Paul Ekman i volti della menzogna PDF

Title Paul Ekman i volti della menzogna
Course Fondamenti di fisiologia e psicologia umana
Institution Università degli Studi di Milano
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riassunto i volti della menzogna di Paul Ekman...


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PAUL EKMAN “I VOLTI DELLA MENZOGNA” Citazioni: “le bugie possono essere crudeli, ma a volta anche la verità lo è.” Esempi di menzogne: Hitler con Chamberlain sugli accordi per la Cecoslovacchia, caso Nixon, il poker, saluti di cortesia (non si dice il vero stato d’animo). I processi di interazione si basano sul funzionamento simultaneo di elementi verbali, intenzionali, paralinguistici, e cinesici. Scoprire una menzogna è più facile perché l’uomo ha difficoltà ad usare due o più sistemi comunicativi allo stesso tempo (linguaggio e corpo). Una volta che si suscita un’emozione si applica una espressione mimica che è condizionata da fattori come intensificazione, attenuazione, neutralizzazione, dissimulazione, mascheramento. Micro espressioni e micro gesti sono stati scoperti con i video a velocità ridotta su alcuni casi. Più sono intense le emozioni, più è probabile che la menzogna si tradisca involontariamente, le emozioni passate sono facili da dissimulare, ma è più difficile coprirne una nel momento in cui si mente. Gli attori sono bugiardi ma il pubblico sa di lasciarsi ingannare. Per l’autore chi dice una menzogna, intende trarre in inganno deliberatamente un altro individuo. Esistono due modi di mentire: dissimulare e falsificare. Il primo nasconde certe informazioni, mentre nella seconda si presenta un’informazione falsa. Molti preferiscono dissimulare perché è più facile nascondere qualcosa che dire una bugia. L’affermazione di non ricordare bene qualcosa è una via di mezzo tra le due (Watergate di Nixon). Per dissimulare le forti emozioni è più facile indossare una maschera e provare una finta emozione che restare immobili. Nel poker un esperto giocatore deve essere capace di non manifestare nessuna emozione. Il sorriso è la maschera più usata (joker), è la posa più facile da assumere. Un’altra soluzione di non manifestare l’emozione è ammetterla ma attribuirlo a una causa fittizia oppure esagerare la verità, dire la verità ma solo in parte, risposta evasiva con una conclusione sbagliata. Esistono due tipi di indizi: rivelatori, che mettono a nudo la verità e di falso quando il comportamento del mentitore fa capire soltanto che mente, ma non si scopre la verità. CAP 3: PERCHE’ LE BUGIE FANNO FIASCO: ci sono due ragioni per la quale colui che mente è portato ad essere scoperto: il pensiero e le emozioni. Anche quando si cambia strategia colui che mente tende a non ricordarsi quello che aveva detto in precedenza e di conseguenza si contraddice. Una truffa preparata bene è ripassare la storia alla perfezione e mettere lievi errori. Quando invece entrano in gioco i sentimenti è difficile dissimulare un’espressione del viso, l’emozione è automatica. Quando un’emozione si attiva per gradi sono relativamente facili da nascondere, mentre quando un’emozione si instaura gradualmente e rimane contenuta, talvolta lo sforzo di nasconderle risulta quello a dare nell’occhio. Coprire un’emozione con un’altra è ancora più difficile, un esempio sono le ciglia, che nella paura si sollevano ma se si vuole esprimere rabbia bisogna aggrottarle. Una volta entrate in gioco le emozioni, devono essere nascoste se l’inganno non vuole essere tradito, ma ce ne sono tre in particolare che meritano attenzione: • La paura di essere scoperto: avere un’idea di quanta paura si possa provare sarebbe utile per diminuirla o dissimularla. Molti fattori possono determinare l’intensità di questo sentimento come le abilità della vittima potenziale (se è facile da abbindolare o non si lascia ingannare facilmente). La fiducia in se stesso riduce al minimo la paura di essere scoperto. È sempre utile un certo livello di apprensione per chi mente. Un altro fattore che interviene nell’ansia di essere smascherato è la personalità del mentitore. Il non provare grande apprensione è uno dei segni della