Pdf - Appunti di diritto penale PDF

Title Pdf - Appunti di diritto penale
Course Diritto penale
Institution Università degli Studi di Brescia
Pages 71
File Size 1.5 MB
File Type PDF
Total Downloads 102
Total Views 145

Summary

Appunti di diritto penale...


Description

19.09.18 Penale II 3 categorie di reato: - reati contro la persona - contro il patrimonio - pubblici ufficiali contro l’amministrazione.

L’odine di accertamento degli elementi del reato dalla dottrina e dalla giurisprudenza 1. Dottrina: - il fatto -> insieme di elementi di natura oggettiva che consentono di accertare un fatto come reato - l’antigiuridicità -> deve essere contrario alle norme del nostro ordinamento, elemento che apre l’ordinamento penale all’insieme dell’ordinamento (non ci devono essere delle norme che contengono tale fatto -> cause di giustificazione) - la colpevolezza -> ho visto che c’è un fatto che sia reato, sia antigiuridico e che sia (non imputabile -> incapace di intendere e di volere, ma) rimproverabile a qualcuno. ---> rimproverabile: coefficiente psichico del soggetto. [- la punibilità -> 4° elemento del reato che fa rientrare tutti gli elementi che condizionano il fatto di applicare effettivamente la pena. Ci stanno anche la cause di estinzione del reato (es. morte del reo, prescrizione)] Schema rigido -> non può essere modificato 2. Giurisprudenza: (modus operandi) Non ha mai esplicitamente rifiutato la struttura ripartita, però segue uno schema che non è coincidente: - individuazione del titolo di reato per cui si procede (es. art. 575 cp) -> pubblico ministero che si trova a valutare quale siano gli elementi da giudicare, la sua prima esigenza è voglio capire in prima battuta qual è la norma, quindi il titolo di reato, che bisogna applicare in tale vicenda. E’ determinato solo dal fatto? 1

NO anche dal diritto soggettivo. Titolo di reato compreso tra i diritti oggettivi e soggettivi. Individuo in positivo gli elementi che fondano la responsabilità di un soggetto - l’eventuale individuazione di norme di parte generale estensive della punibilità (artt. 40 capoverso, 56, 110 cp) -> in comune le tre norme hanno che consentono di punire condotte che non integrano gli estremi del fatto di reato, rientra in ambito di punibilità anche un soggetto che non ha commesso direttamente il reato. Elementi in negativo - l’eventuale individuazione di circostanze aggravanti e attenuanti (es. art. 61 n. 1 cp) -> a volte il fatto che il reato sia più o meno circostanziato può incidere sulla competenza (tribunale, corte di assise) oppure la procedibilità di querela o di ufficio. - l’esclusione (elementi che facciano venir meno la responsabilità): - presenza di cause di giustificazione (es. art. 52 cp); - cause di esclusione della colpevolezza (es. art. 95 cp/scusanti ossia tipo stato di necessità); - cause di non punibilità in senso stretto; [- antigiuridicità.]

Cosa cambia tra 1 e 2? Come colloco l’antigiuridicità -> perché secondo la dottrina io dell’antigiuridicità mi devo occupare prima della colpevolezza, prima di capire se è un atto doloso o colposo, nella giurisprudenza va a vedere prima tutti gli elementi che individuano il reato, circostanze e poi esclusione tra cui antigiuridicità. La questione diventa più rilevante se c’è da valutare in concreto l’antigiuridicità. Dal punto di visita teorico la dottrina prima vuole vedere se è oggettivamente illecito il fatto, se è lecito per causa di giustificazione allora non mi pongo un problema. Prima cosa titolo di reato e poi cause di giustificazione + esclusione. Nell’analisi di un caso conviene seguire se non c’è causa di giustificazione sostanzialmente uguale, se no sono uguali da scegliere tuttavia seguire quella della giurisprudenza rende la trattazione più semplice.

