Pedagogia Generale II PDF

Title Pedagogia Generale II
Author Anonymous User
Course Pedagogia speciale
Institution Università degli Studi di Siena
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PEDAGOGIA GENERALE II Appunti

Dobbiamo affrontare il cambiamento, è si importante la tradizione, ma dobbiamo essere bravi a intraprendere nuove strade che ci portano al cambiamento. Ci sono nuove forme di comunicazione che possiamo utilizzare tutti i giorni. Prendere consapevolezza delle ricadute del mutamento sociale sulla vita dei singoli e delle istituzioni educative. In quanto educatori, docenti, formatori hanno nuove responsabilità educative a cui dobbiamo far fronte. MODULI DIDATTICI Suddiviso il corso in 3 parti: con 90 video lezioni 1 Globalizzazione e educazione al futuro - i nuovi bisogni educativi del soggetto umano possono essere accolti nell’epoca globale da chi come dalla scuola, dagli educatori - globalizzazione ci fa cambiare in ambiti poco felici come l’arrivismo che non sono consoni ad un ambiente educativo -globalizzazione e sapere pedagogico - educazione al futuro: l’uomo fa fatica a vedere al futuro e quindi l’uomo non deve appiattirsi l presente, ma guardare al futuro e qui entra in gioco la pedagogia generale per aiutare l’uomo in questo compito - incertezza, identità e progetto di vita 2 la pedagogia della differenza -differenza e istanze interculturali: pedagogia della differenza, in quanto la società interculturale sempre più diversa- diversità etnica, culturale, religiosa, sessuale, -> diversità in noi, tra noi e gli altri, però oggi dobbiamo guardare al nesso tra le diversità interculturali. La differenza non è un fattore penalizzante, ma fattore di novità, fonte di arricchimento reciproco, ci permette di uscire dai nostri schemi e visioni del mondo che ci permette di abbracciare il divenire evolutivo attuale. La diversità va ben gestita, in quanto non va vista come discriminazione dell’altro; gestire la discriminazione nei contesti educativi - differenza e nuova idea di cultura - mediazione e educazione interculturale - solidarietà e responsabilità - disegnare la società globale - la scuola integrata 3 la voce degli autori - Morin - Bauman - Bruner - Montessori INFORMAZIONI AGGIUNTIVE - video lezioni - - dispense

- - test di autovalutazione - - testi di approfondimento in bibliografia SOCIETA' MONDO E NUOVI BISOGNI EDUCATIVI L’OBIETTIVO DELLA LEZIONE È INTERPRETARE UNA NUOVA ESIGENZA DI CONSAPEVOLEZZA CULTURALE CHE COINVOLGE TUTTE LE ETÀ, TUTTI I CONTESTI DELLA VITA MENTRE LA SOCIETÀ-MONDO PONE NUOVI BISOGNI EDUCATIVI, GLOBALMENTE DIFFUSI, CHE CERTAMENTE LA SCUOLA DEVE ACCOGLIERE, ANCHE SE DA SOLA NON PUÒ SODDISFARE. IN QUESTA LEZIONE SI RIFLETTE SULL’IMPORTANZA DI EDUCARE AD ESSERE CITTADINI RESPONSABILI E SOLIDALI SIN DALLE PRIME FASI DELLO SVILUPPO. IL COMPITO DELLA EDUCAZIONE PER IL FUTURO È, INFATTI, QUELLO DI PREPARARE UN NUOVO UMANESIMO INTERCULTURALE ORIENTATO A COAGULARE LE RISORSE DELLE DIVERSE SOGGETTIVITÀ PERSONALI E CULTURALI PER COSTRUIRE LA CONVIVENZA UMANA NELLA LIBERTÀ E NEL RISPETTO, NEL DIALOGO E NELLA RECIPROCITÀ.