personalità psicopatica. I miglior manipolatori sono estremamente individuali e competitivi e hanno bisogno di due abilità diverse: adattare una strategia fondata sull’inganno e sviare i sospetti in un incontro faccia a faccia. Un altro fattore è la posta in gioco, maggiore la posta maggiore l’emozione, a volte però la ricompensa non è tutto ma è proprio la continua voglia di vincere. Il rischio di perdere comporta due tipi di punizione: quella che è in serbo se l’inganno viene scoperto e quella legata allo stesso atto di mentire. Il mentitore cerca di far capire al suo destinatario che ne verrà beneficiato pure lui, anche più di se stesso. Riassumendo l’apprensione per il rischio di essere scoperti è massima quando: 1. Il destinatario ha fama di essere duro da raggirare, 2. La vittima è sospettosa fin dall’inizio, 3. Il mentitore ha poca pratica e nessun precedente successo, 4. Il mentitore è particolarmente sensibile alla paura di essere colto in fallo, 5. La posta in gioco è alta, 6. Sono in gioco sia ricompense che punizioni; o comunque è in gioco una punizione, 7. La punizione per bugia smascherata è grande, oppure la punizione per la colpa di nascondere è così grande che non c’è nessun incentivo a confessare, 8. Il destinatario non trae nessun vantaggio dalla menzogna. • Il senso di colpa per aver mentito: il senso di colpa si prova per il fatto stesso di mentire, può essere lieve o far fallire l’inganno. La vergogna è affine al senso di colpa, ma richiede la disapprovazione o scherno degli altri, mentre il senso di colpa è personale, senza pubblico. La mancanza di senso di colpa e vergogna è un altro dei segni dello psicopatico e diminuirà se non c’è comunanza di valori tra autore e vittima dell’inganno. In alcuni casi poi la menzogna è autorizzata, quando l’altra parte non condivide i

nostri valori (spionaggio, medico -> paziente) e menzogne altruistiche (il medico che dice al bambino che i suoi genitori stanno bene). Il senso di colpa aumenta quando la menzogna non è autorizzata, più è grave il danno alla vittima più il senso di colpa potrà crescere. Riassumendo il senso di colpa sarà massimo quando: 1. Il destinatario non è una vittima volontaria, 2. L’inganno è totalmente egoistico e il destinatario non ne ricava alcun vantaggio, in particolare se la sua perdita è almeno pari al guadagno del mentitore, 3. L’inganno non è autorizzato dalla situazione, che prevede invece un rapporto d’onestà, 4. Chi mente non esercita da lungo tempo l’arte di mentire, 5. Autore e vittima dell’inganno condividono gli stessi valori sociali, 6. Autore e vittima si conoscono personalmente, 7. La vittima non può essere incolpata per la sua meschinità o ingenuità eccessiva, 8 la vittima non ha ragione di aspettarsi un inganno, anzi l’autore ha agito in modo da guadagnarsi la sua fiducia. • La soddisfazione di aver beffato qualcuno: qua si parla di sentimenti positivi legati all’eccitazione di aver beffato qualcuno. il piacere varia d’intensità che varia a seconda dell’ansia. Per accrescere il sapore della beffa sono il destinatario riconosciuto come osso duro, tenere al presente della cosa altre persone, e se le persone sono presenti al misfatto il piacere è al culmine. Riassumendo il piacere della beffa è massimo quando: 1. La vittima pone una sfida, avendo fama di osso duro, 2. L’inganno stesso è una sfida, a ragione di ciò che dev’essere dissimulato o delle invenzioni che richiede, 3. Altri osservano o sono al corrente della cosa e apprezzano l’abilità del mentitore. CAPITOLO 4: RICONOSCERE L’INGANNO DALLE PAROLE, LA VOCE O I GESTI: non è semplice cogliere sul fatto la bugia, ci sono troppe fonti da tener d’occhio: parole, pause, tono di voce, espressioni, movimenti del capo, posizione, respirazione, rossore o pallore, sudore ecc. il primo aspetto su cui dobbiamo concentrarci sono le parole, perché il mentitore attuerà una grossa censura e occulterà i messaggi che non vorrà mandare, mentre un’espressione o un tono di voce può sempre essere negato. Il secondo aspetto è il volto, la sede primaria per manifestare le proprie emozioni, sebbene non dà informazioni sempre attendibili (non si sa esattamente di