2

Sussunzione -> La corrispondenza del fatto concreto alla fattispecie astratta descritta da una norma incriminatrice: - elemento oggettivo (o materiale) del fatto: - soggetto attivo -> solo nei reati propri; - condotta (azione o omissione) -> comportamento materialmente tenuto dalla gente che deve corrispondere alla sussunzione all’interno della norma incriminatrice; - presupposti della condotta -> elementi oggettivi diversi dalla condotta della gente di cui deve verificare la sussistenza del reato - oggetto materiale -> cosa o persona del fatto - evento -> accadimento/modificazione della realtà distinta dalla condotta (non c’è in tutti i reati, in quelli di evento -> centrale in questi reati è l’accertamento del nesso di causalità) [- nesso di causalità] - offesa al bene giuridico? -> dibattuto se si tratti di un autonomo elemento del reato o si debba considerare implicito -> tipicità apparente perché alla rispondenza degli elementi costitutivi della norma non corrisponde nessuna offesa. (Elemento ulteriore nei casi residuali di tipicità apparente) A una tipicità formale non corrisponde una sostanziale, quindi è solo apparente. - condizioni obiettive di punibilità

20.09.18 - elemento soggettivo (o psicologico) del fatto: (NON sinonimo di colpevolezza) - dolo -> volontà, preveduto e voluto + c’è una figura di dolo che mette in discussione la volontà -> dolo eventuale (Sezioni unite che sono intervenute -> ¾ sentenze che sono importanti es. franzese). Esso è caratterizzato dal fatto che è diverso dalla colpa cosciente attestato per la coscienza del rischio, se non lo ha accettato è colposo. Adesione psicologica non al rischio ma all’evento. Le SU non sono ingenue consapevoli che non si può arrivare a un criterio generale più forte, danno una formula generale e poi indicano una serie di parametri/elementi di 3

fatto che il giudice può tenere in considerazione per vedere se è accettato il rischio dell’evento. - colpa -> mancanza di volontà (negativo) e (in positivo) violazione di una regola cautelare -> individua il perimetro della colpa significa che regole che impongono comportamento che volgono l’evento che deve essere evitato (diverse a seconda che siano colpa generica o specifica); - le ipotesi di responsabilità oggettiva e la necessità di una rilettura costituzionalmente orientata -> cp del 1930 contiene una ipotesi di responsabilità oggettiva (= responsabilità penale in mancanza di dolo e colpa). Visto che la CC non ha dischiarato incostituzionale tutto ma solo in parte come se contenessero il limite della colpa. Ti sei messo in una condizione illecita, adesso ti accolli tutte le responsabilità. Questa lettura costituzionalmente orientata si traduce in prevedibile -> ogni reato deve essere prevedibile.   La differenza tra elemento oggettivo e soggettivo sta nel fatto che nel primo caso l’analisi si deve muovere dall’accertamento del fatto per poi successivamente domandarsi se l’autore del fatto ha agito con dolo o colpa. Nel secondo, al contrario, si parte dall’indagine sull’autore. Si sceglie a seconda che il legislatore abbia collocato il fatto o l’autore al centro della struttura.

Eventuali norme estensive della punibilità: 1. il tentativo di un delitto (art. 56) - elemento oggettivo . la mancanza del delitto . la direzione non equivoca degli atti: .. la lettura soggettiva del requisito -> il fine della gente era quello fare il reato necessità di provare che la finalità era di fare quel reato. .. le letture oggettive A) il criterio degli atti che parlano da sé -> il giudice deve provare che tu volevi farlo ma anche che tu abbia realizzato 4