EDUCARE ED AGIRE INSIEME Stiamo comprendendo che in un mondo, ormai globalizzato, non possiamo agire per conto proprio, ma dobbiamo agire insieme agli altri e con gli altri. Non può essere vissuto in modo autoreferenziale, cioè io vado per la mia strada e gli altri facciano pure ciò che vogliono, del domani non mi importa e così via. Questi sono tutti atteggiamenti che non sono più confacenti a vivere in un mondo globale dove gli stili di vita di tutti noi sono fortemente intrecciati e questo concerne anche i ruoli delle persone che stanno molto lo0ntano da noi che prendono delle decisioni per noi e di conseguenza si intrecciano con ognuno di noi e viceversa. Perciò due cose che dobbiamo imparare ad usare e a gestire meglio: . capacità di convivere . senso di comunità Dobbiamo cercare di sviluppare ed espandere la SOLIDARIETA’ in tutte le su forme e manifestazioni. In un mondo così globalizzato e così sempre più all’avanguardia non può essere non avere la solidarietà come obiettivo. La solidarietà deve essere costitutiva, intrinseca al fatto che l’uomo è ormai un cittadino del mondo, non più della sua cerchia ristretta. La riflessione sulla solidarietà, esercitare la solidarietà, di Angela Perucca: - 1° livello: solidarietà dativa  prendersi cura dei bisogni dell’altro es. adulto – bambino o pensando alle società, ai gruppi umani verso un continente, nazione che hanno bisogno soltanto di tipo dativo e loro passivamente accettano. Ed è veramente questa la solidarietà? Dare vuol dire anche poter riceve, ciò significa ce entrambi i poli debbano poter crescere assieme per poter avere entrambi gli stessi livelli di sviluppo altrimenti la crescita può risultare sbilanciata - 2° livello: solidarietà propositiva  sostenere lo sviluppo di ciascuno. Dove qui abbiamo una relazione più bilanciata dove ognuno può far sentire la sua parte e quindi le due cose crescono insieme la solidarietà

- 3° livello: solidarietà partecipativa e progettuale  collaborare al bene comune. Solidarietà di tipo più maturo e consapevole e piena. Partecipativa, cioè si impegna a voler far evolvere l’altro come accompagnamento, come supporto e non di prevaricazione. Progettuale, cioè che ha una direzionalità chiara e condivisa tra i due poli che nella relazione solidale hanno scelto di dirigersi verso la stessa direzione perché assieme vogliono collaborare per il bene comune. La solidarietà dobbiamo cercare di esercitarla dove possiamo esercitarla fino dall’infanzia per cercare di far toccare con mano questa esperienza a servizio degli altri. Dobbiamo porci in ascolti per gli altri e verso gli altri per farlo coincidere con il bene comune dobbiamo perciò educare ad accogliere ed ad accoglierci. Promuovere attività condivise al servizio degli altri e del bene comune. Aiutare ad accogliersi, riconoscersi, accettarsi nella diversa età, carattere, etnia, lingua religione… FAVORIRE IL CONVIVERE E IL SENSO DI COMUNITA’ da costruire tra chi è lontano da noi e vicino a noi; perciò dobbiamo decentrarci, superare l’egocentrismo. Superare egocentrismo, narcisismo, esclusivismo, contrapposizioni di varia natura. Interventi pratici in ambito educativo: - destrutturare metodi che puntano all’efficientismo, competizione, salvaguardia delle conquiste, sono disfunzionali per una convivenza globale, la competizione non reca ricchezza alla persona, con un atteggiamento piuttosto sterile; - non si possono trasferire obiettivi dello sviluppo economico in educazione - crescita produttiva, concorrenza e primato vanno bene in economia, ma non possono divenire valori educativi Tali parole stanno perdendo il proprio valore e non vanno bene in un contesto educativo.

COMPRENDERE LA CONDIZIONE UMANA Nuovi bisogni educativi emergono nell’epoca attuale e non possono essere accolti solo dalla scuola. La scuola come agenzia formativa ed educativa, la più importante, deve accoglierli, ma non può rispondervi da sola. Dobbiamo per questo prendere consapevolezza di istanze come: - dialogo - collaborazione - confronto - condivisione La scuola deve aprirsi, ma anche la globalizzazione deve prendervi atto.esigenza di maggiore consapevolezza e già dai primi anni della vita e dello sviluppo dobbiamo imparare a collaborare, a comunicare, a dialogare che ci aiuta a crescere; il dialogo, il confronto non ci impoverisce, ma sono la via per far parte ed essere protagonisti di un universo globale. Dobbiamo quindi essere educati a dialogare a stare con gli altri, a dialogare, a confrontarci con gli altri. Non possiamo occuparci solo degli altri vicini, ma anche di coloro che stanno lontani. Nuova esigenza di consapevolezza culturale: - acquisire abitudine a dialogo, collaborazione, confronto - educare alla condivisione del comune destino umano - consapevolezza, cioè responsabilità verso le generazioni di oggi e di domani; ciò che facciamo oggi condizionerà la vita di coloro che vengono domani. Morein ci dice che siamo “chiamati a insegnare a comprendere la condizione umana” cioè un percorso che accomuna tutti gli uomini nell’epoca attuale , in quanto comporta una crescita prima personale non indifferente, con i nostri vissuti, le nostre credenze, ciò che ci hanno insegnato che ci crea un substrato da cui partire per andare avanti in questo obiettivo. Prospettiva concreta, non nozione ideale. - percorso di conoscenza di sé - esercizio di memoria - progetto di comune avventura Nella varietà dei percorsi culturali e delle nuove prospettive di convivenza globale. Egli parla anche di missione etico-antropologica del millennio: l’educativa. L’educazione occorre realizzare, nella diversità, nel rispetto degli altri l’unità planetaria degli uomini sviluppando comprensione reciproca e solidarietà per una convivenza reciproca. Gli uomini devono diventare una unità cercando di mettere in atto i seguenti compiti da mettere in atto sono: - accettare l’incertezza dello sviluppo umano, in quanto viviamo in un mondo poco sicuro e questo crea incertezza e un futuro poco chiaro e nonostante tutto dobbiamo continuare ad educare, ad accettare la sfida educativa in vista dell’umanesimo planetario anche se la società attuale è stata definita a rischio - accogliere la sfida educativa in un mondo a rischio.