che emozione si tratti). Solo pochi si rendono conte delle proprie facce perché quando proviamo un’emozione i muscoli facciali si attivano in maniera automatica. Il terzo aspetto è la voce che cambia con le emozioni e soprattutto quando ci ascoltiamo al registratore. Anche il corpo svolge la sua parte ma l’interlocutore non sposterà mai il focus su quello. Certi errori dovuti alla menzogna sono dovuti alla discrepanza fra le parole, la voce, i gesti e l’espressione facciale. LE PAROLE: Freud diceva che un lapsus -> sbagli che capitano nella vita di tutti i giorni non sono accidentali, ma eventi significativi che rivelano conflitti interni, qualcosa che non si desiderava dire, è un modo di tradire se stessi. “la soppressione dell’intenzione di dire qualcosa è la condizione indispensabile per la comparsa di un lapsus”, la soppressione potrebbe essere deliberata se il soggetto mente. Dal contesto si rivela se un lapsus è prova di menzogna, questo non vuol dire che chi non fa lapsus non mente. È suggestivo supporre che i lapsus avvengano quando si vuole essere smascherati, quando c’è un senso di colpa. Un altro modo in cui il bugiardo può tradirsi è con le tirate declamatorie, l’informazione sguscia fuori, trabocca a fiotti e il mentitore se ne accorge troppo tardi, tutto dovuto all’emozione (furore, spavento, orrore). La quarta fonte di indizi sono i giri di parole evasivi e complicati. Alcuni soggetti danno risposte abbondanti, più di quello che si era richiesto, ma alcuni mentitori sono troppo furbi per dare questo tipo di risposte, ma il rischio è di malgiudicare una persona che è evasiva di suo (Effetto Brokaw). LA VOCE: il primo sospetto di un inganno sono le pause (lunghezza e frequenza) o l’intromissione di non parole (uhm, ehm), ripetizioni e parole ripetute a metà. Questo succede per due motivi: il mentitore non si aspettava una domanda del genere, oppure il livello di apprensione alto di essere scoperto. Il tono di voce: quando c’è una emozione, nel 70% la voce diventa più acuta in situazioni di turbamento (rabbia o paura), mentre cala di tono con tristezza e dispiacere (non è certo). Altre componenti sono l’accelerazione e l’aumento di volume con collera e paura e rallentamento e abbassamento di volume con la tristezza. La voce acuta non è segno di falsità: è segno di paura, collera e eccitazione. Una persona sincera temuta di non essere creduta può avere la stessa alterazione di voce (errore di Otello). Nessun indizio di falsità è attendibile per tutti gli esseri umani, ma singolarmente o in combinazione possono aiutare a giudicare la sincerità della maggior parte delle persone. Bisogna anche considerare che la persona sia un attore nato capace di nascondere le proprie emozioni. L’autore mette in dubbio tutte le macchine create per scoprire la verità solo attraverso la voce, ma questi giocattoli sono solo indicatori di stress. IL CORPO: i movimenti corporei si alterano in condizioni di stress. fare spallucce e mostrare il dito sono due esempi di gesti emblematici, questi segnali non verbali hanno un senso molto preciso, noto nell'ambito di un certo gruppo culturale. questi gesti sono sempre eseguiti deliberatamente ma ci sono delle eccezioni: oltre ai lapsus linguae esistono anche i lapsus gestuali -> il soggetto si lascia sfuggire un gesto che tradisce qualcosa che sta cercando di nascondere. ci sono due elementi che fanno capire che un gesto è involontario: 1. che viene eseguito solo un frammento del gesto, 2. è eseguita fuori dalla normale posizione di presentazione, di solito si fa vedere ad altezza torso, o in faccia al destinatario, ma in questo caso mai nella posizione regolamentare. sono veri e propri segni di persone che mandano un messaggio che non vorrebbero rivelare. Esistono anche i gesti illustratori, che possono offrire indizi di falso, ma sono completamente diversi dai gesti emblematici/lapsus perché nelle menzogne i primi diminuiscono; i gesti illustratori si