degli atti che secondo anche un osservatore esterno indirizzano allo svolgimento di tale reato. B) il criterio dell’inizio delle esecuzione -> la giurisprudenza non si attiene tanto. Distingue l’esecuzione dagli atti preparatori, altro modo per dire che sono punibili gli atti esecutivi e non quelli preparatori . l’idoneità degli atti e la non punibilità del reato impossibile (art. 49 co. 2) -> atto deve essere la probabilità/possibilità che quella condotta possa cagionare l’evento [giudizio ex post come causalità] - elemento soggettivo -> l’insufficienza del dolo eventuale (giurisprudenza prevalente) -> dolo di voler commettere quel determinato reato -> la mia azione non era finalizzata a (dolo intenzionale) il tentativo richiede che ci sia una direzione degli atti verso quel reato che però è incompatibile con il dolo eventuale che vede questo in modo più sfumato. 2. il reato omissivo improprio (art. 40 co. 2) - elemento oggettivo . la verificazione dell’evento tipico . la convertibilità della fattispecie commissiva ex art. 40 co. 2 -> non tutte le fattispecie commissive sono convertibili in omissive improprie, quelle che possono impedire un evento (reati di evento) . la posizione di garanzia -> necessità di verificare che sussista in capo alla gente l’obbligo di intervenire per fermare l’evento . il nesso causale (in ambito omissivo bisogna accertare in giudizio …, in ambito commissivo eliminazione mentale) - elemento soggettivo -> reati omissivi + consapevolezza della posizione di garanzia + conoscenza della disponibilità dei mezzi 3. concorso di persone nel reato (art. 110) A) la realizzazione degli estremi oggettivi di un fatto di reato (consumato o tentato) da parte di almeno un concorrente (l’autore) -> misure di sicurezza (art. 115) B) la responsabilità del partecipe (concorrente morale o materiale): . elemento oggettivo (contributo realizzazione del fatto)

causalmente

rilevante

alla

5

. elemento soggettivo (art. 110): -> la regola: dolo (anche eventuale) rispetto alla realizzazione del fatto -> l’accezione (art. 116): prevedibilità della commissione del fatto da parte dell’autore (art. 27 co. 1 Cost.) [il palo risponde se la verificazione del reato di omicidio era concretamente prevedibile] . la comunicabilità delle esimenti (art. 119) . le circostanze (artt. 111, 112, 114, 118)

Circostanze aggravanti e attenuanti - elemento oggettivo - l’imputazione soggettiva delle aggravanti (art. 59 co. 2 cp) -> per le circostanze aggravanti è necessario almeno la colpa

Assenza di cause di giustificazione - analisi dei singoli requisiti della causa di giustificazione - l’eccesso dai limiti della causa di giustificazione e le sue conseguenze - l’erronea supposizione della sussistenza di una causa di giustificazione e le sue conseguenze [eccesso colposo].

Assenza di causa di esclusione della colpevolezza - cause di esclusione dell’imputabilità? - ignoranza inevitabile della legge penale? - le cause scusanti

La punibilità - cause personali di non punibilità (es. figlio che ruba al padre) - cause sopravvenute di non punibilità (es. ritrattazione) - cause di estinzione della punibilità (es. prescrizione) 6

Le formule assolutorie (art. 530 cpp) - il fatto on è previsto dalla legge come reato - il fatto non sussiste - l’imputato non ha commesso il fatto - il fatto non costituisce reato - altre formule di proscioglimento 530 cpp co. 1 -> giudice è convinto che sei innocente, assolto co. 2 -> non sono sicuro né che tu sia innocente che non lo sia, ma tu vieni assolto comunque Il fatto non è più previsto dalla legge come reato Il fatto non sussiste -> no elemento oggettivo del reato Il fatto non costituisce reato -> giudice assolve perché manca elemento soggettivo del reato L’imputato non ha commesso il fatto -> gli estremi ci sono ma lui non è l’autore Formula ad hoc nelle clausole di giustificazione Invocare il co. 3. Corollario di un principio per cui la responsabilità deve essere accertata ogni ragionevole dubbio. Sugli elementi positivi, si trattato di un elemento negativo non ha senso chiedere se l’imputato l’abbia approvato (es. legittima difesa) -> avrebbe imputato in capo all’imputato e non all’accusa l’onere della prova. Se ho il dubbio deve essere assolto, il dubbio è sempre a favore dell’imputato.

