Heine: i tessitori della Slesia PDF

Title Heine: i tessitori della Slesia
Author Martina Cipriano
Course Lingua tedesca i
Institution Università degli Studi di Napoli Federico II
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Summary

Letteratura tedesca 3 (19/04/21)Programma: Congresso di Vienna all’instaurazione del primo Reich Perdurare di eredità classico-romantico e la necessità di superare forme obsolete.Heine nasce a Düsseldorf (che poi passa sotto la giurisdizione della Prussia). Si tratta di un’età che si distingue per l...


Description

Letteratura tedesca 3 (19/04/21) Programma: -

Congresso di Vienna all’instaurazione del primo Reich

Perdurare di eredità classico-romantico e la necessità di superare forme obsolete. Heine nasce a Düsseldorf (che poi passa sotto la giurisdizione della Prussia). Si tratta di un’età che si distingue per l’attenzione alla storia dell’epoca. Autori che si sottraggono con il confronto con la realtà-> cercano rifugio nella natura. Heine-> considerato prototipo dell’intellettuale moderno. Trasformazione della prassi letteraria, che diviene un mezzo per gli autori per inserirsi come protagonisti. -

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Congresso di Vienna (1814-1815) ->fino età Bismarck (1890). Momento in cui potenze europee in seguito a rivoluzione francese e sconfitta Napoleone vogliono ristabilire i privilegi della nobiltà e del clero. Santa Alleanza-> contro cui si scaglia Heine. Si traduce nell’impegno tra Russia, Austria e Prussia-> censura e divieto di manifestazione studentesche. Annessione della Prussia di alcuni territori della Reniana (Heine si trova ad essere franco-tedesco). Misure repressive attuate dagli organi statali Moti del 1848-> scontento della borghesia e dei lavoratori. Tra cui quella dei tessitori della Slesia su cui Heine scrive una lirica. Borghesia: ideologia liberale, valorizza la libertà dell’individuo-> capitalismo di tipo industriale. Proletariato: classe lavoratrice, incentrata sui grandi agglomerati urbani. Stesura di Marx ed Engels del partito comunista. Heine è un intellettuale, non si sente parte del popolo, ma è anche contro la borghesia. Profondamente lacerato Da queste contraddizioni. Età di Bismarck-> sconfitta dei francesi.

Heine: ferocemente critico ed ironico. Di estrazione ebraica, che verrà inserito nelle antologie durante il terzo Reich. Considerare la letteratura non come uno svago, ma come uno strumento per penetrare negli eventi che accadono-> come strumento di lettura e di critica del reale. Non un intellettuale isolato, che vive in una condizione idillica, ma anche si confronta con la società del proprio tempo. Scende a tremendi compromessi pur di continuare a scrivere e lo fa con una feroce ironia. Il suo raccontare tutto questo è uno strumento di critica. Si convertirà al protestantesimo-> che gli servirà per entrare nelle università e lo annuncerà pubblicamente-> mette in evidenza la propria condizione di ebreo che deve vivere di compromessi che diventa strumento di denuncia della miseria della società del tempo. Il problema della censura per lui è centrale, molte delle sue opere sono soggette a tagli-> il suo rapporto con il suo editori sono “battaglieri”. I diari che lui ambienta in Italia sono specchi di ciò che avviene in Germania e lo fa per sfuggire alla censura. L’autoironia è tuttavia fondamentale per lui. È come se creasse un gioco ironico di specchi-> si converte rivelando il motivo per cui lo fa-> scandalo, soprattutto perché il motivo non è religioso ma per un motivo pratico (per vivere devo convertirmi altrimenti non sarei accettato, ma non è

accettato ugualmente né dagli ebrei, né dai protestanti, viene costantemente attaccato dai suoi contemporanei). Correnti principali: Biedermeier e Vormärs (a cui appartiene Heine). Vormärs: primi di marzo-> allusione al periodo che precede i moti del ’48 che accadono a marzo-> corrente del 1815 fino al 1848. A livello dei contenuti contraddistingue quella prassi letteraria caratterizzata da un intensa politicizzazione della scrittura, a cui corrisponde anche l’intento dell’autore di far accedere ad un più ampio pubblico le opere (circolazione delle idee) -> cambio di funzione dello scrittore che si assume il compito di farsi critico della realtà dell’epoca. Gli autori di questa corrente rientrano nel mirino della censura. Biedermeier-> porta avanti un’idea della letteratura come un rifugiarsi nella natura idillica-> risposta algie venti di questo periodo. -