chiamano così perché illustrano il discorso mentre viene pronunciato. l'indizio di una possibile bugia viene dal fatto che quando una persona parla gesticola meno del suo solito. la gestualità aumenta con la partecipazione al discorso, lo si fa di più quando si è arrabbiati, inorriditi, in preda all'agitazione, dolore o entusiasmo. Si Gesticola di meno invece quando non c'è nessun investimento emotivo in quello che si dice, lo si fa quando si è distratti, annoiati, disinteressati o rattristati. succede anche che una gesticola poco quando pesa le parole. quando mentono i soggetti gesticolano meno che dicendo la verità. la differenza tra lapsus gestuali e illustratori, è che i primi mandano un messaggio specifico e si ha un gesto ben definito, mentre i secondi implicano una vasta gamma di movimenti e trasmettono un messaggio vago; se si nota poca gestualità prima di dire che mente una persona bisogna prendere in considerazione tutte le altre ragioni che potrebbe indurlo a pesare le sue parole (effetto Brokae-Otello). un terzo tipo di movimenti corporei: le manipolazioni -> sono tutti quei movimenti che strofinano, massaggiano, pizzicano, stuzzicano, graffiano una parte del corpo, tipicamente è la mano ad eseguirli e possono entrare in gioco oggetti pretesto come penna, fiammiferi, sigaretta, fermagli etc. sono comportamenti ai margini della coscienza. quasi tutti hanno un gesto favorito come girare l'anello, strapparsi le pellicine etc. la manipolazione cresce in momenti di disagio ma solo nelle situazioni più formali (dove non c'è familiarità). la differenza della posta in gioco durante la menzogna spiega le manipolazioni, in cui entrano in gioco ansia, sorvegliare questi gesti, disagio e fa si che succeda questo tipo di schema: la manipolazione cresce, viene notata, viene soffocata, scompare per qualche tempo, ricompare, di nuovo notata e poi soppressa. però ci sono vari indizi che ci fanno capire che le manipolazoni non sono attendibili e sono: la variabilità individuale nella frequenza e nel tipo di manipolazioni individuali (effetto brokaw), a questo fenomeno si può ovviare conoscendo qualche precedente dell'indiziato e poi che le manipolazioni aumentano in qualunque tipo di situazione di disagio (effetto Otello), e terzo le manipolazioni sono più facili da inibire, perché la postura è ben controllata e governata quando si mente. INDIZI DAL SISTEMA VEGETATIVO: anche il sistema nervoso autonomo produce alcune alterazioni somatiche degne di nota in concomitanza con le emozioni: nella respirazione, deglutizione e sudorazione. però si è dibattuto sul fatto che questi tipi di alterazioni indicherebbero quanto è intensa una emozione e non di che tipo di emozione si tratta. I veri problemi secondo l'autore essenzialmente sono due: cercare esemplari puri di emozioni, perché nella maggior parte delle volte agiscono insieme una o più emozioni . Il secondo problema nasce dalla necessità di ottenere risposte emotive in laboratorio legato all'impatto con le apparecchiature. l'autore ha ovviato a tutti e due i problemi chiamando attori professionisti (metodo Stanislavski). Negli esperimenti si chiedeva di ricordare un momento in cui avevano provato più rabbia e poi lo stesso con tutte le altre emozioni (paura, tristezza, felicità, disgusto). seconda tecnica: per studiare la meccanica del viso abbiamo eseguito sistematicamente migliaia di movimenti dei muscoli del viso, e mentre c'erano queste contrazioni muscolari si avvertivano alterazione del sistema nervoso autonomo, così hanno fatto fare agli attori movimenti facciali sempre più precisi e gli attori non incontravano difficoltà. da quell'esperimento è uscto che le risposte neurovegetative non sono le stesse in tutte le emozioni. Con rabbia e paura il ritmo cardiaco accelerava mentre la temperatura corporea aumentava per la collera e diminuiva per la paura. quindi ricapitolando, grazie a una serie di indici neurovegetativi possiamo capire quale emozione si sta provando. CAPITOLO 5: INDIZI DI MENZOGNA NEL VISOil viso è capace di mentire e dire la verità e spesso fa entrambe le cose contemporaneamente, contiene ciò che il bugiardo vuole mostrare e ciò che vuole nascondere. il viso è un sistema duplice che comprende espressioni intenzionali e spontanee. Nel mezzo ci sono manierismi e abitudini assimilate che costringono a tenere a bada certe espressioni. la