Pedagogia Della Comunicazione Educativa Capitolo Primo PDF

Title Pedagogia Della Comunicazione Educativa Capitolo Primo
Course Pedagogia Generale
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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PEDAGOGIA DELLA COMUNICAZIONE EDUCATIVA LUIGI PATI

Capitolo Primo: ‘’VERSO UN NUOVO UMANESIMO’’

1.1. Perdita di senso e alienazione umana Una riflessione sul tipo di cammino intrapreso dalla società preindustriale ci porta a elaborare diversi quesiti: Quale itinerario esistenziale ha deciso di seguire l’uomo? La maggior parte delle risposte manifestano un accentuato pessimismo. Malgrado il continuo proliferare di mezzi di comunicazione di massa l’uomo contemporaneo è solo. Si trova in una situazione di disorientamento e perdita di senso.(Egli ha la netta sensazione di non avere più la possibilità di confrontarsi). Proprio per questo motivo è adatto utilizzare la famosa intuizione di D. Riesman: vi è la solitudine in mezzo alla folla: oggi è l’ambiente intero che “parla” e rifiutarsi di ascoltare significherebbe rinunziare ad essere cittadini del tempo in cui si vive. La parola è sopraffatta dalle immagini pubblicitarie e dalla propaganda e anche nel caso vincesse la parola, essa risentirebbe fortemente del condizionamento ambientale. La comunicazione interpersonale ha perso il suo alto valore esistenziale. (valutata solo per forma e contenuto a loro volta rifiutatati o accettate secondo la moda).

Per R. Ball la caratteristica principale dell’odierna comunicazione inter-umana è la sua “non- reciprocità” : non chiama il linguaggio in ritorno, sollecita, annuncia, enuncia, detta. Condanna ad ascoltare senza diritto di replica. Tutto ciò porta a capire che l’uomo contemporaneo vive in uno stato di permanente “frustrazione esistenziale”. La società moderna ci impedisce di avverare un’esistenza all’insegna della reciprocità e allo scambio di significati. Di fronte a tale situazione si pone l’impellenza di attivare una riflessione pedagogica:Essa sollecita le varie generazioni ad opporsi al deleterio ed oscuro procedere dell’attuale società, al tempo stesso offre gli strumenti concettuali per la progettazione di alternative di vita diverse da quella negata.La pedagogia svolge il ruolo prioritario di ridare dignità e valore all’uomo. Essa necessita di una concezione dell’uomo come una persona autonoma e creativa, aperta al dialogo col mondo delle cose, delle persone e dei valori. Un simile sforzo richiede una maggiore precisazione della situazione, analizzando alcune sfere della personalità: a. SFERA PSICOLOGICA: 1. L’uomo di oggi è incapace di dialogare con sé stesso: Chi sono io? -> interrogativo che, rispetto alle altre epoche acquisisce maggiore drammaticità, non trova risposta ed accompagna l’uomo per tutta la sua vita. 2. Spersonalizzazione: Con la supremazia della macchina sull’uomo, questi è sempre più emarginato e limitato. Ciò causa “spersonalizzazione” che appiattisce sia la vita sociale sia quella dello spirito. 3. Perdita dell’identità: L’inclinazione ad interrogare sé stessi e l’incertezza sul senso/ significato della propria vita non si risolve con il passaggio da una fase di età all’altra ma anche l’adulto prova il senso di solitudine e di abbandono acuito dall’incapacità di colmare

