e incomprensibile, e che si comincia ad apprezzare in questa fase l’altissima statura intellettuale. Nel 1906 si pubblica, postumo, “Robles de la Sagrada selva”. SALVADOR RUEDA Anche lui andaluso, di Malaga, proveniva da una famiglia semplice, aveva una notevole facilità espressiva, ma uno scarso rigore nella struttura poetica dovuto alle sue origini e alla sua formazione poco elevata. Cercò di inserirsi all’interno di questo movimento e pur aveva dei limiti espressivi raggiunse dei buoni risultati con le raccolte: Cantos de la vendimia (1891), En tropel (1892), La bacanal (1893), Camafeos (1897), Piedras preciosas (1900), Trompetas de órgano (1907). Titoli che richiamano qualcosa di concreto, anche di preciosismo, fanno parte di un lessico che ricorda l’estetismo, l’esotismo del modernismo. Scrisse anche prosa di carattere costumbrista ed un romanzo che si intitola “La copula”. Si dedicò anche al teatro e alla saggistica, fu uno scrittore abastanza poliédrico nonostante questi limiti dello scarso rigore della scrittura e della costruzione testuale che in qualche modo lo configurano come minore, come secondario. Tuttavia sia Rueda che Rena sono autori interessanti per capire in che modalità i dettami del modernismo penetrino nella penisola ibérica e come vengano interpretati e declinati. MIGUEL DE UNAMUNO Uno dei giganti della generazione. Autore polígraf, frequento tutti i genere dal saggio alla poesía al romanzo al teatro, sebbene la sua posizione dramatúrgica fino a poco tempo fa inédita e meno

signficativa. Era vasco, nato a Bilbao nel 1864 si trasferì a Madrid per studiare nel 1880, fu cattedratico di greco antico all’universita di Salamanca e fu anche rettore della stessa universita. Nel 1924 fu mandato in esilio a Fuerteventura dal dittatore Primo de Rivera e da lì passò poi in Francia, dove rimase fino al 1930. ROMANZI: La sua produzione inizia con un romanzo “Paz en la guerra”, che in un certo modo risente di qualche risonanza di “Guerra e pace” di Tolstoij, è un romanzo ancora realista, ma che descrive l’assedio di Bilbao durante la guerra carlista. Nel 1902 pubblica “amor y pedagogía”, un romanzo nel quale già Unamuno, sebbene in un modo incompleto, sperimenta una forma nuova di romanzo: il romanzo modernista. Questo romanzo viene pubblicato in un anno molto significativo: il 1902, che coincide con la pubblicazione di altri 3 importanti romanzi modernisti anch’essi, dei romanzi che segnano una cesura nette rispetto a quello che era stato il romanzo fino ad allora: 1) La Voluntad di Azorin, 2) Sonata de Otono de Ramon de Valle Inclan 3) Camino de perfeccion di Pio Barroja Con Amor y Pedagogia di Unamuno, questi romanzi segnano una rivoluzione per le loro caratteristiche e i temi che trattano e si segnano in una posizione del tutto nuova rispetto a quello che era il romanzo realista. Niebla (1914) non fa che portare a compimento quel proceso di rinnovamento della struttura narrativa che Unamuno aveva già sperimentato in amor y pedagogía. Nel prologo della seconda edizione di “Amor y Pedagogía” che scrive nel 1934, quando già Niebla era stata pubblicata da tempo, Unamuno scrive dicendo che fu la sua prima nivola (neologismo che Unamuno cre per definiré questa nuova forma di romanzo che prende forma in niebla, è un gioco di parole perchè c’è una radice comune che però fa riferimento alla novela. Nivola: è una novela ma non secondo i canoni che fino ad allora aveva avuto il romanzo, ma è una proposta nuova, originale.) 1917 pubblica un altro romanzo che è Abel Sanchez. Scrisse anche dei brevi racconti, micro racconti. SAGGI: il più importante è Vida di Don Quijote y Sancho (1905) questa data è importante perché la prima edizione del Quijote di Cervantes venne pubblicata nel 1605, è una ricorrenza quindi questa del 1905, 300 anni dopo la pubblicazione della prima edizione, la prima parte del Quijote (la seconda venne pubblicata nel 1615). Come ogni ricorrenza secolare, questo evento spinse Unamuno a riflettere sul romanzo cervantino, non per farne un’esegesi letteraria, ma lo utilizzò come spunto per rfilettere sul mal de espana, sul problema di espana. Attraverso le avventure dei due eroi l’autore fa un percorso che lo porta a riflettere sulla condivisione del popolo spagnolo. I due con le loro avventure incarnano i problemi della spagna di quel momento, per questo si tratta di un saggio filosofico più che di un’opera letteraria o di critica letteraria. Altri saggi: En torno al casticismo (1895), il primissimo saggio. Importante perche in questo saggio Unamuno manifesta uno spirito europeísta molto spiccato, si iscrive perfettamente in quello spirito regeneracionista che voleva il rinnovamento la cultura spagnola un’apertura verso l’esterno e che invece stentav a venire, in questo saggio Unamuno dice che la spagna deve aprirsi verso l’esterno, deve ricevere gli influssi dall’esterno perche ha bisogno di un rinnovamento.