faccia mostra: 1. quale emozione si prova, 2. se due emozioni sono mescolate assieme, 3. l'intensità dell'emozioncae. col crescere il bambino sviluppa le cosiddette regole di manifestazione (imparare a fare sorrisi etc.); secondo alcuni esperimenti quando una persona mente, le sue espressioni più evidenti, quelle più visibili e su cui si concentra l'attenzione degli altri, sono spesso false. una caratteristica del nostro viso è il sorriso, e ne esistono più di 50. per ogni emozione inoltre ci sono una famiglia di espressioni, che sono diverse fra loro. per esempio la collera varia a : 1. intensità, dal fastidio al furore, 2. controllo, da esplosivo a soffocata, 3. tempi di avvio, da istantanea a subdola, 4. tempi di spegnimento, da rapidi a lento, 5. temperatura, da calda a fredda, 6. autenticità, dalla collera genuina a quella che si può fingere per divertimento giocando con un bambino piccolo; e non abbiamo considerato le combinazioni con le altre emozioni. le micro espressioni: sono quelle che passano inosservate e quelle che l'individuo cerca di dissimulare (durano 1/4 di secondo). l'esercizio delle microespressioni consiste nel ripetere sempre più velocemente nell'otturatore delle microespressione e man mano aumentare la velocità; con un esercizio continuo chiunque può scoprire tutte le microespressioni in pochissimo tempo. per questo il sorriso è la maschera più comune. come sempre l'assenza di questi fenomeni non è prova di verità perché ci sono due problemi; ci sono gli attori che lo sanno fare alla perfezione (controllare la mimica) e il secondo problema consiste che una persona può camuffare un emozione perché sono sospettate di mentire benché sincere. la fronte è la sede principale dei movimenti muscolari difficili da falsificare (foto pag.109/111). un altro elemento mimico difficile da falsificare riguarda la bocca.Dopo le microespressioni un'altra possibile Fonte è quella degli occhi che sono considerati la finestra dell'anima ma non offre indizi attendibili per coprire eventuali Inganni. Per quanto riguarda gli altri canali di informazione l'ammiccamento le pupille e le lacrime non sono indizi che fanno trapelare l'inganno. Ci sono poche ricerche su altri cambiamenti visibili nel volto come rossore il pallore e la sudorazione. Poi esistono altri tre indizi che fanno pensare con l'espressione non sia

sincera la simmetria la scelta di tempo e la collocazione nel corso della conversazione. Per esempio rincon torte quindi asimmetriche dove l'azione dei muscoli accentuata su una metà del viso sono in effetti un segno rivelatore Della falsità del del sentimento manifestato. Dopo vari esperimenti si giunge alla conclusione che la simmetria è un indizio dell'emozione non sentita. Quindi la simmetria prova certa Della falsità dell'emozione è solo la certezza il sentimento o L'emozione non sia sentito. Di cui abbiamo parlato sono i tempi di esecuzione il tempo di attacco e di stacco. Le espressioni di lunga durata Generalmente sono un'espressione convenzionale oppure finta. Invece per quanto riguarda la sorpresa i tempi di attacco e stacco Devono essere brevissimi non si parla di sorpresa perché la sorpresa è un'emozione brevissima. Il terzo indizio è la collocazione per esempio le espressioni del viso che non sono sincronizzate come elementi del corpo costituiscono probabili indizi di falso. Invece per ritornare al sorriso l'autore ha elencato 18 tipi diversi di sorriso tutti autentici però l'azione semplice del muscolo zigomatico Maggiore produce il sorriso che si manifesta in caso di autentiche uni positive. Come nell'immagine a pagina 123 la a mentre le altre sono condite con altri sentimenti come paura, disprezzo, tristezza, smorzato, di Chaplin. CAPITOLO 6: PERICOLI E PRECAUZIONIMolte volte le menzogne vanno a segno però esistono delle precauzioni per per ridurre gli errori. La prima precauzione consiste nel rendere più esplicito il processo di interpretazione degli indizi comportamentali. Un'altra precauzione è che nella natura degli errori ci sono due tipi di errori, il non credere alle verità, cioè un falso positivo ...


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