il vuoto prodotto dalla mancanza d’identità. Ciò spiega il “comportamento opportunista”: il passivo adeguamento agli eventi, senza agire secondo un preciso ideale (piramide dei bisogni di Maslow).4. Difficoltà ad accogliere l’alterità: Il singolo si adegua agli orientamenti esterni e ai modelli culturali dominanti così che possa superare da una parte la frattura esistente tra “ io” e “mondo”, dall’altra possa non sentirsi più solo e impotente di fronte gli avvenimenti. Quando l’uomo si trova di fronte ad un suo simile, egli riesce vedere solo il riflesso del proprio vuoto esistenziale, che lo porta ad uniformarsi con le indicazioni esterne. (L’uomo tratta sé stesso e gli altri come una merce: in campo professionale, al singolo, desideroso di affermarsi, spesso si richiede una personalità “spendibile”, dotata cioè di requisiti come energia, iniziativa, intraprendenza ecc. possedere queste caratteristiche significa avere maggiore considerazione che porta a maggior fiducia in sé. Mancanza di queste ma presenza di altre ma con maggiore valore instabilità psicologica). b. SFERA CONOSCITIVA: 1. Difficoltà a gestire in modo responsabile lo sviluppo tecnologico: Nello svolgersi dei decenni si è passati da un tipo di civiltà fondata sul lavoro manuale ad un tipo di civiltà fondata sul lavoro meccanizzato (fondato su intelligenza meccanica).Il computer è diventato indispensabile per la vita. Inoltre è diventata la macchina a dettare il ritmo di produzione della vita dell’uomo e non più viceversa. 2. L’uomo trattato come cosa tra le cose: Nella società contemporanea i processi scientifici invece di giovare la “liberazione” dell’uomo conducono ad una svalutazione di tutto ciò che è umano. 3. Adeguamento passivo: La mancanza di dialogo tra l’uomo e la sua ragione ha favorito il cosiddetto processo di menticidio: esso

avviene nel momento in cui la mente di una popolazione viene manipolata (dalla macchina) così da non poter trasmettere i valori e la libertà che essa ha perduto. (Esso favorisce lo sviluppo di un adeguamento passivo) 4. Esaltazione dell’utile immediato: Ciò deriva dal fatto che l’uomo ha un adeguamento passivo all’ambiente circostante.

c. SFERA AFFETTIVA: 1. Incapacità di amare: L’uomo del XX secolo non sa comunicare con i proprisentimenti, i quali sono trascurati o negati a differenza della dimensione corporea che viene esaltata. Si riduce la sfera affettiva all’elemento sessuale. (Incontro sessuale). 2. Isolamento: L’incontro sessuale, privato dello strato affettivo, non fa altro cheaumentare l’egoismo della propria persona e il senso di isolamento. Esso è lacaratteristica principale dell’uomo moderno perché si sente soltanto come cosa tra lecose.(Gli uomini cercano di unirsi tra loro ma ciò non riesce a risolvere i loro problemi perché prima devono trovare se stessi). 3. Frattura mente-cuore. L’uomo che è incapace di amare si trova costretto a vivere come un’isola: isolamento. d. SFERA MORALE: 1. Crisi di valori: L’uomo della società industriale trascura il dialogare con il mondo dei valori. Il vuoto valoriale spiega l’instabilità della personalità dell’individuo dal punto di vista psicologico, affettivo e conoscitivo. Ciò provoca estraniazione, sottomissione ecc.. 2. Mancanza di una prospettiva di senso: L’uomo di oggi va sempre più smarrendo la speranza circa il recupero della totalità di senso. Ciò porta ad odiare la vita.

3. Negazione della morte e della sofferenza: Esse precedentemente erano elementi qualificanti della condizione umana, attualmente invece assistiamo alla loro negazione. Sono fenomeni da evitare:  La sofferenza è presa in considerazione solo legata al suo aspetto empirico, provocato cioè dalla malattia. (es. non accettabile che amore e sofferenza si accompagnino il più delle volte)  La morte: fine di ogni cosa 4. Alienazione: Essa deriva dalla mancanza di dialogo con i valori. E’ uno dei più gravi disturbi del processo di comunicazione. Essa impedisce di determinare correttamente sé stessi perché estranea l’uomo da sé stesso, facendogli dimenticare di prestare attenzione a quanto gli dà facoltà di qualificarsi come “essere umano”, ciò implica la perdita di contatto con le altre persone e l’ignoranza della consistenza degli oggetti. A tal fine la pedagogia è chiamata in causa per dare indicazioni circa l’orientamento generale della società ma soprattutto nella prospettiva di un’educazione rispettosa delle esigenze umane.Oggi esistono vari tentativi di riformulazione del rapporto formativo, i quali però risentono troppo spesso della meccanizzazione dei legami, a scapito dei valori. Occorre perciò indicare linee di rinnovata e positiva relazione educativa avendo ben presente l’urgenza di una trasfigurazione della persona. Tutto ciò porta all'ALIENAZIONE → estranea l'uomo da se stesso, facendogli dimenticare di prestare attenzione a quanto gli dà facoltà di qualificarsi come essere umano e lo spinge a migliorarsi: la ricerca, l'adesione ed il perseguimento di scopi e di significati onnicomprensivi. La mancanza del rapporto con se stessi implica anche la perdita di

contatto con le altre persone. L'alienazione tra uomo e uomo conduce alla perdita di legami generali ed estesi. Tutto questo pone l'incubo dell'uomo unidimensionale, esposto a tutte le suggestioni sul piano intellettuale, indisponibile sul piano etico-sociale, impoverito nella sensibilità e anemizzato nel gusto.