7

25.09.18 Caso n° 1 Tizio, armato di un bastone, entra in una gioielleria e, dopo avere minacciato il proprietario, rompe le teche di vetro presenti all’interno del negozio, impossessandosi dei preziosi ivi contenuti. Dopo un primo momento di panico, Caio, il proprietario dell’esercizio, decide di intervenire e, estratta da un cassetto una pistola legalmente detenuta, minaccia il rapinatore di sparare qualora egli non abbandoni la merce sottratta. Tizio, alla vista dell’arma, si dà precipitosamente alla fuga, portando però con sé la refurtiva. Caio insegue Tizio sul marciapiede antistante il negozio e, quando ormai Tizio è salito sulla vettura sulla quale intende darsi alla fuga, esplode un colpo d’arma da fuoco, che attinge Tizio, cagionandone la morte. Interrogato dalla polizia, Caio afferma di avere sparato perché aveva visto Tizio abbassarsi sotto il volante e aveva immaginato che stesse cercando un’arma con la quale coprirsi la fuga. La perquisizione del veicolo compiuta dalla polizia esclude la presenza di alcuna arma sul veicolo, e permette invece di accertare che Tizio si era abbassato per mettere in moto la vettura, della quale non possedeva le chiavi. Valuti il candidato gli eventuali profili di responsabilità sussistenti a carico di Caio.

Risoluzione: - individuare la questione giuridica su cui la traccia ci vuole portare: legittima difesa. - analizzare ciò che il pm può contestare a Caio -> modello giurisprudenziale A. Elemento oggettivo: omicidio doloso (art. 575 -> non inferiore anni 21) - condotta: aver sparato - evento: morto - nesso di causalità: c’è per lo sparo (condicio sine qua non) B. Elemento soggettivo: prospettazione accusatoria ne prospetterà un evento doloso. Che tipo di dolo? -> ai fini della contestazione la forma di dolo non muta l’accusa, tuttavia l’identificazione della forma è apprezzabile A sostegno del dolo intenzionale -> uccisione è proprio lo scopo che ha mosso la mia condotta, fattore dell’inseguimento. Caio ha sparato pensando che Tizio avesse un’arma ciò implica un comportamento volontario -> intenzionale la volontà do ferire A sostegno del dolo eventuale o alternativo -> evento non è lo scopo ma l’agente ha aderito psicologicamente all’uccisione: -> intenzione di ferire, ha messo in conto che sparando avrebbe potuto uccidere Tizio

8

[A sostegno del dolo diretto -> L’evento non è il mio scopo ma sono sicuro che succederà e lo compio comunque (NON C’E’)] A sostegno dell’omicidio colposo: in questa impostazione la colpa è incompatibile con la situazione di fatto A sostegno dell’omicidio preterintenzionale: Caio voleva ferire ma non uccidere C. Cause di estinzione della punibilità: non ci sono perché ha agito da solo D. Le circostanze aggrevanti e attenuanti: provocazione (ottica subordinata) > facciamo finta di niente E. Gli elementi negativi: legittima difesa

Art. 52 - legittima difesa Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio od altrui contro il pericolo attuale di un'offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all'offesa. Nei casi previsti dall'articolo 614, primo e secondo comma, sussiste il rapporto di proporzione di cui al primo comma del presente articolo se taluno legittimamente presente in uno dei luoghi ivi indicati usa un'arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo al fine di difendere: 1. a) la propria o la altrui incolumità: 2. b) i beni propri o altrui, quando non vi è desistenza e vi è pericolo d'aggressione. La disposizione di cui al secondo comma si applica anche nel caso in cui il fatto sia avvenuto all'interno di ogni altro luogo ove venga esercitata un'attività commerciale, professionale o imprenditoriale.

comma I -> generale comma II -> desistenza volontaria comma III -> all’interno esercizio commerciale Come difensore meglio preferire comma III, come attaccante comma I. L’omicidio avviene antistante il negozio non dentro -> le cause i giustificazione si possono applicare in via analogica poiché sono a favore del reo, in questo caso il comma III può essere applicato grazie all’interpretazione analogica sostenendo che l’iter dell’insegnamento è iniziato all’interno. -> in realtà l’applicazione analogica può avvenire se vi è l’estrema ratio e in questo caso non è la stessa poiché con la norma si tutela il senso di sicurezza. Immaginiamo che si segua la strada applicando il comma I poiché è avvenuto fuori dal negozio.