Heine

Autore di liriche e intellettuale critico del proprio tempo (attraverso cui può essere la contraddittorietà dell’epoca in chiave ironica). Attraverso di lui si può vedere passaggio da romanticismo a realismo, anche perché è anche saggista e poeta (che è centrale in lui). Progressivo prevalere della prosa sulla poesia. Cerca sempre di conciliare la vocazione poetica e l’attività politica (tanto poeta quanto intellettuale ironico impegnato a rappresentare la società). Poeta e scrittore eclettico, pungente polemista, giornalista che voleva combattere per tutti gli oppressi e contro l’aristocrazia e clero (unico nemico che mirano a tenere la Germania in quello stato di miseria, essendo lui imbevuto di spirito francese). Lui fu molto vicino a Marx ed Engels-> da un lato contro l’aristocrazia e il clero, dall’altro dalla parte della borghesia contro cui si scaglia perché non combatteva per uscire dalla miseria (drammatiche condizione politico-sociali della Germania). Personalità di spicco per comprendere la lacerazione-> sentirsi lacerati tra opposti-> ebreo ma di cultura tedesca… (rappresenta la lacerazione della Germania). Rivolge l’ironia contro il romanticismo. Scrive dei diari. Mittner-> nella sua storia della letteratura tedesca sottolinea riguardo ad Heine come è stato considerato dalla critica il poeta tedesco più discusso dai tedeschi. Bismarck lo considerava uno dei più grandi poeti; in quanto prosatore è stato tra i più profondi critici, attraverso l’ironia, della situazione politica e sociale della Germania dell’epoca. Mittner lo paragona ad un Don Chisciotte perché è ardito e disperato-> consapevole che nonostante il suo tentativo di porsi contro tutte le classi e ceti dell’epoca è consapevole che le condizioni delle Germania resteranno tali. Heine stesso si paragona ad Chisciotte sottolineando il suo amore per la vita. Popolo da cui temeva di non essere riconosciuto come poeta. Questo paragone serve a rimarcare questa sua lotta per la libertà e gli ideali dello spirito rivoluzionario e vicino alle posizioni di Marx, ma non tanto da sentirsi parte del popolo -> borghesia immobile. Dal punto di vista poetico riprende un simbolo del romanticismo, le querce, come simbolo di forza, per rappresentare i tedeschi, ma usato non come simbolo di forza ma di immobilismo. Sta stravolgendo un simbolo, ma contemporaneamente sta mostrando la realtà delle’poca, in modo ironico, giocando sulla miseria sua e dell’epoca.

Deutschland: sottolinea come tutta la Germania dorma sotto una coperta di neve-> non poteva deridere i tedeschi che nell’immobilità si adagiavano. Il dolore è una chiave attraverso cui leggere la sua lirica. Si gioca riconoscendo come questa situazione sia “tragicomica” -> Heine vuole mostrare con la sua ironia la miseria della vita politico-sociale della Germania. Era un sovversivo nelle forme stesse di scrittura, questo suo spirito critico si può notare anche nel passaggio dalla poesia alla prosa (stravolgimento dei simboli del romanticismo). Quando si contrappone l’Heine poeta a quello intellettuale-> non fu un lirico romantico, ma fu un lirico che partendo dal romanticismo ne capovolge i valori. Fu sempre costretto ad essere dipendente da un ramo della famiglia particolarmente ricco, ovvero quello dello zio-> lacerazione del tempo che è anche una lacerazione di Heine stesso. Heine vicino al movimento proletario, sebbene ne temesse la rivoluzione-> rivolta dei tessitori. Grande lirico amato dai tedeschi, ma vicino agli ideali di Marx ed Engels, pur non sentendosi parte della borghesia. Riconosce che le rivendicazioni del proletariato sono giuste (lo sono perché non si possono negare i valori del nascente comunismo: il diritto al mangiare e alla libertà); ma ha paura che il popolo con le sue liriche non possa far nulla di concreto (il proletariato non lo riconoscerebbe come figura di poeta) -> questo diventerebbe il suo non poter vivere, visto che lui vive anche da scrittore, poeta ed intellettuale (anche lui in qualità di poeta ha diritto al pane). Vicinanza-distanza da Marx fu dovuta al fatto che Heine per vivere accettava forme di sovvenzioni da parte del governo prussiano. Un’opportunista e machiavellico che pur di vivere era disposto a fare di tutto (il suo giustificarsi su questo era “sono misero io che faccio ciò o sono i tempi che sono miseri? Sono misero io che mi vendo o voi che mi costringete a vendermi e mi comprate? Sono misero io che sono costretto a convertirmi o voi (proletari) che non aprite le università ai membri della comunità ebraica?”).