1.2. La riscoperta dell’uomo nel mondo Secondo alcuni studiosi ciò che si sta verificando è frutto del fatto che si è esaurita la fase di “sicurezza cosmica” e ciò porta l’uomo ad essere preda dell’incertezza e dell’angoscia.Si avverte quindi l’esigenza di tornare all’uomo, concepito “non come essere teoricamente mal elaborato, ma come un essere di fini, purché s’intenda con ciò l’apertura rivoluzionaria delle sue possibilità, al di la dei condizionamenti che tendono a limitarlo”. E’ necessario prendere in considerazione il “sistema uomo” riferendolo in maniera costante al “sistema mondo”. C’è bisogno di una nuova elaborazione teorica, idonea a ricostruire un positivo legame tra uomo e natura, senza sacrificare l’originalità individuale e promuovere la sanità e l’integrità della persona e del mondo. a. Per un’antropologia dialogale L’antropologia è un “scienza filosofica di base” da cui possono scorgere due indirizzi principali: 1. Uomo come animale razionale: l’uomo è un essere che, appartenente al mondo della materia, emerge da essa in forza della propria ragione. In questo caso è importante il concetto di “elogia”, la quale, trascurando il tema della comunicazione interpersonale, con il fine di comprendere il “mistero uomo”, si suddivide in due direzioni:  si esalta la “mente” + assolutizzazione dell’Io spirituale.  rafforzamento dell’elemento materiale + svalutazione dell’Io.

2. Uomo come spirito incarnato (E. Mounier): Uomo: unità dinamica di spirito e corpo (per il compimento di ciò è necessario entrare in contatto con gli altri uomini). Qui si nega il principio dell’isolamento individuale, assegnando grande importanza al rapporto di comunicazione interpersonale attuatasi nel sociale perché “ogni essere vivente è un incontro” (ognuno con le proprie differenze). • Nell’antropologia dialogale i principi della distinzione, della comparazione e della individuazione hanno un ruolo di primaria importanza: o i primi due (distinzione e comparazione) aiutano a distinguere l’uomo e a paragonarlo con le altre cose dotate di coscienza ( gli altri esseri viventi). o il terzo (individuazione) è un mezzo per conseguire la meta principale della vita personale: il dialogo tra uomo e uomo (dialogo interumano). b. Il primato della relazione • M. Buber sostiene che le parole tra l’Io-Tu e l’Io-Esso costituiscano le due parole base dell’esistenza umana perché sono le due relazioni o atteggiamenti fondamentali della vita dell’uomo e spiegano come l’Io non possa mai essere considerato da solo ma sempre in riferimento ad uno dei due pronomi. • L’uomo, per essere tale, non può mai essere stimato in modo isolato. Egli è continuamente in relazione, si manifesta in un “essere con”, tende alla comunicazione. “ L’uomo si fa Io nel Tu” ed in quanto tale egli “non è mai solo”. Qualora si trascurasse questa dimensione, si rinuncerebbe alla propria umanità, giacché attraverso l’apertura all’altro la persona coglie la propria vera natura. • La persona diventa tale nel momento in cui si apre all’alterità.