9

26.09.18 Bisogna domandarsi se vi era la legittima difesa reale e una volta esclusa ci si domanda se la legittima difesa è putativa (art. 59 c. IV) - legittima difesa reale -> Prima questione la norma applicabile. Legittima difesa non è un istituto univoco perché dal 2006 è stato diviso. II/III comma escluso per il luogo dove è avvenuto l’evento. In relazione alla condotta dello sparare. Se la ratio della norma possa comprendere un evento che sia iniziato all’interno e poi uscito. Porsi il problema dell’analogia (vietata in ambito penale, a sfavore del reo può essere consentita) è conforme alla ratio del III comma? probabilmente no. Più probabile comma I. Procediamo elemento per elemento: c’era volontarietà, c’era anche la necessità, c’era sicuramente la mancanza di proporzione -> reale quindi non è. -> presuppone un pericolo attuale e un’offesa ingiusta: nella realtà la pistola non c’è tuttavia vi è pericolo attuale di un’offesa ingiusta al patrimonio (Tizio porta con sé la refurtiva) Vi era a necessità? Poteva Caio tornare in possesso della refurtiva con altri strumenti? Manca però la proporzione tra l’offesa del bene del patrimonio e l’offesa cagionata ossia la morte di Tizio. - legittima difesa putativa -> parametro di riferimento art. 52 e 59 c. IV. Art.59

Le circostanze che attenuano o escludono la pena sono valutate a favore dell' agente anche se da lui non conosciute, o da lui per errore tenute inesistenti. Le circostanze che aggravano la pena sono valutate a carico dell'agente soltanto se da lui conosciute ovvero ignorate per colpa o ritenute inesistenti per errore determinato da colpa. Se l'agente ritiene per errore che esistano circostanze aggravanti o attenuanti, queste non sono valutate contro o a favore di lui. -> Se l'agente ritiene per errore che esistano circostanze di esclusione della pena, queste sono sempre valutate a favore di lui. Tuttavia, se si tratta di errore determinato da colpa, la punibilità non è esclusa, quando il fatto è preveduto dalla legge come delitto colposo.

La prima parte della norma non mi dice da che parte prendere il problema, per valutare la causa di giustificazione putativa bisogna partire dalla causa erroneamente supposta ossia cosa credeva l’agente. Il soggetto ammette di aver sparato perché era convinto che stesse cercando un’arma (errore) -> il giudice deve immaginarsi come reali le situazioni e condizioni che il soggetto aveva ipotizzato erroneamente allora poteva invocare la legittima difesa? 10

In relazione a questa situazione (come la pistola ci fosse) ci sono gli estremi per una legittima difesa? Pericolo attuale di un’offesa ingiusta SI, Integrità fisica o vita (prospettiva reale -> putativa ha inviso sul soggetto e non più sul patrimonio). Presupposti reazione -> necessità e proporzione: - Necessità: verificare che non ci siano altre alternative per fronteggiare il pericolo -> passaggio da reale a putativo è cambiato il soggetto del pericolo dal patrimonio alla vita/integrità fisica. Poteva rientrare nel negozio e scappare. [DIFESA: non è sicuro che la situazione che l’evolversi poteva essere lineare e il ladro se ne rientrava in negozio.] - Proporzione: c’è o non c’è la proporzione? Si perché sia perché i mezzi utilizzati sia i beni da ledere (integrità fisica) sono gli stessi. Proporzione di solito riguarda solo i beni in conflitto e non i mezzi, quindi saltare la parte della pistola. Non ci fermiamo qui, escluso la possibilità di condanna per dolo, rimangono aperte: l’assolvere o condannare a titolo di colpa. Assoluzione -> per mancanza di quale requisito? Formula dove viene meno l’elemento soggettivo (causa di giustificazione). Viene meno NON l’antigiuridicità perché il fatto rimane illecito e antigiuridico ma no è rimproverabile perché c’è stato un errore, quindi la volontà si è formata in modo viziato. Considerare se è determinato da colpa -> parametro agente modello. L’errore determinato da colpa, il giudice deve chiedersi se le circostanze erano tali che anche l’agente modello avrebbe commesso lo stesso errore. Se la risposta è SI -> esito assoluzione, se NO -> condanna per omicidio colposo. Se la rapina è stata fatta con un bastone, il ladro non aveva una pistola che se non avrebbe usato f...


Similar Free PDFs