Letteratura tedesca 3 (22/04/21) “Poesie scelte” a cura di Simonetta Carusi, la quale, nell’introduzione dell’opera, sottolinea molto tre aspetti della lirica di Heine: -

Questione del dolore, che è esistenziale ed è strettamente intrecciato alle vicende storiche che accadono in quegli anni Questione della musicalità che ha a che fare con la proclamazione che Heine fa di se stesso in quanto lirico (Heine si sentiva comunque non solo un intellettuale, ma anche sempre un poeta) Questione dell’ironia che è indice di dilacerazione dell’intellettuale e del poeta del tempo, che sono fortemente segnati sia dagli eventi che accadono in quegli anni (da un punto di vista storico-sociale) sia dallo scontro tra le correnti filosofiche.

Lukács, nella sua opera dedicata ai realisti tedeschi del diciannovesimo secolo (in cui si sofferma proprio su Heine), sottolinea come questa dilacerazione di Heine sia strettamente connessa al fatto che egli non appartiene a nessuna classe politica (era infatti vicino agli ideali della rivoluzione francese ma anche vicino a Marx e ai moti popolari-> tuttavia resta una figura isolata di intellettuale. Tutto ciò si ritrova nelle liriche). [Da leggere ALMENO le liriche nominate da Simonetta Carusi (o leggerle tutte e poi selezionare autonomamente delle liriche che sembrano più esemplari per esplicitare la poetica di Heine)]. Posizione ambivalente di Heine soprattutto rispetto al comunismo-> vicinanza-distanza a Marx con cui strinse un’amicizia soprattutto negli anni ’40 dell’Ottocento fino ai moti rivoluzionari del 1848, da qui una