L’EDUCAZIONE PER IL FUTURO La professione come quella di educatori, pedagogisti ed insegnanti, in un epoca come la nostra, non può soffermarsi solo ad educare cittadini, ragazzi, bambini a vivere la situazione presente, ma devono proiettarsi a vivere nel futuro. Vediamo il futuro come qualcosa di incerto, di pauroso, abbiamo quindi paura di proiettarsi nel futuro ed è per questo che dobbiamo educare al futuro, verso una consapevolezza etica e responsabilità. Si tratta di un compito impegnativo richiede la presenza di una rete di più enti che collaborino tra di loro, in quanto non può farlo solo la scuola. Occorre la realizzazione una certa comunione di intenti, di una progettualità educativa per ottenere risultati positivi in questo compito. Il risultato negativo è assicurato se si ragiona in ottica monoculturale e unilaterale circa conquiste da compiere. Non dobbiamo lavorare su un’ottica unilaterale, come la solo la nostra al centro di tutto, ma in un’ottica interculturale per porsi in maniera multiprospettica in un’ottica educativa. Morin dice: “noi non abbiamo le chiavi che aprano le porte di un avvenire migliore. Ma possiamo individuare le nostre finalità: perseguire l’ominizzazione nell’umanizzazione in virtù dell’accesso alla cittadinanza terrestre in una comunità planetaria”. Le nostre finalizzazione: l’umanizzazione in virtù della cittadinanza terrestre una comunità che si riconosce terrestre. Occorre progettare la convivenza di domani, cioè in azioni di riflessione, di problematizzazione a partire dalla scuola. Sviluppare attitudine riflessiva oltre l’istituzione scuola. Nella scuola si continuano a formare persone che hanno una visione unilaterale delle cose e dei problemi, cioè secondo Morin sono degli esperti riduzionisti, che privilegiano solo una visione dei problemi, che non sanno legare vari fattori insieme e quindi rimangono in un’ottica riduzionista. Non dobbiamo più ragione per discipline separate, ma tutto il sapere umano deve essere l’obiettivo per formare un uomo planetario dove si promuova lo scambio dei significati. Dobbiamo confrontarci, condividere; in questo modo la realtà non più univoca e vengono a galla più visioni, più sfaccettature. Nei sistemi scolastici dobbiamo educare allo scambio e alla negoziazione in un mondo globalizzato. Dalla promozione di saperi per l’inculturazione ai “sette saperi per l’educazione del futuro” tutto ciò per una educazione etica universale. Nel testo “I sette saperi” Morin enuclea ed esplicita i sette argomenti che devono , a suo parere, diventare fondamentali nell’insegnamento e che l’educazione dovrebbe