c. Mondo individuale e mondo personale Secondo Buber il mondo si presenta sotto una duplice veste, entrambi necessari all’esistenza del singolo: • Il mondo del Tu • Il mondo dell’Esso • Se l’Io viene associato alla parola-base Io-Esso: l’Io si rivela come INDIVIDUO  L’individuo ha piena consapevolezza si sé stesso come realtà psico-fisica distinta dalle altre individualità e questo gli permette di sfruttare l’ambiente circostante. • Se l’Io viene associato alla parola-base Io-Tu: l’Io si rivela come PERSONA  La persona acquista in maniera permanente consapevolezza di Sè e quindi il suo intento esclusivo è quello d’istituire un legame interpersonale. (“Lo scopo della relazione è la sua stessa assenza, ovvero il contatto con il Tu”).  Tutto ciò dà la possibilità alla persona di partecipare alla “realtà dell’essere”. Entrare in relazione non comporta la perdita del proprio equilibrio. Nella soggettività si forma il desiderio di un rapporto relazionale sempre più profondo e di una più incisiva partecipazione al mondo dell’essere. Secondo Buber non è fattibile una netta distinzione degli uomini tra individui e persone perché ognuno vive nell’Io dal duplice volto ma vi sono uomini che presentano caratteristiche che delineano la loro persona cosi da essere considerati persone e lo stesso vale per gli uomini considerati nella loro individualità. d. Lo spazio intersoggettivo Secondo Buber la vera relazione tra le persone si svolge nello spazio intersoggettivo, ossia nella sfera dialogica suscitata dall’incontro tra l’Io e il Tu. (dialogo proviene dal loro interscambio).All’interno della sfera intersoggettiva è presente:

• Il tema della reciprocità(E. Mounier): il rapporto interno si svela al pari di “una provocazione reciproca, una vicendevole fecondazione”. In virtù di esso ciascuno dei termini coinvolti nella relazione è valutato intatta la sua integralità ed autonomia, contro qualsiasi tipo di strumentalizzazione. Buber sostiene esistano tre sfere attraverso cui si costruisce il mondo della relazione: o vita con la natura : (si ricava) il mondo fisico / consistenza o vita con l’uomo : il mondo psichico/ sensibilità o vita con l’entità spirituale : il mondo noetico / validità • Il tema dell’alterità (E. Levinas): egli parla di una vera e propria “epifania del volto”, intendendo insistere sul primato dell’altro nel rapporto Io-Tu e sull’esigenza di un suo riconoscimento che sia oggettivo ed etico. Da un lato: il primato del Tu  asimmetria nel legame Io-Tu dall’altro: la relazione interpersonale come il luogo in cui l’assoltamene l’altro si manifesta. Nel rapporto “faccia a faccia” con il prossimo è come trovarsi al cospetto di Dio. e. Integralità e integrazione umana Buber critica le tendenze individualistiche e collettivistiche, a favore dell’edificazione di un ordinamento sociale atto a tutelare l’originalità personale nella reciprocità dei legami intersoggettivi: individualismo: ha una conoscenza parziale dell’uomo,individuo chiuso, vincolato a propria dimensione. collettivismo: lo riduce a mera parte del tutto, nel quale lo annulla trascura la persona. Favorire l’incontro dell’uomo con il suo prossimo permettere

l’avviamento di un nuovo modello di vita che supera la situazione di riduttivismo e frammentazione Il superamento della solitudine e dell’annullamento dell’uomo si avrà quando il singolo soggetto saprà riconoscere il proprio simile delineato dalla sua alterità, disponibile all’incontro ed alla reciprocità promozionale.N.B. L’unico modo per salvaguardare il principio di unità nella diversità è quello di CREARE UNA MOLTITUDINE DI PERSONE CHE, ANCHE SE TENDONO TUTTI VERSO UN FINE SPERIMENTANO SEMPRE UNO SCAMBIO DINAMICO TRA IO E TU. La comunicazione vera è un divenire.

1.3. Un nuovo orientamento di pensiero: la teoria generale dei sistemi (TGS) Contro ogni tentativo di riduzionismo meccanicistico, contro il concetto di causa-effetto, contro la scomposizione della realtà in particelle tra loro isolate. Aspetto globale della conoscenza. Complessità strutturale degli organismi. Importanza dell’interazione tra i vari fenomeni.“Il tutto contiene di più della somma delle parti”. TGS: il mondo non è un complesso caotico di elementi, contraddistinto dalla legge della causalità lineare, ma come un organismo dotato di principi e leggi coinvolgenti la totalità delle sue componenti costitutive. Ci furono diverse riflessioni in campo filosofico che indicano un’idea di sistema (da Ippocrate poi Eraclito, Vico, Marx ed infine Hegel). Dall’idea di sistema i vari autori desumono modelli, principii e leggi, che, superando l’ambito conoscitivo particolare e perciò la natura concreta degli elementi mediante i quali si mostrano. Con la TGS non si parla più di entità fisiche e dinamiche, ma si discute di globalità di natura completamente generale. Con essa si affronta lo studio delle leggi proprie della “totalità”. È una disciplina