serie di liriche fortemente segnate da questa amicizia e da quella che è la temperie del ’48 (tra cui quella dedicata ai tessitori della Slesia del 1844-> emblematica di questo contesto storico, caratterizzato da moti rivoluzionari, che poi sfociano in quelli del ‘48). Heine sottolinea la sua simpatia per il comunismo (“come si può negare la giustezza che tutti gli uomini hanno diritto di mangiare e come rifiutare quello che è il dogma principale professato dai comunisti” -> ossia il cosmopolitismo, la fratellanza egualitaria di tutti i cittadini liberi nel mondo). Nonostante questa vicinanza Heine guarda anche con spavento alla rivoluzione proletaria->egli infatti afferma che il suo “Buch der Lieder servirà al droghiere per farne cartocci, in cui verserà il caffè o il tabacco per le vecchiette del futuro”. Questa affermazione che può sembrare semplicistica va compresa nella sua ironia ed è proprio in questa ironia che dimostra la sua profonda verità, ossia la distanza tra Heine e la classe del proletariato, rivela la sua profonda solitudine in quanto poeta, perché Heine è sì un intellettuale impegnato (come si vede soprattutto nei suoi scritti critici e satirici), ma si sente anche sempre profondamente poeta (volontà di Heine di tenere insieme questi due aspetti, la dimensione poetica e l’impegno politico, che non intende rinunciare alla sua vocazione di poeta lirico per porsi totalmente al servizio delle idee politiche. Quindi si considerò sempre tanto poeta quanto intellettuale, ironicamente impegnato ad illuminare quella che era la realtà politico-sociale dell’epoca). Tramite Heine possiamo comprendere quelle che sono le profonde dilacerazioni storiche, filosofiche e letterarie (si va verso l’età della prosa, tuttavia lui continua a scrivere in quanto lirico). Nella frase (che può sembrare “semplicistica”) di Heine “con i miei canti il droghiere ci farà cartocci” (nel senso che il droghiere non recepirà il senso profondo della sua lirica), ci sono delle profonde verità-> lui sta giocando in chiave ironica, sottolineando degli aspetti fondamentali: 1. Heine sottolinea che la vittoria del proletariato segnerebbe l’inizio di un’epoca in cui le condizioni della ricezione delle poesie liriche, in quanto espressione di un’intellettualità borghese (che lui criticava) diverrebbe infausta. Quindi la frase ironica di Heine va letta in questa chiave: il mutamento delle condizioni sociali comporterebbe inevitabilmente un mutamento delle condizioni della ricezione delle poesie liriche. Heine sa che comunque la sua produzione lirica è espressione di un’intellettualità borghese che è distante dal proletariato (ritorniamo alle sfaccettature di Heine, che non si riconosceva nemmeno come intellettuale borghese-> anche la borghesia è oggetto di critica). Quindi la ricezione di queste poesie liriche diverrebbe infausta. Heine sa di essere (come lo definisce anche Lukács) comunque un poeta borghese, anche se come intellettuale si pone contro di essa, oltre che contro l’aristocrazia e il clero, a favore del proletariato per rivendicarne i giusti diritti. Stesso problema che si proporrà, nello stesso periodo storico, ma in un contesto totalmente mutato (quello delle Francia), Baudelaire, che sa di dover scrivere in prosa oltre che in versi. Il problema è lo stesso, cioè la questione della ricezione della poesia lirica in quanto espressione di un’intellettualità (che nel caso di Heine è un’intellettualità borghese) in un mutato contesto politicosociale. Nessuno dei due può essere ricondotto esclusivamente alla questione dell’autonomia dell’arte in quanto tale perché, figli di due nazioni diverse, sono entrambi due grandi poeti lirici (“les fleurs du male-i fiori del male” Baudelaire e il “Buch der Lider-libro dei canti” Heine), che si trovano a vivere condizioni di “miseria” differenti-> in Germania è più profonda e conflittuale rispetto alla Francia (infatti non è ancora stata raggiunta un’unità, gli anni della restaurazione sono più duri rispetto alla Francia-> non a caso Heine in Francia ha una libertà di scrittura maggiore che non gli viene invece