Del sentimiento tragico della vida (1912) L’agonia del cristianismo (1925), qualche decennio dopo rispetto a en torno al casticismo osserveremo un decisivo cambio di tendenza, di concezione da parte dell’autore. In questo saggio Unamuno rivela una specie di marcia indietro rispetto a quello che aveva proposto nel suo primo saggio e voleva appunto che la Spagna ricominciasse a guardare al proprio interno e si concentrasse sulla propria tradizione, coltivasse le proprie usanze, la propria storia, le proprie coordinate culturali, l’autore voleva che le scoprisse e le rivendicasse. Poesia: pubblica diverse raccolte: Poesías (1907), Rosario de sonetos líricos (1911), El Cristo de Velázquez (1920), Teresa (1923), Romancero del destierro (1928) che scrive nel periodo in cui fu esiliato a Fuerteventura, Cancionero (póstumo, 1953). ÁNGEL GANIVET (1865-1898) Andaluso, de origen granadino, estudió en Madrid y mantuvo amistad con Unamuno. Se suicidó en 1898 tirándose al rio Duina (Riga, Lettonia). Escribió ensayos (Idearium español, 1897) novelas (La Conquista del reino de Maya por el último conquistador español, Pío Cid 1897, y Los trabajos del infatigable creador Pío Cid, 1898), y un drama en verso publicado en 1906 (El escultor de su alma). El tema de España fue su máxima preocupación y detectó uno de los síntomas más relevantes de la época: la abulia (el mal de espana). RAMON MARIA DEL VALLE INCLAN Era galego, nacque a Villanueva de arosa, e fu sempre molto vicino al carlismo come movimiento conservatore a tratti reazionario. Negli ultimi anni questo suo carlismo deviò verso un radicalismo di sinistra, criticava la dittatura di Primo de Rivera, l’autore visse fino all’inizio della guerra civile spagnola (1936-1939, terminò con l’istaurazione della dittatura di Franco). Visse anni cruciali della Spagna, lui fu un oppositore estremo come Unamuno della dittatura di Rivera. Partecipò con degli scritti in prosa al rinnovamento modernista, fu amico di Dario e si vede benissimo nei suoi versi e nella sua prosa che ricevette gli influssi del simbolismo francese. Ricevette anche l’influenza della prosa di Dannunzio, ci sono delle sue opere nelle quali si osservano quasi dei calchi testuali da opere di dannunzio: per esempio la Figlia di Iorio, fu molto sensibile all’estetica del decadentismo. Fu un autore prolifero anche lui, si dedico alla poesía, al romanzo, alla saggistica ma soprattutto l’apporto maggiore lo diede alla dramaturgia, poichè nella scrittura teatrale sperimento un rinnovamento nel linguaggio e nella struttura e nelle imagini che ne porto alla creazione di quello che lui defini esperpento: una rappresentazione caricaturale deformata della realtà, come nuova proposta estética applicata al teatro che voleva rappresentare una realtà nell’unico modo in cui secondo Valle Inclan poteva essere rappresentata: attraverso la deformazione. Questo perchè la realtà spagnola di quel momento non lasciava spazio ad una rappresentazione delle passioni umani del genere umano che era proprio la tragedia che rappresentava dei personaggi superiori a chi scriveva, invece questa forma di rappresentazione deformata della realtà era quella di chi guarda dall’alto verso il basso. Una delle sue prime opere in prosa è la Sonata de otoño (1902) seguita da Sonata de estío (1903), Sonata de primavera (1904) y Sonata de invierno (1905), in tutti questi romanzi il protagonista è il marchese di Bradomin, alterego di valle inclan, un personaggio decadente, un bohemienne, una figura dalle fattezze molto ricercate e un inquieto che fallisce in questi vari passaggi della sua vita. TEATRO:

Dopo questa prima produzione di romanzi scrive "Comedias bárbaras" (Águila de blasón, 1907, Romance de lobos, 1908, Cara de plata, 1922) e la trilogía de la guerra carlista (Los cruzados de la causa, 1908-9, El resplandor de la hoguera, 1909, y Gerifaltes de antaño, 1909). Nel 1916 pubblica un saggio estético mistico che si intitola la La lámpara maravillosa, importante poichè describe in esso la sua concezione del testo drammaturgico, di che cos’è il teatro. Dal 1913 comincia a sperimentare quella che è la sua proposta più rivoluzionaria: la costruzione degli esperpentos. Questa sua sperimentazione culmina nel 1920 quando pubblica Divinas palabras (1920) y las farsas: Los cuernos de don Friolera (1921) y Luces de Bohemia (1924). In questo ultimo stile esperpéntico, votato alla deformazione caricaturale degli oggetti e dei personaggi rappresentati, scrisse anche il romanzo Tirano Banderas e la serie narrativa de El ruedo ibérico. JACINTO BENAVENTE Altro autore teatrale, importante nella storia del teatro spagnolo, rappresenta una proposta teatrale esattamente opposta rispetto a quella di Valle Inclan perchè il suo teatro è borghese, rivolto esclusivamente alla classe borghese. La sua opera più importante è El nido ajeno, è un teatro che vuole rappresentare la vita della classe borghese di fine dell’800 all’inizio del ‘900 in modo realístico, si parla di realismo costumbrista, poichè attento alla descrizione dei dettagli, degli usi delle tradizioni con però dei tocchi espressivi di tipo modernista. È una poposta teatrale con una funzione meramente edificante, di distrazione, di descrizione dei pregi e dei difetti di quel piccolo mondo che intendeva costruire. Il suo è un teatro che ebbe molto successo, scrisse centinaia di opere, e fu un teatro in voga fino agli anni 30 e 40. La proposta dramaturgica di Valle Inclan convive con quella di Benavente, e ne rappresenta un totale superamento, ma in qualche maniera siccome il teatro di Valle Inclan èmolto più elitario e in un certo senso di scarso successo di pubblico, dato che non era un teatro fácilmente comprensibile, quello di Benavente è molto facile, rappresentando la realtà in modo realístico con tutti i suoi problemi, le sue questioni, la sua banale quotidianità e dunque è il teatro che si contrappone perfettamente al teatro di Valle Inclan.

SECONDA LEZIONE LETTERATURA SPAGNOLA PIO BARROJA È un altro dei grandi romanzieri di fine 1800 e primi decadi del 900, il suo romanzo Camino de Perfeccion (1902) è uno dei 4 grandi romanzi epocali che segnano questa

rivoluzione modernista nella storia del rom...


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