logico- matematica, puramente formale e quindi applicabile a diversi settori scientifici.I principi più generali della storia sistemica possono essere assunti anche dal discorso pedagogico per precisare il rapporto educativo. In questa direzione vanno posti in risalto due concetti (si prestano meglio nel discorso pedagogico che danno un’idea più precisa della TGS): 1. Il Sistema Complesso di parti le quali, dotate di determinate connotazioni, istituiscono tra loro relazioni e che il comportamento di ciascuna di esse risulta contraddistinto dal legame in cui è coinvolto e viceversa. Il singolo elemento per essere veramente conosciuto, va esaminato con riferimento alla condotta di tutti gli altri e quindi a quella dell’intero sistemaLa variazione di una componente si ripercuote sul funzionamento di tutto il sistema.Ha una tendenza alla gerarchizzazione: esso procede dal semplice al complesso; risulta composto da sotto- insiemi strutturati e in relazione tra loro secondo un vero e proprio ordine di priorità. Le parti differenziati in ciascun livello cooperano per formare un’entità organizzata con specifiche funzioni.(Per questo l’ elemento strategico diventa la relazione tra gli elementi). Esistono i sistemi chiusi e i sistemi aperti:es. più basilare di sistema: la famiglia -> omeostasi: il sistema tende a mantenersi in uno stato stabile e stazionario, se si devia troppo dalle norme vengono messi in atto dei processi di feedback negativo che riducono la tensione e ristabiliscono l’omeostasi. 2. Lo stato stazionario “ Si mantiene ad una certa distanza dall’equilibrio vero, ed è pertanto capace di fare del lavoro”.Esso è equifinale:un sistema aperto, pur partendo da condizioni iniziali diverse rispetto a quelle

di altri sistemi aperti, oppure seguendo vie di crescita diverse dalle loro, o, ancora, nonostante le perturbazioni subite nel corso del suo procedere, può raggiungere ugualmente un certo fine stabilito.

1.4. Verso una forma di “meccanicismo strisciante” Von Bertalanffy, nello sforzo di separare i meccanismi di regolazione della direzionalità dei processi giunge ad identificare il principio del feedback o retroazione negativa con gravi ripercussioni nel campo della comunicazione interpersonale. Per tali ragionamenti occorre riflettere intorno alle differenze tra: a. TGS e la cibernetica: (la “scienza dei sistemi” si identifica in due tendenze fondamentali: l’organismica e la meccanicistica; la prima: considera il mondo come una grande organizzazione e mette in luce le leggi e i principii, giustifica inoltre la avidità dell’esistenza della TGS) .La cibernetica è la scienza il cui oggetto di studio sono i messaggi di comando dati alle macchine. I concetti fondamentali di tale scienza sono l’informazione e la retroazione o feedback. • Informazione: notizie circa la disposizione degli elementi costitutivi di un oggetto e le sue caratteristiche. • Retroazione / feedback: informazione intorno ai risultati derivanti dall’azione ,consta di tre elementi: 1. Recettore: riceve dall’esterno alcuni stimoli/messaggi (input), che invia al centro 2. Centro: reagisce trasmettendoli all’effettore 3. Effettore: produce una risposta (output) la quale, è riportata al recettore per determinare la risposta preliminare e, guidando l’azione successiva del sistema, si ottiene il risultato auspicato. 1+2+3 = autoregolazione del sistema. (Estendere il funzionamento delle macchine al comportamento individuale implicherebbe un riduzione dell’uomo ad una semplice parte

della macchina). b. TGS e personalità: E’ errato ridurre tutto l’uomo ad un semplice meccanismo di Stimolo- Risposta ma al tempo stesso è sbagliato trascurare di mettere in risalto le suggestioni offerte da tale dinamismo i fini della migliore comprensione dell’uomo. Non è il concetto di S-R in sé a limitare la libertà e l’unicità dell’uomo bensì...


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