concessa nella propria patria). Entrambi si rendono conto di come il mondo vada raccontato attraverso forme diverse dalla lirica, per questo il ricorso alla prosa. Baudelaire inizia a scrivere opere in prosa senza però rinunciare ad essere un lirico. Heine continua a scrivere liriche ed anche i suoi più feroci poemi satirici, come l’Atta Troll, sono lirici, tuttavia teme e sa che non sarà compreso perché sono espressione della borghesia e quindi, nonostante lui sia vicino a quella che è la realtà e le rivendicazioni giuste del proletariato, sa che il mutare del contesto storico-sociale determinerà una ricezione non favorevole delle liriche (da qui la battuta ironica “certo io sono vicino al comunismo. Come negare i dogmi essenziali e tuttavia so che dei miei canti ne faranno cartocci” -> ovvero non saranno in grado di comprenderle. Ciò non è un voler screditare il popolo, ma è un riconoscersi isolato rispetto all’espressione di un mondo che sta tramontando). 2. L’altro aspetto da sottolineare riguardo la battuta ironica di Heine (strettamente legato al primo) riguarda quella che è la difficile condizione del ruolo dell’intellettuale “moderno” -> se per Heine illuminare è “denudare con l’arte della critica” questo esercizio di smascheramento va esercitato a tutto campo, quindi non solo nei confronti dei potenti (aristocrazia e clero), ma anche nei confronti del proletariato, della borghesia. La realtà stessa diventa oggetto di un’analisi critico-ironica spietata, anche se Heine lo fa con un tono scanzonato (Mittner nella sua storia della letteratura tedesca, descrive Heine come una sorta di Don Chisciotte). Troviamo un’incrinatura nella fede nelle ideologie, nell’idea che la storia sia un progresso il cui apice sia una forma di equilibrio, l’eventualità di un cosmopolitismo illuminato (quello in cui più probabilmente si riconosce Heine, quindi di un’armonia del mondo/della storia/delle classi). In questo senso, l’ironia di Heine, intesa come tentativo di distruzione le illusioni sulla pretesa realtà armonica della realtà e illuminare accentuando ironicamente le lacerazioni del presente e della vita di Heine. Nel senso che l’attività di mascheramento va effettuata verso tutti gli aspetti del reale (anche di se stesso), che fa dell’individuo sempre più un soggetto isolato. Questa attività di smascheramento a tutto campo porta inevitabilmente l’intellettuale ad essere un individuo isolato, che non può riconoscersi in nessuna classe-> facendo ciò porta avanti uno smascheramento della realtà, che non può più essere intesa come armonia, avviene uno scontro tra classi sociali, le stesse ferite dell’IO non sono ricomponibili. Chi esercita l’attività di critica a tutto campo resta un isolato. Va tenuto conto del dato biografico di Heine-> nasce a Düsseldorf (fine Settecento), nasce in un contesto segnato dallo spirito della rivoluzione francese (ideali rivoluzionari). Si ritrova poi in un contesto fortemente reazionario, di cui paga lo scotto anche in termini di censura, ovvero di libertà di pensiero. Heine ha già vissuto la disillusione di quelle che erano le aspirazioni della rivoluzione francese con la restaurazione. Vive bambino in questa realtà fortemente segnata dallo spirito francese. Vive poi gli anni della restaurazione. Nel momento in cui scoppiano i moti rivoluzionari degli anni ’40, lui li guarda con favore (altrimenti non si spiegherebbe l’entusiasmo con cui scrive la lirica dedicata ai tessitori della Slesia). Tuttavia l’ultimo Heine (ma anche quello più privato, quello delle lettere) è già intriso di scetticismo (tutta la lettura di Lukács si basa su questa questione: sul fatto che è innegabile l’entusiasmo e la vicinanza per quanto sta accadendo, ovvero la rivoluzione proletaria, ma Heine resta isolato, che emerge nelle liriche). Ci sono liriche più rivoluzionarie che rivelano un Heine che per qualche anno ci crede, così come crede nella possibilità di un cosmopolitismo illuminato, già disilluso, già separato, in quanto si riconosce più vicino alla borghesia (che pure critica, quindi più vicino al proletariato, da cui si riconosce distante in quanto espressione di un’intellettualità borghese, che probabilmente è destinata a finire-> da qui anche il dolore). È un modo per

sottolineare la distanza tra sé e il proletariato, ma la tragedia di Heine (sottolineata da Lukács) è proprio il suo non appartenere a nessuna classe, a nessun partito della Germania. Passo dell’opera di Lukács: “la sua evoluzione lo portò molto al di là dell’orizzonte della piccola borghesia radicale, fino ad un grado relativamente alto di comprensione per la missione storica e la funzione storica del proletariato, ma senza permettergli di unirsi al proletariato rivoluzionario. Heine restò così per tutta la vita in una posizione oscillante tra democrazia borghese e democrazia proletaria” ->un restare sopra le parti, essere un isolato (aspetto su cui si sofferma molto Lukács). L’isolamento è caratteristico dell’intellettuale che vuole smascherare le proprie miserie e quelle degli altri (la propria posizione di individuo lacerato, ma al tempo stesso espressione delle lacerazioni del presente). La storia, poi, ha dimostrato che la realtà non è armonica (in questo Heine fu profeticamente vero), quello delle classi resta uno scontro non ricomponibile-> è l’inaugurarsi del moderno e l’impossibilità di ricomposizione in armonia sia della realtà che della storia (scontri di classe), ma anche dell’individuo. A fine ‘800 si scoprirà l’inconscio. Heine è già moderno poiché mette in luce le dilacerazioni della storia e le dilacerazioni di se stesso in quanto poeta, intellettuale che non si riconosce in nessuna classe. -

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Passo di Lukács: “nella solitudine del sepolcro di materassi (l’ultimo Heine è un Heine malato e ciò trova espressione nelle liriche), nell’atmosfera soffocante della reazione bonapartista, Heine perde la sua fede nell’impulso culturale dato dal socialismo, nel sensuale paradiso terrestre del massimo sviluppo fisico-intellettuale della personalità nel socialismo. Nella prefazione all’edizione francese di Lutezia, p...


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