Passi dal Simposio - Appunti per esame PDF

Title Passi dal Simposio - Appunti per esame
Course Storia della filosofia II
Institution Università degli Studi di Perugia
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Appunti per esame...


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IL MITO DI EROS

Simposio 203b/204b -Dunque, quando nacque Afrodite, gli dei tenevano banchetto, e tra gli altri c’era anche il figlio di Metis, Poros. E dopo che ebbero cenato, giunse Penia per mendicare, poiché il cibo era stato suntuoso, e stava alla porta. Poros intanto, ubriaco di nettare –il vino infatti non c’era ancora- era entrato nel giardino di Zeus e, appesantito dall’ebbrezza, dormiva. Penia allora, proponendosi, per la propria povertà, di avere un figlio da Poros, si distende accanto a lui e concepisce Eros. Per tale ragione, del resto, Eros risulta seguace di Afrodite e dedito al suo servizio: egli infatti è stato generato durante la festa per la nascita di lei, e al tempo stesso è, per natura, amante della bellezza e di Afrodite, che è bella. In quanto è figlio di Poros e di Penia, dunque ad Eros è toccata una siffatta sorte. Anzitutto, è sempre povero, e ben lungi dall’essere morbido e bello, come crede il volgo; piuttosto è ruvido e irsuto e scalzo e senza asilo, si sdraia sempre per terra, senza coperte, dorme a cielo scoperto davanti alle porte e sulle strade, e possiede la natura della madre, sempre dimorando nell’indigenza. Secondo la natura del padre, d’altro canto, ordisce complotti contro le cose belle e le cose buone: invero, è coraggioso e si getta a precipizio ed è veemente, è un mirabile cacciatore, intreccia sempre delle astuzie, è desideroso di saggezza ed insieme ricco di risorse, passa tutta la vita ad amare la sapienza, è un terribile mago, e stregone, e sofista. E la sua natura non è né di un immortale né di un mortale: in una stessa giornata, piuttosto, ora è in fiore e vive, quando trova una strada, ora invece muore, ma ritorna di nuovo alla vita grazie alla natura del padre; ciò che si è procurato, peraltro, a poco a poco scorre via, cosicché Eros non è mai né sprovvisto né ricco, e d'altro canto sta in mezzo tra la sapienza e l'ignoranza; le cose stanno infatti nel modo seguente. Nessuno degli dei ama la sapienza, né desidera diventare sapiente, poiché lo è già. Se poi c'è qualcun altro ad essere sapiente, neppure costui ama la sapienza. D'altro canto, nemmeno gli ignoranti amano la sapienza, né desiderano diventare sapienti. Proprio in questo, difatti, l'ignoranza è insopportabile, nel credere, da parte di chi non è bello né eccellente e neppure saggio, di essere adeguatamente dotato. Chi non ritiene di essere privato, dunque, non desidera ciò di cui non crede di aver bisogno.-Chi saranno allora, o Diotima,- chiesi io -gli amanti della sapienza se non lo sono né i sapienti né gli ignoranti? -A questo punto la cosa è ormai evidente- disse -anche per un bambino: saranno coloro che stanno in mezzo a questi due, e tra di essi vi sarà anche Eros. In effetti, la sapienza fa parte senza dubbio di ciò che è di più bello, ed Eros, dal canto suo, è amore al riguardo della bellezza, cosicché necessariamente Eros sarà amante della sapienza ed essendo amante della sapienza, sarà nel mezzo tra il sapiente e l'ignorante....


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