Palladio - Itinerario nell\'arte, vol. 2 PDF

Title Palladio - Itinerario nell\'arte, vol. 2
Course Arte - 5 anno
Institution Liceo (Italia)
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Riassunto Palladio...


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PALLADIO Nacque a Padova nel 1508. Lavorò inizialmente a Vicenza come manovale e solo dopo aver conosciuto il letterato Gian Giorgio Trissino poté avere un’educazione umanistica. L’amico, come era abitudine fare nei circoli letterari gli aveva dato il soprannome Palladio (sacro a Pàllade Athena, dea della sapienza) . A Roma ebbe modo di vedere le architetture di Bramante, Raffaello e Michelangelo. Inoltre studiò i monumenti classici e disegnandone piante, prospetti e sezioni in proiezione ortogonale. Molti di questi disegni costituiscono un nucleo importante del suo trattato i quattro libri dell’architettura, pubblicato nel 1570. Palladio svolse la propria attività soprattutto a Vicenza ma portò contributi anche al rinnovamento urbano di Venezia, città nella quale si trasferì quando assunse la carica di architetto ufficiale ( proto) della Serenissima. Morì a Vicenza nel 1580. DISEGNO La maggior parte dei disegni si conservano a Londra e a Vicenza. Il disegno per la facciata di un palazzo sull' acqua fa parte della collezione italiana, eseguita in proiezioni ortogonali su linee a punta d’avorio successivamente ripassate a penna. Palladio traccia la facciata di un edificio da realizzarsi sull’acqua . lo si capisce dai 3 ingressi, i cui gradini d’accesso iniziano a un certo livello del basamento. I vuoti ( le aperture) sono acquerellate, mentre gli oggetti sono definiti da ombre leggere. LA BASILICA Il suo 1 lavoro di rilevanza fu la realizzazione delle logge del Palazzo della Ragione a Vicenza, meglio noto come la Basilica. Il suo intervento era teso a dare un nuovo involucro alla sede delle magistrature pubbliche della città, un edificio 400esco dalla pianta irregolare. Nel rispetto dei 3 varchi preesistenti e la sua volontà ordinatrice convinsero Palladio a includere entro un ordine di pilastri con semicolonne addossate, un complesso di serliane doppie, che in tal modo occupassero tutto lo spessore del muro. Palladio apportò vari accomodamenti cambiando volta per volta la distanza fra i pilastri e le coppie di colonne che sostengono gli archi delle serliane. LE VILLE Fra le più note realizzazioni di Palladio ci sono le numerose ville nella campagna veneta. All’epoca le ville non erano considerate solo come la residenza di campagna come luogo di svago, come avveniva in Toscana, ma soprattutto come un’unità produttiva. È per questo che accanto alla struttura abitativa si trovavano stalle, scuderie magazzini e depositi per attrezzi necessari per la conduzione delle terre. La pianta è solitamente di forma quadrata o rettangolare con uno o più loggiati; il salone centrale è l’ambiente principale dell’edificio attorno a cui si dispongono le scale e tutti gli altri ambienti. VILLA BARBARO Risalente all’inizio anni 50 del 500 è un esempio notevole di villa palladiana. Fu commissionata Barbaro con i quali Palladio era in stretta relazione. In questo edificio lo spazio residenziale, ottenuto anche inglobando e trasformando la vecchia villa ereditata dai fratelli Barbaro, è costituito essenzialmente dal corpo centrale avanzato. La facciata è trattata a bugnato dolce, ma grazie alle colonne ioniche giganti e la solenne terminazione a timpano assume l’aspetto del fronte di un tempio. La trabeazione spezzata è una citazione dell’Antico, mentre i festoni ricostituiscono visivamente l’integrità della trabeazione, gli stucchi del frontone si devono invece alla sovrintendenza di Paolo Veronese. LA ROTONDA Un caso a parte è costituito dalla Villa Almerino-Capra meglio conosciuta come la Rotonda. Commissionata da Paolo Almerico e costruita sulla sommità di una collinetta poco fuori Vicenza, è una villa pensata non solo come abitazione ma come luogo di intrattenimento ( concerti e gare poetiche ). Si tratta di un edificio a pianta quadrata con una ripartizione degli ambienti interni raggruppati attorno a un salone circolare coperto da una cupola. In ognuna delle 4 facciate si apre un accesso preceduto da un classico pronao esastilo al quale si arriva con una scalinata. La villa, al pari di un tempio romano, è come sollevata su un podio. Questa caratteristica ricorre spesso nelle ville palladiane.