trattare in ogni società e in ogni cultura. Scrive Morin: “Questi temi permetteranno di integrare le discipline esistenti e di stimolare gli sviluppi di una conoscenza atta a raccogliere le sfide della nostra vita individuale, culturale e sociale”(p. 7). 1- Le cecità della conoscenza: l’errore e l’illusione: “E’ sorprendente che l’educazione, che mira a comunicare conoscenze, sia cieca su ciò che è la conoscenza umana, (…), le sue propensioni all’errore e all’illusione, e che non si preoccupi affatto di far conoscere che cosa è conoscere”. (p. 11). 2- I principi di una conoscenza pertinente. In questo libro, Morin richiama tesi esposte nel volume “La testa ben fatta” e riafferma che è necessario “promuovere una conoscenza capace di cogliere i problemi globali e fondamentali”. Si trova ancora una critica della supremazia di una conoscenza frammentata delle diverse discipline “spesso incapaci di effettuare il legame tra le parti e la totalità”. “E’ necessario – continua Morin- sviluppare l’attitudine naturale della mente umana a situare tutte le informazioni in un contesto e in un insieme”. E ancora: “E’ necessario insegnare i metodi che permettano di cogliere le mutue relazioni e le influenze reciproche tra le parti e il tutto in un mondo complesso”. (p.12) 3- Insegnare la condizione umana. “L’essere umano è nel contempo fisico, biologico, psichico, culturale, sociale, storico. Questa unità complessa della natura umana è completamente disintegrata nell’insegnamento, attraverso le discipline”. Secondo Morin, ciascuno “dovrebbe prendere conoscenza e coscienza sia del carattere complesso della propria identità sia dell’identità che ha in comune con tutti gli altri umani”. (p.12) 4- Insegnare l’identità terrestre. E’ opportuno –afferma Morin- “insegnare la storia dell’era planetaria, che inizia nel XVI secolo (…) e mostrare come tutte le parti del mondo siano divenute inter-solidali, senza tuttavia occultare le oppressioni e le dominazioni che hanno devastato e ancora devastano l’umanità”. (p.13) 5- Affrontare le incertezze. Le scienze, nel corso del XX secolo, “ci hanno rivelato innumerevoli campi d’incertezza”. “L’insegnamento dovrebbe comprendere un insegnamento delle incertezze che sono apparse nelle scienze fisiche (…), nelle scienze dell’evoluzione biologica e nelle scienze storiche”(p. 13). Secondo Morin, si dovrebbero insegnare “principi di strategia che permettano di affrontare i rischi, l’inatteso e l’incerto e di modificarne l’evoluzione grazie alle informazioni acquisite nel corso dell’azione. Bisogna apprendere a navigare in un oceano d’ incertezze attraverso arcipelaghi di certezza” (p. 14). 6- Insegnare la comprensione, che “è nel contempo il mezzo e il fine della comunicazione umana”. L’educazione alla comprensione è assente dai nostri insegnamenti, mentre “il pianeta ha bisogno in tutti i sensi di reciproche comprensioni”. Pertanto, “data l’importanza dell’educazione alla comprensione, a tutti i livelli educativi e a tutte le età, lo sviluppo della comprensione richiede una riforma delle mentalità. Questo deve essere il compito per l’educazione del futuro” (p. 14). La reciproca comprensione fra gli uomini, vicini a noi o lontani, “è ormai vitale affinché le relazioni umane escano dal loro stato barbaro di incomprensione”. E’ necessario, quindi, studiare l’incomprensione “nelle sue radici, nelle sue modalità e nei suoi effetti”. Tale studio sarebbe tanto più importante “in quanto verterebbe non

sui sintomi, ma sulle radici dei razzismi, delle xenofobie, delle forme di disprezzo”. E tale studio “costituirebbe nello stesso tempo una delle basi più sicure dell’educazione alla pace” (p. 15). 7- L’etica del genere umano. “L’insegnamento deve produrre una “antropo-etica” capace di riconoscere il carattere ternario della condizione umana “, che consiste nell’essere contemporaneamente: individuo, specie e società. (…) ”... ogni sviluppo veramente umano deve comportare il potenziamento congiunto delle autonomie individuali, delle partecipazioni comunitarie e della coscienza di appartenere alla specie umana”. (p.15). Morin individua due grandi finalità etico-politiche del nuovo millennio: “stabilire una relazione di reciproco controllo fra la società e gli individui attraverso la democrazia; portare a compimento l’Umanità come comunità planetaria”. Con le parole di Morin: “perseguire l’ominizzazione nell’umanizzazione in virtù dell’accesso alla cittadinanza terrestre in una comunità planetaria”. “Il compito dell’educazione per il futuro è preparare un nuovo umanesimo interculturale orientato a coagulare le risorse delle diverse soggettività personali e culturali per costruire la convivenza umana nella libertà e nel rispetto, nel dialogo, nella reciprocità, con responsabilità e solidarietà universali” (Perucca)....


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