CHIESA DI SAN GIORGIO MAGGIORE Nel 1965 Palladio la ricostruisce la chiesa benedettina dove affronta due temi già affrontati fra 400 e 500: il disegno della facciata di un edificio basilicale a tre navate e quello di una pianta che leghi un corpo longitudinale a uno accentrato. La facciata rivestita in pietra d’Istria con un unico accesso, corrisponde alla sola navata centrale, di 4 semicolonne composite su alti piedistalli sormontate da una trabeazione. La pianta comprende un grande ambiente rettangolare diviso in 3 navate dal quale sporgono 2 esedre, corrispondenti alle opposte estremità del transetto. Seguono un presbiterio quadrato di poco sopra elevato e un coro per i monaci che si conclude a semicerchio. Nonostante la grande estensione longitudinale dell’edificio chiunque si trovi al di sotto della cupola ha l’impressione di essere comunque in uno spazio centrico. Ciò è dovuto ala poca differenza delle dimensioni delle 3 navate e alla brevità delle campate. L’interno della chiesa si caratterizza per le coperture con le volte a botte della navata centrale e con volte a crociera nelle navate laterali. Le pareti sono scandite da semicolonne composite su un piedistallo, addossate a i pilastri. Ampie finestre a lunetta che si aprono alla base delle volte, che ricordano esempi di antiche basiliche romane ed edifici termali. IL REDENTORE La chiesa del redentore presenta una facciata costituita dall’intreccio di 2 schemi templari, uno più piccolo corinzio, e uno più grande composito, poggianti su uno stesso piano; tuttavia è lo schema maggiore a determinare l’effetto dominante. Questo infatti si compone di 2 grandi semicolonne che sostengono un frontone triangolare. Lo schema minore, invece, è impostato con paraste che sostengono 2 semi-timpani. L’interno dell’edificio è a una sola navata rettangolare con 3 cappelle per lato. Il presbiterio al quale si accede attraverso un arco ha la forma accentrata. Infatti delle 3 esedre, 2 costituiscono i bracci del transetto, mentre la 3° delinea un’abside attraverso la quale si intravede il coro. La grande volta lunettata è non a caso la stessa degli antichi edifici termali romani. Il riferimento al mondo classico, infatti, per Palladio non è mai condizionante, ma riprende il classicismo in modo sempre libero e originale. TEATRO OLIMPICO Nello stesso anno della sua morte iniziò la costruzione del Teatro Olimpico . l’opera condotta a termine dall’allievo Vincenzo Scamozzi è stata infatti costruita tenendo presenti i passi che Vitruvio dedica questo tipo di edificio nel suo trattato di architettura. Una ripida cavea è conclusa in alto da una colonnato trabeato sormontato da statue che ne esaltano la verticalità. Essa racchiude l’orchestra ( non semicircolare come richiederebbe il testo vitruviano, per mancanza di spazio ) e fronteggia i palcoscenico dietro al quale si dispone uno scenario architettonico fisso. La scena in 2 ordini sovrapposti e un attico. La struttura è coperta, mentre i teatri romani erano all’aperto, ma il soffitto è dipinto simulando un cielo con delle nuvole. Una delle grandi innovazioni di Palladio sta nelle tridimensionalità. Infatti delle 3 aperture del fronte si dipartono 5 strade che sembrano lunghissime grazie all’illusionismo prospettico. Ciò permette di fingere una grande profondità....


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